Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 3 - 15 febbraio 1900

54 RIYIST A POPOURB DI POLITICA LBTTBRB B SCIBNZB SOèULI ... , ? - - - , Come chiaramente emerge da queste parole, la missione della società é quella di reprimere, non di pr<:1venirei mali e porvi in tempo riparo; la società si rende legalmente infanticida e sotto la famosa formula che questo reato non può destare l'allarme so~iale, ma che auzi é un mezzo di eliminazione delle parti più impure, si mostra in certo modo mezzo contenta, rendendosi essa stessa complice del reato, perché mentre gli istituti di carità si assumono l'incarico di ruccogliere questi disgraziati negli ospizi, sulla cui porta si può scrivere: Lasciate ogni speranza voi ch'entrate., ... essa non cerca di prevenire, di eliminare codeste parti più imp.ure e dannose con un mezzo più umano e conforme a giustizia, chiamando i veri responsabili a rispondere della vita di questi infelici, esposti alla pubblica carità, di cui conosciamo i prodigiosi effetti!..... E non mancherebbe anche lo scopo utilitario, inquantoché questi bambini non sarebbero allevati alle spalle della società e si rafforzerebbero tutti i sentimenti umani di amore e di affetto verso queste vittime, le quali negli animi degli onesti lasciano un vuoto, che la carità pubblica e privata non ·vale a colmare. Bisognerà pure una buona volta por mano ai mezzi preventivi, atti ad evitare l'infanticidio. Il divieto assoluto della ricerca della paternità, fuori i casi di ratto e di stupro violento, quando il tempo di es5,i risponda a quello del concepimento, sancito dall'art. 180 del nostro codice civile, é un'onta per la moderna civiltà. Questo divieto é la causa più grave dello estendersi e dcli' aumentare dei reati d'infanticidio. Mollo si é discusso su questo articolo e come al solito, quando .si tratta di una nuova riforma, che trae la sua essenza da principi razionali ed indiscutibili, vengono· fuori i più biasimevoli e vieti pregiudizi da parte degli oppositori. I sostenitori del di vieto di questa ricerca non badando o non volendo piuttosto riconoscere che questo divieto è contrario al principio di libertà e di uguaglianza civile, vanno predicando che, ammessa questa ricerca, ne sarebbero perturbati l'ordine e la pace delle famiglie. Io credo che questa non sia una ragione sufficiente perché non si debba riconoscere un diritto, la cui negazione perturba l'ordine sociale e ripugna ad ogni principio di giustizia; anzi l'ammissione di questa ricerca é un mezzo preventivo contro tale pertubazione. Una volta sancito il principio che « ognuno deve rispondere delle proprie azioni>> perché si garentisce al seduttore un tale privilegio? Forse per impedire gli inconvenienti a cui si potrebbe andare incontro? La ragione degli inconvenienti é una ragione poco seria, quando si tratta di un diritto che nell'odierna società plasma l'essere umano e diventa la condizione sine qua non della sua esistenza. Illustri giureconsulti, come il Laurent in Francia, il Gabba, il Lomonaca in Italia si sono fatti propugnatori di questa riforma. In Austria, in Inghilterra, in Iscozia ed in altri stati é ammessa una tale ricerca; e la pace delle famiglie non é mai perturbata. Molti invece sarebbero i vantaggi che deriverebbero da tale riforma ; non si avrebbe più lo spettacolo del modo più sfacciato di concubinaggio, che oggi perturba sul serio la pubblica morale. Molti di questi figli naturali non sarebbero una continua minaccia alla società, contro la quale pare vogliano vendicarsi, divantando delinquenti .. Se i figli delle ricche famiglie non godessero l'impunità quando prostituiscono tante giovani disgraziate, mandando alla ruota i trovatelli, sarebbero costretti al matrimonio e si avrebbe una più equa distribuzione dei beni fra tutte le classi