~I'P'ISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI di geologia e di mineralogia. Fu la sua visita a Lucoo ed a Venezia che gli indicò quale dovesse essere l'opera principale della sua vita. La statua di Ilaria di Caretto, a Lucca, e le pitture del Tintoretto, conservate nella scuola di S. Rocco, a Venezia, gli fecero sentire che egli poteva giudicare del valore di un'opera d'arte, qualunque fosse il suo soggetto, e che poteva comuni,·are agli altri le sue im:eressioni. Il suo libro « Stones of Venice » è la glorificazione delle bellezze artistiche della città dei Dogi, e si disse in Inghilterra che Ruskin scovrì il Tintoretto e riscovrì Venezia. Nel libro « Seven Lamps of Architecture », il Ruskin indica le qualità morali, senza le quali riuscirebbe impossibile ad un architetto concepire un'opera d'arte; Una mente innamorata del bello non poteva non risentir fortemente· il contrasto fra i suoi ideali di bellezza e la condizione della classe lavoratrice, ed egli si diede con tutte le sue forze a combattere il brutto ed il male nella società. In conferenze popolari, alcune delle quali sono dei veri gioielli, il Ruskin tentò rendere intelligibili alle mas3e i suoi alti criteri estetici ed etici, e nei suoi libri « Unto this Last » e « Fors Clavigera ,., espose un programma di riforma sociale. Dal 1870 al 1878, e poi dal 1883 al 1884, il Ruskin fu professore di arte ad Oxford, ma la sua salute non forte lo costrinse a rinunziare all' insegnamento. Il libro del Ruskin più interessante pel gran pubblico è forse la sua autobiografia « Praeterita ,., quantunque l'autore non abbia portato a termine questo suo lavoro. Il Ruskin fu scrittore fecondissimo, avendo lasciato più di settanta volumi, e il suo stile, talvolta troppo ricco di similitudini, è sempre meraviglioso per forza dialettica, per la compiutezza della frase, per purezza di linguaggio. * • • Quando il Ruskin cominciò ad occuparsi della critica dell'arte, !a pittura inglese era in un periodo di decadenza. Alcuni srgomenti, sempre gli stessi, preferiti come ornamenti da stanza dal pubblico inglese, monopolizzavano l'attenzione degli artisti: la volgarità, la convenzionalità dominavano. Contro questa decadenza sorse il pittore Turner, con quadri vivi, ricchi di pensiero, liberi da ogni convenzionalismo. E Ruskin fu di Torner l'ammiratore devoto ed il banditore entusiasta della sua fama. Egli si lanciò nella lotta con tutta la veemenza della sua natura, dominata spesso da. simpatie ed antipatie, e p rtò al cielo il suo artista. Il Ruskin è stato spesso tac0iato di parzialità e gli è stato rimproverato, fra l'altro, di non apprezzare al loro giusto valore Michelangelo e Raffaello La s~uola preraffa.ellista trovò poi in lui se non proprio un inspiratore, uno strenuo difensore. Ma l'opera del Ruskin non poteva limitarsi all'esame dei meriti di questo o di quel pittore, e nei suoi libri si trovano, fin dal prinuipio, dei concetti fondamentali di arte. L'arte è per lui qualcosa di più che un pia• cevole accordo di linee e di colori; essa può, e quindi deve, esprimere delle idee, come una specie di linguaggio, e miglior pittore è quello che esprime idee di verità, di bellezza e di immaginazione, in maggior copia, e di maggiorc3elevatezza. (Modern Painters, vol. I.) Nel suo libro « Seven Lamps of Archilecture », egli tenta mostrare come sia impossibile un' opera d'arte senza un insieme di condizioni morali nell'architetto, sen1.a l'amore della verità e di ogni cosa nobile e degna, l'abnegazione e la. purezza morale. Nel secondo volume dei « Modern Painters • il Ruskin scrive della contemplazione da parte degli uomini dei fenomeni naturali, che questi possono solo comprendersi con la gioia loro prvpria ed interpretarsi in maniera de,;na dell'intelletto umano, quando si accettino come l'opera e il dono di uno spirito vivente, maggiore del nostro. Abbiamo quindi nel Ruskin una fusione dell' elemento religioso, di quello morale, di quello estetico. L'ar~e. non è possibile, se non ha per base la morale e la religione. :· Nella patria di Francesco de Sanctis è appen~ •Jie,., cessario accennare che non è accettabile il criterio· del Ruskin. L'arte deve rappresentare la realtà. Purchè, questa ci stia innanzi viva e naturale, abbiamo l'opera~ d'arte, -quali che siano i motivi che hanno ispirato l'.a'lltore. Andate un po' a bandire Anacreonte dalla lette~ ratura ! Ci piace solo ricordare qui di sfuggita un' osservazione acuta che fa in un suo libro recente uno scrittore ed educatore egregio, il Candia, il quale nota che in quasi tutte le maggiori opere d'arte non manca un fondo morale. (1) • Per quanto non si possa consentire col Ruskin nei criteri d'arte suesposti; il suo è un errore molto meno grave di quello dei decadenti, i quali tengono conto, non solo nell'arte, ma nella vita, del solo elemento estetico, riducendosi così a guardare alla forma dei fatti, tralasciandone la s9stanza. La confusione del -R~- skin può attirare delle anime elevate; la teoria-,dei decadenti non è che il travestimento teorico della degenerazione. Nè col Ruskin si può convenire, che non si possa comprendere la bellezza della natura, se· non considerandola come fatto e come dono di uno spirito superiore. La natura è bella in sè stessa, e ci interessa per i mille legami che la avvincono a noi ed ai nostri simili. Dire chl3 ciò non basta, significa non saperlo apprezzare. Ma qualunque sia il nostro giudizio sulle teorie.est.etiche del Ruskin, non è possibile negare l' immeliSa influenza che egli ebbe nel rendere comune il culto del bello, inseparabile, per lui, dal culto del bene; Gr.àn parte della sua attività prodigiosa fu dedicata a. questa crociata. Fra le sue conferenze •popolari, « Cr-own of Wild Olive, > in cui predica il disinteresse,· l'ambire il solo premio morale, in tutte le lotte del-la ·vita, è quella in cui si rivela tutta l'anima .dell'Autor-e, ·Da qualche tempo il Ruskin, come educazione .:a queéto culto del bello e del bene intendeva.raccogliere e pubblicare scritti di suoi amici, che cogliessero episodi della vita reale. Bellissima è una piccola .storia semplice e toccante, « La storia di Ida,,. racconto della morte -di una giovanetta italiana, scritto da una giovane -fu.- glese (2). •0 , (i) Prot. Egidio Candia. Il Ginnasio inferiore. Napoli, Pi~~ro, 1900. (2) The Story of Ida, by Francesca - G. Alleo Sunnyside. Kent, 1885.
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