Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 7 - 15 aprile 1900

RlYISTA POPOLAREDI 'POLITICA LBTTBRB E SCIBNZB SOCIALI La grossa questione degli impiegati Fra le questioni pratiche della vita sociale e politica, che piu intimamente si collegano col fondamentale concepimento teorico del diritlo pubblico, deve senza dubbio essere annoverala in primissimo luogo per la sua importanza effetLiva, la grossa questione che concerne i rapporti giuridici intercedenti fra lo Stato e gli impiegati, e fra questi e il pubblico. Soltanto, infatti, mercé una esatta determinazione del,'indole di codesti rapporti, è possibile stabilire con sicurezza i limiti dl:)lla responsabihtà dello Stato e de' suoi agenti verso i consociati, e le condizioni e misure atte a guarentire in pari tempo l'interesse pubblico e i diritti civili e µolitici degli impiegati come liberi cittadini. Problemi, questi, che coll'estendersi sempre piu accentuato della burocrazia, tanto nel senso delle funzioni assorbite, quanto nel senso del personale assunto, vanno facendosi ogni giorno piu momentosi ed impellenti. In buon punto è adunque venuta la ragguardevole opera dell'e~regio Avv. Enrico Presutti (1) a richiamare sopra questi vitali argomenti l'attenzione degli studiosi, porgendo loro in forma chiara e sapientemente ordinata, il risultato di ampie ed aceurate ricerche, e di lunghe e profonde meditazioni. L'A. esamina, innanzi tut- ~-- -~ ~ -~ tiva ed istituzionale, per meBlio tutelare e suffragare gli interessi, tanto dell' ammimstrazione e de' consociati, quanto degli impiegati. L'opera del Presutti - diciamolo subito - ha un vero e ragguardevole valore. Essa non é soltanto il frutto di laboriose ed esaurienti indagini compiute sulle fonti migliori e piu genuine, ma rivela altres1 nell' A. una sr,iccata attitudine alla analisi e alla definizione scientifica delle piu complesse ed ardue questiòni d'indole amministrativa. E per questo ri6uardo una più diffusa esposizione dei principii esposti dall'A. non potrebbe per conto nostro, risolversi se non in una inutile ripetizione di ciò che egli nelle sue belle pagine svolge come meglio non sapremmo desiderare. D' altronde le questioni tecniche tanto egregiamente esaurite dall'A. non racchiudono la parte piu interessante, piu viva, dirò così, del grave problema, che trova invece nel campo puramente politico i suoi piu momentosi aspetti, i suoi piu vivaci riflessi. Qui fermeremo adunque di preferenza la nostra attenzione, limitandoci agli argomenti fondamentali nei quali non sempre possiamo coll'egregio A. dichiararci d'accordo. Facendo nostra una opportuna citazione dell'A., osserviamo, prima di tutto, col Nicolini, come nelle scienze morali e politiche le voci abbiano cambiato senso per tutti i gradi della civiltà, fino all'ultimo stato; sicché ogni vocabolo rac.~hiude una storia. E da questo fatto deriva a tutti coloro che delle dette scienze si occupano, una /.,.. ; ..;-. si \ fondamentale difficoltà •grato, le differenze che intercedono fra il governo propriamente costituzionale, ed il governo parlamentare, e ne rileva le conseguenze riguardo al tema del rapporto fra Stato ed impiegati. Espone ed analizza le teorie dominanti in proposito, e scevera con opportuno criterio l'elemento contrattuale del suddetto rapporto, dall'elemento politico. Studia l'intreccio degli interessi privati e pubblici e ne rileva con acuta analisi gli effetti. E dopo aver determinato l'obbietto specifico del Se// government, e dimostra Lal'importanza dello svolgimento scientifico e legislativo verificatosi, in proposito, in Germania, passa all'esame del diritto positivo attualmente vigente in Italia, in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti d'America, accennando anche ai progetti di riforma