( RlVISTA 'PO:'OLARE Vl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 229· resco combaLtente per l'Ideale nella vita e nell'arte; morto, ~ompiansi ed esaltai r.-onpa1·ola disadorna certo, ma che veniva dal fondo del cuore. Nessun « delicato riguardo verc;;o chi in questo momento si.a a capo del Municipio di Palermo » nessuna debolezza verso quelli cui « l'associ,izione del nome di Perez col nome d1 Cavallolti sarebbo riuscita amara » mi avrebbe imposto il silenzio su ciò che sentivo di dover dire. Ad altri il transigere con la coscienza, non a chi da vent'anni. modesto mR indefesso, è rimasto su la breccia, sentinella perduta di 1.1uellaparle politica gloriosa che vanta Manini, C;:itt1rneo,Giuseppe Ferrari, Alberto Mario, Aurelio Saffl. Con una forte stretta di mano e le più cordiali congratulazioni per l'opera tua recente di pubblicista sulla Sicilia, mi raffermo Affez.mo GIUSEPPE PrPITO)(E - FEDERTGO Palerm,o, 8 Dicembre 1899. Lu' ltimliobrdoiAchilLleoria (t) Il rinnovamento degli studi econom1c1m Italia negli ultimi decennii è principalmente dovuto al rigore metodico, cui i nostri scrittori si ispirano. La rilevanza di un contributo scientifico certo dipende dalle attitudini intellettuali del suo autore, ma il dominio degli strumenti d'indagine, che si è diffuso con sorprendente larghezza, ha consentito anche a mediocri ingegni di concorrere fruttuosamente all'investigazione ed alla critica teoretica, ed ha permesso alle menti più fulgide di raggiungere vette, alle quali altrimenti non sarebbero pervenute. Il Loria alla mirabile genialità, temprata e rinvigorita dalla meditazione profonda e dalla smisurata dottrina, congiunge una scrupolosa severità di ricerca: donde il successo altissimo delle sue opere fondamentali, cui fa degno riscontro il recente • libro snlla « Costituzione economica odierna. » Il quale per la continuità della materia trattata si collega intimamente all' « Analisi della proprietà capitalistica » e completa il programma delineato in altri lavori dell'autore, particolarmente in quello « sulla rendita fondiaria» ed in quello sulle basi economiche della costituzione sociale. » La suprema importanza dell'ordinamento della pro prietà della terra sulla produzione e la distribuzione delle ricchezze è il principio che campeggia pure nel libro dedicato all'esame della costituzione economica odierna. Il Loria riafferma che data la libertà della terra, cioè supposto che ciascuno possa appropriarsi quella n11ità fondiaria, la quale è coltivabile col suo lnvoro, l'economia deve presentare. basi egualitarie. La forma caratterist.ica di associaz.ione fra il produttore di cai itale ed il lavoratorE'l è quella che l' autore denomina mista, nella quale i due cooperatori della pro duLione restringono la propria attività sopra una estensione pari all'unità fondiaria, per intensificare il proprio lavoro, e distribuiscono in parti up;uali il prodotto, non JJOtendosi commisurare la pena inerente all' astensione dal consumo del capitale sofferta dall' uno, colla pena inerente all'astensione dalla terra, sofferta dall'altro. Anche se ammessa l'occupazione della terra, le istituzioni giuridiche dotassero ciascun lavoratore del diritto di stamiarsi sopra l'unità fondiaria, le conseguenze fondamentali non sarebbero diverse; si map.ife. starebbero secondarie differenze in riguardo alla successione delle varie forme d·associazìone, ma a parere dell'autore, prevarrebbe pure in co ·esta ìpotesi, il riparto del prodotto in ragione eguale fra il capitalista --ed11 lavoratore. L'accumulazione gioverebbe solo ad acçrescere il risultato_ del lavoro, mentre disgiunta da (1) La « Costitu.