Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 7 - 15 aprile 1900

JUP1S1.4POPOURB Dl POLJTIC~ LBT'f ERB B SCJBNZB SOCJ~Li AVVISO AGLI ABBONATI È avvenuto che molti de' nostri abbonati abbian rivolto lagnanze all' Amministrazione per non aver ricevuto il bel libro del prof. E. Ciccotti il quale ha avuto così splendida accoglienza nel mondo letterario e politico. Ora noi avvertiamo nuovamente i lettori che per aver diritto a questo interessante Si sa che molti interpetri di Marx hanno intesa la teoria del profitto come la massa j hanno giudicato, cioè, che il profitto è, nella dottrina marxista, un'usurpazione. Il professore Loria l'ha detto nel modo più netto, ma il professore Labriola l'ha, a questo riguardo, violentemente censurato (1) accusandolo di far parlare Marx con lo stile di Proudhon; ma sarebbe più esatto dire cbe Loria ha fatto parlare Marx con istile marxista. Io non credo tolti da scritti libro illustrato, come premio, bisogna aggiungere Centesimi 60 al prezzo d' abbonamento alla Rivista Popolare. Differenti punti di vista. inutile riprodurre qui due passaggi recentissimi di Giulio Guesde, che è l' interpetre riconosciuto dalla democrazia sociale di Francia. Il 31 luglio 1898, parlando dell'esposizione di e:onomia sociale, preparata pel 1900, scriveva nel Socialiste: « Il « bene ottenuto da quelle che si è « convenuto chiamare delle lode- « voli e generose iniziative non è e che una restituzione parziale, al- « trettanto insufficiente nel fondo « quanto umiliante nella forma, di « tutti i beni creati dalla classe oc peraia, e di cui essa si sente sem- « pre più spossessata. Tutte le opere « e le istituzioni destinate a miglio- « rare la condizione fisica e morale « dei salariati non suppliscano nè « suppliranno mai per quelli al pro- « dotto integrale del loro lavoro... che « è loro dovuto, e che non potrebbe « essere raggiuuto se non con l'a- « bolizione del salariato. » Qui Gues..ìe precede esattamente, come io diceva al principio di questo paragrafo : egli paragona la società attuale con una società ideale eh' egli costruisce nel suo spirito ; in essa non più salariato, ma attribuzione a ciascu ao del prodotto intero del suo lavoro; è in questa utopia comunista soltanto che ciascuno riceve ciò che Il libro del Ciccotti è posto in vendita a L. 3.50, e nei 60 centesimi richiesti è compresa la spesa postale per l'invio del volume. l'Amministrazione. IpostudleaMlti anifCesotmounista (Continuazione Vedi N. 5). II. Engels è molto imbarazzato quando deve spiegare l'opinione dì Marx sul profitto industriale nello stesso modo che gli antichi filosofi e teologi hanno condannato il prestito ad interesse come contrario alla natura delle cose, ingiusto e assurdo nelle sue conseguenze logiche, ma Marx ha forse anche condannata la produttività del rapitale? Engels fa una distinzione: egli dice che il suo amico non ha fondata la sua teoria comunista sull'in giustizia che resulta dal fatto che « la più grande parte del prodotto non appartiene ai lavoratori che l'hanno creato »; ma, aggiunge esso, si deve tener conto del « sentimento morale della massa » che considera il profitto come ingiusto, e questo sentimento morale si produce quando il fatto incriminato è una sopravvivema, o quando « altri fatti eco- « nomici si sono prodotti, grazie ai « qu~li il primo è doventato insopIl Principe tli Galles: « Lasciatemi invidiare quei che muoiono laggiù per la noslra regma ». gli è dovuto ; è paragonando il mondo attuale con questo modello che si può riconoscere l' ingiustizia del primo. c portabile, insostenibile. ,, (1) . Tutto ciò non è molto chiaro ; e la spiegazione che dà Engels della formazione del sentimento morale della massa è una pura tautologia, e vi è una rivolta contro una situazione quando essa doventa insopportabile. Negll ospedall al 'l'rausva.al. Adesso saranno contenti a Londra! In un altro articolo del 27 novembre 1898, rispondendo a delle osservazioni di Carlo Limousin, egli seri• veva nello stesso Socialiste (organo officiale del marxismo francese) : « Quanto a Marx, se egli ha, nella « sua magisflrale analisi, dimostrato « che il capitale non è che del lavoro « non pagato, e che il lavoratore, in « regime capitalista, è, di conse- « guene1a l' eterno de1·ubato » .•. Io sarei assai curioso di conoscere questa analisi magistrale che rammenta il capitolo dei cappelli d'Ippocrate ci - Uiò che deve arrestare la nostra attenzione è che, a confessione di questo autore, i s~cialisti trovano cattiva e ingiusta l'esistenza del profitto, mentre Marx non aveva emesso un apprezzamento etico su questo fatto; bisogna dunque qui ben distinguere, secondo il solito, tra Marx e i marxisti; questi hanno confuse le teorie del loro maestro con le idee in voga nelle antiche scuole socialiste. Quanto a Engels io mi domando se esso non pensasse come « la massa »: dire che l' ope. raio non riceve ciò che ha creato nen è forse affermare che egli subisce un danno? ( Cri de Paris). tato da Scranarello nel Jllledicosuo malgrado di Moliére. Non è du~que dubbio che la scuola si è molto allontanata dal maestro, perchè è risaputo con quanta cura questi si sforzi di dimostrare che nel processo della produzione capitalistica le operazioni si fanno sempre seguendo le regole di eguaglianza, e che l'intraprenditore realizza il suo profitto senza prendere mai altro che ciò che gli spetta. Come dunque delle operazioni legittime nel loro dettaglio sarebbero ingh1ste nel loro complesso? La teoria di Marx è stata resa oscura in seguito al l'impiego dell'espressione lavoro non pagato. Egli dice, (1) Misérc dc la Philosophic; edizione francese; prefazione (1) Discot'rcndo cli Socialismo e cli Sociologia; pag. 32 pag. 12. note.

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