'R. IYIS'IA POPOLARE 'DI POU'IICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI l' educazione di un uomo ; e perciò si è calcolata la perdita di capitale, che fa uno Stato colla emigrazione. Ma c'è all' attivo una contropartita che rappresenta vantaggi economici considerevoli, forse di gran lunga preponderanti e compensatori della prima. L' emigrazione tedesca sicuramente è stata il fattore primo più importante dell' aumento dei consumi della produzione della Germania all'estero. Per la Germania la merce ha seguito l'emigrante, in modo più sicuro che non la bandiera come segno di potenza politica. Non m'indugierò adesso a mostrare come e quanto l'emigrazione irlandese dagli Stati Uniti e dal Canadà .coi milioni mandati alle Land league e coll'organizzazazione del fenianisnio abbia contribuito al gladstoniano land act del 1881 ed al rilevamento economico e politico dell'Irlanda; ma voglio fare poche considerazioni sulle benefiche conseguenze che ha avuto in Italia l'emigrazione. lascia la patria, - a differenza degli irlandesi, degli inglesi e dei tedeschi - colla speranza di ritornarvi appena avrà raggruzzolato un qualsiasi capitaluccio. Perciò i suoi risparmi egli di ordinario li manda in Italia; e da questi inv~i, che riuniti lira a lira formano centinaia di milioni all'anno - nonostante quelli che vanno perduti per mezzo dei banchieri (?) italiani, del famoso sistema-padrone, illustrato dal Coren in uno degli splendidi Bollettini dell' Ufficio del lavoro di W ashington - ne è venuto in molti punti un sensibile rilevamento nelle condizioni economiche di alcune regioni d'Italia. In quanto al miglioramento della condizione degli emigranti è innegabile; ed è forte. Esso spiega come e perchè i nostri lavoratori continuino ad emigrare nella Svizzera, nella Francia, negli Stati Uniti, nel Brasile quantunque sappiano che vi siano esposti alla caccia all'italiano, al linciaggio, al trattamento da Tra noi la densità della popolazione di 109 è già elevatissima te• nendo conto del poco sviluppo delle industrie - e infatti l'emigrazione è fortissima nel Mezzogiorno che manca d' industrie-, e dello enorme spazio occupato da monti incoltivabili e inabitabili - oltre 4 milioni di ettari. È anche elevata di troppo la natalità che oscilla tra 37 e 35 per 1000 abitanti e che riesce ad un eccedenza di nati sui morti che negli ultimi anni è divenuta più considerevole per la diminuzione sensibile della mortalità. In queste condizioni geografiche, biologiche ed economiche, aggravate dalla lentezza con cui si sviluppa la ricchezza, insidiata Un proverbio schiavi nella Fazendas. Quando si sa che il salario di un contadino in Italia non arriva - nei giorni di lavoro - a una lira al giorno, e che gli slums - la feccia degli operai italiani - in Chicago guadagnano da lire cinque a lire sette e cinquanta centesimi al giorno, si comprende benissimo che i nostri miseri lavoratori debbano affrontare ogni onta, ogni pericolo pur di potere vedere schiusa innanzi a loro la prospetti va di una vita umana, quale non è loro consentita in patria l ad uso degl'lnglesi. perpetuamente dal regio fiscalismo, Un proverbio ad uso degli inglesi. !Non stanno le ragioni precipue, che rendono bisogna mordere le <:oseche non si possono mangiare. necessaria e benefica l' emigrazione. I L'emigrazione ha i suoi punti neri. Gli accenni alla caccia all' italiano, ai linciaggi, alle bar barie ed alle torture delle fazendas, alle truffe organiz'.!~te ai danni dei nostri concittadini col sistema-padrone dicono che ( Tribune di Minnepolis). governanti d'Italia se il fenomeno non si fosse determinato spontaneamente, se non fossero stati destituiti del tutto di sapienza politica, avrebbero dovuto artificiosamente promuoverlo, come lo provocarono e favorirono direttamente in altri tempi in Inghilterra. Non solamente per questo l'emigrazione riesce benefica all'Italia - cioè quale val vola di sicurezza che impedisce lo scoppio di vapori generati e condensati dal malessere economico e politico; ma anche quale fattore della sua prosperità economica. La merce italiana non segue l' emigrante connazionale nella misura accennata dalla merce tedesca ; poichè sono scarsi negli italiani: la coltura, il sentimento nazionale e la forza di consumo; ma certamente l'emigrazione ha contribuito abbastanza nell'aumento del movimento d'importazione e di esportazione tra l'Italia e i paesi dove quella di preferenza si dirige. Gli stessi difetti che rendono all'estero inviso e disprezzato l'emigrante italiano agiscono beneficamente verso la madre patria. L'italiano in America o altrove, pel suo basso tenore di vita (standard of life), si condanna a tutte le privazioni; consuma poco, e sempre molto meno di quello che guadagna. Di più l' italiano la nazione e lo Stato, in forza della emigrazione subiscono indicibili amarezze ed umiliazioni, che talora possono tradursi in pericoli di lunghe e penose trattative diplomatiche e di esplosioni di odi - come dopo Marsiglia ed Aigues Mortes. Ciò eh' è ancora più strano e doloroso si è che il paese spesso deve ap • prendere delle notizie non liete sulla sorte dei nostri poveri emigranti prima che essi e·scano dal regno, o durante il loro viaggio, o appena sbarcati nel luogo ove sono diretti. Si apprende che essi sono stati ingannati o derubati da agenti o pseudo agenti di emigrazione; o che sono stati disumanamente trattati a bordo di certi vascelli-fantasma dove hanno incontrato la morte o il martirio; o che abbandonati a loro stessi - deboli, divisi, senza conoscenza della lingua del paese, senza mezzi di sussistenza _ sono stati accaparrati dai mercanti di carne umana, dai bosses che li sfruttano nel modo più scellerato. Ecco la necessità suprema dello intervento attivo, e intelligente dello Stato: necessità brillantemente formulate dall'on. Pantano in questi termini: « Problema altamente politico, sociale ed economico,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==