RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 17 e precisare agli amici e agli avversari come dovrebb'esser ordinala praticamente codesta benedetta repubblica. La sovranità popolare come dovrà funzionare? come in Francia o come in Svizzera? E per lo stato laico: abolirete voi il bilancio dei culli? renderete ai parrocchi:rni il diritto di nomina dei parroci? che farete del patrimo11ioecclesiastico? a chi ne consegnerete la gestione? rinuncierete agli exequatur placet? e la materia delle Opere pie vincolate ad ingerenze ecclesiastiche l'avete studiala? e col Sommo Pontefice come vi comporterete? Ab,)lirete di fatto le corporazioni religiose ripullulale? Lascierete libero l'insegnamento chierica le? - L' italianità di Trieste! E chi le contesta?? Ma come risolvere la questione delle razze nell'Istria qualora venisse annessa ali' Italia? Sono questi i Nuooi Problemi intorno ai quali i giovani domandano nozioni positive, risposte chia1·e e concrete. Altra parola che non si vuol sentire da alcuni repubblicani é quella di Federalismo, che sembrano riguardare come bes~emmia contro l'unità, e ciò perché non lo conoscono. E necessario divulgare informazioni positive, concrete, precise di cose e d'istituzioni. Invece di discutere sulle idee generiche del Programma e del Metodo, é meglio fare un po' di propaganda di storia delle istituzioni, di geografia e di statistica compnrala. Niente discussioni asfratte, ma precisate, precisate, precisate. E perché non affrontare questioni economiche non meno urgenti tra partili che sentono davvero le ardue responsabilità di ciò che promettono? Che farete dell'eredità d'impegni che lo sgoverno di quarant' anni lascerebbe ai succe~sori? Ridurre8te il tasso della rendita? Su quale spesa potrebbesi immediatamente menare la falce? Quali servizi pubblici spostare subito dal centro tutto assorbente? Quali imposte abolire? quali alleviare~ E come trasformeremo praticamente l'esercito in armamento popolare? Quar:te incognite, quanti punti oscu1·i a cui lo studio dei sociologi e politici dei partiti popolari dovrebbe recare contributo di informazioni di chiarimenti, di convinzioni maturate e decise! (Educazione politica. 1 Gennaio). In AlsaziaLorena. - Si é affermato che gli Alsaziani e Lorenesi non protestano più contro l'annessione, che si rassegnano al nuovo stato di cose, che l'Alsazia e Lorena sta per cessare di essere francese di cuore. Noi abbiamo da fare su ciò molte riserve. Una delle cause di distacco sarebbe che gli annessi non avrebbero in Francia che degli amici entusiasti e malaccorti, mentre che gli uomini riflessivi si terrebbero in disparte. Se é vero però che il gran pubblico pensa all'Alsazia Lorena vagamente, a certe date soltanto, che le manifestazioni dinanzi alla statua di Strasburgo o al monumenlo Gambetti sono poco entusiaste, non bisognerebbe dimenticare che la questione preoccupa gli spiriti superiori, l'élite. Si dice che gli als1iziani e lorenesi emigrano sempre di meno, ma ciò in gran parte é l'effetto naturale e prevedibile d'una emigrazione sproporzionata con la cifra iniziale della popolazione. Infatti dal 1871 al 1875, 80,000 giovani si sottrassero al servizio militare tedesco, dal 1875 al 1887, 120.000, e da allora, 6000 l'anno; e dal 1890 al 1893, 7000 famiglie indigene hanno abbandonate le province annesse. E queste non sono forse cifre straordinade su di una popolazione che era di 1.500.000 nel 1870? Del resto l'emigrazione é slaLa spesso un errore perché si sono allontanati di là troppi elementi giovani, energici, indipendenti e coraggiosi, favorendo l'immigrazione e l'influenza tedesca. Nel 1894 l'elemento alsaziano era disceso ali' 81 °1 0 e i giornali annunziavano che un gran numero di abita·òoni erano deserte: 4500 nella Bassa Alsazia, 3800 nell'Alsazia, 6800 in Lorena. Non è vero