RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA LETTER~E E SCIENZE SOCIALI Anno VI. - N. 4. Abbonamento postale ~ttma 28 Febbraio1900. LASITUAZIOE PARLAMENTARE E L'ESTREMA SINISTRA Mentre scriviam.o, la battaglia parlamentare sul famoso Decreto legge del 22 giugno 1899 è nel suo pieno fervore. Quando sembrava che il Governo dinanzi alle visibili manifestazioni dell'opinione pubblica contro quella v9lgare e brutale violazione delle guarentigie costituzionali, cercasse un rifugio, tentennando ed indugian- ~ia per rafforzarsi con una vittoria parlamentare sul1'ostruzionismo, sia col ricorrere esso, in caso di estrema resistenza, alle elezioni generali. Quale sarà l'esito di questa nuova fase parlamentare, nessuno può ancora prevedere, agitandosi nel dietroscena dei cosiddetti possibilisti, correnti diverse ed incerte della cui azione non è possibile sin da ora valu, tare la portata che potranno avere sul voto imminente che sarà per pronunziare la Camera, come coronamento della discussione generale. Intanto l'Estrema Sinistra, interprete vera del pen. do, nell' acquiescienza del tempo che rimedia a tante cose,la sentenza della Corte di Cassazione di Roma, proclamante l'illegalità di quel Decreto, mutava d' un tratto il suo orientamento parlamentare , facendogli chiedere l' immediata di scussione delle leggi restrittive delle pubbliche libertà. Alla partenza dei soldati inglesi. siero del Paese che lavora, e che purtroppo è chiamato a pagare per tutti, il giorno 24 ha iniziato ancora L'Estrema Sinistra, coerente a sè stessa, nel chiedere che la discussione delle leggi economiche, vivamente reclamate dal Paese, avesse la precedenza, dopo la pregiudiziak, ha messo avanti la sospensiva, dimostrando luminosamente come nessuna ragione impe- . riosa di ordine pubblico desse una parvenza qualsiasi di relativa legittimità. alla nuova attitudine del Governo. "". ','. ·,: 1'. ·.' • .. •• ·,·· :: · ..• ·' •.. . '·., f },.' ..:..: ' • .••:. •' 1....._~.~-~·-·! una volta luminosamente la sua formidabile lotta contro le leggi liberticide coi due splendidi discorsi dei nostri cari amici e collaboratori onorevoli Barzilai e Pantano. Tale non può dirsi infatti quella addotta dal Ministero: che cioè il Governo, 4< Ave Croose ! » Morituri te salutant. Che se gli sforzi collegati di tutte le sue frazioni non riuscissero a vincere le coalizioni avversarie, la responsabilità delle conseguenze sarà per ricadere tutta sul Governo e sulla Maggioranza; e l'Estrema Sinistra potrà ripresentarsi dinanzi al corpo elettorale con la coscienza di aver compiuto intero il proprio dovere: prima col cercare di tutelare le ragioni supreme dell'economia nazionale; poi col difendere ad oltranza i supremi diritti civili e politici del Paese. (Reoiew of Reoiews di Londra). dopo la sentenza della Cassazione, abbia il dovere di mostrare il suo rispetto alla Legge ed al Magistrato. Imperocchè a questa manifestazione di iperestesia costituzionale si può rispondere vittoriosamente chiedendo : perchè lo stesso rispetto non sentiste il bisogno di dimostrare verso la Costituzione, così volgarmente offesa dal Decreto Legge? Il vero si è che il Gabinetto, temendo che la impressione morale dell . condanna del Magistrato non si ripercuotesse sulla compagine della sua maggioranza raccogliticcia, e ne disgregasse le fila, non ha voluto dar tempo all'opposizione costituzionale di scavargli il terreno sotto i piedi, ed ha voluto precipitare gli eventi, Questo duplice dovere, riassunto nelle parole con cui Edoardo Pantano chiudeva il suo poderoso discorso alla Camera in favore della sospensiva, c'induce a riprodurle per iutiero quale suggello a questo nostro rapido cenno sulla presente situazione parlamentare. Ecco le sue parole : ~< I provvedimenti economici ,~he avevano già la precedenza nell'ordine del giorno - marina mercantile 1:1 emigrazione - s'impongono col carattere di suprema urgenza. Noi chiediamo quindi formalmente che la loro discussione preceda quella del decreL0-legge il quale, portando in sè i germi di possibili complicazioni parlamentari, potrebbe ritardarne indefinitamente lo esame.
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Frattanto ogni ora che passa costa dei milioni al paese e al bilancio dello Stato, e impedisce di venire in soccorso immediato a miserie e dolori infinili. Mentre lasciale che si faccia miseramente sperpero del bilancio dello Stato in beneficio della grassa speculazione, con quale autorità e con ([Ual logica potete invocare le_ ristrettezze finanziarie del bilancio slesso, per contendere ai cadenti vegliardi delle battaglie nazionali il magro tributo che assegnava ad essi la riconoscenza del paese 1 Il ricordo delle batlaglie e delle lolte a cui consacrarono la loro vita si riaffaccia in quest'ora con triste eloquenza dinanzi a noi. Sono trascorsi 40 anni, e odo ancora - come se fosse ieri - i rintocchi affreltati, disperati della campana della Gancia che, rompendo la tetra notte del servaggio, chiamava tutto un popolo - anelante di liberlà e di giustizia - alle sup1·eme rivendicazioni del dil"ittopopolare. Sono trascorsi 40 anni dal giorno in cui - avvc,lli dal raggio luminoso della solidarietà nazionale - una falange immortale consa0rava col proprio sangue il riscatto del mezzogiomo d' Ilalia; venendo in soccorso del popolo in armi che, trionfante ed arbitro di sè stesso, faceva sull'ara dell'Unilà, momentaneo olocausto di più alli ideali politici, dando il battesimo del voto popolare alla Ca1·la costituzionale che per ciò stesso rimase inviolabile senza il diretto consenso del popolo. E riluttanti all'immenso sacrificio di rinunziare allora ad una Costiluente che gittasse le basi inCJ.