'R._IVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI se lo sviluppo storico facesse parere necessario od utile al popolo inglese un cambiamento della dinastia od anche il passaggio alla forma repubblicana (ved. a pag. 277). 8° E delle lotta sociale che pensi tu e quali fulmini trovò il principe dei conservatori per condannarla all'abominio? Io non chiudo ad essa gli occhi com'egli non li chiuse; io non la condanno come egli non la condannò. Egli volle una preponderanza delle persone intelligenti, e .comprese che la maggiore assennatezza di queste nasconderebbe la conservazione della proprietà; ma egli trovò pure che « il sostrato materiale di coloro che intendono all'acquisto non è meno legittimo». (Ved. a p. 57, II). Credette <'he lo Sti,to non possa fare a meno della prudenza moderatrice dei proprietarii - sia questa di origine materiale od intellettiiale - senza es sere travolto con velocità sf.['.aCltlante il carro dello Stato; ma non nascose che l'elemento aspirante all'acquisto ha, a lungo andare, la forza preponderante della mas'!a maggiore » e non de:,;ideri se non t:he « nell'interesse di questa stessa massa tde preponderanza si affermi· senza un pericoloso acceleram~nt,o, senza che il carro' dello Stato ne s·a sconquas-1ato e senza che n'ei rivolgimenti, nei dis0rdini e nei conseguenti temibili dispostismi vada perduta quella misura di libertà che deve esser tenuti ferma » (v. a pag. 58, II). 9·, E del suffragio universale che credete? I o lo credo con Lui « non solo teoricamente ma an • che praticamente un principio giusto, quando ne sia tolta la seo-retezza, la quale ha inoltre un carattere che sta in t,opposizione alle migliori qualità del sangue italiano ». (V. a pag. 57, II). 10° E della guerra e dell'esercito che credi? Che non bisogna fare se non le sole guerre giuste. « Anrhe le guerre vitt,)riose possono solamente essere giustificate allorquando sono imposte, e m,n si possono veder le carte in mano della Provvidenza a tal segno da antic,ipare lo svolgimento dei fatti se~ondo i p 1 roprii calcoli. E naturale che nello stato magg10re dell esercito n',n soltanto gli ufficiali più giovani ed impazienti, ma anche esperimentati strateghi sentano il bisogno di far valere l'abilità delle truppe da loro guidate e il loro proprio tale~to nel guidarle, percbè ciò ;iman~a scritto nella stona. Sarebbe doloroso che nell esercito le influenze di questo spirito guerresco non si facessero sentire· il compito di contener queste influenze dentro quei li~iti a cui ha legitti~o dirit~~ il bisogno di pace dei popo:i, spetta alle autorità politiche dello Stato e non a quelle militari ». Spesso quello spirito guerresco può esso solo mettere in pe~icolo la p~ce, ed è cosa che s' intende, « ma esso diventa perwoloso soltanto sotto un monarca alla cui politica manchi il colpo d'occhio e la capacità di resistere ad influenze parziali e costituzionalmente ingiustificate » (v. a pag. 89, II). La particolare p~litica ~ilitaresca n?n può avere,. ~osi il Sommo ha lasciato scritto, « una mfluenza decisiva nella politica dello Stato » (v. a pag. 37, II). 11 ° La Chiesa Cattolica credi tu cbe possa render servigi allo Stato? Un conservatore, che non sia di Milano o, a volte, di Sicilia, non deve creder ciò possibile, poichè egli, Ottone di Bi::imark, ha lasciato in queste parole scolpito un profondo pensiero ed immutabili ragiqni: « La cura terapeutica della Chiesa Cattolica in una potestà. secolare, è resa difficile per questo, che il clero cattolico, per ottemperare pienamente alla s'Ja teoretica vccazione, deve sollevare pretesa di partecipazione al dominio secolare, uscendo dal dominio chiesastico, ed è, sotto forme chiesastiche, un'istituzione politica che conferisce ai suoi adepti la convinzione che la sua libertà consiste nel suo dominio, e che la Chiesa, là dove essa non domina, ha il diritto di lamentarsi ccme delle persecuzioni di Diocleziano » (v. a pag. 118, II). 