'R.)VISTA POPOLJRE DI POLITICA LETTERE B SCIENZE SOCIALI 5r pensi a1 precursori, dal Dostojewsky a G. Eliot o anche al Dickens e in pittura al Millet e ai citati prera:ffaellisti, sia che si guardi ai contemporanei dal 'Tolstoi al romanzo socialista e al dramma sociale noi troviamo due correnti, l'una di un realismo profondo, di cui sarebbe bello cercare se abbia caratteri che lo differenzino dai due realismi già veduti, -l'altra di un ultrarealismo fantastico e di sogno. Che se da gli artisti ispirati da lo spirito popolare si passi al popolo e si faccia la psicologia della letteratura popolare, la più fantastica. e assurda e impos- -sibile che esista, o quella del "loggione, dove si preferisce la tragedia al dramma borghese e in genere la musica a l'arte è.i prosa, io credo si possa con- ·cludere facilmente che l'arte democratica che l'avvenire prepara, come l'arte democratica del passato, avrà non il carattere che le attribuisce il M., ma precisamente il suo contrario, cioè una prevalenza dell'arte di sogno sopra il realismo: come ciò si spieghi con la psi- -cologia del M. abbiamo già visto. Tale la concezione dell'arte del M. e, poichè senza volerlo io ne ho contropposto un'altra, tale la mia. PIETRO FONTANA. quale vinta in qualche punto non produrrebbe i gravi danni che si credono. ('hi non ricorda poi le parole di Bismarck: « Non bisogna dimenticare che la conquista « del più piccolo villaggio costituisce un vero successo, « di cui l'importanza si fa immediatamente sentire, mentre « anche la cattura di una flotta-nemica tulta intera non « dà tutlo al più che un mezzo d'intraprendere ancora « qualche altra conquista ». Il solo pericolo che resterebbe a considerare sarebbe quello che la flotta inglese vincendo potesse sospendere le comunicazioni marittime; ma ciò non è possibile, perché se l' Inghilterra ha colle sue corazzate una superiorità in linea di battaglia, sarebbe in inferiorità notevole in una guerra di corsa, che esige per sè stessa dei piccoli combattimenti sparsi, pei quali naturalmente s'impiegherebbe nella strategia marittima, la medesima tattica che i Boeri hanno adottato sulla terra ferma. Tutti i gpverni p~gano ogni anno dei milioni per premi ai bastimenti commerciali da trasformarsi in crociari : la Francia spende 26 milioni, la Germ~mia 25, e la Russia 6 milioni e mezzo. La questione di saper-e se l'Inghilterra troverebbe il mezzo di distruggere o catturare una gran parte dei bastimenti é tanto più difficile perché le potenze tengono sempre alcuni incrociatori sull'Oceano, come esse diffidassero dei mari interni: Ancora Milioni e la potenza distruttiva di ogni incrociatore é immensa. Per LaguerdraeTl ransvaal ei suopiroblemi Ci) proteggere la sua flotta comNessuna guerra ha suscitato tante opinioni diverse come quella che si combatte attualmente al Transwaal. Ciò -che succede ora, agli uni pare inesplicabile, mentre allri vi vedono il resultato di tutta una serie di errori e di -colpe commesse dai generali inglesi. Un pugno di contadini senza disciplina, abituati piuttosto a cantare dei salmi che a combattere, senza alcuna organizzazione militare, rinchiude come in un -cerchio di ferro i soldati esercitati dall'Inghilterra, e -ciascuna sortita tentata da Ecco dove si buttano: nel bilancio della Guerra merciale, ·all'Inghilterra occorrerebbero 556incrociatori, e quando si é sentito l'amiraglio inglese Ghey dichiarare la flotta b1·itannica incapace di proteggere le sue navi commerciali in caso di guerra, é inutile parlare della situazione degli altri paesi dal medesimo punto di vista. L' Inghilterra, del resto, non si metterà al rischio di compromettere i suoi approvvigionamenti: essa ogni anno ha bisogno di far venire del frumento per 323 giorni, dell'orzo per 263, dell'avena per 60 giorni, e una gran quantità di altri prodotti alimentari. La guerra del Transvaal -questi non é che il segnala •di una nuova disfatta. Ora si può domandare: Quando i militari di professione non sono riusciti, a che si riuscirà con le reclute? Il grave pericolo sta che la guerra ·sarà molto lunga per l'Inghilterra la quale vede le sue forze indebolirsi proprio nell'ora m cui le condizioni porlitiche in Europa sono così sfavorevoli per lei. Io ho già tentato nel Times del 14 luglio 1899 dì esporre la esagerazione di ciò che può chiamarsi la passione epi- ·demica della colonizzazione. I benefici che ottengono gli :Stali dalle conquiste coloniali sono così insignificanti, che non ha senso il parlare di profitto nazionale o di fine .nazionale. Non é l'utilità che spinge gli Stati a crearsi delle colonie; ma il gran desiderio di prendersi la roba altrui. L' Inghilterra si sente garantita da ogni ostilità delle potenze continentali per la sua flolta formidabile; ma ad essa si può opporre la coalizione delle flotte, la (1) Riassu·mendo questo splendido articolo della Reoue des Revues rileviamo che la nostra Rioista fu la prima in Italia ad occu- ,parsi di Jean de Bloch, e l' unica, sinora, ad essersene occupata largamente. N. d. R. (Asino di Roma) dura da tre mesi e ancora la soluzione del conflitto non ha avanzato di un passo. Sin qui il male pare sia stato per mancanza di prudenza e di metodo, nello stesso tempo che per incapacità delle autorità militari che non avrebbero tenuto conto delle nuove condizioni di guerra, né del grande profitto che i BÒeri ritraggono dai trinceramenti. Al famoso generale russo Totleben, domandandosi un giorno quale era secondo lui la fortezza più imprendibile, rispose : « Il Campo « di Marte (il campo delle manovre anche a S. Pietro- « burgo) quando io vi avessi costruito dei trinceramenti.:. Il proverbio dice che la critica é agevole, ma l' arte è difficile. Si accusn gli ufficiali inglesi d'incapacità, ma le cose· non sabbero andate meglio con ogni altra armata. E più le truppe inglesi saranno numerose, e più cresceranno le difficolta pel loro mantenimento, tanto più si dovranno allontanare dalla costa. Il perfezionamento delle armi ha avuto per risultato di permettere a un piccolo numero di difendersi durante parecchi giorni, contro un nemico due o tre volte più forte. I Boeri se ne servi-
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