·ollabili di un Patto nazionale - fondato sulla piena e libera espressione della volontà popolare - pur pro~estando, c'inchinammo rispettosi dinanzi ai plebisciti. Ma chi ci avrebbe detto allora che 40 anni dopo, noi - critici ostinati e ribelli di una Carta incompleta e viziala nelle sue origini - saremmo venuti qui - alleati alle gagliarde e prorompenti schiere della giovenlù nuova che guarda anch'essa verso più larghi orizzonli - per stringer·ci, in falange serrata, a difesa di quelle poche libe1·tà cl1e la Costituzione sancisce, e che sono oramai pal1·imonio intangibile del popolo italiano~ Quando pc-nso a lullo ciò mi assale un profondo scoraggiamento: poi, ora come allora, dinanzi all'apparente inerzia del paese e al cumulo dei suoi dolori, malgrado gli anni tardi e le patite delusioni, sento ridestarsi in me la fiamma e il fuoco della mia giovinezza. E con quello stesso ardore con cui allora, giovani imberbi - superba risposta alla proclamazione della legge marziale - lanciammo dall'Università di Palermo - alla vigilia del 4 aprile - il primo grido di aperta sfida alla tirannia del Borbone; con quello stesso ardore e con la stessa fede nella libertà - orgoglioso e deciso a contendervi palmo a palmo il terreno, accanto a quesli giovani inebriati d'ideale - io vi dico : fermatevi sulla china disastrosa in cui vi siete cacciati : perché tutte le rassegnazioni, anche quelle dei popoli lungamente immemori ed acquiescenti, hanno un limite, e non è lecito né a governi nè a Parlamenti di offendere ripetutamente, impunemente le ragioni supreme della vita di un paese!» ( Vivi e prolungati applausi dell'Estrema sinistra). ( 1) LA RIVISTA. UN GIUDIZIO TEDESCO sulla condizione economica dell' Italia Il D.r Edoardo von der Hellen, assai competente nelle questioni economiche, ha testè pubblicata una sua conferenza, che si propone di descrivere in brevi tratti (i) L'Estrema riserbando tu'.te le sue forze per l' ostruzionismq, cui si vede costretta _per legittima difesa, ha ritirato la sospensfoa e la pregiudi:nale per non procurare una facile vittoria al Miniatero, La Redazione. le condizioni economiche e sociali dell'Italia contemporanea. (1) L'Italia - osserva l'Autore - la quale al principio dell' èra volgare trova vasi in una condizione economicamente favorita, venne successivamente deteriorando, e nel modo più deplorevole. La coltivazione di rapina esaurì le sue terre ; lo sboscamento inconsulto sfrondò la sua spessa corona di foreste riparatrici, distruggendo l'hiimus fecondatore, ricolmando di sassi l'alveo de' fiumi, condannando alla sterilità ed all'abbandono quasi una terza parte del territorio. Ed oggi, mentre la popolazione italiana, rapidamente crescente, raggiunge una densità di 166 abitanti per Kil. quad. di terra coltivata, superiore alla densità di popolazione dell'Olanda, della Gran Brettagna, del Baden e della Prussia, la produzione ed il campo d'impiego s'accrescono in una proporzione di gran 1unga minore, creando una classe numerosa e crescente di disoccupati e di proletarii. Questa. sproporzione fra la popolazione e l' impiego è dovuta a cagioni d'indole diversa, secondo che si tratti dell'agricoltura o dell'industria. Nell'agricoltura la cagione fondamentale della insufficiente produzione è la prevalenza del latifondo e la sopravvivenza di rapporti giuridici antiquati, medievali, ostili ad ogni progresso. Di qui la necessità, in cui l'Italia si trova, di importare dall'estero una parte dei cerea.li di cui abbisogna; di qui le terre deserte, che cingono come una corona di spine la capitale del nuovo regno e sono macchia obbrobriosa nella storia econ9mica d'Italia; di qui infine la diminuzione del prodotto medio per ettaro, il quale nel periodo dal 1870-74 al 90-94 scema pel maiz da. Hì a; 13 112 ettolitri, per l'avena da 17 213 a meno di 14, per la segala da 13 112 a meno di 11, pel riso da 42 a 23. La sola eccezione ridente in questo quadro di desolazione e di regresso è costituita dalla produzione degli agrumi, la quale presenta un notevole incremento ; il che è dovuto al fatto che la produzione di queste derrate è affidata ai piccoli proprietarii e perciò immune dalle esiziali influenze del latifondo e dell'affitto. Un altro lineamento doloroso dell'economia italiana è rivelato dal fatto, che un paese così ricco di coste ha una importazione crescente di pesci preparati; il che è dovuto, sia ai metodi di pesca antiquati ed inefficaci, sia alla spopolazione dei mari e laghi italiani, frutto della tarda introduzione e della applicazione irrisoria delle leggi preservatrici. Scarsissima e poi la produzione mineraria. Al regresso dell'agricoltura e delle industrie estrattive fa riscontro, in apparenza luminos", l'incremento della produzione e della esportazioM dei manufatti, specie nelle industrie tessili; ma un più attento esame rivela le cagioni essenzialmente patologiche di questo fenomeno. Infatti la cresciuta esportazione dei manufatti dall' Italia è dovuta, non già a condizic,ni locali o tecniche specialmente favorevoli, bensì alla depressione specifica dei salarii nelle industrie italiane, frutto della scarsa istruzione ed organizzazione delle classi operaie (i) Italiens Volksuritschaft. Ein Vortrag. Freiburg in-8 i899,
RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIAL1 della penisola. Sono i bassi salari che permettono alle industrie italiane, tecnicamente inferiori, di concorrere vittoriosamente colle industrie dei più progrediti paesi europei; ma è vittoria questa la quale, olt,re che lacrimevole, è necessariamente transitoria. perchè destinata a dileguare, non appena l'organizzazione già iniziantesi delle classi operaie italiane consentirà loro di imporre più adeguati salari. D'altra parte i progressi tecnici, che si vanno attuando in Italia, son dovuti, piuttosto che al capitale nazionale, al capitale straniero, il quale preleva sulla produzione paesana un'imposta annuale sotto forma di dividendi ed interessi. i questa non ultima causa della bilancia sfavorevole, che affligge l'Italia dal 1878 in poi, malgrado le falangi di stranieri che scendono annualmente a deliziarsi del suo clima e ad ammirare i suoi monumenti. A tale riguardo è pure a notarsi, come sintomo assai deplorevole, la scarsa partecipazione della bandiera nazionale al commer...:ioitaliano di esportazione e di importazione. Siccome i bastimenti aspirano a prospese per l'esercito e per la marina, dalle pensioni civili e militari e dalle spese di riscossione. Non , imane che il 21 010 dei redditi dello stato pel disimpegn dei pubblici servizi, i quali, a motivo dei mezzi ins1·fficienti, sono male amministrati, o totalmente trascurati. Questa serie di fatti dolorosi - conclude l'Autore -- spiega per sè stessa il vero carattere dei tumultuosi fatti di Milano del maggio 1898, i quali non furono che un grido di dolore del popolo italiano ed una violenta protesta contro un sistema economico, che tutta impoverisce e dissolve la vita nazionale. E se è vero il motto vox popiili, vox Dei, si dee leggere in quella manifestazione popolare la condanna delle istituzioni economiche d' Italia ed il fondato presagio del loro imminente sfacelo. Il breve riassunto, che abbiamo dato di questo notevole scritto, basta ad indicarne i pregi e i difetti. Larghezza di notizie, vigore di argomentazione, eloquenza di stile, sono i pregi innegabili di questo lavoro ; il suo difetto essenziale è una evidente esageracacciarsi pel viaggio di ritorno un carico eguale a quello del viaggio di andata, così una parte delle esportazioni da uno stato si effettua con bandiera estera ei una parte delle importazioni ad uno stato è compiuta con bandiera nazionale; ma poichè il carico de1ritorno non è sempre sicuro e completo, così non si sbaglia affermando, che di regola, negli stati saviamente costituiti, un po' più della metà delle esportazioni e un po' meno della metà delle importazioni si effettuano •con bandiera nazionale. Ma in vece in Italia la bandiera nazionale non trasporta che il 40. 