affacciati. Questa parte dello studio, condotta direttamente sulle Come il gentleman J ohn Bull riceve il messaggero di pace, vissima, che consiste nella esatta determinazione del senso eh' essi attribuiscono alle parole, quasi tulle equivoche, di cui debbono servirsi. Cos1 il Presutti ha dovuto fermarsi a lungo .sulla questione del significato proprio dei vocaboli: Amministrazione e Politica, fissando in proposito criterii limpidi e sicuri che prima mancavano nella scienza e nella pratica. Ma non altrettanto lucido e sicuro ci sembra siasi invece manifestalo l'egregio A. nella determinazione del significa lo scien Lfiico da atLribuirsi ai vocaboli piu propriamente attinenti alle dottrine di Diritto Costituzionale. Cos1 egli discorre in piu luoghi dello Stato e della Sovranità, senza essersi reso conto abbastanza dei contrasti esistenti nella scienza politica, intorno al senso vero e proprio di codeste parole. (Kikiriki di Vienna). Eppure non gli è sfuggita, fonti, e svolta con somma diligenza e precisione, è oltremodo pregevole ed istruttiva .. Segue poi una accurata disamina delle questioni speciali, in cui dominano sempre i pregi della chiarezza e dell' Mdine, non senza lasciar luogo altres1 a qualche notevole indipendenza ed originalità di vedute, che si esplica sopratutto lodevolmente nel determinare la distinzione, tanto vaga e discussa, fra politica e am1ninistrazione. Lo studio della responsabilità giuridica civile e penale, e della responsabilità politi~a o impropria, è condotto con grande precisione ed acutezza; ma più interessante ancora riesce la disamina dei rapporti fra i ministri e gli altri funzionarii dello Stato, che porge occasione all'A. di svolgere considerazioni pregevolissime e, spesso, originali, intorno al diritto di nomina ed all'esplicazione del potere disciplinare. Come pure è veramente notevole lo svolgimento dato alla questione dei controlli, specialmente per quanto riguarda l'istituto tanto importante dell'11zione popolare, e la valutazione dell'influenza della pubblica opinione. Il libro si chiude con un capitolo in cui l'A. esplica le sue idee in torno alle riforme da attuarsi in via legisla- (i) « Lo Stato Parla_mentare ed i suoi impiegati ammiuistrativi » Napoli, Chiuraizi, 1899. • certo, l'importanza di tali contrasti, poiché egli s~esso riconosce quanti danni, quante enormezze derivino dal fatto che il rapporto di dipendenza in cui gli impiegati si trovano verso lo Staio, si concepisca come un rapporto di dipendenza verso il partito attualmente investito del potere. E qui sta appunto il grosso e deplorevolissimo equivoco nudrito e coltivato a bella posta dai monopolizzatori della funzione governativa, e pur troppo alimentalo anche dai rappresentanti più autorevoli della scienza ufficiale. Mentre essi, in teoria, ripudiano le positive dottrine luminose della sociologia, e preferiscono affogarsi nella nebulosità delle piu vacue astrazioni metafisiche, anziché riconoscere ehe lo Stato, aome organizzazione coercitiva della società politica, non è altro appunto che il complesso delle persone ed istituzioni costituenti il gruppo sociale governante - viceversa poi, in pratica, vogliono che per interessi dello Stato s'intendano proprio gli interessi di esso gruppo governante;· e pretendono, per esempio, che l'impiegato non possa manifestare opinioni politiche contrarie Hl governo attuale, perché è pagato dallo Stato, e deve. ser·:ire lo Stato, cioè, in ultima analisi, sempre il medesimo gruppo governante. Ora tutto questo guazzabuglio di equivoci e di contraddizioni deflorevoli, è possibile precisamente perché non ci si vuo decidere a chiamar pane il pane, e formaggio il formaggio. I doppii sensi, gli equivoci, gio-

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