116 'l{.IP'IST .4 POPOLARE Dl 'POLITICA Lf!TTERE E SCIENZE SOCIALl Giovanni Borelli: Lo spirito di Cavour. La legge sperimentale, il termine esatto, la leva infallibile della Rivo-- luzione Italiana si chiama Cavour. Egli é la previdenza, l'armonia, la disciplina, la compensazione. D'ora in ora, tra un disastro e una cospirazione, tra la Corte e il Papa, tra Mazzini e Solaro della Margherita, tra un tumulto e un ultùnatum, egli intesse, C'ornpone, collega tempera, inquadra, affascina tutte le energie del pensiero e dell'azione. Nessuno più rivoluzionario di Lui che affronta il Vaticano e diventa l'anima direttiva di Napoleone III; che imprigiona un arcivescovo e provoca l'Austria onnipotente, che spinge Garibaldi a Marsala e apre dal Parlamento subalpino la via ideale di Roma. E nessuno più cauto: doma la sommossa a Parlamento aperto, rifiuta leggi e mezzi statari, imposta l'economia la a finanza dello Stato sul libero scambio, crea la flotta rinnova l'esercito e prepara così, matematicamente, quasi dal nulla, sull'eroismo dei marlil'i e le profezie degli apostoli inermi, l'Italia una, grande, risuscitata per miracolo agli occhi attoniti del mondo civile. Adesso diteII.li vo~: cbe :azza di cavouriani é quella che ai dì nostri abbiam? _visto alle prove; razza di pecorelle smarrite e paraht1che per paura, stupile davanti ai nomi e mconsapevoli di tutle le cose; ottime soìtanto a rimettere _al)_adittatura mascherata di un bravo sold1-1toignoranllss1mo, le fortune del paese e delle istituzioni; che r_azza di cavouriani s' é andata propagando in odio della hber·t~, che: fu lo spasimo, la gloria eterna, l'ispirazione pro-yv1denziale del Gran Conte? Rispondete voiy giovani. E rispondete subito e fuor di am~agi. L'Italia attraversa un pel'iodo peggiore di quello attraversato dal '52 al '59 d<1lPiemonte. Non é più viva alcuna fede: allora, almeno, una fede, un sogno comune tergeva luj:J:e·le lagrime, chiudeva tulle le ferite. A Roma dal 1876 non han saputo che organizzare lo sfacelo e la sconfitta : dalla Banca Romana e da Giovanni Giolitti, ad Adua e a Francesco Crispi. Cialdini, nel 1866 prevedendo la sconfitta, scriveva angosciosamente a Turr: « Soltanto « Cavour potreb!3e tener nelle mani tutte le fi1e. Egli é « mort'? ~ costu~ sembra un ba~nbino infagottato nei « panm d1 un gigante. » Il costm -era La Marmora. Dite voi chi é ora, e raccoglietevi in cuore e in mente a pro mettere a voi medesimi di dare opr·a infatic1-1taa chi se 110n l'Uomo - che l'Immortalità ci ha rapito - riviva almeno un soffio del suo Spirito redentore. - (Idea Liberale - 14 Marzo). A. Monzilli: Fare e disfarenel regimeeconomico. In questo periodo se vi è un concetto in cui concordano tutti, é appunto quello di deplorare la grande facilità, clie potrebbe dirsi leggerezza, con la quale lo Stato italiano fa e disfà le leggi aventi un determinato fine economico. Durante trent'anni lo Stato ha impiegato studi e denaro per dotare il paese dell'industria dello zucchero, il giorno in cui questo scopo sta per essere raggiunto, il Ministro delle Finanze s'accorge che il gettito delle dogane sullo zucchero estero diminuisce, e giù la protezione ali' industria dello zucchero per impedire che questa si svolga più largamente. Così per la marina mercantile e i premi, l'arte siderurgica e il ferro del!' Elba. Ora, si dice che la politica più utile dell'Italia é quella della porta aperta come l'Inghilterra vorrebbe apnlicarla alla Cina! Ma, ragioniamo, se pure v'è possibilità di ragionare con chi pone a fondamento delle sue affermazioni un dogma a cui più nessuno crede. Il regime economico della protezione è un mezzo ; i! fine a cui serve é duplice: conseguire l'idoneità tecnica della produzione; finché questa idoneità non ha raggiunto, difendere la produzione contro la concorrenza straniera che codesta idoneità ha già conseguito da tempo. Il regime ~ella pro_tezione é quindi di sua !1atura t~mporaneo, c10è,_destmato a cessare quando il fine sia stato ottenuto. E l'Italia in siffatta condizione? 