Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 6 - 31 marzo 1900

'l{.(V[)TA fìJ"Jr., 4RE Dl ~~[JT ICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI che risparmiare'? Sulla toeleLte '? Ma molte non possiedono che un vestito. Sul fitto~ E' impossibile. Tentano il credito'? E allora s'apre l'epoca delle assolute privazioni. Si sopI?rime la piccola colazione della (llattina, e, di sacrificio m sacrificio, si arriva ai due bocconi di pane che si mangiano su una panchina di un giardino. Allora l'etisia afferra la povera fanciulla e al primo reuma è perduta. Se la donna di mondo non vivesse nella più dolce iguoranza di queste torture, non potrebbe guardare in faccia la povera sartina inginocchiata dinanzi a lei per aggiustarle la veste. - L'A. non si ferma alle operaie, ma esamina anche la condizione delle donne sposiate. Le statistiche, sempre brutali, provano che aprendo tutte le carriere alle giovanette e moltiplicando i licei, le scuole normali ecc. si è suscitato in esse delle ambizioni molto legittime, ma che non possono, però, soddisfare. Questa corrente nuova ha fatto sbocciare l'impiegata, l'ambiziosa che sogna d'abbandonare le fila popolari per quelle della piccola borghesia. Noi ci limiteremo a giudicare di ciò con delle cifre ufficiali della Francia. Ministero d'Istruzione, fino al 1898: 1014 ammesse; 7000 eliminate; le alLre dovranno attendere 5 anni. - Poste, Telegrafo e Telefoni: 5000 istanze per 200 posti. - Banca di Francia : 6000 domande per 20 o 25 nomine annue. - Credit Lyonnais : da 7 a 800 domande, 64 ammissioni. - Comptoir d'escompte: 417 domande per 23 posti. Per tutti questi pJsti bisogna fare 18 mesi di tirocinio come ausiliarie, con 65 o al più 120 giorni di lavoro all'anno. Compagnia d'Orleans: 6!6 domande per 7 posti. Nei grandi magazzini, come il Louore e il Bon Marclié le domande sono 100 per ogni posto. A Parigi, da 1-5,000a ~0,000 ragazze vegetano aspettando. Come fanno, se non hanno famiglia~ Lo si capisce! - L'unico rimedio l'A. lo tro ,,a « nefl'as- « sociare la Carità alla Mutualità per preparar.-e ·così un « terreno in cui s'incontrino in pace tutti quelli che non « vog!iono conoscere l'odio ». - (Correspondant -- 2'5 Febbraio). G. Labadie Lar;rade: I Boeri del Transvaal,dell'Orange del Capo. I medesimi tratti di carattere, i medesimi istinti nazionali, le medesime aspirazioni si trovano tra tutti i Boeri del Transvaal, dell'Or-ange e del Capo discendenti dagli antichi coloni. I cittadini dei Transvaal sono i veri spartani dell'Afr-ica del Sud. L'educazione che ricevano fin dall'infanzia è rivo\La a formare il corpo e l'animo di un soldato. Fin da fanciulli montano a cavallo, e il primo giuoco loro permesso è quello della carabina. A 7 anni il Presidente Kruger ha ucciso il suo primo leone. Oggi i leoni sono disparsi, ma i Boeri sono restati dei cacciatori infaticabili che inse~uono le antilopi per delle giornate intere. Un pezzo di oilitony - carne di bove seccata al sole - e un po' d'acqua pura basta al loro nutrimento. Durante il Nachtmaal - festa della comunione che si celebra ogni 3 mesi - le famiglie dei Boeri attaccano parecchie paia di bovi al carro nazionale che figura nel blasone della repubblica, per intraprendere un viaggio che dura parecchie settimane: in quell'occasione è un vero piacere per loro dormire all'aria aperta. Non esiste società umena ove si sappia meglio morire che tra i Boeri. Al capezzale del moribond9 i parenti convocano il più possibile di spettatori per mostrare come i giusti partano per un mondo migliore. Non è raro che degli uomini dormano in casse da morto per far vedere eh' essi son sempre pronti a partire da questo mondo. I Boeri, costretti ad abbandonare il Capo per trovare un'altra patria al di là del Vaal e dell'Orange si sono considerati come il popolo di Dio che andasse a conquistare la Terra promessa. Il Matébéles, i Basoutous, gli Zulu non sono stati ai loro occhi che gli Amaleciti e i Filistei che disputavano agli eletti del Signore il legittimo possesso della terra di Canaan. Il canto nazionale dei Boeri è un inno religioso. Mentre che i Boeri del T1·ansvaal non conoscono che la Bibbia, i Boeri dell'Orange sono per spirito coltivati perché, durante il loro soggiorno a Grey de Bloenfontein, ov'é la loro Università, hanno studiato i capolavori delle letterature europee. (Tour de Monde, 15 Marzo). Samuel Cornut : La donnaboeradinanziall'invasione. La· ruota ha girato : gl'invasori sono invasi, Cronje prigioniero al Capo, Ladysmith sbloccata e gl'inglesi in mareia su Bloemfontein. I Boeri non hanno che degli amici, ma