Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 1 - 15 gennaio 1900

... 12 RIVISTA POPOLAR...t:. JJJ POU'flCA LETTERE E SCIENZE SOCIALl dividuale, si verificano delle contradizioni che in un uomo e tutto d'un pezzo » sembrano impossibili. Se immaginaria non fu la esistenza del Nazzareno, è certamente in gran parte immaginaria la sua « vita > • La parte anedottica, come la tendenza spirituale, rimangono per i primi cristiani una creazione subordinata a un fine prefisso: quindi la leggenda emerse e di venne tradizione. L'opera collettiva sta nello avere concepito il Cristo come un Maestro, dando al medesimo una tendenza che in illo tempo1·e era sospiro delle genti, aspirazione alla universale giustizia .:_ aspirazione alla universale fraternità - aspirazione alla universale libertà. Credere che queste tre tendenze fossero un portato del Nazzareno può soltanto chi non conosca gli antichissimi tempi o li studia con le traveggole della Chiesa. Ma la creazione collettiva, quale risulta dalla Chiesa evangelica ed apostolica, non poteva soddisfare a lungo. Il Cristianesimo si venne rivelando così pieno di difetti e guai, che la reazione si manifestò ovunque; e tra il progresso e il regresso della vita umana apparve il protestantismo. Per non dover ripudiare il Cristo, divenuto simbolo di redenzione, la società colta s' impadronì di esso e lo plasmò secondo il genio moderno. La creazione collettiva si compiè procedendo,, ad una immensa trasfigurazione .... per il secolo che viene I Il CRISTO moderno è la concezione dell'Umanità individuata: non però della Umanità reale e corretta, ma della Umanità semplice e poetica. È in Cristo personificata la Natura umana sotto l'influenza dell' Ottimismo, e non del Pessimismo. Il Cristo moderno è antidarwinista per eccellenza, dal punto di vista etico. I moderni han trovato conveniente di idealizzare l'Umanità, poichè il Cristo è creazione che non si distrugge in breve dopo diciannove secoli di storia, e sopratutto perchè esso è fatto simbolo di una umanità fanciulla di una umanità sofferente, di una umanità sublimata. Non è più il Cristo crooifisso, il Martire ; è il Cristo consolatore, lo spirito creatore della poesia che avvince uomini e popoli. Mercè questa nuova trasfigurazione, l'Umanità ottimista incarna in Cristo sè medesima; Gesù è passato - per sempre. Il simbolo del Messia non è più ebraico, - è umanitario, e la vita religiosa si fonde con la vita civile. Il Cristo moderno non appartiene alla Chiesa, appartiene agli spiriti liberi che credono nella concezione idealistica della società. Il Cristo ecclesiastico diceva al mondo : Noli nie tangt,re! Il Cristo del nuovo millennio dice: La poesia è il paradiso della vita. Con che molti intendono che il moderno Cristianesimo, svincolato da ogni pastoia teologica o chiesastica, proclama suprema virtù la verginità della psiche, la santità dell'amore,!la"'.solidarietà delle genti. Se il Cristo moderno possa incarnare lo spirito di ribellione, o se piuttosto non insegni a trasformare le condizioni della vita con mezzi mansueti è questione che nessuno può. ancora risolvere. Che la Chiesa si disponga a ripudiare il leggendario Gesit per riconoscere il Cristo della modernità, non si può pretendere. La tradizione è base alla potenza ecclesiastica - e se la tradizione è tocca - addio gerarchia! Ma le genti che, illuminate dalla scienza e dalla spiritualità umana, vogliono senza ipocrisia affermarsi cristiane, non abbisognano di evangelii: lo Spirito Creatore scende su tutti ... anche senza batter~ ad una « Porta Santa>. Basta aspirare alla suprema_ virtù del libero Cristianesimo. Il libero Cristianesimo non aspira alla potenza tem~ porale, ma alla influenza sociale. GESÙ è morto - viva CRISTO I G. N. BRESCA IL CARATTEREMORALE ( Continuazione. Vedi Num. precedente.) Per avere però il semplice carattere morale, che può. essere dote anche degli uomini più modesti, non è condizione indispensabile l'assoluta immutabilità delleopinioni. Sulla conosct:nza dei fatti, che sono un dato della natura, indipendente dalla nostra volontà, si fondano le induzioni, e da queste derivano le deduzicni. Variando adunque quantitativamente e qualitativamente le conoscenze in un dato individuo e nella intera società non possono non variare anche le induzioni e le deduzioni._ E se queste, che hanno per base il fatto certo, possono mutare, è molto più naturale che mutino le opinioni)_ che consistono nel semplice acconsentimento dell'intelletto intorno alle cose dubbie. Delle cose non certe è opinione, delle certe è scienza. Il pensiero ed il senti-- mento dell'individuo si evolvono come l'intero organi-. smo sociale, come l'intera natura. L'uomo interno non. può noti •subire l'influenza modificatrice esercitata da un-_ complesso di coefficienti, detti, con una sola parola, « am~ biente ». Di ciò, con rarissima competenza, ha scritto diffusamente il Sergi: « Un individuo - ei dice - vivein un ambiente piccolo primitivo, che è la famiglia, la.. quale vive in altro ambiente più grande che è la città,._ e questa fa parte dell'ambiente ancora più vasto che èla nazione, il popolo, e infine questa, fra popoli civili.,.. in altro vastissimo che è l'internazionale. L'individuo è il centro d'una sfera, che è composta di sfere concen-- triche, di cui la più esterna, la più universale poi è l'am .... biente fisico..... È vero che l'individuo, quando è formato, è già un risultato, un prodotto, di cui un fattoreè l'ambiente stesso; ma esso ha un che, esso è già un.. fattore della sua costituzione individuale formativa e for--- mata. L'individuo è una forza che reagisce alla forza.. dell'ambiente, e in quest'azione e reazione esso prendeuna forma, una struttura peculiare che lo rende pecu-. liarmente distinto nella gran massa degli altri indivi--.. dui » ( 1). Il carattere in generale, adunque inteso come l'impronta e la forma dell'animo riflettentesi nelle azioni1 umane, non è una premessa, ma è un risultato; non è un fatto innato nella sua interezza, ma in gran parte: acquisito. Quante idee e quanti sentimenti muovi non posi,ono in noi suscitare, e un libro importante, e una donna bella e gentile, e un quadro originale della na--- tura, e una· grande opera d'arte, e un cadavere, segna~. tamente se di persona da noi conosciuta, amata o ammirata nello splendore della sua bellezza e nella pienezza.. delle sue forze I Udiamo il Carlyle: « Forse, l'incidente decisivo della. vita di Lutero fu la morte del suo amico Alessio, col-.. (1) Opera citata p. 164.

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