11fine è tutt'altro che raggiunto, sebbene il progresso sia tale da farci sicuri che lo sarà in prosieguo, se non commetteremo la follìa d' inconsulti e intempestivi mutamenti. Il parlare di rifare la strada percorsa (On. Guicciardini - Nuova Antologia) é così strano da far dubitare dello stato mentale di chi mette innanzi disegni così dissennati. E proprio il caso di aprire la porta, nel momento in cui gli Sléiti dell'Europa Centrale preparano nuove tariffe pel 1903, in vista delle rinnovazioni dei trattati di commercio con la Francia!! Noi vorremmo che il Ministro del Commercio facesse riassumere le cifre attuali in confronto a quelle del 1878 sullo sviluppo industriale, perché apparirebbe chiaro il vantaggio che il tanto discusso regime protettore ha recato all'economia generale. Altro che vantaggio particolare di qualche categoria di cittadini! Si tratta di qualche miliardo impiegato nelle industrie, di parecchie centinaia di migliaia d' impiegati e di operai; di una somma di operosità ragguardevole di rapporti, di commissionari, di commercianti, di banchieri, di una ricchezza nuova che si diffonde in tutto il paese. Non é neppure seria l'accusa che il regime del 1887 abbja favorita qualche regione a danno di qualche altra. E vero che le industrie sono principalmente diffuse nell'Alta Italia, ma nessun ostacolo impediva o impedisce il loro svolgimento nelle provincie meridionali. Se a Napoli fioriscono le industrie metallurgiche e meccaniche, e nelle provincie vicine quelle della carta e dei tessuti vuol dire che il regime doganale può promuovere e svolgere le industrie anche nel Mezzogiorno, a cui non mancano né gli operai intelligenti, operosi e sobri, né, 01·a, il personale tecnico istruito. Per la forza motrice il Nord e il Sud sono a parità di condizioni. Quel che è mancato finora al Sud é lo spirito d'iniziativa, ma ciò si va già attenuando, cosicché il fatto più confortabile dell'ora presente é aprunto un sensibile risveglio di operosità industriale ne Mezzogiorno. Occorre che il Governo e i Corpi locali secondino questo movimento benefico, lo agevolino, lo aiutino : il regime della porta aperta invece lo distruggerebbe. Sarebbe molto strano che il regime protettore s1 avesse a aiutare proprio nel momento in cui comincia a recar profitto anche nelle provincie meridionali. - (Rivista Politica e Letteraria - 15 Marzo). La Società di navigazionegenerale italianaalla Camera. Disc.utendosi il progetto di legge dei servizi marittimi, l'on. Franchetti, relatore, pronunziò parole severissime contro la benemerita Società. Ne censurò lo spirito amministrativo, le spese enormi per riparare un materiale antiquato e deficente nei cantieri Piaggio e C., disse ch'essa vive non di vita propria, ma col denaro dei contribuenti, che le tariffe sono scandalose, il servizio cattivo, e che il Governo e la Camera hanno il diritto di rèsistere contro tutte queste organizzazioni ajfaristicl,e che schiacciano i contribuenti, e di dedicarsi a quest'opera veramente liberale e civile. Dai documenti ufficiali risultano infatti reati, compiacenze amministrative che lasciano sospettare la corruzione, come resultano somme ingenti pagate indebitamente dallo Stato. I resultati otte11uti da una Commissione d'inchiesta si sono tenuti nascosti pe1· protezioni misteriose, misteriosamente operanti. Saprà l'on. Franchetti rompere le maglie d'acciaio che coprono i fasti di quella Societa ? Noi gli offriamo tutlo il nostro appogg10 « il quale vale qualche « cosa perché noi sappiamo veder chiaro in molte fac- « cende che pochi conoscono, tanto é vero che avendole « più volte accennate senza veli ai nostri lettori, non « siamo mai stati querelati». - (Rivista di Roma - 11 Marzo). Edoardo Giretti: I premiallaMarinaMercantile (1).La pro- • tezione della Marina Mercantile é la bandiera che cuopre la scandalosa spoeliazione del bilancio italiano a favore della Società d1 Navìgazione, dei grandi costruttori di bastimenti e dei politicanti loro clienti e satelliti. La spogliazione si fa in due modi : 1 ° Col mezzo delle sovvenzioni postali marittime regolate dalla legge del 1893, definite molto bene: sovvenzioni accordate ad un sistema di naviga%ione politica: (Discorso Tortarolo - Tornata 20 febbraio 1893); dei 139 milioni da pagarsi dallo Stato nei 15 anni in cui la legge deve rimanere in vigore, la Navigazione Generale, riceverà, da sola, al minimo, 132,315,708lire (Discorso Manganero - Tornata 22 febbraio 1893). 2° Col mezzo dei premi per costtuzioni e per navigazione regolati dalla legge 21 luglio 1896.- I resultati delle due sovvenzioni sono chiaramen te riassunti dalla relazione Franchetti presen·tata il 10 febbraio 1900. Dalla relazione si rileva che i 98 piroscafi della Navigazione Generale hanno un'età media di 23 anni e mezzo, e che i noli della medesima sono (i) Questo riassunto completa il precedente. N. d.R.
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