Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 7 - 15 aprile 1900

126 RIYISTÀ POPOLA'R..EDI P()LI'flCÀ LETTERE E SCIENZESOCIÀLI per esempio (1): « Ogni plus valore - qualunq_uene « sia la forma particolare - profitto, interesse, rene dita etc. - è in sostanza la materializzazione d'un « lavoro non pagato, Tutto il segreto della facoltà pro- « lifica del capitale è in questo semplice fatto : ch'esso « dispone di una certa quantità di lavoro che esso « non paga. » L'espressione lavoro nari pagato è anteriore a Marx, ed io credo appunto eh' egli l' abbia impiegata perché era nella lingua corrente dell'operaio inglese ; egli cita una testimonianza dei fornai (2) che chiamano itmpaid laboiir, il lavoro supplementare che certi padroni ottengono dai loro operai al di sopra della du,ata normale della giornata per procurarsi un extra beneficio. Marx fa osservare che il profitto ordinario e il profitto straordinario appartengono al medesimo genere. « Il sedicente prezzo normale del lavoro contiene an- « che una certa quantità di lavoro non pagato, ed è « precisamente questo lavoro non pagato che è la sor- « gente del guadagno normale. » Le discussioni ingaggiate a proposito della fissazione della giornata massima del lavoro, avevano reso molto popolare in Inghilterra, tanto tra i fabbricanti che tra gli operai, l'idea che il profitto risultasse dall'impiego di un certo numero d'ore occupate a lavorare pel padrone: il profitto era paragonato alla rendita feudale ottenuta mediante la corvée fornita dai contadini durante un certo numero di giorni all'anno. Marx fa d'altronde questa assimilazione, ossj:lrvando che la sorgente del profitto è nascosta dalle apparenze del contratto del salario, mentre la sorgente della rendi~a feu • dale è evidentissima per trtti. ,: La teoria di Senior sull' ultim' orà aveva fatto fortuna tra i manifatturieri, ed era stata invocata per dimostrare ,:,.heogni riduzione della giornata sopprimerebbe il profitto; importa poco esaminare qui in quale misura i calcoli di Senior fossero falsi o male espressi; noi dobbiamo arrestarci solo alla maniera adottata per rappresentare il profitto. Marx cita anche un industriale che diceva in un'inchiesta : « Se voi mi per- « mettete di fare lavorare ogni giorno dieci minuti cli « più del tempo legale, voi metterete ciascun anno « mille lire sterline nella mia tasca > ; e aggiunge: << in questo ambiente la formazione del plus valore per « mezzo del sopralavoro non è un segreto .... ». Io non credo che Marx abbia inteso fare una grandi scoperta quando ha perfezionato e regolarizzato il metodo inglese, che consisteva nel tradurre il profitto e • i salari in tempo. Quando si mette da una parte la classe operaia e dall'altra la classe capitalista, la ricchezza prodotta dalle fabbriche si divide in due parti: durante un certo numero d'ore le macchine girano per produrre i salari, durante un'altro numero d' ore per produrre i profitti, rendite e interessi. In un esempio ch'egli prende da una contabilità di una filatura, una settimana (nel 1871) avrebbe consumato 342 lire sterline di cotone, avrebbe dato luogo ad una spesa in carbone, illuminazione, fitto e consumo di macchinario di 36 sterline, e prodotto 510 sterline di filati col mezzo di 52 sterline di salari. Marx dice che la ricchezza prodotta è stata di 132 sterline di cui 52 sono andate agli operai e 80 ai capitalisti, e rappresenta questo fenomeno dicendo che su 10 ore per giorno vi sono 3 ore e 59160 impiegate in lavoro salariato e 6 ore e 1160 impiegate in lavoro riservato ai capitalisti. La prima parte è il lavoro pagato, e la seconda H lavoro non pagato. Queste ultime espressioni sono infelici perchè suppongono che il capitalista non paghi ciò eh~ spetta all'operaio, mentre che egli ha