7-44. 5 0r0 delle merci Elezioni di protesta. zione di tinte, un ingranJimento sistematico della verità. E noi stessi, che niuno può accusare di indulgenza verso le deformità dell'ordinamentosociale italiano, dobbiamo apertamente affermare che ciò che l'Autore ci ha dato è un quadro notti rno, interessante, colorito, vibrato, ma non però specchio fedele del vero. Soggiungiamo che talune delle sue considerazioni non sono scientificamente corrette. Così, p. es., non è vero r 1ie la tenuità specifica dei E' -t-· lari in uno stato vi renda possibile la esportazione di merci altrimenti inesportabili ; non è vero che l' im-' posta sui fabbricati sia semE <lalli e dalli, e poi il Batacchio gli '.callerà sulla z cca. (L'Uomo di Pietra di Milano). esporta.te e il 16. 3-29. 7 010 delle importate; il che tradisce uno scarso sviluppo della navigazione in un paese, che pur parrebbe destinato ad una posizione vittoriosa in questo ramo dell' industria. E tuttavia nonostante il grave disagio in cui versa, l'industria della navigazione è negletta dagli statisti italiani, i quali in quella vece prodigano immeritati favori alle società ferroviarie e provvedono alla costruzione di linee ferroviarie inutili, cagione di nuove ferite al già piagato bilancio. La finanza italiana ritrae 1'84 010 del proprio reddito dalle imposte indirette; aggravio tributario è enorme (43 Lire per individuo) e, ciò che è più deplorevole, ricade specialmente sui meno provveduti. I tentativi del Governo, intesi ad alleviare il carico tributario delle classi povere, si infrangono contro il brutale e miope egoismo delle classi ri. ~he, predominanti nel Parlamento. E le somme, che lo statJ viene spremendo dagli affamati lavoratori, sono quasi totalmente inghiottite dal pagamento degli interessi del debito pubblico, dalle pre e nella sua totalità una imposta indiretta. Questi sono errori, di cui si può leggere la confutazione perentoria quasi in ogni trattato di economia politi"a. Ma questi errori evidenti, come le esagerazioni in cui l'Autore è caduto, non tolgono valore al suo scritto, il quale è pur sempre degnissimo di meditazione e di studio. E così questo grido d'allarme, che parte da un paese amico, possa risonare all' orecchio di quei neghittosi, incoscienti e spesso disonesti politicanti, i quali, fra i sorrisi e gli applausi di una borghesia ignara, sospingono il bel paese verso l' abisso economir J e politico! Prof. ACHILLE LORIA, Racco:rnan.dia:rno calda:rnen.te ag;li abbonati che ancora non si son.o :messi in. regola coll' A:rn.:rn..ne a volerlo f"are il più possibile sollecita:rn:ù.ete . ..
RJY1STA POPOLARE DI TOLF11CA LETIERE E SCIENZE SOC1AL1 Se i giornaalimstiIceigge~o laRIVISTA POPOLARE. ..... ------------- Da qualche tempo andiamo constatando la ripetizione di un fenomeno, che ci amareggia. non poco. Eravamo a.vvezzi alla cospirazione del silenzio da parte di molti giornali di provin<'ia, che non disdegnavano di quando in quando di riJJrodurre i nostri articoli ... senza citarne la provenienza. Il vizio era tanto generale, che siamo venuti nella determinazione di sosµendere il cambio a molti degli antichi giornaletti repubblicani o socialisti settimanali, e di non accordarlo a quelli, che sorgono e ce lo chiedono. Nè questo solo abbiamo constatato. La Rivista, per _ mezzo dei suoi numerosi e diligenti collaboratori, ci tiene a segnalare articoli ed avvenimenti di una certa importanza che riguardano specialmente l'estero; e, lo diciamo con legittimo orgoglio, in questa opera modesta, ma utilissima per la educazione popolare, la Rivista nonostante la esiguità dei suoi mezzi e la ristrettezza dello spazio precéde giornali e riviste che vanno per la maggiore. Che accade, intanto? Gli articoli e gli: avvenimenti passano inosservati quando li segnaliamo noi, mentre si fa. attorno ad essi un grande rumore quando altri giornali ed altre riviste, col ritardo talora di uno o più mesi, se ne occupano. Così, ad esempio, siamo stati i primi ad oc~uparci - seguendo le notizie fornite dallo Stead - della dimostrata complicità di Chamberlain nell'affare - un brutto affare - J ameson, ed un poco anche dei loschi interessi del Duca di Fife e di altri pe1.zigrossi del capitalismo inglese nella guerra contro il Transwaal. Ma la stampa italiana se n'è data. per intesa dopo alcuni mesi che se n'è intrattenuta l' Indepertde?Ue Belge. Non abbiamo diritto di dolerci se la stampa a noi avversa - ls. quale spesso, dobbiamo riconoscerlo, ci si mostra cortese - ci trascura; ma sentiamo un vivo rammarico quando ci vediamo trascurati da giornali, cui ci lega intimamente la comunanza di gran parte dei principi e delle idee che sosteniamo. Citiamo due casi soli di ciò che ci capita non di raro. La Rivista Popolare fu la prima nel riassumere largamente lo splendido ed interessante articolo del De Bloch sulla impossibilità della guerra fittiira. I nostri buoni amici dell' Italia non se ne accorsero ; ma dopo parecchi mesi pubblicarono una lettera da Berlino destinata ad un magrissimo sunto di quell'articolo. La Rivista Popolare ha pubblicato integralmente nel N. del 31 Gennaio il brano di una lettera di Leone Tolstoi, in cui si esaminavano lP, responsabilità 'degli autori della guerra Sud-Africana. I nostri buoni amici dell'Avanti/ non se ne accorsero; ma dopo venti giorni pubblicarono una corrispondenza da Parigi in data del 15, in cui si riproducono le osservazioni del grande romanziere russo, e le si annunziano come pubblicate allora dai giornali parigini. Tutto questo abbiamo voluto rilevare per dare prova agli amici lettori della cura grandissima che mettiamo nella compilazione della Rivista, e per richiamare .l un poco più l' attenzione dei giornalisti amici sulla modesta opera nostra. Il momepnrteosendtelsocialismo Awei pc,tuto dire anche « cns1 del socialismo », se questa espressione non fosse s•ata resa antipatica e pericolosa dall'abuso che se n'è fatto e dagli equivoei a cui si è inspirata e a cui si è fatta servire. Se per crisi s'intende l'avviamento di una ·tenlenza e di un processo verso