Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 2 - 30 gennaio 1900

'l{_JVISAT POPOLJRE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl sulla sua fronte. Basta ricordare le massime che gli Apostoli e Santi ci hanno lasciato intomo ad essa per rilevarne la condizione, che in quell'età famosa dei cavalieri e dell'idillio non era quale i poeti ce l'hanno tramandata nei loro canti, rispecchianti, più che la realtà, la semplice aspirazione di anime solilal'ie. li chiostro era la tomba naturale, nella quale vei:iiva soffocata la sua ribellione alla tirannia domestica, ed il carnefice sorgeva vindice spietato e feroce della legge violata, quando avesse peccato e, vinta dall'angoscia, dal timore, commesso un delitto. Se i letterati, i filosofi e gli scienziati del passato consideravano la donna come « un essere inferiore », i legislatori logicamente avrebbero dovuto sancire contro di lei una pena relativamente mite di fronte a quella che s'infligggeva all'uomo. Ma avvenne tutt'altro: osserva il Ferriani: « nel giudizio parità di trattament,), nell'esame delle cause, determinanti o scusanti il delitto, l'arbitrio, la prepotenza; quindi la donna fu sempre vittima sia di fronte alla famiglia, sia di fronte al cod_ice penale. E questo stato di cose durò a lungo, e possì"amo dire fino all'unificazione del regno d'Italia ». (1) Oggi i! legislatore ha riconosciuto il reato d'infanticidio come un reato sui ,generis, un vero prodotto dell'ambiente sociale ed ha Rancito una pena_ piu mite, ma si ~ guardato bene dal miglior;-1re la condizione della donna sicché ancora continua per essa il solito sistema di oppressione, _e,disgraziatamente la schiavitù del passato si é talmente immedesimata nella sua coscienza e nelle sue idee, che ella trova la sua condizione naturale e normale. Poche sono infatti le donne che reclamino i loro diritti: il continuo asservimento al sesso forte, il moderno sistema di educazione ed istruzione soffocano entro di loro ogni idea di santa ribellione. Il Ferriani osserva che l'unica panacéa contro il reato d'infanticidio sia una migliore educazione ed istruzione da impartirsi alla donna. Rileva che questo reato si commette per lo più dalle classi umili del popolo, qualche volta dalla borghesia agiata, rarissimamente dalle cl&ssi aristocratiche, per la semplice ragione che se una signorina è sedotta, lo scandalo é soffocato dal matrimonio, già vagheggiato dal seduttore, mentre poi i seduttori si trovano in tutte le classi e di preferenza in quelle del gran mondo, dove l'onore della popolana é considerato merce che si acquista con l'oro. É questa una gra!lde verità. La corruzione che invade le diverse classi sociali é causa prima e precipua di questo reato; ma se, penetrando nel santuario della famiglia, si rimane nauseati tanto dell'alto quanto del basso ceto, bisogna ri~onoscere che la donna che é insufficientemente protetta per la sua speciale r.ondizione, in quanto rimane vittima non solo della corruzione di famiglia, ma anche e più spesso dalla miseria, é la fanciulla operaia che lavora e soffre, la cui posizione preoccupava la mente ed il cuore di Jules Simon. E ciò é naturale : nella ricca borghesia la corruzione non produce tutti quegli effetti disastrosi che arreca nel basso popolo, come oggi si dice dai superuomini, poiché In fanciulla operaia, una volta sedotta, viene abbandonata come un inutile cencio, in preda alla disperazione ed al pianto, a lottare da sola contro l'ambiente sociale, da cui non raccoglie che disprezzo, e molto spesso contro la propria famiglia che la scaccia come una meretrice. Il Ferriani scrive che « per prevenire il male occorre migliorare la famiglia, inculcando in tutti che l' istru- (i) Ferriani: L'infanticidio nel codice penale e nella vita sociale. zione é