RIVl~TA POPOLAKE DL POUTICA LB1TERB B SCIENZE SOCL4Ll questo è considerato al lume della logica, dell'estetica e della morale. Bisogna però notare che le critiche in sociologia non hanno importanza che in quanto si tra ducono in atti, e questi dipendono da sentimenti. L'osservazione soltanto può dirci se certe assurdità, certe bruttezze, certe ingiustizie sono capaci di condurci ad un'azione efficace contro le istituzioni stabilite; nessuna scienza può fornirci regole per conoscere i limiti della rivolta ; è una delle prove più manifeste dell'impotenza della psicologia a risolvere i problemi sociali: Può accadere benissimo che una situazione piena d1 contraddizioni, da cui un logico rigido rimane colpito, si mantenga senza grandi difficoltà, mentre un inci-• dente lievissimo produce conseguenze, imprevedibili Noi siamo nel campo dei sentimenti ; ogni considerazione quantitativa è da rigettare; nessuna regola per_ mette di passare dalla causa all'effetto ; nessun procedimento può servire a prevedere l'avvenire. Quasi tutti ammettono l'importanza dei sentimenti di giustizia nella storia del mondo ; noi siamo spe~so ·portati ad esagerare il valore della logica nella sociologia; ma gli scrittori contemporanei sono divenuti meno famigliari di quelli del passato con le considerazioni estetiche. Non è però difficile vedere che, nella pratica, i polemisti hanno dovuto tenere gran conto· delle idee popolari sulla beltà, sull'armonia e sull'equilibrio delle parti. Quasi sempre gli apologisti d ell'ordine sociale attuale si sforzano di mostrare che il mondo cammina verso un'organizzazione più soddisfacente, meno turbata da crisi, meno sproporzionata. Gli economisti, che pretendono eliminare ogni idea morale dalla loro scienza, si appigliano, con tanto maggior ardore alle idee di bellezza, di armonia e d'equilibrio. L'estetica era stata bandita, offecialmente, dalla scienza il giorno in cui si era cessato di considerare il mondo come la creazione d'un'intelligenza superiore, · che agisse con disegni supremamente savi; ma non è stata mai praticamente abbandonata dagli evoluzionisti: parlare di sviluppo, di differenziazione progressiva, d'adattamento al fine è sottomettere la storia naturale all'estetica. Non si è potuto ammeno di riconcscere la vera natura di questi apprezzamenti il giorno in cui si è scorta la necessità di separare l'evoluzione regressiva dall'evoluzione progressiva: Ja prima non costituisce un regresso che sotto l'aspetto della bellezza della costruzione. Nel J.lfanifesto, Marx _parla spessissimo, della società come d'un edificio costruito dalla Borghesia personificata (1); egli si dà cura di stabilire minu1iosamente un ordine nelle parti di questo edifizio e di far risaltare l'unità di costruzione che esso presenta oggigiorno, dacchè la legge è divenuta puramente borghese; per il passato esistevano catene che formavano un organo artificiale e impedivano lo sviluppo naturale; queste catene sono state spezzate; e Marx dice che così doveva essere; quest'immagine non deve meravigliare chi si collochi al punto di vista della costruzione fatta da un artista che crea ed organizza le forze produttive. · Oggigiorno l'armonia dell'edificio scompare perché le forze produttive non possono essere più contenute nei rapporti giuridici creati dalla Borghesia; la solidità della costruzione è perciò minacciata; essa deve perire (1) Il Manifesto Comunista, pag. 18, 19. perchè essa ha fablri':'ato gli uomini che si armano delle armi (1) che essa ha adoperato per combattere la feudalità. Nel testo non si allude punto alla violenza, ed io credo che la parola armi (Waffen) si applica ai sentimenti che provoca lo spettacolo d'un mondo mal condotto (2). G. SOREL. /Continua). Non appena, ctvPemo te1 rmina,to la, pubblicct?:--ionedell' a·1·ticolo intm·essantissimo di G. Sm•el, pubbliche·rmno un impm"tante wrticolo del nost'l·o P. Fontana sulle ultime pubbUcazioni intorno al Materialismo storico, e pa'l•ticola 1 rmente sul., lib1·0 eccellente <-l-i Benedetto Croce. Lasituazione politica generale l'opera di Millerand Pçr comprendere tutta l'importanza politica della presema di Millerand nel ministero presente, basta ricordare le condizioni che hanno preceduto la formazio!l.e del gabinetto Waldeck-Rousseau e che hanno resa necessaria la collaborazione del partito socialista. Quanto alla sua importanza economica, basterà descrivere la serie di atti che Millerand ha al suo attivo e che tendono non solo al miglioramento immediato della situazione della cla~se operaia con l'applicazione delle antiche leggi o con l'elaborazione delle nuove, ma - ciò che è più interessante e che dà un ca7a:ttere originale alla sua opera - egli compie atti che sono il riconoscimento del proletariato operaio come classe nella nazione, coi suoi organi distinti che le permetteranno di concorrere ormai allo sviluppo del suo benessere speciale e di quello di tutto il paese. Sino ad oll'gi i sindacati avevano il diritto di esistere, ma non avevano alcuna possibilità di agire. Il movimento sindacale, di conseguenza, se ne risentiva, e con esso l'organizzazione e la forza della resistenza della classe operaia. Non un operaio, dunque, saprebbe veder con indifferenza una tale conquista, e non uno comprendere il dilemma nel quale Guesde tentava al Congresso generale· socialista di rinchiudere l'azione operaia : « la classe operaia non è disposta a vendere « il suo diritto alla rivoluzione in cambio di un piatto « di lenticchie ». La classe operaia non ha da discutere il suo diritto con la rivoluzione, e « il piatto di lenticchie > le è tanto più car.o perchè per ottenerlo le è stato necessario una situazione politica rivoluzionaria, cioè quella che ha condotto il ministero Waldeck-Rousseau Millerand. (1) Op. cit., p. 20. (2) Si vedrà più appresso che il proletariato diventa per Marx lo stato pensante in luogo della Borghesia: esso è perciò l'artista che giudica il presente e lo cambia per rendere l'avvenire conforme alle sue aspirazioni e al suo ideale estetico. (V. 'appresso § VII, B).
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