Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 3 - 15 febbraio 1900

VYIS'IA 'POPOURE DI 'POLITICA LETTERE B SCIÈNZB SUCIALl Su questo punto non pare possibile· che l'on. Ferraris risponda vittoriosamente. * ,,.,,. Se sul punto sopracennato l'on. Salandra dovrà a- .vere causa vinta contro l'on. Ferraris, ce n'è un altro su cui hanno entrambi torto, a nostro modesto avviso. L'autore del progetto di Rifo1·ma agraria, conscio dell'antipatia che c'è in molti contro lo sviluppo della burocrazia asservita allo Stato s'indugia a dimostrare che il Suo Ordinamento agrario amministrativo del regno, dovrebbe essere autono·mo, indipendente dallo Stato. Ma l'on. Sàlandra rimbecca ché, data l'origine dell'ordinamento, dati i mezzi economici di cui dovrebbe servi'rsi, l'azione dello Stato sarebbe evidente e immanente. Lascia anche intendere che lo Stato, che-sarebbe quello che· in fondo accorderebbe il credito bifronte - agrario e fondiariò (1) ad un tempo - perchè esso rispondesse verso 'i depositanti delle somme affidate alle Casse di risparmio postali, avrebbe più che 51diritto il dovere di ingerirsi nelle cose della Amministrazione agraria. Dialetticamente l'on. Salandra trionfa contro l'on. Ferraris; ma questi potrebbe alla sua volta prendersi una facile e bella rivincita pre· dendo il toro per le corna ed accettando tutte le c·onseguenze logiche delle premesse di fatto. «Ebbene; egli potrebb~ rispondere, « accetto la ingerenza dello Stato, chiedendo allo Stato , « che· venga in aiuto della agricoltura ; rimane intero ·•lo schema della proposta .organizzazione, che dovrebbe 1 essere lo strumento per mezzo del quale lo Stato po- « trebbe distribuire il credito alla terra ». ~n' questa guisa, mi sembra che il progetto dell'on. _F~rraris diverrebbe più serio, più sincero e più .reafofzabile. . Ma non ci sarebbe da spaventarsi di questa ingerenza dello Stato; non farebbe sollevare essa le alte strida e le indignate proteste del libemlismo economico che in Italia - salvo le nobili eccezioni dei De Viti de Marco, dei Pantaleoni, dei Pareto, dei Papa.fava, dei. Giretti e di pochi altri - non è tutta una cosa col liberalismo in politica ? ·' L'on. Salandra in teoria non si spaventa, non ha paura dello intervento dello Stato ; ci tiene a far sapere ch'egli è un eretico scomunicato già dai liberisti ortodossi e fa sue queste parole del Ferraris : • quando « uni· istituzione può riuscire veramente buona; efficace « utile per il paese, non la giudica dal solo punto di .« vista della libera iniziativa o dell'azione di Stato, ma « accetta quella delle soluzioni, che più direttamente « conduce al successo ». Poi si ricorda di essere ministro - bénchè •sia un ministro che ha già sulla coscienza la propqsta o la esecuzione di parecchi consorzi obbligatori:... - e da persona accorta che non vuole promettere ciò che sa di non poter mantenere) mette innanzi dei se e dei ma, che riducono a len poca cosa l'adesione all'intervenzionismo; ed esce in alcune discutibili e dogmatiche asserzioni « sull'elevamento della moralità « e della coltura e l'accumulazione del capitale, i due fate tori cioè del progresso economico, come di ogni pro- « gresso ci vile, che sono innanzi tutto opera di libertà; (i) I nostri elettori che vogliano sapere come e quanto fosse profonda la mente di Carlo Cattaneo, che la maggior parte degli italiani - per loro vergogna - devono ancora imparare a conoscere, leggano le sue lettere sul Credito fondiario e agricolo. (Opere Vol, V. p- 25f e seo-.) « e protesta contro quel mondo morale, che vorrebbe • creare l'on. Férraris, e che non è stato mai creato « per imposizione amministrativa >. In queste riserve, in queste proteste è evidente la mistura del vero e del falso; è evidente l'esagerazione, da cui son sicuro che si sarebbe tenuto lontano· l'on. Salandra se invece di essere ministro fosse semplice studioso delle cose economiche e sociali. Allo studioso si può chiedere: abbiamo esperimenti in favore dell'agricoltura? Li abbiamo; ed è proprio l'on. Salandra, che per provare all'on. Ferraris, che per essere logico dovrebbe invocare sinceramente 1' inter11enzionismo, li ricorda e li espone, incautamente distruggendo tutte le riserve e tutte le reticenze messe innanzi. E proprio Fon. Ministro di Agricoltura. e 'çommercio che scrive : « È vano il tentativo di sottrarsi all!1fatalità. logica • delle cose. Lo provano gli stessi esempi stranieri; ai·,· • quali l'on. Ferraris riconosce di essersi inspirato. Lo « Stato prussiano· ha dato - è vero - 50'milioni di « marchi a dotazione della éassa cooperativa centra!e, « ma l' ha dichiarata istitll;, ione d~ stato per. :q1ezz9di « funzionari di Stato. Sie steht unter À.ufsicht 'ìtnd Z,ei• « fung des Staats. Die Beamten der • Anstal~ fiaben die « Rech'e una Pfichte der unmittelbaren Staatsb'eamten. « Cosi prescrive la legge organica del 31 luglio 1895. « La Repubblica francese ha destinato ..:..:._à vero - e parecchie decine di milioni, iri' parté anticipate··dalla e Banca di Francia, in parte da questa dovuta come « contributo annuo ad anticipazioni gratuite alle Casse « regionali di credito agricolo mutuo. Ma la legge.· S'f « marzo 1899 apportatrice del dono, contro il quale « protestarono i più insigni •e benemeriti cooperatol'.i « di Francia, dal Rostand al Rayneri, ha stabilito che « la ripartizione sarà fatta dal Ministro di agricoltura « sopra parere d'una Commissione presieduta dal Mi- « nistro stesso, e composta di senatori, di deputati, di « alti funzionari delle pubbliche amministrazioni_ e di e una piccola minoranza rappresentativa delle Società « di credito agricolo locale. La legge ste~~a ha stabi- « lito che sarebbero determinati per » decreto les moyens de controle et surveillance à exercer sur les ·caisses régionales. Che più? Il tesoro inglese « anticipò - è ve- « ro - in altri tempi, per effetto dei troppo citati Land « ùnprovenients acts 100 miµoni di lire pel 'prosciuga- « mento dei terreni paludosi; ma lo stesso· on. Feiraris « ci ha ra r,mentato che quei fondi furono investìti in « migliorìe agricole sotto il controllo diretto d'Ìmpiegati « governativi. » • « Non giova dunque parlare di autonomia. L'Ammi- « nistrazione agrària, dallo Stato creata, dallo . Stato « sorretta, dallo Stato alimentata,, sarebbe, o diventa- « rebbe in breve,· fatalmente, un'amminititrazione di «Stato». (1) . Ora che cosa scaturisce da questi esempi stranieri? Questo solo: che nella repubblica o nelle monarchiG più avanzate economicamente, ·moralmente e intellettualmente, lo Stato è intervenuto in forma diretta ed efficace per aiutare l'agricoltura ; è intervenuto là dove (1) Non so perché l'on. Salandra non abbia anche ricordato il miliardo circa che lo Stato ha anticipato per la trasformazione della forma - si badi! - della proprietà in Irlanda. L'esempio forse gli sembra pericoloso in Italia dove si parla sempre di tra,~. f9rp1azione del 1atifo:µdo.senza accennare ai Jl)ezzi. , ,

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