Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 7 - 15 aprile 1900

128 'IUVIST.t4POPOLAREDI 'POLITIC~ LETTERE B SCIENZE SOCIALI essa nel nostro diritto una rivoluzione in favore della classe operaia. Per comprendere l'importanza di una tale circolare ai prefetti bisogna rammentare l'attitudine dei prefetti stessi sotto Méline e sotto tutt.i i ministeri precedenti; e bisogna ricordare che alla formazione del ministero Waldeck-Rousseau, i prefetti e i sotto prefetti avevano da intervenire nei grandi scioperi di Saone et Loire, in una regione dove gli operai avevano dormito 30 anni sotto il giogo politico ed economico d~gli Schneider e dei Magot, ed ove sembrava, per conseguenza, che sarebbe stato facile farli rientrare nel silenzio, tanto più. che niente sarebbe sembrato più. legittimo agli occhi della maggioranza del Parlamento e della nazione, a cui si erano vantate le opere di beneficienza di Schneider e di M agot. Leggete quel che Jean Bourdeau scriveva nella Revue politiqite et parlamentafre del 10 agosto 1899 : « Sotto la dire- « zione di Schneider il Creuzot aveva goduto per 30 « anni di una pace profonda, dopo il grande sciopero « del 1870, che fu il segno dell'effervescenza generale e che si manifestava nel mondo operaio alla fine dele l'impero. Numerose istihtzioni di carità, d'ed1i,cazione, « di consitmo, create da Schnt::ider, e mantenute dai « suoi figli, si sono però rivolte a suo danno. Gli ope- « rai vogliono organizzare le società di consumo in « modo che, in circostanze date, vi trovino le sussi- « stenze per un grande sciopero. I tempi del padro- « nalismo benevolo e intelligente sono passati. Gli o- « perai reclamano la loro indipendenza nella vita pric vata. Schneider è deputato del Creuzot, ~a ad ogni « elezione il numero dei voti socialisti aumenta. > Il Bourdeau segnala così, in queste linee, l'immenso resultato rivoluzionario che si ottiene a mezzo delle cooperative. È quella del Creuzot che ha permesso a questi operai di riparare la disfatta del 1b70, di fare per la loro emancipazione politica e pel miglioramento delle loro condizi0ni, ciò che non aveva potuto la rivolta polWca del 1870 Ma era necessario anche un governo che permettesse a questi sforzi di svilupparsi liberamente e che non facesse intervenire l'esercito e i tribunali in favore dei capitalisti. Fu ciò precisamente la nuova attitudine del nuovo ministero che colpì l'attenzione degli or~ani borghesi stupefatti della pronta risoluzione dello sciopero di Montceau-les-Mines. È quel che constata particolarmente il Bourdeau, che scrive nella medesima rivista: « Gli operai di Mont- « ceau hanno ottenuto ciò che chiamano il loro aff1·an- « camento morale, il riconoscimento del sindacato for- « mato in seguito allo sciopero, la dimissione dei sor- « veglianti, la paga a quindicina, la pensione propore zionale ~opo il terzo anno di lavoro. Il loro successo « può essere stato favorito in certo modo dall' enh'ata « al ministero di ilfillerand. » La medesima osservazione vi fu nella Reforme Sociale. Era dunque una rivoluzione nei rapporti dello Stato con gli agenti di produzione, ed era il medesimo spirito che animò costantemente e che finì coll' arbitrato di Waldeck-Rousseau che mise fine allo sciopero del Creuzot, e che permise agli operai di St. Etienne di farE> accettare dai padroni delle miniere la scelta di Jaurés come loro arbitro. Era la prima volta che dei capitalisti accettavano di trattare, riguardo ai loro interessi, con un rappresentante del partito socialista. Il fatto è unico in tutti i paesi, e colpisce soprattutto in Francia, ove l'opposizione t.ra capitalisti e ope::-,i aveva sempre rivestito una forma intransigente tl appassionata, e ove la classe operaia non è ancora pervenuta a una coscienza morale sviluppata, a un'organizzazione sindacale potente. Il arbitrato di Jaurès viene, lo si vedE>,direttamente dal . fatto della presenza di. un socialista al Ministero. V~ è, qualche cosa di cambiato nelle condizioni padronai1. E impossibile, lo si capisce, che ciò