Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 6 - 31 marzo 1900

RIYIST4 'POPOL.4RBDl POL111CA LBTTBRB B SCIBNZBSOCULl 105 e lascia la parola a Zanardelli ed a Colombo, a Di Rudinì, a Bonacoi, a Branca, a Nocito, a Fortis. Sono stati tutti ministri e sottosegretari di Stato; sono tutti monarchici insospettabili; e tutti con parola vibrata e con vigore di argomentazioni stritolano il Decreto-legge come incostituzionale. L' Estrwia sinistra ascolta silenziosa le requisitorie degli ex ministri del Re contro il ministero, della reazione, e lascia che quelli rievochino 1I sacrosanto diritto statutario e facciano la giustificazione della condotta degli ostru.zionisti (1). Fu l'on. Colombo - quello stesso or.. Colombo che oggi é il c0mplice dell'.on. Pelloux e dell'on. Sonnino - che allora disse agli autori del Decreto-legge: Dovevate lasciare tempo al tempo; Le ostruzioni non si vincono da un giorno all'altro; in altri paesi del mondo,nei cui Parlamentisi è manifestatol'ostruzionismho,annoavuto maggiorpazienza. Se con questo severo giudizio !'on. Colomho stigmatizzava la inopportunità del Decreto-legge, mostravasi ancor più inesorabile nello stabilire la incostituzionalità del contenuto. « Questa volta, diceva l'attuale Presidente della Camera, non si tratta più di un Decreto-frgge su questioni finanziarie; si tratta diunprovvedimentoancorapiù grave, si tratta nientemenoche di modificaro il Codicepenalee la legge di pubblicasicurezza contro le precisedisposiziondi elloStatutofondamentaldeel Regn.o.. » « Con questo Decreto-LegL'articolo primo votato. La sopraffazione e il tumulto. Chiusura della sessione. Processo delle Urne. Quale fosse l'indole della maggioranza apparve chiaro dalla votazione dell'articolo 1 ° dei provvedimenti politici. Sul volo non ci sarebbe stato da ridire se fosse stato l'espressione di una sincera convinzione: si poteva trattare in questo caso di un errore politico commesso in buona fede. Disgraziatamente nell'attitudine di gran parte della Destra non ci entravano, nemmeno in minima parte la sincerità e la buona fede. La dimostrazione matematica di questo stato di animo venne data dal discorso e dal voto dell'on. Colombo. Nel primo sappiamo che c'era la condanna inesorabile del Decreto-legge; col secondo si app1·9vò ciò ch'era stato condannato. La motivazione del voto fu degna della miserevole contraddizione: Non voglio prooocare una crisi ,ninisteriale in questo momento I Questa sola fu la conclusione brevissima e dissonante maledettamente dal resto del discorso dell'on. Colombo. Non c' é dubbio : nel voto non vi ebbero a vedere né gl'interessi dello stato, né la difesa del diritto, né il bene pubblico. L'on. Colombo coi suoi amici di destra salvarono il ministero Pelloux perché non credettero matura la pera ... della successione. Niente altro. Si potrebbe perdonare questo vo.to contro coscienza se fosse stata in giuGco una ge, o signori ministri, avete creato un precedente terribile: precedentfl il quale potrebbe essere invocato contro di noi, quando fossimo i vinti e nonavessimo altre armi In mano per combattere, che quelledatecidalla legge ». Ai piedi di un monumento. quistione -di secondaria importanza : avrebbe potuto rappresentare un peccato veniale. Invece trattavasi dello Statuto fondamentale del Regno, dell' essenza stessa del regime pct1'Lamentare, per esplicita confessione dello stesso on. Colombo. Il suo voto, quindi, equivale ad ima iniqua defezione resa più odiosa dalla confessata coscienza, che si aveva di commetterla ! « .... Questa misul'a costituisce un preeedente troppo grave per la stabilità dellenostre istituzioni ». A .. Che ~osa rimaneva da fare all'Estrema di fronte ad una maggioranza