RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Frattanto ogni ora che passa costa dei milioni al paese e al bilancio dello Stato, e impedisce di venire in soccorso immediato a miserie e dolori infinili. Mentre lasciale che si faccia miseramente sperpero del bilancio dello Stato in beneficio della grassa speculazione, con quale autorità e con ([Ual logica potete invocare le_ ristrettezze finanziarie del bilancio slesso, per contendere ai cadenti vegliardi delle battaglie nazionali il magro tributo che assegnava ad essi la riconoscenza del paese 1 Il ricordo delle batlaglie e delle lolte a cui consacrarono la loro vita si riaffaccia in quest'ora con triste eloquenza dinanzi a noi. Sono trascorsi 40 anni, e odo ancora - come se fosse ieri - i rintocchi affreltati, disperati della campana della Gancia che, rompendo la tetra notte del servaggio, chiamava tutto un popolo - anelante di liberlà e di giustizia - alle sup1·eme rivendicazioni del dil"ittopopolare. Sono trascorsi 40 anni dal giorno in cui - avvc,lli dal raggio luminoso della solidarietà nazionale - una falange immortale consa0rava col proprio sangue il riscatto del mezzogiomo d' Ilalia; venendo in soccorso del popolo in armi che, trionfante ed arbitro di sè stesso, faceva sull'ara dell'Unilà, momentaneo olocausto di più alli ideali politici, dando il battesimo del voto popolare alla Ca1·la costituzionale che per ciò stesso rimase inviolabile senza il diretto consenso del popolo. E riluttanti all'immenso sacrificio di rinunziare allora ad una Costiluente che gittasse le basi inCJ.·ollabili di un Patto nazionale - fondato sulla piena e libera espressione della volontà popolare - pur pro~estando, c'inchinammo rispettosi dinanzi ai plebisciti. Ma chi ci avrebbe detto allora che 40 anni dopo, noi - critici ostinati e ribelli di una Carta incompleta e viziala nelle sue origini - saremmo venuti qui - alleati alle gagliarde e prorompenti schiere della giovenlù nuova che guarda anch'essa verso più larghi orizzonli - per stringer·ci, in falange serrata, a difesa di quelle poche libe1·tà cl1e la Costituzione sancisce, e che sono oramai pal1·imonio intangibile del popolo italiano~ Quando pc-nso a lullo ciò mi assale un profondo scoraggiamento: poi, ora come allora, dinanzi all'apparente inerzia del paese e al cumulo dei suoi dolori, malgrado gli anni tardi e le patite delusioni, sento ridestarsi in me la fiamma e il fuoco della mia giovinezza. E con quello stesso ardore con cui allora, giovani imberbi - superba risposta alla proclamazione della legge marziale - lanciammo dall'Università di Palermo - alla vigilia del 4 aprile - il primo grido di aperta sfida alla tirannia del Borbone; con quello stesso ardore e con la stessa fede nella libertà - orgoglioso e deciso a contendervi palmo a palmo il terreno, accanto a quesli giovani inebriati d'ideale - io vi dico : fermatevi sulla china disastrosa in cui vi siete cacciati : perché tutte le rassegnazioni, anche quelle dei popoli lungamente immemori ed acquiescenti, hanno un limite, e non è lecito né a governi nè a Parlamenti di offendere ripetutamente, impunemente le ragioni supreme della vita di un paese!» ( Vivi e prolungati applausi dell'Estrema sinistra). ( 1) LA RIVISTA. UN GIUDIZIO TEDESCO sulla condizione economica dell' Italia Il D.r Edoardo von der Hellen, assai competente nelle questioni economiche, ha testè pubblicata una sua conferenza, che si propone di descrivere in brevi tratti (i) L'Estrema riserbando tu'.te le sue forze per l' ostruzionismq, cui si vede costretta _per legittima difesa, ha ritirato la sospensfoa e la pregiudi:nale per non procurare una facile vittoria al Miniatero, La Redazione. le condizioni economiche e sociali dell'Italia contemporanea. (1) L'Italia - osserva l'Autore - la quale al principio dell' èra volgare trova vasi in una condizione economicamente favorita, venne successivamente deteriorando, e nel modo più deplorevole. La coltivazione di rapina esaurì le sue terre ; lo sboscamento inconsulto sfrondò la sua spessa corona di foreste riparatrici, distruggendo l'hiimus fecondatore, ricolmando di sassi l'alveo de' fiumi, condannando alla sterilità ed all'abbandono quasi una terza parte del territorio. Ed oggi, mentre la popolazione italiana, rapidamente crescente, raggiunge una densità di 166 abitanti per Kil. quad. di terra coltivata, superiore alla densità di popolazione dell'Olanda, della Gran Brettagna, del Baden e della Prussia, la produzione ed il campo d'impiego s'accrescono in una proporzione di gran 1unga minore, creando una classe numerosa e crescente di disoccupati e di proletarii. Questa. sproporzione fra la popolazione e l' impiego è dovuta a cagioni d'indole diversa, secondo che si tratti dell'agricoltura o dell'industria. Nell'agricoltura la cagione fondamentale della insufficiente produzione è la prevalenza del latifondo e la sopravvivenza di rapporti giuridici antiquati, medievali, ostili ad ogni progresso. Di qui la necessità, in cui l'Italia si trova, di importare dall'estero una parte dei cerea.li di cui abbisogna; di qui le terre deserte, che cingono come una corona di spine la capitale del nuovo regno e sono macchia obbrobriosa nella storia econ9mica d'Italia; di qui infine la diminuzione del prodotto medio per ettaro, il quale nel periodo dal 1870-74 al 90-94 scema pel maiz da. Hì a; 13 112 ettolitri, per l'avena da 17 213 a meno di 14, per la segala da 13 112 a meno di 11, pel riso da 42 a 23. La sola eccezione ridente in questo quadro di desolazione e di regresso è costituita dalla produzione degli agrumi, la quale presenta un notevole incremento ; il che è dovuto al fatto che la produzione di queste derrate è affidata ai piccoli proprietarii e perciò immune dalle esiziali influenze del latifondo e dell'affitto. Un altro lineamento doloroso dell'economia italiana è rivelato dal fatto, che un paese così ricco di coste ha una importazione crescente di pesci preparati; il che è dovuto, sia ai metodi di pesca antiquati ed inefficaci, sia alla spopolazione dei mari e laghi italiani, frutto della tarda introduzione e della applicazione irrisoria delle leggi preservatrici. Scarsissima e poi la produzione mineraria. Al regresso dell'agricoltura e delle industrie estrattive fa riscontro, in apparenza luminos", l'incremento della produzione e della esportazioM dei manufatti, specie nelle industrie tessili; ma un più attento esame rivela le cagioni essenzialmente patologiche di questo fenomeno. Infatti la cresciuta esportazione dei manufatti dall' Italia è dovuta, non già a condizic,ni locali o tecniche specialmente favorevoli, bensì alla depressione specifica dei salarii nelle industrie italiane, frutto della scarsa istruzione ed organizzazione delle classi operaie (i) Italiens Volksuritschaft. Ein Vortrag. Freiburg in-8 i899,
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