12° E del matrimonio che eredi tu? Credo, col Maestro, che la conclusior:e di un matrimonio è un affare civile. 13° Quali sono i doveri di un ministro verso il Re secondo la dottrina del vero conservatore? Tener testa, come Egli fece, agl' intrighi che si ordiscono intorno a lui. Inchinarsi profondamente dinanzi alla sua persona e chiamarsi e tenersi dentro umile servitore suo e dell'augusta consorte e della sua casa. Ma un giorno piegarsi all'orecchio della Real Principessa erediti.ria e dalla dirittura della propria coscienza e dalla grandezza del proprio mandato attinger l'energia di queste parole: « Io sono un repubblicano andato a male, monarchico un pò perchè l'organizzazione monarchica conferisce al mio benessere quaggiù. Pure io non garantirei che la convinzione monarchica sia ereditaria, nè forse per difetto di monarchici, ma di re. Pour fafre un civet, il faut un lièV1·eet pour ime monarchie il faid un roi. Or io non posso rendermi garante che per mancanza di re, la prr ssima generazione non pos~a diventar repubblicana ». Egli è questo il discorso che il grande maestro Ottone di Bismark tenne alla principessa ereditaria di Prussia nell'anno di grazia 1866 poi che egli era un vero conservatore, depositario della ta}lienza secolare. Ed alt.ri ne tenne col suo re anche più aspri, e credette e disse, sebbene a proposito delle relazioni con gli stranieri, che « il Re non ha il diritto di subordinare gl' interessi della patria al proprio sentimento di amore o di odio; ma che se ciò facesse ei deve risponderne a Dio » (v. pag. 148, Il). Molto nella sua via egli ebbe a lottare con i 'circoli di corte, con il principe ereditario, con la principessa, con la regina, col Re. Ma la grandezza della patria f t al somm0 dei suoi pensieri e diede così, con la sua lotta gig"antesca, esempio unico e grande di devozione, qual deve avere un vero conservatore pel Sommo Instituto dello Stato. 14° Come deve un ministro conservatore intendere la responsabilità sua ? Eo-li lo ha detto, il Grandissimo dei Conservatori, con parole che dovrebbe esser scritta in tutt' i cuori. « In uno stato Costituziomle » egli ha sc1itto « la responsabilità cosidetta .min steriale non è punto una responsabilità indipendente dalla volontà del monarca irresponsabile (v. a p. 264) ». Ma la firma del Re no?- deve nè può, d'altra parte coprir tutto. « Per un ministro pel quale ogni dubbio svanisce non appena si crede coperto df~lla firma del re o da una maggioranza del Parlamento, è di poca importanza la questione del suo modo di comprendere le cose. Un tal ministro è, per così dire, un ministro dalla politica cattolica il quale, quando ha l'assoluzione della chiesa non si dà più alcun pensie1·0 di sapere se ~°: l'assoluzio:1-ed_ella propria coscienza. Ma per un mm1_stro, ?h~ identific~ il suo onore con quello della patna (ah1me dove m1 rivolgerò io per trovar l'uomo di cui Bismark qui parla ?), l'incertezza intorno all:esito di ogni sua_deci~ione, è gravissima, snervante. » E, per un uomo di coscienza ed onesto, terribile la lotta, nei momenti dubbi ed angosciosi, e pesante la responsabilità dinanzi al dubbio e dell'ignoto, ma bisogna accettarla dovunque e contro chi si sia, colleghi, comandanti d' esercito, Sovrano. Non è il lavoro che snervi un ministro di coscienza « ma il dubbio, le ansie, il sentimento d'onore, la responsabilità, non da alfro sostenuta che dalla propria convinzione e dalla propn·a volontà» (v. a p. 149, II). 15° Pnò, secondo un vero conservatore, uno solo dei fattori dello Stato mutare alcuna parte della legge ? Non mai « la nostra costituzione ha tre fattori >, come ha scritto Bisrnark della Prussia, « il re e due
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