sono soli. E5si lo sanno e non ne sono abbattuti. I loro 50.000 uomini valgono 150.000 inglesi, a confessione stessa di questi ultimi. Ma questi ultimi sono 200.000, saranno domani 250.000, posdomani 300.000. Un uomo politico l'ha detto a Westminster: « Il torrente dei nostri rinforzi non si asciugherà mai.» - Soli : io m'inganno, i Boeri hanno un altro alleato, un ausiliario che sorge nelle loro file e che se non modificherà, senza dubbio, però, ritarderà lo scioglimento finale: le donne boere prendono le armi. Nella prima parte della guerra esse hanno lavorato quanto i vincitori di Maggersfontein e di Celenso. In assenza dei loro uomini esse hanno fatto le messi, diretLe le fattorie, vettovagliato l'esercito, e caricate le armi dei combattenti, curati i feriti. Non basta : la suora di carità sta per divent,are soldato; se l'invasore non sarà vinto, sarà disonorato dalla sua stessa vittoria. Si ha torto di ridersi di questo avversario impreveduto: il va \ore che la donna africana ha dimostrato nei lavori pacifici fa presentire quello di cui sarà capace in guerra a fianco del fratello e del marito. Non sarà questa la prima volLa che la donna avrà avuta un parte, e una parte decisiva, nella guerra moderna. Un eroico piccolo paese, la Svizzera, ha veduto le sue donne colmare i voti che le alabarde austriache e le palle francesi avevano fatte nelle file dei combattenti. Le donne boere hanno, del resto, già preso parte alla guerra : un telegramma del 28 febbraio annunziava che le donne dei Boeri erano restate nelle trincee, tra_Pieters e Ladysmith fino all'assalto finale. Gl'inglesi, dopo, vi hanno trovato due donne: una morta, l'altra ferita al petto. Ma che fare~ Una mediazione politica'? E inutile: l'Europa ha lasciato strangolare l'Armenia, schiacciare la Grecia e la Spagna, opprimere la Finlandia; bisogna quindi lasciare la diplomazia ai suoi piccoli calcoli. Ma una vasta rivolta della coscienza pubblica in tutti i paesi civilizzati farebbe senza dubbio riflettere una potenza che è stata fino ad oggi una potenza morale. Le donne francesi resteranno indietro'? resteranno indifferenti dinanzi agli attentati di cui le loro sorelle atricane sono le vittime'? « Che una petizione si copra in pochi giorni di milioni « di firme, e sia portata ai piedi di un trono occupato « da una donna che fu una sposa e una madre, e il cui « nome copre, forse a sua insaputa, dei delitti di lesa- « umanità. » ..... « E se la vecchia sovrana non ascolta « la vostr11 voce, se voi la vedrete afflitta da una sor- « dita, di cui l'orgoglio nazionale sarà il solo colpevole, « allora guai all'Africa, certamente, ma guai soprattutto « all'In~hilterra ! Io la sfido di erigere un ·solo arco di « trionfo per una vittoria che non sarebbe se non un « assassinio. » (ReDue Bleue, 17 Marzo). Leone Tolstoi: Lamenzognareligiosa. Nell'epoca - venti anni or sono - in cui io vidi chiaramente come l'umanità deve e può essere felice, mentre, senza ragione, essa si opprime, e rovina le generazioni una dopo l'altra, io ho voluto risalire fino alla causa fondamentale di questa follìa e di questa rovina. Anzitutto mi sembra che questa causa ri!:iieda nella falsa situazione economi,~a; dopo io la vedo nella violenza del governo che sostiene questa situazione, ora io sono arrivato alla convinzione che « la causa fondamentale di tutto que- « sto male, è la falsa dottrina religiosa che s'impone con «l'educazione». Noi siamo così abituati alla menzogna religiosa che ci circonda che non rileviamo « la spa- « ventevole bestialità di cui è piena la dottrina della « Chiesa. ,. L'anima del fanciullo si deforma irrimediabilmente per quella dottrina. Alle domande ch'egli ci fa noi gli rispondiamo con la leggenda ebraica gro:;solana, illogica, spesso stupida e soprattutto cl'Udele che gli raccontiamo sia in originale, o ciò che è peggio, nella nostra propria versione. Noi gli diciamo che 6000 anni or sono « una creatura strana e selvaggia, che noi chia- « miamo Dio, pensò a creare il mondo, che lo creò « come creò l'uomo, che l'uomo ha peccato, e ch'cl Dio « cattivo l' ha punito per ciò, e tutti noi con lui; poi « ch'egli stesso ha spiato il peccato con la morte del « figlio, e che il nostro fine principale consiste d' inte- « nerire questo Dio e di liberarsi dalle sofferenze alle « quali ci ha destinato ». Benché in ciascun fanciullo ci sia l'intuizione dei doveri morali, in luogo di ciò gli si dice che i suoi doveri risiedono principalmente nella fede cieca, nelle preghiere, nel pronunzi are certe parole

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