'R..IPISTA'POPOLAREDI POLITICA LETTERE E SCIENZESOCIALI Nessuno li raccolse. E Pietro si chinò a raccoglierli. Come la piccola bara scompariva neil'ombra, tra le pareti annerite, egli vi introdusse la ghirlanda di viole, e depose sul carro il ma7Zo di serenelle. Ora, le donne avevano circondata Anna Maria e tentavano di consolarla. Ma la povera maçlre non udiva le parole affettuose. E non poteva pianger;,, Anna Maria, non poteva piangere, mentre il figlio la abbandonava. Così, livida, muta, vide partire la sua creatura, e non ebbe un gemito. Si portò le mani al cuore, e disse la sua prima bestemmia. * Anna Maria pianse, poi, scorgendo il lettuccio vuoto, Ma Pietro lo portò nel solaio, volendo togliere ogoi traccia del lugubre dramma che li straziava. E furono soli, nella soffitta squallida, in cui non risuonava più, giocondamente, il riso infantile del figlio; soli, disperati col loro immenso dolore, con la loro miseria; e stettero muti, la mano nella mano, a contemplare il tramonto lontano, sotto cui tutte le cose parevano soffuse di una polvere •ai rosa. E l'indomani, Pietro cercò invano un tozzo di pa:...e per isfamarsi, per isfamare Anna Maria, dolente e triste creatura che non poteva più piangere, che aveva -perdute tutte le sue lacrime. Il suo padrone, mentre egli gli chiedeva un po' di danaro per non morire di fame, disse: - Non posso. Ma tu, imbecille, perchè hai speso tanti soldi al funerale di tuo figlio ? ! Qudl' uomo possedeva cinquantamila lire di rendita. Eoi\fONDO CoRRADI RIVISTADELLERIVISTE Il Decreto-Legge. Al di sopra dei dissidi tra gruppi e gruppi di depuLati, a noi pare stia il faLto che, contrariamente alle tassatiYe disposizioni dello Statuto, Re e Governo credano far leggi clte possano essere anche per un solo giorno applicabili. E allo stesso modo che, nonostante il palese interesse dell'erario, abbiamo sempre combattuto i catenacci, prevedendo che dalle meno alte ragioni della finanza, si sarebbe, data l'occasione, passati a quelle alLic:;simee delicaLissime della politica, ci doliamo di quanLo sla pt r avvenire alla Camera, pur consolandosi che 189 depuLati su 414 volanti abbiano risposto negativamente al passaggio degli ar·ticoli. Ben poca cosa é l'ostruzionismo di fronLe ali' insormontabile barriera che per ogni italiano dovrebbe rappresentare la obbedienza allo Statuto. Ma v' é un pericolo maggiore. Più o meno presto, in Italia come altrove, i partiti estremi doventeranno numerosi alla Camera: e allora che arma formidabile sarà data loro in mano con questi precedenti coi quali si è passato al di là delle chiare dispo:- sizioni dello Statuto'? Allora i liberali dovranno batters 1 il petto perché saranno essi che avranno insegnala Ia via storta per l'aggiungere lo scopo, anche contro il patto fondamentale. << Un sistema che esclude, anche a « fin di bene, uno dei lre poteri é un sisLema rivolu- « zionario. » - (E cof/,omista di Firenze - 4 Marzo), F. Cuntberti: Marina,esercitoe finanza. - La necessità di avere una forte difesa mal"ittirna e terrestre viene avvertita in Italia e la questione che vi si riferisce viene discussa vivamente. Il movimento in favore della marina da guerra cominciò dopo Lissa e il relativo bilancio andò aumentando sino al 1888-rn - somma massima 156 milioni-; dopo andò diminuendo con varie vicende. È neces,;;ario mutare strada e non lasciarsi illudere dalla calma presente e dalla diplomazia nostra che fa un perpetuo assegnamento sull'amicizia dell'Austria. Come provvedere perché non si abbia una nuova amara sorpresa come quella cl1e ci dette Tunisi'? Ripl'oducendo il nosLro naviglio. E i mezzi'? Non sono sperabili economie negli altri capitoli del bilancio della marina: tuLto ciò che si poteva fare lo fece Morin sotto la pressione del ministro del tesoro; si fecero economie anche nel capitolo riproduzione del naviglio, che sotto Brin fu ridotto a 19 milioni. Intanto è necessario che l'Italia abbia un naviglio uguale a quello che la Francia ha nel Mediterraneo. Si può riuscire nello intento di aumentare la nostra flotta col disegno di legge presentato da Betlolo ~ Giammai. La proposta del prestito di 40 milioni che il Tesoro dovrebbe fare al bilancio della Marina, per resLituirli in seguilo con economie da fare nello stesso capitolo della riproduzione del naviglio, non é seria. È cosa oppor·tuna e lecita il vincolare fin da ora un bilancio per quindici auni nell'avvenire, che può riserbare a tutti inattese sorprese? No. Il progetto poi cade in co11traddizione: esso aumenta il bilancio di dieci milioni per quattro irnni, dopo i quali il bilancio stesso YerTà ridotlo alle condizioni attuali. Ma se oggi si riconosce che esso é insufficieute, non sappiamo vedere come sia lecito fin d'ora sperare che su di esso si possano poi fare economie per 40 milioni in quattordici anni. Fondano forse la loro speranza sull'eternità delle navi! E mentre si vuole ricostituire la marina da guerra, si propone ditogliere i premi alla marina mercantile, che alla pr·ima é di grande aiuto nei momenti del bisogno! Ammessa la necessità di l'iprodurre il naviglio militare, e date le strettezze innegabili della nostra finanza, la soluzione del ·problema si potrebbe trovare prendendo in prestito senza interessi dal Consorzio Nazionale i 40 mil_ioni chiesti dal ministro Bettolo, per restituirglieli in cinque anni. Il Consorzio possiede 51 milioni e gli altri 11 milioni si potrebbero prestare al Ministro della Guerra che chiede subito dai 20 ai 25 milioni. Gli undici milioni uniti ad altri 11 che lo Stato dovrebbe dare per interessi al Consorzio, in cinque anni provvederebbero alle richieste. Né il ministro della guerra ha altri mezzi per procurarseli. Non lo può con ~conomie pel suo bilancio, perché i 23H milioni annui non bastano al mantenimento dei dodici corpi d'armata; non lo può colla vendita di terreni ora liberi di servitù militari, perché la somma é irrealizzabile; e 110n pu6 infine fare economie sulla forza sotto le armi, pe1'chè la misura sarebbe di danno grave alla compagine dell'esercito. (Riforma Sociale, febbraio). La Educazione politica : Una parentesisul popolomalato e sull'evoluzionismo. Molti si dicono repubblicani, e non s'accorgono d'avere nella testa pregiudizi, errori, assorbiti nell'ambiente monarchico. E però il nosLro amico Manfredi Siotto Pintor, riflettendoci, s'accorgerà d'aver dimostrato più ingenuità che saviezza scrivendo che il popolo italiano é ammalato d'ignoranza morale e civile che gli toglie ogni volontà di camminare - ond' é proprio inutile m incitarlo a sgombrare i sassi in o-ombranti
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