non abbia per corollario una modificazione nella concezione della classe operaia intiera che prenderà più confidenza in sè stessa, nelle sue risorse attua.li e nella necessità d'un governo democratico. Comprendendo che nulla nelle leggi esistenti obbliga H padrone a trattare con il sindacato operaio, e che il lavoratore può trovarsi isolato di fronte alla volontà padronale ed intelligente, il governo attuale ha presentato un progetto di legge che emenda e completa la legge del 1884 sui sindacati professionali. Con questa nuova legge i sindacati avrebbero il diritto di stare in giudizio, d'acquistHe senza autorizzazione degli immob·li, e di fare atti di commercio. I sindacati potrebbero anche doventare delle società anonime o delle coopera1ive facenti il commercio della mercanzia lavoro. Sarebbe col sindacato, o con l'unione dei sindacati, reclutanti l' insieme degli operai, coi. quali il padrone dovrebbe trattare. Questo sindacato, potrà anche trovare più facilmente dei capitali) e processerà o metterà all'indice il capo dell'intrapresa che violasae o impedisse l'applicazione delle condizioni del lavoro fissate dal sindacafo o dall'unione dei sindacati. E questa una riforma decisiva, che mette in rivoluzione i rap• porti· tra capitale e lavoro, e che è stata domandata invano dai socialisti belgi cbe cono3cono l'importanza delle cooperative e dei sindacati. Essa completa l'opera di arbitrato provocata e accettata dal ministero Valdeck-Rousseau Millerand. * * * Vi è poi una seconda serie di atti nell'opera di Millerand che lo riguarda personalmente. Questa consiste soprattutto nell'associare la classe operaiP, a mezzo dei suoi sindacati, all'elaborazione dei regolamenti pelle officine, al controllo delle leggi del lavoro e dell'igiene industriale ; ed essa è sul punto di finire con un progetto che estende a tutta l'industria l'organizzazione dei delegati minatori, e cioè ad una legge creante dei delegati operai pagati dall'industria, controllanti continuamente le condizioni del lavoro, e segnalanti le colpe o gli abusi al corpo degl'ispettori del lavoro. Prima di Millerand, erano gl"ispettori del lavoro, nominati direttamente dal governo, che vegliavano all'esecuzione delle leggi sul lavoro. Venendo nominati direttamrnte dal governo è evidente che il loro zelo dipendeva molto dalla vigilanza e d1g1l'interessi di questo g0verno. Sotto il ministero Méline il ministro del Commercio Boucher riuniti gl'ispettc-ri divisionari del lavoro aveva detto loro: « La consegna è di russare». Hebon, all'epoca in cui era ministro del commercio, nel 1895, scriveva alla Camera di Commercio di Tourcoing che e delle istruzioni sono date agl'ispet- « tori del lavoro perchè essi usino una grande tollee ranza là dove non vi sono abusi, e perchè chiudano « gli occhi nelle industrie ove il lavoro non oltrepassa « le undici ore al giorno » Si trattava dell' applicazione delle l O ore di lavoro ai fanciulli. Io non credo che vi sia stato un ispettore per fare al ministro la risposta che gl'ispettori inglesi fecero al ministro che domandava loro di applicare con moderazione la legge che era stata votata dal Parlamento l'anno precedente: e Signor ministro, voi non avete il potere dittatoriale « che vi permetta di sospendere la legge ». Si trattava, d'altronde, in Francia, in quel momento, d'una legge riconosciuta da tutti applicabile; ma era bene m0strare come il governo intendesse servirsi degli ispettori mettendoli a disposizione soltanto dei padroni. Al suo arrivo al ministero, Millerand, al contrario, ingiunse agli ispettori di far rispettare dappertutto le }eggi operaie: e le sue non furono delle vane parole. E così che gli orfanatr0fì e -laboratori religiosi violavano la legge del 1892 in tutte le sue disposizioni sui fanciulli Un ispettore di divisione si era. contentato di ascoltare i religiosi e di dar loro così carta b'anca. Millerand biasimò quest'ispettore e ordinò una seriç1,e completa inchie~ta che finì specialmente a Mar-

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