'R..]YISTAPOPOLARE 'Dl POLITICA LBTTBRB B SCIENZE SOCJAU losofi, furono i fattori decisivi della resultante. E' questa solidarietà che, come all'interno, ha creato, l' unità della Germania imperiale e la fraterna cooperazione della Germania commerciale, così all'esterno ha dato la spinta al commercio tedesco. La scienza e la forza tedesca hanno agito insieme verso il medesimo fine. La forza, però, non sarebbe stata la sorgente d'ogni bene, e la disciplina l'ha resa feconda. (Revue de Paris 15 febbraio). Artliur Desjardins: La guerra dell'AfricaAustrale. Bisogna mettere, il più presto possibile, fine a questa guerra. Ciò è - secondo un Titano come Chamberlain I - una politica da pigmei. La gran colpa, di lui, è sLata appunto quella d'aver convinto gl' Inglesi che loro fosse stato sufficenLe per scalare il cielo di volerlo scalare. Ma è questo errore che lo porta iuvece alle nuvole, e fa centuplicare la sua popola,·ità e quindi il suo ardore bellicoso. Eppure Pitt, Burke, Fox, Caooing ritenevano che il loro nobile paese potesse tenere uno dei primi posti, il primo forse nell'Universo, senza ricominciare la storia del popolo romano! Ma al Segretariato delle Colonie si vedono le cose diversamente, perché si crede che se l' InghilLerra non conquistasse il mondo, mancherebbe ai suoi destini; e questa si ritiene la grande politic11,la sola politica! Noi rispondiamo d1e la grande politica consisterebbe, invece, nel momento present~, in un atto di giu5tizia internazionale. Non è un ingiuria che si fa all'Inghilterra dire ch'essa è abbastanza forte per essere giusta. Ciò sarà sgradevole pe1· il popolo inglese, ma niente non gli può essere più utile. - (Revue des Deux Mondes - 1 Marzo). Un anonyme: La decadenzadell'Inghilterra. Nelle arti e nelle industrie dove la sua superiorità er11 incontestabile, l'Inghilterra è messa in iscacco o baLtuta. Il carbone e il fcirro che sono l'essenza stessa delle macchine, sono a miglior prezzo in Pensilvania che a Barrow o a Middlesborough. L'industria delle macchine è passata irrevocabilmente nelle mani dell'America. Le grosse macchine si fanno anche a Wintherthur, Zurigo e Berlino. Le migliori macchine tipografiche vengono ·dagli Stati Uniti. L' indusLria dei bicicli ch'era il nostro monopolio, oggi è perduta. Non vedete mai una bicicletta inglese in Svizzera, in Russia, in Germania e io Italia. Per la costruzione stessa delle navi, sia commerciali che militari, la Germania e gli Stati Uniti fanno così a buon mercato, cosi bene e presto come noi. Una casa americana ha anche, a titolo di esperienza, eseguilo quest'anno, in 22 mesi, dalla data della messa in cantiere, una grande corazza inglese, esperimento nel quale l' Inghilterra non era mai riuscita. Vi è poi un contro torpedine fabbricato in Germania, che é il primo del mondo per velocità, e v'è un piroscafo della stessa ol'igine che ha il primato per la traversata dell'Atlantico. - (Nationat Review - Febbraio). Luogotenente Generale Den Beer Poortugaet: I finanzieri inglesie la guerrasud-africana. Come mai l'Inghilterra che, possiede una colonia, l'India, ove la peste regna sempre ed ove miglinia d'uomini periscono per fame, osa lagnarsi del Transvaal e della sorte degli Uitlanders, i quali avevano cosi poca ragione di lagnarsi da firmare essi stessi un indirizzo in cui si dichiaravano soddisfatti del governo della Repubblica f Il Times stesso, il giornale imperialista per eccellenza, annunziava l'arrivo a Plymout dell'Arundet Castle avente a bordo 900 emigrati che ritornavano dal Transvaal, e che dichiaravano di non aver nessun motivo di !agnarsi, e che erano perfettamente soddisfatti dei salari elevati che ricevevano. - (Forum - Febbraio). E. Barthelemy: Le·Indie occidentalie la questionedegli zuccheri. La crisi dello zucchero di canna si è falta sentire anche nelle Indie occidentali, come nelle Antille francesi. Nella Giammaica si è dovuto rimpiazzare la cullura dello zucchero con quella delle frulta che si esporlano agli Stati Uniti. I Bahamas raccolgono le spu- . gne, e coltivano per gli Stati Uniti gli ananas e gli aranci. Antigoa e S. Cristofaro si danno quasi completamente alla cultura dello zolfo. A Monserrat si dedicano ai sughi di limone. La raccolta favorila di Grenada é il cacao. Sanla Lucia che esportava L. 113,500 di zucchero nel 1892, nel 1897 ne esportò 20,000. A Barbada la crisi ha fatto emigrare i negri. L'esportazioni dello zucchero a Tobago, da 81,000 sterline, in 25 anni sono discese a 1000. Gli sforzi di Trinità si volgono·al cacao, e l'isola lia una sorgente inesau1·ibile di ricchezze nel lago di un eslensione straordinaria. L'Honduras si è dato alla produzione del l~goame, e le Bermude forniscono agli Stati Uniti patate e bulbi di giglio. Dappertutto, insomma, la coltura dello zucchero è in decadenza. L'insegnamento che se ne trae è, che i produttori decidendosi ad una nuova produzione hanno scongiurato in parte il danno che li aveva colpiti. - (Journat des Economistes - 15 Febbraio). M. Tugman: La nazionalizzazionedelle stradeferrate. Le strade ferrate inglesi sono le più costose che vi siano al mondo, e distruggono oggi tutti i rami delle industrie nazionali. I redditi sono enormi. Il traffico dei viaggiato1·i e delle merci di 15 compagnie, per 6 mesi, è stato di 432 milioni nel 1897, e 4 :o milioni nel 1898. Le mercanzie sono salite da 250 milioni nel 1897 a 275 milioni nel 1898, e ogni anno si è prodotto un aumento corrispondente. L'entrate lorde di questi 6 mesi sono di 950 milioni con un aumento di 35 milioui sull'anno precedente. Le spese di esercizio sono salile a 550 milioni lasciando un beneficio di 400 milioni. Per la nazionalizzazione delle strade ferrate è inutile chiedere l'intervento della Camera dei Comuni o della Camera dei Lordi sulle quali i membri in maggioranza sono portatori delle azioni, ma sarà bene piuttosto· rivolgersi agli elettori quando essi saranno sufficientemente illuminali. -- ( Westminster Review - Febbraio). Thomas Baritay: Un colpodilanciaperlaFrancia. L'Inghilterra, la Germania, l'America, come grandi produttrici industriali in concorrenza, non possiedono niente che sia esclusivo a ciascuna di esse. Ma è alla Francia che noi dobbiamo tutto ciò che orna e abbellisce l'esistenza. La potenza creatrice dei francesi, le loro inesauribili risorse nell'arte di piacere agli occhi, all'orecchio, al gusto, allo spirito, danno alla vita quasi tutti gl' incanti ch'essa possiede. Ciò nonostante vi sono delle persone le quali dicono che la Francia sia una nazione in deca• denza; ma quale altro paese potrebbe mostrare una più brillante e varia riunione d'ingegni, di opere più durevoli in quelle gioie del Bello che sono gioie per semp1·e f - (Contemporary - Febbraio). On. 'Dr. NapoleoneCola;anni proprietario,direttore-responsabile Roma Tipografia via Gigli d'Oro 16.
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