sociali. Oggi si accolla il peso della prole alla madre, la quale per deficienza di mezzi si trova nell'assoluta impossibilità di aver cura dei figli. A TTJ.esinceramente sembra che la ricerca· della paternità riguardi specialmente la fanciulla operaia, la quale, come si é detto, non può assolutamente sobbarcarsi alle spese di allevamento e di mantenimento del bambino, data la misera condizione in cui versa : mentre, d'altronde, nella maggior parte dei casi chi seduce é il ricco zerbinotto. È questi specialmente che, mentre sfugge al matrimonio per goder meglio la libertà di darsi in braccio alle ebbrezze ed ai piaceri senza controllo nella società borghese, dalla moralità moderna impara questo: che, non potendo abbassarsi per la sua alta condizione sociale a sposare un'onesta operaia può e deve impunemente, con lusinghe o con danaro, mercanteggiare sul pudore delle povere fanciulle, vittime inconscienti della loro posizione sociale, d~stinate, dopo aver perduto il fiore della verginità, ad aumentare il numero delle prostitute· che invadono il bel regno d'Italia I IL SEDUTTORE Lino Ferriani, nella rassegna che fa di alcune infanticide e nel!' analisi di molti pro-!essi concernenti questo reato, esclama alla fine di ogni capitolo : «. li seduttore perché non siede accanto all'accusata 't :. E la melanconica riflessione ripetesi sempre da tutti ogni qualvolta la pubblica curiosità é stuzzicata dal desiderio· di _assistere ad uno di questi processi. Filosofi e scienzi~ti hanno rilevato le tristi conseguenze · della seduzione: infanticidio, suicidio, prostituzione, omicidio; ma il legislatore non ha ancora provveduto con mezzi prevent.ivi. Egli ·si é attenuto alla massima di madama di Sevigné « che vi ha un'onestà da guardare anche nelle cose disoneste e che quella onestà non é del dominio della legge, ma in quello della scienza ~. E dire che in Atene si puniva più gravemente il seduttore che colui il quale avesse deflorata una donna colla violenza, ritenendosi giustamente che la violenza se é infame, brutale, non macchia, che il corpo della donna, mentre invece la seduzione corrompe l'anima e spinge la giovane o al delitto o alla p1·ostituzione. Il seduttore ha .messo la donna nella condizione di dovere o di potere uccidere: egli ha quindi la sua parte di colpa nel fatto bilaterate delFamore, ed anche egli deve subirne le consegueuze. Anticamente vigevano delle leggi che davano alla morale un significato più alto ; così la legislazione dei quiriti in certi casi attribuiva ali' uomo la colpa di un fatto comune, perché riconosciuto artefice e seduttore nell'azione delittuosa, come più forte della sua complice. E bene osserva il Rametta che il diritto di Roma in alcuni casi splendidamente intuiva la vita reale del popolo, inspirandosi anche in queste disposizioni ad un sano naturalismo. Zoroastro sanciva pene severissime contro il seduttore: la donna disonorata ed abbandonata con un figlio poteva impunemente uccidere il seduttore. La legge ebraica diceva: « Si seduxerit quis virginem necdum desponsatam, dormierat que cum ea, dotabit eam et habebit eam uxorem ~. Il codice passalo all'art. 500 puniva chi seduceva e dìsonorava una fanciulla minore degli anni 18 sotto promessa di matrimonio non mantenuta, quando vi fosse querela, al carcere estensibile a tre mesi ed alla multa. Certo era questa una pena abbastanza leggera per colui che ad una fanciulla aveva rubato l'onore, la pace e l'avvenire. Tuttavia anche questo articolo é scomparso. II Giuliani, ricordando alcune antiche leggi scrive: « quante volte riflettendo ai buoni semi di civile prudenza sparsi in alcune viete leggi e in alcuni antichi scrittori, io deploro la condizioni dei noJ1Si tempi, in cui molti osano dettar precetti di penali

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