'R_IPISTAPOPOLARE 'IJIPOLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 7 giormente nella immoralità e nello intrigo, che si assidono signori e donni su tutti i nostri istituti economici, noi crediamo che lungi dall'ottenere un vantaggio per l'istituto agrario si arriverà invece a danneggiare le cas e postali di risparmio, quali che possono essere le garanzie del credito agrario. E del resto ... sia pure che si avverassero tutte le previsioni del Ferraris e si arriverebbe ad ottenere meglio che 500 milioni in dieci anni - mentre le cifre statistiche indicate non danno sufficiente garanzia sull'aumento dei depositi. Ma sia pure che si potesse istituire e far funzionare il novo ordinamento agrario, basterebbe esso ai bisogni immediati dell'agricoltura nazionale? In fatto, mentre l'eccedenza dei depositi delle casse postali fu di 43.248.335 nel 1897, scese poi a 33.784.920 nel 1898, e se si ha un nuovo anmento - senza arrivare alle cifre del '97 - per l'anno in corso, non si può da questo solo aumento legittimamente indurre che l'eccedenza arriverà presto ad una media da 50 a 60 milioni all'anno; ma neppure questi ipotetici 50 o 60 milioni all'anno basterebbero ai bisogni immediati dell' agricoltura. Lo stesso Ferraris, facendo tesoro degli insegnamenti del Thorold Rogera e del Jacini, insegna che per attuare 2.471.4~3, la Francia una per ogni 2.556.138. Abbiamo poi un avvocato per 1350 abitanti, un medico per 1400 (la Germania ne ba uno per 2.000), una pleiade di giornalisti e pseudo letterati, una miriade di licenziati aspiranti ad impieghi ... per dare sfogo ai quali si complica ogni giorno più la. macchina burocratica, con grave danno del bilancio su cui gravano 82 milioni per sole pensioni, e contro il disbrigo e il retto funzionamento degli affari. Si spenda un ro' meno per gli studi classici e le Università, e assai più per le scuole agrarie ed industriali ! Sarà bene per tutti. Ma, dove trova-e i fondi per provvedere a questi bisogni urgentissimi dell'agricoltura nazionale? Diamo un po' uno sgmndo al bilancio de lo Stato e rileviamone qualche cifra. Su 1700 milioni di entrate ne troviamo stanziati a1,pen'1 11 per l'agricoltura mentre le spes0 del debHo pubblico e quelle militari assorbiscono la miseria di 1077 milioni, 703 spese del de - bito pubblico, 374 spese militari, una percentuale sulle entrate che, secondo i calcoli del Flora e di altri, sale oltre il 77 OlO (1) delle imposte. Ecco dove ei deve tagliare senza pietà se si vogliono trovare i mezzi per aiutare -l'agricoltura. una agricoltura intensiva occorrono 740 lire di capitale cir1.,olante per ettaro, e per una cultura media da 400 a 500 lire per ettaro, e quindi la miseria di 15 miliardi nel primo caso per coltivare i 20 milioni di ettari di terreno esistenti in Italia, e da 8 e 10 miliardi nel secondo - quasi intera la fortuna mobiliare dell'Italia che ascen • Le vittime. * .... = Nat'lle ! il gran giorno per noi! Quante famiglie il lotto! Che cosa possiamo temel'e di più. Ritornando all'argomento nostro, non basta antici pare i concimi e le semente ed il macchinario agricolo a proprietari e coltivatori, che non hanno cognizioni agrarie, a dar le quali non sarebbero sufficienti le proposte cattedre ambulanti di agricoltura; nè l'istituzi"ne del credito I ..... (i) (Rire di Parigi). -de solo a 17.500 milioni! - Altro che i 50 o 60 mi- (1) Per non farP. andare in collPra l'agregio Comm. Martinotti agrario darebbe la possibilità di fare certe opere necessade a fertilizzare e- annui' Non sarebsopprimiamo la paro1a rovente. J . .-1. R. bero che una piccola cosa i depositi di tutt3 le nostre casse di depositi e risparmi che arrivano appena ai 2 miliardi! Non possiamo ripetere ancora, come in Inghilterra: « Troppa terra in proprietà e troppo poco capitale per coltivarla! » Rendere la terra coltivabile dove non lo è, coltivarla razionalmente in ogni loco, creare dei buoni agricoltori, ecco i problemi più urgenti da risolvere per sollevare le sorti della nazione e render possibile il funzionamento regolare di un qualsiasi ordinamento agrario ben inteso. Al primo - cui abbiamo accennato - si può rrovvedere da lo Stato con bonifiche, canali di irrigazione, serbatoi di acqua, rimboschimenti, limitazione dei latifondi; al secondo con la destinazione di capitali considerevoli ; al terzo con la istituzione di vere e proprie scuole agrarie governative da disseminare in tutta la nazione. L' Italia con la percentuale più elevata di analfabeti, ba il maggior numero di dottori, avvocati ed altri disJccupati intellettuali, e appena appena qualche scuola agraria. Noi abbiamo circa un'Università per milione di abitanti, mentre la Germania ne ha una per stèse regioni, a sufficienti. qual uopo le imprese private so:10 inVi son delle intere regioni da prosciugare, canali da aprire, forze idrauliche da utilizzare, vi son dei monti da rimboschire, tutte opere che darebbero tesori di ricchezza alla nazione, ma a compir le quali è necessario che lo stato intervenga validamente. L'agro romano gravido di miasmi, le Puglie assetate, i ter1 eni paludosi ed i latifondi di Si,•ilia, la Sardegna abbandonata, quali sorgenti di vera ricchezza per la nazione! Là ove oggi la malaria uccide; la siccità isterilisce, la terra incolta produce il brigantaggio, l'abigeato, la maffia, là potrebbero in uri avvenire non lontano sorgere messi dorate e vigne ubertose e freschi giardini e da una miriade di bianche case - novi san - tuari della civiltà - fra i prati freschi olezzanti profumi, sotto il bel cielo d'Italia, ai raggi amici del sole vedresti l' agricoltore trio~fante sciogliere un mno di gioia alla natura! Ed i nostri fiumi, che abbandonati al loro impeto (1) Vedi: prof. Feci. Flora prolus. letta il 6 clic. 97 all'Un. di Genova - N. Colaianni, La fame e le cifre. Riv. Pop. anno 3. n. 21 - Tito Canovai, Nuova Antologia del 16 nov. 98.
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