'R,JJTISTÀPOPOLJRB DI POLI'flCÀ LETTERE B SCIENZE SOCl.~LI -e quindi portare ad un vano dispendio di danaro e di tempo. Quello, che maggiormente impedì che verità così semplici da tempo apparissero, si è la tema di vedere svanire per alcune provincie l'insperato e ingiustificato beneficio di an'aliquota di favore; quello che obbliga oggi il Governo a domandare il ritocco della legge è la tema che l'estimo, affidato a una commissione, dove ha larga parte l'elemento elettivo, si riduca parecchi.o inferiore al reale, e che torni pos3ibile a qualche provincia dove sono tali lavori avanzati, a sfuggire quasi a tale onere, con pericolo, dovendosi fra tutte le provincie pagare cento milioni, che .in un giorno, più o meno lontano, questo abbia a ripercuotersi sulle altre provincie contrariamente ad ogni principio di equità e di giustizia. Ecco adunque quali effetti ha realmente apportato l'art. 47, che doveva procurare una posizione privilegiata alle pr<Slvinciepiù ricche : a) di non volere ricono - scere gli errori e i danni conseguenti, che avrebbe apportato la formazione di un catasto stabile particellare con imposta in base al reddito. Locchè ebbe per conseguenza di avere fatto sciupare un tempo prezioso e parecchie decine di milioni pei lavori catastali. b) di ritardare indefinitivamente il tanto desiderato inventario della proprietà immobiliare (catasto probatorio.) A questo ha condotto l'avere voluto risolvere un problema economico con criterii di malsano opportunismo. (Continua). Avv. D. SACERDOTI. Dellqeualimtàentali di G.O'Annunzio gliano e fioriscono, variamente belle, colorite e scintillanti, le immagini nei suoi numerosi scritti l Che vaghezza di primavera, rallegrata da soavi ritmi e gradevoli suoni! Senonchè all'autore del Fuoco manca la suprema fantasia creatrice. ch'è propria degli artisti sommi. E però egli non sa concepira e comporre un'opera d'arte armo• nicamente ben costrutta, la quale s'elevi in alto nella ma- {?nificenza della sua bellezza. Ora l'immaginazione, come facoltà evocatri•~ed'immagini, in confronto alla fantasia, è certamente una qualità mentale d'ordine inferiore. Essa infatti, predomina, insieme alla finezza de' sensi, negli uomini primitivi e ne' popoli orientali, che si sono fermati ad un primo stadio di civiltà. La fantasia, invece, apparisce, a spese forse della stessa immaginazione1 man mano che la nostra mente acquista le facoltà sue migliori o superiori. Inoltre il D'Annunzio è un artefice grandissimo della. parola, un adoratore della. forma; m~ è povero di pen- ~ieri: cesella stupendamente il conio dell'idea, ma per lo più l'idea non è sua. I pochi pensieri che fluttuano ne' suoi scritti, se anche qualche volta sembrano nuovi· perchè trasfigurati nel simbolo, non isgorgano dalla. sua mente. E mentr'egli si « gloria d'esser latino, e riconosce un barbaro in ogni uomo di sangue diverso» ripet.e ed illustra il pensiero d'un barbaro. Ultimamente si è messo a divulgare il nuovissimo verbo del Nietzsche, o meglio la dottrina, che questi chiama. ·dionisiaca : l'estetica, cioè, La Democrazia sociale e i suoi nemici (i) contrapposta all'etica; l'arte nemica della fede ; direi quasi una nuova religione della Bellezza, incuriosa d'ogni concezione morale, anzi a questa nemica, perchè crede che questa ci tolga ogni gioia, e sia ostile alla vita. È in fondo in fondo l'evocazione d'un antico culto, un ritorno a civiltà decadute ed oltrepassate, in. cui il senso morale non era. ancora ben diffuso e progreFra i nostri scrittori contemporanei il D'Annunzio è uno de' più fecondi: è un solerte lavoratore ed as- (Dcr Wahre lctcob di Stuttgard). (i) Krieg, la guerra; &ipitalismus il capitalismo ; Krieg, la Chiesa. sai benemerito della patria lingua. Ma le sue opere manifestano, s'io non m'inganno, la prevalenza in lui delle qualità mentali, che sono generalmente reputate inferiori ; e sono reputate tali in paragone delle altre che il genere umano ha acquistate avanzando nel cammino della civiltà, a mano a mano che ha raggiunta qualche nuuva perfezione. Talchè nell'uomo moderno il predominio delle qualità primitive sulle più recenti accusa un ritorno atavico, che quasi sem- • pre avviene per un processo degenerativo. Il D'.Annunzio è davvero, com'ei ben dice di sè stesso, magnificamente sensuale. I srnsi, infatti, prevalgono in lui ai sentimenti ; e questi, sotto la forza o l'impeto di quelli, perdono spesso la loro efficacia, ovvero smarriscono la retta via. E tra i sentimenti grandeggiano in lui i meno evoluti;. gli egoistici, cioè, a danno degli altruistici. Ma la squisita acutezza de' sensi, ond'ei può e sa rilevare ogni minima impressione esterna, gli dà una mirabile potenza d'immaginazione. Oh, come con inesauribile abbondanza germodito. Ed a cotesta dottrina dionisiaca, vagheggiata da una mente altissima, ma squilibrata, che si spegne ora fra le tristezze del manicomio si volge il D'Annunzio, e s'abbandona con la frenesia d'un neofito al desiderio d'una sensuale e lus• sureggiante bellezza. Ma a tale desiderio è sprone anche un indomito or, goglio. Ed in ciò vedesi pure prevalere una qualità JJropria degli uomini inferiori ; imperocchè siffatto , rgoglio, è, a sua volta, fomentato da una immensurabile vanità. Lo Spencer nota, con molto acume, che la. vanità è uno de' sentimenti primitivi, ego-altruistici; la quale predomina ne' selvaggi e ne' barbari. Essa. evolendosi, assume altri caratteri, si muta in un nuovo desiderio. che nobilita gli uomini in progresso di tempo; il desiderio, cioè, d'esser eglino stimati ed amati da' compagni. E l'altissima brama d'essere altrui giovevole serve pure a vivificare l'opera del genio, cui è dato conseguire la gloria. Ma dalle sognate altezze, s'anco vi asc.esero fra gìi applausi della folla, pi asto. poi cascano giù coloro i quali per ismodato orgoglio,.
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