lo stad o risolutivo, moltis::1imi, credo, saranno disposti ad ammettere una crisi del soe ialismo; ina in tal modo si annette alla parola di crisi un significafo benevolo e benefico, un concetto, non già di deficienza e di degenerazione, bensi di pienezza di sviluppo, che cer Ja quindi il suo campo di applicazione attraverso vie e in forme pratiche e vicine. Che se invece, parlando di crisi, si vuole alludere a un fenomeno di dissoluzione, ora meno che mai è il caso di parlare di una crisi del socialismo. Il movimento: e ancor più le dottrine socialiste, sono sorti con carattere indefinito, quasi di vaga aspirazione e di protesta, che, fomentati e sorretti da corrispondenti bisogni e condizioni di vita, si sono andati sempre più trasformando in una previsione più concreta del futuro, ottenuta sperimentalmente per induzione, e in una resistenza organizzata a' mali del sistema capitalistico, di cui il socialismo si annunziava insieme come l'effetto e il rimedio. Tutto il movimento socialista si può dire che sinora sia consistito in due cose: nel persuadere, in base all'analisi. critica del presente ordinamento economico e ad appurate leggi della vita sociale, la verità - che per essere verità obbiettiva è anche necessità - della sua previsione; e nell' organi~zare il proletariato per la resistenza e la protezione contro gl' inconvenienti del sistema economico capitalistico. E l'una cosa e l'altra - tanto la propaganda, dalle sue manifestazioni di carattere altamente scientifico a quelle più popolari, quanto l'organiz7azione per la re: sistenza - procedevano di pari passo, completandosi e compenetrandosi, com~ due aspetti, teorico e pratico, di uno stesso bisogno e di uno stesso processo storico. Ma a misura che cresceva e si diffondeva la co- ' scienza della verità del socialismo, e, d'altro lato, l'organizzazione della resistenza aveva tutto lo sviluppo possibile e raggiungeva tutti gli effetti· di cui era c~- pace, si presentava all'orizzonte - più impellente e più distinto - il problema di una più profonda trasforma• ~ione sociale e del modo con cui praticamente verrebbe in atto l'ideale socialista. La insistente curiosità di vedere schematicamente prospettato lo Stato futuro era un naturaJe portato di questa condizione di spirito e di cose, mentre, d'altra parte, la cresceJJ.teripugnanza verso questi archetipi da •parte de' teorici del socialismo era una naturale conseguenza dell'esperienza storica, la quale dimostra come il futuro, ben prevedibile nelle linee generali e nelle sue tendenze, si attua nelle sue forme concrete, non già in base a schemi, bensl
R11'1S1A POPOL~REDl POLI11Ci LETTEREE SCIENZE SOCIALl per effetto delle azioni e reazioni de' contrastanti e cooperanti elementi della vita sociale. Il problema teorico del socialismo veniva a questo passo in un momento in cui gli aderenti del socialismo, cresciuti di numero e di forze, e avendo cessato di essere una scuola o una setta per divenire un partito, cominciavano tutti i giorni a trovarsi a fronte di questioni d'ordine pratico, sulla cui risoluzione essi dovevano o potevano esercitare un'azione più o meno efficace. È per una condizione di cose analoga, per una corrispondente situa:done che, in tutto il corso della storia, nel credo religioso, politico, economico si è sempre venuto determinando nel seno stesso de' loro seguaci, un bisogno e un impulso di controllo, di critica, di fecondo rinnovamento. E chi ha voluto e saputo ritemprarsi nella realtà della vita, fecondare il principio di autorità, in quanto frutto dell'esperienza più antica, con gl'insegnamenti dell'esperienza più recente, ha fatto opera salutare e feconda di avvenire; chi, al contrario, si è irretito nella lettera di una formula o si è costretto nell'ipse dixit, si è inevitabilmente condannato stein come Kautsky, i dessenzienti del Congresso di Hannover come quelli di Parigi hanno ancora sentito in realtà di avere uno scopo comune e di trovarsi, anche dal punto di vista della tattica, su di un solo terreno. Il buono spirito marxista, che si fonda sulla realtà e dalla realtà trae alimento, ha mostrato di persistere, pur dove l'esperienza più lunga e più vasta, _ha portato ad intendere diversamente certe espressioni e certi postulati marxisti; ha mostrato anzi di persistere appunto come metodo, in virtù di questa capacità di abbracciare un più largo campo e di abbandonare, se ne aveva, qualche scoria. E il persistere della ragione e della vitalità del socialismo, anche in condizioni apparentemente o parzialmente mutate, anche da parte di chi muove da presupposti in qualche modo diversi, costituiva il maggior trionfo e il più lieto auspicio del marxismo e del socialismo. Così l'interpretazione materialistica della storia noil si sente demolita, nè minata dall'importanza _accordata, per determinati ambienti e periodi, a correnti morali una vita infeconda e a una fine ingloriosa, se anche La 'friplice. di. cui essa stessa spiega la genesi ; cosi la miseria crescente non riesce meno un coefficiente del m)Vimento socialista, se intesa non nel suo senso letterale e materiale, ma come senso di scontento di fronte a' crescenti bisogni e alla progrediente ricchezza sociale ; così del collettivismo non si può dire che diviene meno, se, data anche una concentrazione della ricchezza più lenta delle prev1s10ni , il meccanismo della produzione si va sempre più realizzando per mezzo di organi impersonali, collettivi. non v1C1na. Il partito socialista, al disopra de' dissensi d'interpretazione, è stato unanime nell' affrontare coraggiosamente la revisione di que' principii, che ne hanno costituito la base e il punto di partenza ; e, chi legge gli atti del Congresso di Hannover, come tutte le discussioni che hanno preceduto e seguito quei dibattiti, sarà confortato nel vedere come, da una parte e dal - l'altra, malgrado e al disopra degli inevitab.li incidenti - Dove le condurrà 1 personali, i dissenzienti prima di tutto e sopratutto si appellassero all'esperienza e alla condizione reale delle cose. Così l'interpretazione materialistica della storia, la concentrazione progressiva delle proprietà terriera e industriale, la cosi dt tta teoria della miseria crescente, la teoria catastrofi.ca, cioè del crollo deJl' ordinamento capitalistico per via di una crisi sempre più vasta e più intensa, sono state tutte discusse al lume e al cimento della storia e della statistica, e, lungi dal portare alla rinnegazione desiderata o aspettata da taluno, hanno portato semplicemente ad una interpretazione più lata e al tempo stesso più completa, talora a