Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 6 - 31 marzo 1900

,.. 'l{IYISTA. 'P0P0LJRB DI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.Ll all'intera Italia, che il contiene cinque volle e risulta di p&rti tanto diverse f » IV. Questi precedenti storici della vita italiana furono altra volta evocati nel nostro Parlamento. Il 13 giugno 1863, un ministro per l'interno, il Peruzzi, stigmatizzò il programma di un sodalizio democratico - perché invocante un patto nazionale, dettato da tutti, votato da tutti, sup1·emoper tutti. E il Peruzzi escamò : « Signori, io credo che di patti nazionali l'Italia non « ha bisogno. Ne ha uno: lo Statuto. Non ne vuole « altro ». E un deputato interruppe : - Lo voleva Cavour. Onde il Peruzzi : « Io non credo che Cavour volesse questo. Per me, o « signori, chiunque intende nei limiti dello Statuto al- « largare le no.:;tre istituzioni, fa opera di buon cittadino; « ma chiunque voglia mulare il patto scritto ... » più beìie nel risorgimento d'Italia - proclamò alto che lo Statuto non é mica la legge fondamentale del paese - non e plebiscitario - osservando trionfalmente al Farini eh~ di Statuto sulle tavole plebiscitarie non c' é verbo - e che monarchia costituzionale non dice quale la costituzione sia. Ma va d'incanto che una costituzione prestlppone la Costituente. Tesi svolta magistralmente e mirabilmente, more solito, da Alberto Mario. L'Estrema Sinistra ha richiamato sovente il Governo al rispetto delle pubbliche libertà, invocand~ lo Statuto : perché lo Statuto - pur non essendo in a,:monia, come disse nel '48 Carlo Alberto, col genio '? ,coi bisogni del secolo __. ha una parte, nella quale, per necessità di casi e di ambiente, fu giocoforza accogliere le franchigie liberali, sancite dalle Costituzioni co!ltemporane,: intorno alla stampa, alla manifestazione del pensiero, a' diritti di riunione e di associazione, alla sovranità della Camera elettiva, in materia di tributi pubblici e di accertamento de' poteri, alle giurisdizioni statarie speciali, etc. Ma - se presupposto della democrazia é la sovranità nazionale - l'Estrema Sinistra, che in Parlamento· é la E qui rumori della Sinistra : la Sinistra aveva altri sensi, allora I Ma il Peruzzi proseguì: L'Assistenza Ministeriale. voce de' partiti popolari, deve tendere alla rivendicazione del diritto costituente: senza di cui la sovranità nazionale é una lustra retorica, una vescica sgonfiata. E con la mozione Pantano''- accogliendo il postulalo del gruppo republi'cano parlamentare d'Italia, che il p_rimo e ~rgente bisogno del Paese è l esame della Cartà, con razionale esplicazione nel campo della legislazione tributaria, finanziaria, economica politica, civile, sociale - ha oggi interpetrata l' anima della Naz1011ee preludia a' destini futur·i della Sovranità sua. Associazione delta Croce....... del potere. « Chiunque voglia mutare « il patto scritto é un ribelle, « e come tale lo tratterò ». Ma aveva torto. Cavour nel suo Maiden's speech si dichiarò fautore del pa~to - cui il voto lombardo per la fusione era subordinato: e nel Risorgimento pubblicò saitti di Rosmini su la futura Costituente. Quel deputato che interruppe aveva ragione - ed era Francesco Crispi. Ricordiamo f lll R. MJRABELU. Deputato al Parlamento Iltrio~feolflaollìa (Storia fauti.stica di un governoreazionario). Non é facile poter dare La Sinistra storica fece della Costituente, per lungo volger di anni, il _caposaldo del pro~ramma suo : il conc'!tto dell'unità italiana (sono parole del 1866), anehe quando era appena un sogno, traeva seco lui in O[Jni mente ASSENNATA l'idea dt una NECESSARIA COSTITUENTE - ed il Cri"ipi1 nel '60, con Cattaneo, Garibaldi, Mario, Bertani, Mordini e allri, parteggiava per le assemblee: da cui era inscindibile il concetto di elaborJre e votare un patto fondamentale, nazionale. Ma mutano i saggi etc. Non deve mutare la democrazia radicale, repubblicana 1 un qualsiasi giudizio su di un governo come quello che attualmente disonora l'Italia, e ch'è un misto strano, caoL'on, Colombo - Ma che significaquesto travestimento 1 tico e mostruoso di viltà e Il generale - Capirai, le sedute della Camera durano sino di preeotenza, di perversa alle otto.... ostinazione e di miserevoli - 11 I I contraddizioni. Noi abbiamo - E il ministero deve curare,.. la maggioranza I pensato che quale esso sia (Giorno di Roma) realmente, non potrebbe sin- o socialista. La democrazia deve ritemprarsi al concetto nativo della Costituente - ripigliando la grande tradizione di Giuseppe Mazzini. Nel '71, il sommo Italiano vedeva nell'abdicazione di tale principio la cagione suprema delle condi;ioni morali che lamentiamo, e che minacciano di spegnere in culla la nuova vita del Paese. E l'Es.t,rema Sinistra non ha spezzato, come si vede, il filo d-èl suo passato migliore: dopo le pagine memorande, che nella sto1·ia parlamentare d'Italia scrisse, il 1813 e il 1882, un valentuomo, che fu capo suo venerato - Agostino Bertani. Nel '63 ei rammentò all'imniemore ministro, Peruui, il radicale concetto proclamato dal popolo lombardo vincitore alle barricate nella rivoluzione del '48, e i gloriosi precedenti del Parlamento subalpino: quando Vincenzo Gioberti, capo del Ministero democratico, abbracciò con entusiasmo l'insegna della Costituente italiana, e la Camera e il Senato la votarono, e necessaria la giudicò il Pinelli- ch'era il capo eminenle de' conservatori d'allora. Queste ed altre cose disse nel '63 il Bertani, serenamente, vigorosamente: senza che il campanello presidenziale strozzasse la libera parola; - e poi, dopo la pagina parlamentare del 1810, nel 1882, egli, lo scienziato illustre - il cui nome si lega alla storia delle aud.i:icie teticamente esprimersi che col titolo, che abbiamo apposto a questa rapida rassegna: il trionfo delta follia. L'esattezza, e la scrupolosa osservanza della verità contenute nel giudizio espresso da· te le titolo, l)Oi le faremo scalurire limpide e inco,nfu.t.àbili non dai nostri commenti, ma dalla rapida enumerazione dei fatti, che faremo, cominciando dalle cause che generarono il Ministero Pelloux, concepito e nato al di fuori delle aule parlamentari e senza alcuna indicazione delle Camere, che avevano il diritto e il dovere di darla. * • • Le origini. Si era nel 1898, il raccolto dei cereali nell'estate precedente era stato deficientissimo; il prezzo del pane saliva e cresceva la miseria dei lavoratori. Era facile prevedere, che gravi perturbamenti dell'ordine pubblico potevano verificarsi, e i prodromi sanguinosi c'erano stati ad Ancona, a Troina, a Modica, e in cento altri punti. Tutti dormivano della grossa e più di tutti il governo; vegliava soltanto la democrazia, che nei giornali, nei municipi e nel Parlamento dette il grido di allarme, e indicò i provvedimenti opportuni per iscongiurare il ri-

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