che non aveva criteri politici e moNon é chiaro, non é evidente più che la luce del sole, che !'on. Colombo riconobbe esplicitamente il giorno 28 Giugno 1899 che l' ostruzionis,no era un'arma che la legge dava in mano ali' Estrema sinistra, e a cui anche la destra avrebbe potuto ricorrere se, vinta, altre armi non avesse avuto in mano per combattere f Sono le sue precise parole!! Non é •!hiaro, non è evidente che almeno di fronte al Decreto-legge l'Estrema sinistra adopera l'ostruzionismo in difesa della legge e dello Statuto ? Lo ha esplicitamente riconosciuto !'on. Colombo! ~- ·~ l~~liYlil~...- ='- ~ :.----~";;"~ rali; ad una maggioranza che inghiotte l' articolo 1° nella edizione sopprimente il dir·itto di riunione; ad una maggioranza che ha assistito impassibile allo schiaffo sonoro dato soIdatescamen te dal· Presidente del Consiglio al Ministro Guardasigilli, che aveva difeso l'antica dizione dello stesso articolo con un discorso, che fu un inno alla libertà e al diritto di rìunionef Nìent'allro che riprendere il . .;~~ ,'~:,;..-- . ~ ,,-:.~:_:;::::,_ - Persuaso che voi l"avete dato per forza, io lo straccio per amore. (Uomo di Pietra di Milano). Dunque: legittimo il mezzo; santo lo scopo dell'Estrema ! E se non ostante gli sforzi supremi dell' Estrema a difesa dello Statuto, coi mezzi che le pone in mano la legge, la reazione dovesse trionfare, il mostricciattolo che uscirebbe dall'auletta non potrebbe essere vitale, e certamente non sarebbe legittimo. Lo riconobbe Giuseppe Zanardelli - un monarchico convinto ed un giuristapolitico di prim'ordine - nello stesso giorno 28 Giugno. Ecco le sue parole: « La Camera non potrebbe mai efficacemente deliberare che si possa uscire dallo Statuto. Sicche se una maggioranza deliberasse in tal senso, a nulla approderebbe. Perci6 dopo, come prima della vostra deliberazione il decreto 22 Giugno, secondo che già disse L'on. Bonacci, sarebbe irrito e nullo; poiche: Le carte, Lecostituzioni, gli statuti non sono altro che garanzia di diritti, non sono altro che Limiti e freni di poteri costituzionali, e sarebbero completamente inutili se un colpo di 1naggioranza Lipotesse derogare e mettere in non cale )}, (1) I nostri lettori troveranno riprodotti integralmente i discorsi di r.olombo, Zanardalli, Bonacci, Nocito e Branca nel numero del 30 Giugno 1899 della Rivista Popolare. posto avanzato di combattimento çon l'unica arma legittima, che le rimaneva in mano, l'ostruzionismo. Ma appena ricominciata la lolla aspra, la maggioranza volle sopraffare la democrazia parlamentare, e per renderla più umiliante accolse la sopraffazione compiuta coi più vivi applausi! Alla violenza l'Estrema contrappose la violenza - com'era suo· dovere. D'onde il pugilato prima e il rovesciamento delle urne dopo, appena fu riaperta la seduta. Il 30 giugno fu prorogata la Camera e immediatamente fu chiusa la sessione. La chiusura della sessione avrebbe potuto essere un atto di sapienza politica, perché importava la caduta di tutti i disegni di legge. che stavano dinanzi al Padamen to, compreso il Decreto-legge. Invece si continuò ad applicare quest'ultimo conlro ogni norma co~.tituzìonale, e si chiuse la sessione soltanto per isfogare contro Costa una bassa vendetta, arrestandolo per una condanna sulla quale era caduta l'amnistia. Questo arresto divenne superlativamente ignominioso pel •governo che lo ordinava; perché fu un atto di sfacciata parzialità. Infatti seguitarono a camminare liberamente altri deputati conuannati per reati comuni, e che ·non avevano goduto di alcuna amnistia. Sì chiuse la sessione, inoltre, per iniziare il cosiddetto processo delle urne.

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