nemmeno che il temperamento alsaziano abbia delle spe ciali affinità con quello tedesco. Se da 2000 anni delle tribù germaniche si sono stabilite in Alsazia, la razza primitiva non é disparsa. Nei Vosgi si trovano dei tipi cellici e delle teste romane ben caratterizzate: e nella pianura, ove tante orde sono passate, si trovano dei villaggi detLi svedesi, di cui gli hbitanti si distinguono netta:-r.enLedalla generalità di quella degli altri villaggi d'indigeni. Come ii tedesco l'alsaziano é laborioso e tenace, nia ha più spirito d'ordine, più esprit de suite, apprezza meglio ciò che sa di gusto e d'arte, è più generoso, più disente1·essato, più devoto e accessibile alle idee elevate. Malgrado alcune affinità, e appunto per queste, quando in due razze che hanno dei tratti comuni, una vuole imporsi all'altra, quelle affinità diventano un ostacolo alla fusione, nel modo stesso con cui due elettricità del medesimo nome si respingono. L'argomento finale degli avve~sari poi ci sorprende. - « La Francia - dicono - non sarebbe francese che per caso e per simpatia. Per simpatia sì, ed é vero, ma per caso? Ciò vorrebbe dire in modo imprevisto, insolito? Ma il trattato di Vestfalia fu il l'isultato finale di lunghissima deliberazioni in cui tutti i sovrani erano rappresentati. Nel 1708, l'ambasciatore del primo re di Prussia scriveva: « L'Al- « sazia sarebbe pe1· noi un imbarazzo. È notorio che i « suoi abitanti sono più francesi che i parigini.» Quando Luigi XIV investì Strasburgo, due giorni dopo la città gl~ apriva le porte, il 30 settembre 1681,mentre quando nel 1870 v'entrarono i tedeschi, a testimonianza stessa dello storico tedesco Heimveh (Ricordi del 1870-71 - Berlino, Sigismund 1894) non fu così, tanto che la proclamazione del governo provvisorio che dichiarò Strasburgo città tedesca,tfu coperto in un momento da altri manifesti colla parola: Jàmais. Voi volete dunque un conflitto? - ci si dice - quel conflitto che se scoppierà, trascinerà Stato e Società? No; noi pensiamo che il tempo non sia ancora giunto; ma, fosse anche prossimo, noi vorremmo con tutti i nostri voti una soluzione pacifica. Presto o tardi un accomodamento s'imporrà per interessi superiori che, basati sulla giustizia e il diritto moderno dei popoli, potrà esser accettato tanto dalla Francia che dalla Germania. L'idea dell'arbitrato é giusta, e del resto parecchi trattati furono modificati dopo 50 anni col consenso della parte interessata. Quando la parte migliore delle due nazioni l'avrà compreso, l'idea penetrerà presto nelle masse. Noi crediamo alla forza delle idee conformi alla giustizia e all'umanità. Allora, dopo la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, avverrà la dichiarazione dei Diritti delle nazioni. (Revue Bleue. 30 Dicembre). Goblet d'Alviella: La rappresentazionperoporzionale e Il regimeparlamentare. - La Camera Belga ha adottato, dopo 33 sedute di discussione, il principio della rappresentazione proporzionale nelle elezioni legislative. E la prima volta che ciò si tenta su scala così larga. La rappresentanza proporzionale senza essere una panacea - non vi sono panacee, né in politica né in medicina - rettificherà il meccanismo-del governo parlamentare, assicurando a ciascun gruppo assai numeroso di elettori una parte di mandato in rapporto con la sua forza numerica, e sopprimendo la finzione che,~sotto il regime delle maggioranze, fa gli eletti mandatari delle minoranze come delle maggioranze. Sarebbe temerario immaginarsi che, dall'oggi al domani, essa possa fare regnare nelle elezioni i costumi idilliaci predetti da certi suoi apologisti, ma essa introdurrà certamenLe un elemento di pacificazione e anche d'onestà. Essa farà penetrare la lotta anche nelle circoscrizioni più infeudate a certi partiti, e
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