60 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI che nasce fra noi quando., a forza di vederci, di farci strada insieme, di rifletterci volontariamente o a nostra insaputa, ci semiamo a poco a poco uniti da una intima e stretta solidarietà. Palante, in un breve articolo della Reoue Philosophique, emette l' idea che mi pare delle più contestabili, che le professioni liberali (clero, esercito, università, magistratura, foro, diverse amministrazioni) sono quelle nelle quali l'azione dello spirito di corpo é più energico. Egli dimentica a qual punto, nei mestieri manuali, sindacati o no, lo spirito di corpo sia intenso; e non l'ignora, intan_to, perché poi pat'la èella « stretta disciplina morale alla quale le corporazioni del medio evo sottomettevauo la vita privata dei loro membri». Non é soltanto al medio evo che questa tirannia delle corporazioni di mestiere s' é esercitata sui loro membri, e non vi sono scioperi nei quali non si possa osservare con evidenza l'intensità di questa solidarietà professionale che giunge fino a spezzare gli utensili dei lavoratori non scioperanti, _ribelli agli ordini del gruppo. Un orgoglio collettivo dei più singolari, un amor ·proprio caralleristico, é il propl'io di tutti i gruppi d'artigiani; e le differenze d' intere3se creano fr·a loro odii che possono divenire sanguinosi C)Uando i sindacali avranno compiuto il loro pertodo d'organizzazione. Lungi dall'ammettere l'idea di·. Palante, crederci piuttosto che é n~lle professioni liberali che lo spirito di corpo ha cominciato a indebolirsi, e che il gruppo professionale ha i'ncominciato ~ disgregarsi, peréhè là l' in-' dividuo é diviso in un più gran numero di associazioni differenti, di dive1'si spiriti .di corpo che se lo disputano. Le sole eccezioni sono l'esercito e il clero. È eddentè, lo spirito di corpo può allargarsi e addolcil'si, ma non può mai morire, né è da augurar;;,i che muoia. Non vi • potrebbero essere società: senza aggruppamenti, senza spirito di gruppo. L'essenziale é che i gruppi divengi1110 molto vasti per essere ab,itabili e conforlaliili' a tutte le libere originalità indi~·i'dùali, e clte i gruppi non si accaniscano o si accaniscano il meno possibile l'uno contro l'allro. Perché sia così bisogna che i gruppi si trat tino da egua-li e clte, in generale, una tendenza egualitaria si faccia sentire in tutta l'atmosfera sociale. L'eguaglianza è una finzione, ma finzione infinitamente comoda e inapprezzabile,: non pot1·ebbcro dirsi quante difficoltà essa appiani nei rapporti mutui fl'a individui e gruppi, quanti fqssali essa colmi fra essi, quanti muri demolisca. Essa favorisce nello stesso tempo l'imitazione e l'allargamento dello spirito di gruppo. Il regolar bene gli amor propri individuali o corporativi, il 101·0 ravvicinamento sen:1,at·i·oppi urti, è sempre un problema dei più delicati; ma diviene insolubile quando si tratti. di conciliare pretese contradditorie alla superiorità di fondare l'ordine su d'una gerarchia accettata da lulli. Ma se l'eguaglianza favorisée i grandi aggruppamenti, non é ~ dire che il miglioramento dello spirito di corpo, il suo sviluppo, sia l'accompagnamento necessario di questo progresso in estensione. L'ingrandimento continuò del gruppo sociale é un bene immenso; ma può es• sere compensato oltre, in ce1·ti casi speciali, dai cambiamenti che l'accompagnano. Se a misura che il recinto ingrandii-:ce il suo muro di chiusura si eleva se a , misura che il numero degli associati aumenta, la loro sc1ss1one coll'umanità circostante approfondisce, e il loro spirito di ostilità contro di essa si sviluppa - com'è il caso di numerose corporazioni operaie, sia del passa lo che del presente - deve spesso avvenire che il senti-• mento ostile e malvagio sviluppato, neutralizzi il bene. ficio dei sentimenti fraterni propagati nel circolo sociale allargato. Ciò è tanto più vero, che più s'estende il circolo d'amicizia, più si attenua la simpatia ripartita su di un più gran numero di cuori, mentre che l'ardore delle antipatie non subisce alcuna diminuzione quando gli oggetti antipatici si moltiplicano. In altri termini, perché il calore della amicizia abbia t.utta la sua forza, bisogna che i contatti siano immediati e frequenti tra gli amici, invisibili e lontani é una fredda immagine della vera : ma non é necessario di vedere e di conoscere personalmente le persone per odiarle, per disprezzarle, per calunniarle sinceramente; al contrario, più ci si allontana da coloro da cui un pregiudizio ci separa, più si radica e si ravviva nel cuore l'animosità che si risente contro di esse. L'assenza é mortale all'amore, non ~ll'odio, che ne vive, piuttosto. Due versanti, uno oscuro e cattivo, l'altro buono e luminoso s'offrono all'evoluzione dello spirito di corpo. La scelta dipende da una accumulazione di buone o di cattive volontà, di buoni o cattivi esempi. Il nostro avvenire morale é nelle nostre mani. Che che ne sia, si può conchiudere che si é a\'uto torto a dir male dello spirito di corpo. Buono o cattivo, é impos.sibile non assoggettarsi.. Se non ve ne sono di buoni, ve ne saranno di cattivi, ma ve ne saranno sempre. - (Archives d'Anthropologie Criminelle - 15 Gennaio). Adrien Bernheùn: l' ,, Opera » inFranciae all'estero. Cia- !!Cunmese 1150 persone vivono snl bilancio della nostra « Opera » a Parigi, che dà una media di 288.i97 lire ai poveri, 251.433 agli autori, più di due milioni agli artisti di canto, alle 154 ballerine, ai 101 coristi, ai 106 professori di orchestra, ai suoi 3 capi, al capo dei c01·i,al suo sottocapo, ai. 6 capi dei cantanti, agli 8 maesti·i di ballo, ai loro 3, a~compagnatori, al professore di pantomim.a, ai 2 capi· macchinisti, ai ~ sarti e ai 3 capi del magazzino. Qu31nto.ali' organizzazione dei teatri tedeschi essa é complétamenle differente dalla nostra. Il diritto d(!i poveri che a Parigi giunge fino ali' 1111 dell'imtrata, no·n esiste né a Berlino né a Vienna, e non, vi sono gl' i, .• celtatol'i di biglieLLi: lo spettatore che vuole avere anticipatamente un posto numerato non fa che ordinarlo a mezzo di cartolina postale (Nouvelle Revzte, 15 genn •).. Jean Carol: Una questioneFranco-Inglese (L'annessione. delle Nuove Ebridi alla Nuova Caledonia). Ricchissima in miniere la Nuova Caledonia manca di- grandi riso'rse agri ·ole: le Nuove Ebridi le off..irebbero questo compie-. mento, indispensabile nella sua situazion·e di paese isolato che' forse sarà costretto a vivere da sé. Ce1·to l'annessi:òne necessaria troverà opposizione in l11ghill<w1·a e anche nel Pal'lamento, ma il nostro iHLere..se non permelte di aggravare indefinitivameute u11a situazione di cm noi subiremo le conseguenze. « Quelle isole sono nostre » (I!!) non si tratta che di far l'iconoscer-e la noslJ"a p1·opr-ielà. (Revue de Paris, 15 ge11naio). Offriamo :il nostri lettori l'abbonamento curnuln-• tivo con l'Edizione Italiana .degli scritti di Marx, Engels e Lasfilalle alle seguenti condizioni : Annuale . L. 14 oo Semestrale » ?" oo Trimestrale . _ » s 50 ,.. La pubblicazione con cui abbiamo fatto la presente combinazione è opera pregevolissima del Prof. Ettora Giccotli ed esce in Roma a fascicoli bimensll di 62 pagine in 8° grande. L'economia è del 1 O 010, On. 'Dr. NapoleoneCola;anni proprietarido,trettor.e-responsablle. Roma Tipografia via Gigli d'Oro 16.
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