una concezione relativa, che ha opportunamente temperato il tono troppo assoluto di certe affermazioni e ha sostituito in qualche caso di concetto di tendenza a quello troppo assoluto o forse prematuro di legge. È in virtù di questa intercessione dell'esperienza e di questo incondizionato omaggio all'esperienza, che, anche quando il dissenso sembrava essere ideologicamente più profondo e irrimediabile, in conclusione Bern- (Rire di Parigi). Nè a un diverso ordine di considerazioni si prestano i dissensi ultimamente venuti in luce sull'atteggiamentodel partito socialista in certe emergenze della vita politica 1 sulla partecipazione al potere di qualche suo membro, sulla sua azione rispetto ad altri partiti. Uno di quelli che più eloquentemente e più diffusa• mente presero le parti di Bernstein al Congresso di Hannover, il David, conchiudeva il suo discorso così: « Lo scritto di Bernstein dunque non la rompe punto col principio economico della socializzazione ; esso sostanzialmente mira a questo, a reclamare, in linea di principio, che si tenga più conto del lavoro presenteAnche oggi, senza farne maggior conto, noi abbiamo indefessamente curato il lavoro del presente; ma vi è tuttavia una distinzione, se in questo lavoro si vede soltanto un palliativo ovvero la base per il grande edifizio dell'avvenire. « Io respingo d~cisamente tutti i tentativi per cui si vorrebbe far credere di Bernstein e di me che non annettiamo sufficiente importanza al movimento politico e che crediamo forse sia da limitarsi solo al movimento
66 7{.IYIS1.4. POPOLJ.RBDI POL111C.4.LETTERE B SCIENZE SOCIA.LI corporativo o economico. No, noi non crediamo punto questo. « Su tutti i tre campi, movimento corporativo, eco nomico e politico, si deve mettere la leva: questa trinità dev'essere mantenuta integra. Allora soltanto si potrà spiegare l'intera forza. « Si deve ammettere storicamente che in nessun paese le tre forme di movimento si sono svolte in maniera uguale. Non voglio neppur dire con ciò che il Partito come tale debba fondare associazioni economiche: ciò sarebbe la cosa più riservata che noi potessimo fare. « Il movimento economicodeve solo essere riconosciuto come una forma necessaria. Se consideriamo da qcesto punto di vista lo scritto di Bernstein, converrete conn.a, se io dico: Bernstein, ci dà più che non ci tolga (approvazioni contrastate), Appunto con la più alta valutazione del lavoro del presente cresce la fiducia che già ora, entro la forma economica capitalistica, si deve determinare la distribuzione del valore prodotto, sostanzialmènte, a favore della classe lavoratrice. E questa fiducia è un elemento vivificatore nella nostra lotta: nella politica, nella corporativa, nell'economica. E questo el :.mento vivificatore, questa fiducia, questa più alta valutazione si esigerà anchi per la conquista del potere politico e per tutto ciò che può venire e che verrà. In un altro luogo io ho già riassunto 'il mio punto di vista su questo: In alto la bandiera della speranza, non solo per un migliore avvenire, r,~asopratiitlo e in prima linea anche per un migliore presente ( viva ap• provazione e strette di mano, zittii). » E W oltmann conchiudeva: e La mia opinione è perciò questa, che io vado in ciò anche oltre Bernstein. In Germania disgraziatamente la lotta economica è stata negletta. Ma oltre alla forza di lavoro si deve concentrare e coalizzare anche la forza di consumo. Ciò che è accaduto tra noi al movimento corporativo, accadrà anche alle associazioni economiche di consumo. Prima si guardava ad esse ostilmente, poi si toUerarono e ora si consente in esse con simpatia - ma si andrà ancora più oltre e si dovrà dire: esse sono un mezzo necessario per l' emancipazione della classe operaia! (applausi). » E un altro, non Elm, soggiungeva alla sua volta : « Il desiderio di Bernstein di vedere accordata maggiore importanza al lavoro del presente ha suscitata in me una speciale simpatia ... » E questo desiderio di non veder dimenticato il presente per l'avvenire e di volgere la mente e l'opera a preparare nel presente l'avvenire, riassume insieme il bisogno e il più determinato indirizzo del movimento socialista, non solo in Germania, ma in ogni altro paese dove esso si va sempre più affermando e progredendo. A ciò si deve tutto l'interesse suscitato del libro del Bernstein, il quale - che che si possa pensare delle sue premesse teoretiche e di certe sue conclusioni concrete - - ha avuto la sua importanza dall'essere sintomo e indizio di questo indirizzo. Sintomi dello stesso fenomeno sono stati in Francia la partecipazione al potere di Millerand e le discussioni che hanno tenuto dietro a quel fatto come alla partecipazioi;i.,,ede' socialisti all'agitazione per Dreyfus e in Italia l'invocata ricostituzione della sinistra o la formazione di un partito di governo, che non compendii l'opera sua in provvedimenti di polizia ma governi e amministri e costituisca un ambiente di aria respirabile, e svolga, per quanto è possibile, le attività sane del paese, creando uno stato di relativo benessere. Sintomi dello stesso fenomeno sono la vessata questione della tattica e de' rapporti con i partiti affini risorgente dovunque, nella stessa Germarùa a proposito delle elezioni per i consessi regionali, e le nuove e più gagliarde speranze che viene suscitando, anche in Germania ora, il così detto socialismo municipale. Ma quanto più il partito, crescente e fatto forte ne' consigli e ne' parlamenti, è costretto a fare della politica interna, estera1 economica, finanziaria, o dell'amministrazione, a venire insomma in contatto con la realtà delle cose, ne nasce un effetto degno di nota. La politica può considerarsi come una scienza in quanto è inspirata e diretta da una concezione organica della vita sociale, ma la straordinaria varietà delle condizioni in cui si svolge, la difficoltà pratica di conoscere o calcolare esattamente tutte le cause, gli elementi, le conseguenze di un determinato avvenimento o provvedimento, lasciano molta parte all'azione istintiva, che poi si risolve in una specie di. spontaneo esperimento. Di qui la deviazione, più o meno consapevole e voluta, dal rigore de' principii; di qui la spinta per vie indirette, che non di rado, pel nesso complicato delle azioni e reazioni sociali, menano alla mèta più presto e più sicuramente delle vie in apparenza rettilinee. Un tale processo di trasformazione sociale, mentre ribadisce l'affermata vanità e inconsistenza di schemi particolareggiati dello Stato futuro, da servire come pedagoghi alla storia, implica d'altro canto e mette in rilievo