~ione Economica odicl'na » di Achille Loria. (Torino, Boci;a, 1899). questo non sarebbe fonte di redditi<>nè si scinderebberò in due classi economiche i lavoratori ed i capitalisti. Ma quando difettano terre coltivabili col puro lavoro e mancano istituzioni giuridiche: le quali garan tiscano al lavoratore la disposizione dell'unità fondiaria, sorgono redditi distinti respettivamente percepiti dal proprietftrio della terra, dal capitalista, dall'operaio, e questi è costretto a cedere la propria forza di lavoro a colui che ha i mezzi di impiegarlo e di ottenere l'uso dell'area. occorrente alla produ~ione. Per risolvere il problema fondamentale della distribuzione in tali condizioni, il Loria inizia l' analisi d' un caso semplice : quello in cui solo capitalisti e lavoratori si trovino di fronte supponendo da prima che sianvi un capitalista unico od una associazione di capitalisti ed un lavoratore unico od una associazione di lavoratori. Il saggio delle mercedi dipende dalla respettiva forza di resistenza delle due classi capitalista e lavoratrice: qualora si ammetta che il salario superi il minimo necessario alla sussistenza, si può facilmente intendere come riesca agli ope ai di accumulare una data quantità di ricchezza, che valga a mantE'nerli nel periodo di cessazione volontaria del lavoro. Certo l'aumento di salario richiesto dai. lavoratori dev'essere uguale almenoal profitto della ricchezza che perdono durante lo sciopero, mentre il capitalista sarà indotto ad accordare questo aumento duraturo di mercede, solo ove gli imponga sacrifizio minore della perdita di profitto sostenuta durante lo sciopero. Se il capitale constasse unicamente di salario i ,;ue intenti - dei capitalisti e dei lavoratori - sarebbero inconciliabili, ma componendosi invece di v.ari elementi,. può darsi che il profitto perduto durante lo sciopero dal capitalista sia inferiore. all'annua perdita di profitto inflittagli dall'incremento di salari, e non è el:lcluso che con successi ve minaccie di desistenza dal lavoro, gli operai conseguano succe➔- i,;ivi incrementi di mercede. Il capitalista però alla resistenz'\. operaia può opporre una controazione, limitando la richiesta degli operai e creando una classe di disoccupati, pronti a prendere il posto degli operai scioperanti. Quanto minore è il saggio della mercede, tanto maggiore è il numero dei disoccupati richiesto, mentre· quanto maggiore è il saggio, tanto meno grande è il numero dei disoccupati, poichè afferma il Loria, tanto meno estese ed efficaci saranno le lotte della classe operaia per l'incremento della merc~de. Fra un salario altissimo, il quale distoglierebbe del tutto dalla resistenza i lavoratori, ed unu tenue, ma superiore al minimo, che li eccitereobe in massimo grado ad essa, vi. sono infinite ragioni intermedie, ed i capitali:;ti, cheper la potestà di occupare una terra, trovansi in condizione preponderante, sce_glier&.nnoprecisamente quella méta, che loro assicura il reddito massimo, tenendo conto della produttività dell'induska, la quale si aumenta, di regola, ad ogni incremento di mercede, per la diminuzione che consente del numero dei disoccupati. Mentre in un primo periodo dell'economi)t capitalista, la persi ..tenza del profitto richiede la riduzione del salario al minimo, che impedisca l'occupazione d'una. terra al lavoratore, in un secondo periodo, in cui la proprietà fondiaria è esclusiva, la mercede può note~ volmente eccedere codesta misura. Aµplica considerazioni analoghe ad altri fenomeni, p. es. alla giornata di lavoro, di cui la durata si stabilisce a quel punto, oltre il quale l'aumento di reddito, dovuto al prolungamento. del lavoro stesso, sarebbe minore della diminuzione di reddito da esso provocata. Esaurita l'analisi. nel caso or esp0sto, il Loria la imprende nella più complessa ipotesi, in cui intervenga. nella ripartizione anche il proprieta• io della terra. Questa acquista, per il fatto della appropriazione esclusiva, un valore di per se stessa, ed il proprietario può esjgere un pre,.zo per la sua cessione, un reddito monopolistico, che l'autore chiama rendita e che non déve confonders però colla rendita ricardiana. Notiamo su-
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