pagato il prezzo corrispondente all' oggetto del contratto. non solo il prezzo convenuto, ma anche il prezzo che rap- (1) Capital, traduz. francese, pag. 230 col. 2. (2) Cupital, traduz. francese, pag. 238 col. 2, presenta il valore proporzionale della cosa venduta nell' insieme delle cose prodotte; le espressioni impiegate da Marx si trovano ad essere in contradizione con tutta la sua teoria. Si può domandarsi per quale ragione Marx ha adottato il sistema della rappresentazione inglese in tempo pagato e tempo non pagato; io credo che ciò sia perchè egli voglia fare rientrare l'economia salariata in una concezione generale abbracciante tutta l'economia non comunista. Egli voleva mettere in evidenza che vi è sempre un padrone ed un servo, che una parte del tempo del servo è stata sempre impiegata a produrre la rendita del padrone, e un' altra parte a mantenere in vita lo stesso servo sotto le condizioni imposte dal padrone. Egli creava così una maniera uniforme di trattare le relazioni economiche col mezzo delle più gri,.n,di varietà giuridiche. La servitù diventava il tipo di questa costruzione, come ho detto più sopra. (Continua). G. SOREL. Lasituazione p litincFarancia E e opera di Millerand (Continuazione Vedi N. 5). Questa situazione rivoluzionaria sorprese, ad un tempo, i dottrinari del moderatismo borghese come quella del rivoluzionarismo socialista. Gli uni si rifiutavano a compiere le divisioni della società in classi, sotto pretesto che i principi della Rivoluzione del 1789 ne sarebbero stati turbati, e ciò scusava la loro cura di non far niente pel miglioramento della classe operaia, e anche quello di prendere delle misure contro di essa sotto pretesto che i suoi organi collettivi, gruppi e sindacati, potevano, negli scioperi e nelle manifestazioni, turbare l'armonia nazionale. Gli altrì, i socialisti dottrinari, si erano addormentati sul concetto della divisione in due sole classi distinte, e sotto pretesto ch'esse sono antagoniste, e che lo Stato non rappresentava che gl' interessi della classe possidente, si rifiutavano al lavoro, evidentemente complesso, di delucidare le questioni pratiche, e di ottenere dallo Stato una libertà d'azione, delle garanzie e delle leggi miglioranti le condizioni della classe operaia. Guesde ha riassunto questo concetto quando diceva al Congresso generale del partito socialista che dello Stato « non « si può impadronirsene che nel periodo rivoluzionario, « a colpi di fucile » • Bisogna dire che ciò sia sembrato strano all'insieme degli operai socialisti che si domandarono, con ragione: « Ci si parla dopo 20 anni d'impadronirsi dello Stato « a colpi di fucile; Il.'! dove sono dunque i fucili? » E questo concetto sembrava loro tanto più strano che, non solo si lasciavano i fucili, vale a dire l'esercito che ne aveva il solo uso, nelle mani della reazione, ma si era rifiutato _di prender parte alle battaglie contro il militarismo nell'affare Dreyfus, sotto il pretesto, che doventa incomprensibile, che la sola soluzione per l'abolizione degli eserciti permanenti, era nell'avvenimento della società socialista, e che, infine1 in queste frazioni dette rivoluzionarie non si pensava di dare alla classe operaia delle armi difensive, che ci si rideva dell'azione sindacale, questa sciabola di legno, come Guesde l'aveva chiamata al Congresso nazionale del Partito operaio francese a Parigi ; mentre la cooperazione non era, nella bocca dei suoi camerata, che una trappola borghese, l'ultima parola dell'abilità borghese contro la classe eperaia. E si mostrava agli operai la Borghesia come un tutto, dalla sua estrema destra alla sua estrema sinistra, battezzando i ministri, chiamati ultimamente col ministero Waldeck-Rous-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==