tutta l' importanza che vengono ad acquistare in un siffatto movimento de' fattori più particolari e anche individuali, come, a vicenda, il colpo d'occhio o l'incapacità di una chiara visione delle cose, la serenità o la passione, il disinteresse o il calcolo, la scienza o l'ignoranza de' dati concreti dell'evoluzione della vita sociale, la leggerezza o la costanza, l'imprevidenza o la prudenza, il caso, come concorso di avvenimenti non capaci d'essere preveduti e quindi prevenuti in tempo. Esaminare, del punto di vista de' criteri sopra esposti, l'indirizzo pratico del movimento socialista in relazione alla situazione de' diversi paesi e specialmente nella sua azione parlamentare più determinata e più visibile, potrebbe essere cosa di molto interesse, tanto per la funzione del partito che per fini più generali, e a cui varrebbe la pena di volgere una volta o l'altra l'attenzione. Prof. ETTORE C1CCOTTI Siamo costretti di rimandare al prossimo numero la continuazione dello studio sulla LEZIONE DELLE COSE (I Socialisti)
'R..IP'IST .APOPOLARE DI POLITICA LETTEREE SCIENZE SOCI.A.LI PER LA SICILIA Gli episodi e l'insieme dei processo Notarbartolo svoltosi alle Assise di Milano hanno prodotto in gran parte del pubblico italiano mia penosa impressione. Sullo sgabello degli accusati non stavano semplicemente degli individui: i presunti rei, di cui si occupavano l'accusa, la difesa, la parte civile passarono in seconda linea, e tutti videro invece, che i colpi degli avvocati, dei magistrati e dei testimoni andavano a ferire le istituzioni giudiziarie, politiche e amministrative, che sono state in vigore nella Sicilia e in gran parte del mezzogiorno in poi; colpivano a sangue, inoltre, un quid misterioso nella sua intima natura, e criminoso nelle sue manifestazioni, che si chiama mafia, e tutta una regione, che, se con essa non è direttamente solidale, ha, però, la grave responsabilità di nutrirla nel suo seno e di tollerarla. E i giudizi sulla Sicilia, per coloro che ignorano il processo genetico e la evoluzione della mafia e delle odierne condizioni delappello: dal pubblico e che condanna severamente magistrati, generali e prefetti, alta e bassa polizia) si espone la genesi dello spirito che costituisce la mafia, e se ne trovano le cause nella organizzazione politicosociale che mantenne, come una strana sopravvivenza, il fedualismo in pieno secolo decimonono nel centro del mediterraneo. L'eredità maledetta lasciata dai Borboni venne religiosamente rispettata sotto i Sabaudi; e nel Regno della Mafia passando in rassegna, dal 1860 al giorno d'oggi, gli atti compiuti dai governanti - dal generale Serpi al generale Govone ; dal generale Govone al generale Medici; dal generale Medici al generale Mirri; - si dimostra che il governo italiano ha messo dell' impegno ad accrescere 'la triste eredità, a diffondere e consolidare lo spirito della mafia colla vio lenza e colla corruzione. Vi si apprende che la magistratura vi fu fatta serva della polizia e del governo centrale - dal processo contro i pugnalatori di Palermo in cui figura come nobile protagonista il Procuratore generale Conte di Castellamonte, a quello contro la prima, perciò, sono stati 1iapertutto severi ... e ingiusti; ed è cresciuta l'antipatia dei settentrionali verso il mezzogiorno, verso la Sicilia ! A dimostrare con ampia documentazione storica che siffatti giudizi sono ingiusti, l'on. Colajanni ha pubblicato: Nel Regno della mafia (Dai barboni ai sabaudi). I lettori della Rivista forse crederanno di conoscere tale dimostrazione dall'articolo, che qui stesso fu pubblicato; ma essi se lo credessero s'ingannerebbero a partito. Sopraluogo ufficiale. il questore Albanese, che provoca le fiere dimissioni del procuratore generale Tajani, a quello Notarbartolo, nel quale, pur troppo, non si trova più alcun magistrato degno di stare accp,nto ai primi-; e vi si apprende, infine, che dove e quando il Governo lasciò libertà e rispettò l' indipendenza del magistrato la mafia fu de'--ellata e vinta. L'on. Colajanni ha ripreso e fuso e allargato in molti punti, aggiungendovi nuovi fatti e nuovi documenti, ciò - E bisognerà andar sotto molto per trovare quest"oro 1 Il Regno della mafia costituisce una tremenda requisitoria contro i criteri e i modi di governo adoperati in Sicilia e nel mezzogiorno, come in terre conquistate ed abitate da razze infeJriori dal 1860 in poi; requisitoria formidabile, perchè vi - Ah! si, quasi quasi converrebbe iniziare i lavori dall'altra parte del globo. (L' Uom,o cli Pietra di Milano). che altra volta ha pubblicato nella Delinquenza della Sicilia e le sue cause (Palermo 1885) (1), negli Avvenimenti della Sicilia (Palermo 1894) e in altri scritti minori per provare a luce meridiana quali sono state le cause vere, e non le fantastiche lombrosiane, che hanno prodotto lo stato anormale in cui si trova attualmente la Sicilia. Nel Regno della 1'1afia prendendosi le m' sse dal processo di Milano (dal quale un verdetto solenne venne emesso da un giuiiice, contro i cui responsi non c' è (1) In nome di tutta la redazione sentiamo il dovere di porgere i più vivi ringraziamenti a Gustavo Chiesi, che ba cominciato a riassumere nella Educazione Politica questo opuscolo, che vide la luce in un momento in cui non c'era alcun processo Notarbartolo alle viste e non c· erano difese da fare del buon nome della Sicilia. Lo ringraziamo non tanto per le parole ben~voli, che ba pel nostro Dirett.ore, quanto per l'intento nobilissimo eh' egli si è proposto, cioè, di difendere l'onore dell'isola mostrando, sulla scorta di quell'antica pubblicazione, quali furono i fattori politico-sociali, che generarono la mafia e la delinquenza della Sicilia. La Rerla7,ione. parlano esclusivamente i fatti- niente altro che i fatti. Noi raccomandiamo calorosamente ai nostri amici e lettori di diffondere questa pubblicazione; ciò facendo essi contribuiranno a rivendicare l'onore della Sicilia, ed a fare condannare il grande colpevole : il governo italiano. X>--<X~v-vvX>-~00:>---<::>00--<XX>--00<:>---<::>00--<X PRESSIOPRETEBSAIRBARI (i) L'Inghilterra pretende che sia stato suo dovere intervenire in nome della civiltà e dell'umanità nel conflitto che vi era tra i Boeri e certi Uitlanders; ma un rapido sguardo sulla situazione del Transwaal, prima della guerra, dimostrerà l'inanità delle sue affermazioni. Noi ci baseremo sui documenti ufficiali e faremo parlare i fatti e le cifre. (1) Riassumiamo largamente questo intere santissimo articolo dell'ottima ReoacclesReoues di Parigi, certi di far cosa grata ai nostri lettori. N. d. R.
