Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 2 - 30 gennaio 1900

'R._IVISTAPOPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALf scere quale è l'importanza di quell'educazione elementare che dovrebbe avere, come non ha ancora da noi, tutte le cure e dello Stato dei Comuni. Le scuole elementari sono quasi sempre le sole che il nostro popolo frequenti. Dopo pochi anni esso si disperde per le campagne e nelle officine, con nessun altro corredo di cognizioni se non quello che ha avuto in quella prima età. È raro il caso che si pensi ad assisterlo .nel tempo in cui è più grande il bisogno di una guida, cioè quando la maturità dell'intelletto lo rende più atto a meditare ed a sentire. Allora esso è solo. Tutto quel mondo che gli si è mostrato in cattivi libri di lettura, è così diverso da quello in cui si trova a vivere, che egli si spoglia assai presto di quelle false impressioni, e ne sorride. Sente il bisogno di tuffarsi nella vita; vuole in quella adoperare le sue energie, e si volge spesso -per una via che egli crede la vera e che spesso è fallace; e non abituato alla meditazione si lascia attrarre dalle prime più calde impressioni. A tutte queste cose pensò di certo Emmanuele Gianturco. Che la sua buona idea non desse subito il risultato che egli si attendeva, è cosa facile a comprendere. La tradizione di alcuni .cattivi libri di testo è così radicata da noi che non si può distruggere da un momento all'altro. Fortuna volle che gli uomini che gli succ~ssero nell'ufficio non abbanaonarono la sua idea. Il senatore Codronchi, dopo la prima prova mal riuscita affidò la compilazione di quei libri a due nostl'i conosciuti ed amati scrittori, a Vittorio Vecchi e a Giuseppe Cesare Abba, che aceolsero con grato animo !\incarico e lavorarono con molto amore. Era fatta tinita una buona volta con Carluccio e Pierino. Ma che cosa avvenne f È appena possibile crederlo. Tutti quei mercanti di libri, che hanno avuto fino1'a· certi monopoli, si sono levati come un sol uomo contro l'onorevole Baccelli che aveva l'ottimo proposito di prescrivere i due libri nelle scuole alle quali erano destinati, e gli hanno necessariamente, impedito di mandare ad effetto, per ora almeno, il suo disegno. È una ·rivolta che indica chi!lramen te in quali tristi e misere condizioni è il nostro spirito. È uno spettacolo triste: e il Consiglio di Stato si è schie1·ato dalla parte dei mercanti, come se fosse lecito in un paese civile, gjndicare delle più alte questioni morali con de' critesi amfoinistrativi. Ma è così pur troppo; e se a questi mali l'onorevole Baccelli, che ha molta nobiltà d' intendimenti, saprà apprestare quei rimedi che sono per ora possibili, egli si ·sarà conquistato un altro titolo alla benevolenza degli italiani. (Marzocco. 14 gennaio). G. Salvioli: Gli esordi dell'Agricoltura. - Tutto lo sviluppo economico dalla caccia alla pesca, al raccogliere radici, all'agricoltura rudimentale è strettamento collegato alle condizioni esterne: il processo economico di sviluppo non si fa nel vuoto, ma nella natura, coi mezzi ausiliQ-ri creati da essa; ed è per conseguenza determinato in un certo senso dalle condizioni persistenti nell'ambiente naturale. Questo non solo è vero per quelle fasi inferiori in cui l' uom·o utilizza per l' alimentazione quasi esclusivamente i doni spontanei della natura, ma anche negli stadi più avanzati l'influenza del suolo, l'abbondanza delle acque, della flora e della fauna, si fanno sentire. ln una foresta vergine dove le acque sono poco abbondanti non può trovarsi in uso la pesca: sopra montagne sassose e brulle non può e.;;sere l'agricoltura, come in piccoli isolotLi non si può prati care la pastorizia. Risulta anche da ciò evidente l'errore che ancora si trova in libri recenti di storia economica, di mantenere l' antica divisione dei popoli in cacciatori, pastori e agricoltori, che noi abbiamo dimostrata contraddetta dai fatti. Non '.si deve però concludere che lo stato della civiltà economica dipenda esclusivamente dalle qualità del suolo. Al contrario in certe circostanze la situazione favorevole di un paese, che permette agli abitanti una vita discreta· coll'uso di mezzi relativamente inferiori, può precisamente essere la causa del persistere di un'economia inferiore. Perciò certe popolazioni del Pacifico per l' abbondanza del pesce non sono ancora divenute agricole nello stesso modo che i Patagoni, i Puelchi, i Charrua, le tribù pel gran Chacu nell'America per I' abbondanza della caccia, e gli arabi del deserto e i Touares del Sah&ra per l'aridità della terra sono ancora pastori, e di caccia e di pesca vivono esclusivamente nelle regioni gelale gli Esquimesi. Sebbene il trapasso ad una economia superiore non importi un genere di vita superiore, costituisce sempre la base di una civiltà più avanzata, e quando condizioni favorevoli a una forma economica nuove esistono, allora i paesi ove la natura è meno pro. diga, possono divenire i centri di un fiorire di civiltà relativamente rapido, come lo prova uno sguardo gettato sui territori dei popoli civilizzati e semicivilizzati della vecchia America. Come poi sia avvenuto il trapasso dell'agricoltura rudimentale a quella perfezionata, va oltre il tema che qui si siamo pi·oposti d' illustrare. Dirò solo che quest'ultima si collega allo sviluppo dell'allevamento del bestiame, all'impiego dei buoi e dei cavalli per tirare l'aratro. L'uomo non si ridusse all'allevamento p~r servirsi della carne, a ciò bastando la caccia, e tanto meno del latte, che da certi popoli pastori non è usato, ma per avere animali da tiro, e le religioni nrientali nel bue che rivolta coll'aratro le zolle feconde simboleggiavano e adoravano le forze creative delfa terra madre. Ma siamo allora ben lontani dall'epoca della pietra levigata a cui appartengono gli esordi dell'agricoltura, la mammella dei popoli. (Rivista italiana cli Sociologia. Settembre-Ottobre 1899) (1). Théobald Ziegler: Sul limitare del nuovo secolo. - Il giudizio sul passato secolo é per la Germania specialmente interessante, perché durante il medesimo tutta la sua attività è stata assorbita dal suo rial:.rnrsi nella scena del mondo e alla formazione di quella unità germanica che era l'ispirazione unanime dPl suo popolo. A questa formazione hanno concorso le anime, le idee e le opere in tutti i rami: governo, letteratura, arte, scienza, filosofia, teologia, evoluzione sociale, industriale commerciale. Molti problemi vi sono ora da risolvere, fra i quali campeggia principale la conquista della. libertà, sognata a!la fine del secolo XVIII, tentata senza raggiungerla nel secolo XIX, e alla quale devono tutti prepararsi, passando sopra ai pregbdizi che vi fanno ancora ostacolo, e rovesciando le ultime barriere che vi si oppongano. Sarà l'opera del nuovo secolo: essa è grande, e dipenderà dagli. uomini che sia feconda. (Neue Deutsche Rundschau. Gennaio). (i) Questa non è che la conclusione testuale del lungo ed importante articolo del Salvioli. N. d. R. Raccomandia:r:no calda:r:nente agli abbonati che ancora non si sono :messi in regola coli' A:r:n:r:n.ne a volerlo t'are il più solleci ta:r:nente possibile. On. 'Dr.NapoleoneCola;amii proprietario, direttore-responsabile. -----------~,A./'~/',~,r,.../"vl"\~~,r,.r,..., Roma Tipografia via Gigli d'Oro 16.

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