RIP'IST.A.POPOL.A.'l{BDl POU'flC.A. LBTTBR.E B SCIBNZB SOCI.A.Ll come in tutte le guerre degli ultimi tempi. Le cause sono tre: 1.0 la ripartizione disuguale delle ricchezze, cioè lo spogliamento degli uni per mezzo degli altri; 2.0 l'esistenza della classe militare, cioè della gente predestinata all'assassinio, ed educata per questo; 3.0 la dottrina religiosa menzognera, in gran parte scientemente ingannatrice, nella quale sono educate per forza le giovani generazioni. È per ciò che io credo, che non è soltanto inutile, ma anche cattivo, di considerare gli Ohamberlain, i Guglielmo II come cause delle guerre, perchè cosi ci si nascondono le cause reali che sono molto più prossime e alle quali noi partecipiamo. Noi potremo arrabbiarci contro gli Ohamberlain e i Guglielmo II e ingiuriarli, mà la nostra collera e le nostre invettive, se ci guasteranno il sangue, non cam- ~ieranno il corso degli avvenimenti, perchè gli Chamberlain e i Guglielmo II sono gli strumenti ciechi delle forze che Eono dietro di loro. Essi agiscono come. devooo agire perchè non pC'ssono fare altrimenti. Tutta la storia è una continuazione dei procedimenti dei politicanti, perfettamente simili a quelli che Lanno C'ausata la guerra del 'J.~ranwaal; è perciò che è completamente inutile e anche impossibile riscaldarsi co ·- tro essi, e condannarli, quando si vedono le cause re;,li dei loro atti, e quando si sente anche noi stessi colpevoli dell'uno o dell'altro di questi atti, secondo che agiamo relativamente alle tre cause principali che io ho rammentate. Finchè noi godremo di ricchezze esclusive, mentre masse di operai sono schiacciate dal lavoro, vi saranno sempre delle guerre 1er l'appropriazione degli sbocchi, delle miniere d'oro ecc..., necessarie per sistemare la nostra ricchezza esclusiva. Le guerre saranno inevitabili finchè noi faremo parte della classe milttare, finchè ne ammetteremo l'esistenza, e che non lotteremo contro essa con tutte le nostre forze. Se non siamo noi stessi della classe militare, noi la consideriamo non solo come indispensabile, ma come degna di elogio, e di più facciamo, quando scoppiando una guerra condanniamo in luogo di essa uno Chamberlain qualunque La guerra sarà sopi attut.to inevitabile, non solo quando noi ccnfesseremo, ma quando ammetteremo, senza indignazione nè rive lta, la sfigurazione. del Cristianesimo che ha nome Cristianesimo della Chiesa, e che ammette l'esistenza di un'armata cristiana, la benedizione dei cannoni, e che riconosce la guerra come un'opera cristianamei;i.te giusta. Noi insegnamo questa religione ai nos!ri figli, la proclamiamo noi stessi, e poi, affermiamo o Chamberlain, o Kruger colpevoli se degli uomini si uccidano tr~ loro. È perciò che io non sono d'accordo con voi e non posso biasimare gli strumenti ciechi dell' ignoranza e del male e vedo le cause nei fenomeni, all'aumento o alla diminuzione dei quali io posso da me stesso cooperare. Lavorare al livellamento fraterno dei beni; godere nella più piccola misura dei prhilegi avuti da parte sua; non par• tecipare in nulla all'opera militare; distruggere l'ipnotismo a mezzo del quale le persone, trasformate in assassini mercenari, pensano di fare un'opera buona a fare i militari ; e soprattutto confessare una religione cristiana ragionevole, sforzandosi di distruggere per quanto è possibile la dura impostura del falso cristianesimo, nel quale sono educate le giovani generazioni (1) - questa triplice opera costituisce, secondo me, il dovere di ogni uomo che desidera contribuire al bene, e che è giustamente rivoltato dalForribile guerra che ha commosso anohe voi. Mosca, 4116 d?°cembre1899. LE0NE TOLSTOJ. (1) Resta ben inteso che noi non dividiamo le idee religiose di Tolstoi. N. d. R. Ilmilitarismo ~al ~~~to ~ivist~atico. (1 ) « Si vis pacem para bellum » diceva la sapienza antica, e questa massima, che il Glumplowick giustamente stigmatizza (2) come quella che serve a mascherare atavistiche brame brigantesche di un Cesarismo non più consentaneo colla ragion de' tempi, costituisce tuttora il venerato Vangelo del moderno militarismo. E non a caso, o· per un semplice modo di dire, noi qui acecnniam0 al Vangelo, poiché - come acutamente osserva il Tarde (3) - il militarismo si manifesta a' giorni nostri, con tutti i caratteri di una vera e propria religione, sorgente di un misticismo nuovo, di un delii·io feroce. È questo barbaro misticismo che ha rid0Ltol'insegnamento della Storia nelle scuole, alla esclusiva esposizione e glorificazione smisurata delle imprese, delle virtù guerresche; é questo barbaro misticismo che ha creato una giustizia militare contrapposta alla giustizia civile, condanna trice degli innocenti, istiga lrice delle più basse passioni e de' più loschi interessi. avvelenatrice immonda del senso morale; é questo barbaro misticismo che - con ipocriti e bugiardi pretesti umanitarii - ha confinato sotto il p&nno dell'uniforme il sentimento sublime dell'amor patrio, pronunciando contro il libero cittadino che per impulso irresistibi 1e dell'animo impugna un'arma purchessia per difendere contro lo straniero invasore .il sacro focolare de' suoi padri - la odiosa e ripugnante condanna inflitta al brigaQte, al volgare assassino; condanna contro la quale insorge e insorgerà sempre con fiera e spontanea riluttanza tutta quanta l'onesta umana coscienza; é questo barba1·0 e fanatico misticismo che - per servirci delle acconcie e coraggiose parole del Laghi (4) é riuscito a sottrarre alla cognizione, non solo del popolo, ma degli stessi suoi rappresentanti, tutti gli affari esteri, col segreto diplomatico, e coll'affidare il diritto di guerra ai capi degli Stati: sicché i più alti interessi, l'onore, la vita di un popolo, la pace dell'umanità sono nelle mani di una diecina di uomini I Belli ed interessantissimi studii sono stati fatti, a' giorni nostri, intorno alla morale professionale, alla morale di classe, alla morale di partito; e sono state poste nella debita luce le modificazioni che il sentimento (i) Da un'opera d'imminente pubblicazione, su « L'Ideale della pace universale, gli ostacnll che ue Impediscono la reallzzazloue, e Il rln110, 1amento psico-sociologico della dlsclpllna lnterstatuale ». (2) Cfr. « Allgemeines Staatsrecht » Insbruck, \Vagner, 1897, p, 431. (3) Cfr. « L'opposition universelle », Paris, Alcan, 1897 p. 364 e seguenti. (4) Cfr. « Le basi scientiftche del Diritto internazionale » Par ma, Rossi-Ubaldi, i899, p. 35. (
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==