68 'R..IJTIS1APOPOLARE 'Di POLI11CA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Anzitutto constateremo che la guerra alluale era voluta da molto tempo dal governo inglese che voleva impossessarsi dei terreni tra il Limpopo e il Vaal, per poter realizzare il sogno che Ceci! Rhodes formulò nella dichiar&zione famosa: « l'Africa deve essere inglese dal Capo al Cairo.» Ceci! Rhodes vedeva in quesla guerra, il modo di far pazientare gli azionisli della Chartered, che dirige, facendo loro sperare dei bei dividendo. Questa Compagnia che·non ha dato mai nulla in cambio dei 3.') milioni che le ha ve1·sati il pubLlico, colla pace sarebbe andata incontro alla bancaroLLa, compromettendo parecchi memb1·i della famiglia reale inglese che hanno forti capitali in quel!' impresa. L'agitazione fomentata da parecchi anni dagli agenti di Cecil Rhodcs al Transwaal ebbe un'influenza deplorevole sul commercio, il che produsse una terribile crisi, La miseria presto regnò in numerose famiglie, e altre ipotecarono i loro beni, come è provato dal fatto che in un solo anno furono fatti prestiti ipotecari per 75 milioni. Il numerario e i metalli preziosi che salivano nel 1896 a 117 milioni, discesero a 71,500,000 nel 1897, e a 49,500,000 nel 1898. I biglietti di Banca in circolazione, da 24,500,00 del 1896, sono caduti a 17,500,000 nel 1897, e 13,901,000 nel 1898. I saldi dei conti correnti, e i depositi ecc. raggiungevano i 283 milioni nel 1896, deLLero21,4milioni nel 1897, e 178 milioni nel 1898. Da una parte gl' intrighi degl' inglesi, dall'altra lo.spirito di speculazione e del giuoco, la smania di f;r subito fortuna, servendosi al bisogno del denaro degli altri, queste furono le cause primordiali della erisi al Transwaal. I motivi invocati dall'Inghilterra - regime doganale, monopoli, imposte sulle miniere, ecc. - non sono che d'importanza secondaria : la crisi attuale è dovuta agli Inglesi non ai Boeri. Ciò posto, vediamo dapprima la situazione commerciale della repubblica Sud-A fric3 na. Le merci importate che oltrepassavano i 3::;o milioni di lire nel 1896 sono diminuite in due anni di più di 80 milioni, ossia di circa il 25 010 : ciò si verificò però anche perché terminarono i lavori ferroviari. Secondo le tabelle pubblicate dalla Compagnia neerlandese sud-africana le mercanzie uscite dal Transwaal per le strade ferrate furono 8,494,000 Kg. nel 1893, 10,910,000 nel 1896, 32,871,000 nel 1897, e 51,378,000 nel 1898. Fuori del carbone e dei minerali, la maggior parte dei prodotti esportati furono d'origine agricola, i Boeri essendo principalmente ag1·icolLori. Il suolo del Transwaal infaLLi è fertilissimo, e il paese è destinato ad un grande avvenire agrico!o. Il principale ostacolo allo sviluppo delle coltivazioni e la cattiva ripartizione delle acque. I periodi di siccità durano 6 mesi e talora anche 8 e 9 ' seguiti da per10di umidi, nei quali si hanno piogge torrenziali e prolungale. I cereali dànno eccellenti resultati nelle regioni dove vi sono delle acque incanalate, e il tab.'lcco è molto ricercato in tutta l'Africa, sopratutto se per la pipa e le sigarette. I primi saggi di caffè sono stati mollo buoni. Ottimamente riesce poi la coltivazione degli alberi da frutta. L'allevamento del bestiame si pratica su vasta scala e dà buoni resultati, malgrado che l'epizoozia sia frequente nelle regioni del Nord. Al Transwaal predomina il regime delle grandi proprietà. Quando i Boeri hannq emigralo al di là del Vaal hanno ~rovato un gran tenitorio quasi disoccupalo, e si sono divise delle parti persino da 2,000 etlari ciascuna. Leroy Beaulieu ci ha fatto conoscere che « allora, oéni « borghese della Repubblica aveva diritto, alla sua età « maggi0re, a un terreno preso sulle terre demaniali; « egli lo limitava secondo un perimel ro rettangolare il « quale doveva percorrere in un tempo st1-1bilito». Del resto le opizoozie che colpiscono il bestiame, e la necessità di far grandi lavori d'irrigazione per riparare alla cattiva ripartizione delle acque alla cruale abbiamo accennato, renderanno ancora pe1· molto tempo precaria la piccola proprietà. • Attualmenle le industrie e.;;trallive han1,o una grande imporlanza nella repubblica Sud-Africana. L'esportazione del carbone vi ha preso una gr11nde esiensione ed è doventala 10 volte maggiore negli ullirni due anni. Ciò per la migliore qualità del carbone estratto e per la diminuzione dei prezzi di trasporlo. rarecd1i giacimenti diamantiferi sono attivali, i più irnpoi-Lirnti quelli di Cristiania e di Kromellehoog. La produzione totale che era del valore di circa 287,500 lir-e nel 1897 si è elevala a 1,093,250. Ma la più importante produzione è certo quella dell'oro il cui valore negli ultimi 8 mesi è stato di 318,680,000 lire. Certi uitlanders si sono lagnati perché le tasse che colpiscono le miniere erano esagerate e pesavano troppo su di essi. Ora, se quelle tasse da v·ano importanti entrate ai Boeri (34 milioni nel 1898) non impedivano alle compagnie di prosperare, perché esse e i trusts relati vi hanno realizzate 154,707,600 lire di benefici nel 1898. D'altronde si capisce che i Boeri abbiano colpito colle tasse elevate gli stranieri che vivono sulle miniere d'oro, questi non essendo venuti che per portar via dal territorio le ricchezze che racchiude, e non avendo che un desiderio, quello di arricchirsi e di andarsene. Cecil Rhodes non può poi valersi di questo argomento delle tasse percltè la Chartered Company, ch'egli dirige, si· rise1·va la 1nelà delle azioni che compra da aziouisli di altre Compagnie. Del resto le tasse e i dividendi lasciano un bel margine per gli stipendi dei salari degl' impiegali, i cui proventi variano dalle 400 lire mensili dei manuali alle 2,400 dei di1·eltori, importando per 12,463 impiegati e salariali una spesa di circa 100 milioni. * . . È interessante esaminare la situazione finanziaria della Repubblica. Il bilancio del 1898 è stato r·ltiuso co.:;1: Eutrata L. 99,589,025; Uscila L. 99,286,825; Eccedenza delle entrate L. 302,200. L'eccedente totale in cassa era in conUmli 10 milioni, ( non comprese 5713 azioni e 3600 obbligazioni della Compagnia neerlandese delle strade ferrate; 7,500,000 lire di azioni della linea di Pielersburg; t,775.000 lire di obbligazioni di diverse imprese industriali; u11'ohbligazione di 13,700,000 al 5 010 per anlicipazioni fatte alla Compagnia neerla~dese per la costruzione della linea di Klerksdorp; 1000 azioni della Banca Nazionale; 50 milioni di prestito alla Compagnia neerlandese, e infine un fondo di guerra di 2,250,000. Il 1° gennaio 1899 le linee telegrafiche avevano una lunghezza di 3356 chilometri. Il personale comprendeva 400 impiegati, distribuiti in G5 uffici che avevano ·153apparecchi telegrafici e 27 appareèchi telefonici. Lo entrate si sono elevale al!:J. somma. di 1,993,850, così reparti te: telegrammi L. 1,593,350; telefoni L. 353,750; di versi L. 46,750. Anche la posta era iu gran sviluppo. Nel 1899 il servi-
