Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 4 - 28 febbraio 1900

R11'1S1A POPOL~REDl POLI11Ci LETTEREE SCIENZE SOCIALl per effetto delle azioni e reazioni de' contrastanti e cooperanti elementi della vita sociale. Il problema teorico del socialismo veniva a questo passo in un momento in cui gli aderenti del socialismo, cresciuti di numero e di forze, e avendo cessato di essere una scuola o una setta per divenire un partito, cominciavano tutti i giorni a trovarsi a fronte di questioni d'ordine pratico, sulla cui risoluzione essi dovevano o potevano esercitare un'azione più o meno efficace. È per una condizione di cose analoga, per una corrispondente situa:done che, in tutto il corso della storia, nel credo religioso, politico, economico si è sempre venuto determinando nel seno stesso de' loro seguaci, un bisogno e un impulso di controllo, di critica, di fecondo rinnovamento. E chi ha voluto e saputo ritemprarsi nella realtà della vita, fecondare il principio di autorità, in quanto frutto dell'esperienza più antica, con gl'insegnamenti dell'esperienza più recente, ha fatto opera salutare e feconda di avvenire; chi, al contrario, si è irretito nella lettera di una formula o si è costretto nell'ipse dixit, si è inevitabilmente condannato stein come Kautsky, i dessenzienti del Congresso di Hannover come quelli di Parigi hanno ancora sentito in realtà di avere uno scopo comune e di trovarsi, anche dal punto di vista della tattica, su di un solo terreno. Il buono spirito marxista, che si fonda sulla realtà e dalla realtà trae alimento, ha mostrato di persistere, pur dove l'esperienza più lunga e più vasta, _ha portato ad intendere diversamente certe espressioni e certi postulati marxisti; ha mostrato anzi di persistere appunto come metodo, in virtù di questa capacità di abbracciare un più largo campo e di abbandonare, se ne aveva, qualche scoria. E il persistere della ragione e della vitalità del socialismo, anche in condizioni apparentemente o parzialmente mutate, anche da parte di chi muove da presupposti in qualche modo diversi, costituiva il maggior trionfo e il più lieto auspicio del marxismo e del socialismo. Così l'interpretazione materialistica della storia noil si sente demolita, nè minata dall'importanza _accordata, per determinati ambienti e periodi, a correnti morali una vita infeconda e a una fine ingloriosa, se anche La 'friplice. di. cui essa stessa spiega la genesi ; cosi la miseria crescente non riesce meno un coefficiente del m)Vimento socialista, se intesa non nel suo senso letterale e materiale, ma come senso di scontento di fronte a' crescenti bisogni e alla progrediente ricchezza sociale ; così del collettivismo non si può dire che diviene meno, se, data anche una concentrazione della ricchezza più lenta delle prev1s10ni , il meccanismo della produzione si va sempre più realizzando per mezzo di organi impersonali, collettivi. non v1C1na. Il partito socialista, al disopra de' dissensi d'interpretazione, è stato unanime nell' affrontare coraggiosamente la revisione di que' principii, che ne hanno costituito la base e il punto di partenza ; e, chi legge gli atti del Congresso di Hannover, come tutte le discussioni che hanno preceduto e seguito quei dibattiti, sarà confortato nel vedere come, da una parte e dal - l'altra, malgrado e al disopra degli inevitab.li incidenti - Dove le condurrà 1 personali, i dissenzienti prima di tutto e sopratutto si appellassero all'esperienza e alla condizione reale delle cose. Così l'interpretazione materialistica della storia, la concentrazione progressiva delle proprietà terriera e industriale, la cosi dt tta teoria della miseria crescente, la teoria catastrofi.ca, cioè del crollo deJl' ordinamento capitalistico per via di una crisi sempre più vasta e più intensa, sono state tutte discusse al lume e al cimento della storia e della statistica, e, lungi dal portare alla rinnegazione desiderata o aspettata da taluno, hanno portato semplicemente ad una interpretazione più lata e al tempo stesso più completa, talora a una concezione relativa, che ha opportunamente temperato il tono troppo assoluto di certe affermazioni e ha sostituito in qualche caso di concetto di tendenza a quello troppo assoluto o forse prematuro di legge. È in virtù di questa intercessione dell'esperienza e di questo incondizionato omaggio all'esperienza, che, anche quando il dissenso sembrava essere ideologicamente più profondo e irrimediabile, in conclusione Bern- (Rire di Parigi). Nè a un diverso ordine di considerazioni si prestano i dissensi ultimamente venuti in luce sull'atteggiamentodel partito socialista in certe emergenze della vita politica 1 sulla partecipazione al potere di qualche suo membro, sulla sua azione rispetto ad altri partiti. Uno di quelli che più eloquentemente e più diffusa• mente presero le parti di Bernstein al Congresso di Hannover, il David, conchiudeva il suo discorso così: « Lo scritto di Bernstein dunque non la rompe punto col principio economico della socializzazione ; esso sostanzialmente mira a questo, a reclamare, in linea di principio, che si tenga più conto del lavoro presenteAnche oggi, senza farne maggior conto, noi abbiamo indefessamente curato il lavoro del presente; ma vi è tuttavia una distinzione, se in questo lavoro si vede soltanto un palliativo ovvero la base per il grande edifizio dell'avvenire. « Io respingo d~cisamente tutti i tentativi per cui si vorrebbe far credere di Bernstein e di me che non annettiamo sufficiente importanza al movimento politico e che crediamo forse sia da limitarsi solo al movimento

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