cosa ir·risoria, anzi, peggio ancora, dannosa, quando non é accompagnata dall' educazione ». Belle e sante parole, ma semplicemente parole. Per poter conseguire un tale scopo occorrono il tempo ed i mezzi economici; altl'imenti si potranno istituire scuole popo~ lari, finché si voglia, con tutte le buone intenzioni da parte dei governanti, ma queste istituzioni, fincl1è non sia migliorata la condizione economica dell'operaia, rimarranno una vu0ta formula, un pio desiderio, se pur non suoneranno come una crudele ironia. Essa lavora tredici e persino quattordici ore al giorno, e la sera ritorna in seno alla famiglia stanca, esausta di forze, assetata di riposo, messa così nell'assoluta impossibilità di parLecipare ad ogni godimento dell'intelletto e del cuore .. E sr ,può quindi melanconicamenLe notare che le nostre leggi hanno in teoria delle bellissime ed utili disposizioni, ma il guaio gli è che queste sono in evidente contraddizione colla vita pratic;a, ed allora la vita giuridica é tutt'altro che l'espressione della vita reale dei popoli ► come comunemente si dice. Ho voluto visitare una fabbrica, dove da un ricco industriale -;ono impiegate al lavoro centinaia e centinaia di figlie del popolo, il cui salario, lavorando dalle cinque di mattina fino alle otto di sera, sale fino a settanta centesimi. Ebbene, il nauseante odore che emana dall'ambiente in cui lavorano, gli imprenditori che severamente sorvegliano, il silenzio che regna fra loro, imposto dal regolamento di disciplina, interrotto solo dal rumore delle macchine, il magrissimo salario m'hanno richiamato alla mente la vita identica che menauo i condannati nelle patrie galere, con questa sola d:fferenza: che mentre i delinquenti stanno sempre rinehiusi, queste povere donne, come si é detto, verso le ore otto di sera sono libere di far vedere per le vie della città la loro pallida bellezza, t,acrificata spesso dalla miseria al denaro di qualche ganimede che ronza loro intorno. Queste operaie poi non solo sono insidiate fuori, ma anche dentro la fabbrica. Gli addetti all'osservanza del rigido regolamento disciplinare, la cui infrazione si risolve in un.nuovo sistema di sfruttamento, in quanto dà luogo a multe, (che colpiscono quel grosso salario I) per lo più sono giovani, aitanti della persona, sono i figli del proprietario della fabbrica, i quali sbirciano qualche fanciulla belloccia e modesta; cli qui comincia la seduzione e la vittima é designala. Si potrà parlare di virtù, di pudore, di libero assentimento da parte della fanciulla, quando questa assediata dalle carezze del suo superiore si trova nel triste bivio o di dover cedere o di essere cacciata dal lavoro in caso di rifiuto? I genitori sono poveri, ed essi, quando il sentimento morale non é in loro molto sviluppato, mal saprebbero sopportare che non contribuisca col suo lavoro al rude disco famigliare. Di queste donne ce n' é una infinita moltitudine in tutte le industrie e sarebbe troppo lungo passare in rassegna tutli i lavori a cui sono addette le donne, le quali oggi col sistema di economia moderna sono preferite agli uomini, perché il loro lavoro costa meno e sono di animo mite, mentre l'operaio é di sentimenti ribelli. In quanto agli effetti deletari alla salute del loro organismo basti ricordare ciò che la stati!;,tica ci dice nel suo freddo linguaggio: l'operazione di sovrapporre agli specchi il mercurio é addirittura letale pel feto delle donne gravide. Di queste donne che lavorano in piombo il 58 °1 0 abortiscono ; il 78 °1 0 dei nati da esse nascono morti e dei 21 °1. nati vivi appena il 13 :10 raggiungono il 2° anno di vita. Ma lasciamo pure questa lugubre litania; sono fatti troppo noti e non hanno bisog,,o di essere illustrati.

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