.. RIVISTA POPOLARE DI POUTlCÀ LETTERE E SCIENZE SOCULl zio postale ha incassato più di 4 milioni. La cassa di risparmio, creata il 1° gennaio 1893, ha ricevuto 'in deposito da quell'epoca 39,178,2-3->lire delle quali ne ha rimborsate 31,125,000.Nel solo 1898 sono stati· aperti 2180 libretti nuovi. Il governo del Transwaal consacrava ogni anno delle somme sempre più forti all'istruzione pubblica : da 200,000 lire per 1000 scolari che spendeva nel 1896, è giunto a spendere 2,400,000 lire per 13,000 scolari nel 1898. Il 1° gennaio del 1899 vi erano 509 scuole, con 13,561 scolari che costavano allo Stato 2,273,900 lire, ossia ci1·ca 168 lire per scolaro. La lontananza e l'estensione delle fattorie impediscono di sviluppare come si vorrebbe le scuole rurali. Nelle campagne i fanciulli ricevono l'istruzione da professori ambulanti. L' istruzione, però, fa notevoli progressi al Transwaal, e aumenta sempre il numero dei giovani che vengono a completare i loro studi in Europa per acquistare una solida ìstrnzione che permetterà loro, tomando in patria, di rendere grandi servizi ai loro compatriotti. L'Inghilterra ha dunque un gran torto di combattere il Transwaal non solo perché la causa è ingiusta, ma anche perché quelle popolazioni sono civilizzate quanto le inglesi, tanto più poi che essa non poteva certo lodarsi del!' influenza civilizzatrice degli uitlanders inglesi che hanno importato nel Transwaal il gusto delle' bevande, della deboscia e del giuoco. La condotta rispettiva dei belligeranti sin dall'apertura delle ostilità ha provato che gl' inglesi non avevano ragione di pretendere di combattere in nome dell'umanità, e che a questo riguardo essi erano più al caso di ricevere delle lezioni dai Boeri che a darle. GEORGES CA YE. LASCUODLEALLREOCCE I nostri buoni amici - quelli che cercano nella Rivista un alimento intellettuale e morale - ricorderanno che abbiamo consacrato alcune pagine per dare con qualche dettaglio il programma degli studì nella scuola che Edmondo Demolins intendeva aprire in Francia sul modello di quella inglese di Abbotsholme. (La nuova scuola. Rivista Popolare. Anno IV, N. 11 e 13). Noi ci· lusingavamo che quel programma, essenzial- ·mente pratico, nel quale si mirava ad educare nomini dal forte carattere e nòn fantocci e Gingillini in cerca d'impieghi, avrebbe S\lscitato qualche interessante discussione tra coloro che in Italia dicono di amare la scuola veramente educatrice. C' ingannammo. Più fortunato il signor Demolins è riuscito ad or- ·ganizzare la scuola delle Rocce a Verneuil sur Avre (dipartimento dell' Eure) costruendovi edifizi nuovi di sana pianta nell'aperta campagna, La scuola nuova già funziona e ad essa il Demblins con- •sacra il primo numero di una pùbblicaziane quadrimestrale (Journal del' Ecole des Roches), in cui si leggono ampi dettagli illustrati da numerose fotografie, sulla orga- ' nizzazione, sugli edifizi, sul numero _equalità degli scolari e degli insegnanti, sul numero e la qualità degli ip.segnamenti, sul profitto degl~ scolari _(desunto dall~ compq,sizioui <;li.vada specie riporta te) ecc: ecc. " E tutto un sistema d'istruzione e di educazione chè • . \ domina nella scuola delle Rocca; dove l'odiosa grammatica è ridotta ai minimi termini, e le lingue viventi vi si apprendono col metodo pratico. Dalla breve relazione del Demolins noi crediamo di fare opera utile stralciando questo brano: e I nostri « professori conoscono già gli allievi a fondo: il ca- « rattere di ogni fanciullo, le sue attitudini, i suoi « progressi, o le sue lacune formano il soggetto .di. e tutte le nostre conversazioni. I fanciulli, - perchè e il fanciullo vede più lontano di quello, che si ere• « da - si sono resi conto di questa sollecitudine, e e sono ben convinto che essi amano i loro professori; « e che non uno commetterebbe un fallo con l' inten- « zione ben determinata di far loro dispiacere. Ho la· e certezza che se il fatto si producesse, non solo i ca- « pitani - gli scolari che stanno a capo dei gruppi • - ma la maggior partQ dei loro compagni vi si ope porrebbe. A poco a poco la polizia della scuola sarà. « fatta dagli allievi·; ed è· a ciò che bisogna assolu- • tamente arrivare. Un abitudine eh' è stata distrutta « sin dal primo mese, à quella di venire a riferire ad « un professore i falli di un altro allievo. Non solo « non si è dato ascolto al denunziatore, ma lo si è « punito. Si è anche scritto sulla tabella di una. « classe: è cosa vergognosa il denunziare. Questa oggi « è hna quistione risoluta. « Da principio, un certo numero di allievi che ave - " vano commesso dei falli, non se ne dichiara vano gli « autori, quando venivano interrogati. Gli altri allievit « ai quali era proibito di denunziarli, evitavano na- « turalmente di far conoscere il colpevole ma lo stri"Q- « gevano vigorosamente durante le ricreazioni; ed • ecco un'altra quistione eh' è stata regolata nr,l modo • più semplice e naturale. . • • La menzogna è, sin da ora, presso a poco espulsa « dalla scuola. Quèsti fanciulli trattati da uomini si « comporteranno sempre più da uomini > • La Scuola delle Rocce accenna ad uno sviluppo rapido; tanto che è cominciata la costruzione· di un altro edifizio. Essa dal punto di vista ita'liano ha però un grande punto nero: co3ta troppo. Infatti ogni allievo che prima di entrare nella Scuola delle Rocce dèvè avere soggiornato in Inghilterra e in Germania per apprendervi le rispettive lingue, deve pagare Lire _2,500 all'anno per l'intero trattamento. Il prezzo della peJ+- sione, però, comprende il soggiorno e gli studi all'estero, e le spese di viaggio da Parigi a Londra e da Parigi alla frontiera della Germania nelle tre va- ·canze annuali. Con ciò viene assodato che la Scuola Nuova è essenzialmente aristocratica. L'utilità del metodo non può andare attualmente a benefizio delle masse ; ma noi saremmo lietissimi se ~e sorgesse una anche in Italia per le classi più ..ricch~ _ed elevate. Sarebbe tanto di guadagnato pel paese:che vedrebbe uscire uomini dalla scuola, e non desolanti caricature di uomini come quelli che ci dan_no certi cori.vitti e certi collegi, nei quali non s'insegna ad amare o ad odiare fortemente alcuna -cosa, ma s.olo a portare correttamente il frack e la tubà, che ai poveri giovanetti danno un'apparenza tanto grottesca.
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