Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 12 - 31 dicembre 1899

RIPIST4 POPOL4'1{EDI POU11C4 LETTERE E SCIENZE SOC14Ll catechismo del perfetto conservatore, secondo la vera. dottrina. di Ottone di Bismark. 1 ° A qual fede politica appartieni ? Sono un conservatore. 2° Intendi tu dire che, nella forma dello ~tato, ami l' assoluUsmo ? No; molti sono i nemici del principio conservatore come le tarle del legno in cui si annidano e di cui vivono, che, per manco di dignità ed ignoranza della sana dottrina, questo sussurrano all'orecchio dei potenti o minacciano alle plel idei deboli. Ma Bismarck, l'alto per vaneggiante ambizione pervenuta scagliar dardi all' istituto parlamentare. Ma questo Bjsmark consacrò nella dottrina pei conservatori dal puro cuore. « La monarchia col più ideale dei monarchi, se si vuole che nel suo idealismo non ridondi a danno della comunità, ha bisogno della critica sotto il cui pungolo rimettfirsi sulla retta via. E la critica può essere esercitata solo da una libera stampa e da parlamenti nel significato moderno della parola. Entrambi i correttivi possono coll' abuso ottundere ed ambe perdere il loro effetto. Prevenire questo inconveniente è uno dei fini de la politica conservatrice, il quale non si può ottecondottiero e maestro lasciò scritto: e L' assoluti smo richiede anzi tutto, nel regnante, imparzialità, onestà, fedeltà al dovere, potenza di lavoro ed intima modestia di animo: ma sianvi pure tali qualità. i favoriti, maschi o femmine - e nel caso migliore la moglie legittima - la propria vanità, l'accessibilità alle adn!Rzioni, fanno 'si che lo Stato non racco19.·a tJtti i frutti del buon ~olere del sovrano, perchè il re non è onnisciente, nè può avere la stessa intelligenza per tutti i nomi svariati del suo còmpito (versetti a pag. 14). Tal volta, invece, egli ha <( i capricci dell'autocrata, con spesso subitanei cambiamenti di pareri, coll'irregolarità negli affari, e con la sua accessibilità ad influenze non autorizzate, di retroscena da parte d'intriganti politici - pharmacosolae, balatrones, hoc genus omne - (versetti a pag. 82) ». « Il despotismo è un terreno fecondo per tutti i semi rivoluzionari (v. a p. 16) >. Una volta i signori di Corte tentarono, con l'accordo della Regioa di stabilire un vero go\·erno di cortigiani e volevasi il gran Bismar k cooperatore in un tal piano, ma egli si rifiutò chiamandolo un governo da harem (v. a p. 188). La civilizzazione inglese. nere senza il contraddittorio del Par lamento e della. stampa (v. a p. 59, II). )> 4° !\fa vi è una monnrchin parlamentare prggiorc d ogni assolutismo? Si certo « l' assolutismo puro, senza parlamento ha pur sem1->requesto di buon<', che gli rimalle un senso della _re➔p?ns_a bilità per le proprie at10m. Più pericoloso è l'assolutismo sostenuto da parlamenti arreodevoli, i 1 quale non ha bisogno di altra giustificaz;oue che quella di appellarsi all'app ovazione della maggio• ranza (v. a p. 266). ,. 5v Credi tu, llunqnr, srco11cto la doltr-ina del Dio t no Ottone cl iBismark, pri neipe dei conser·vatori drlla tena, che conservatore e monarchico sia una cosa sola, e che nna cosa sola sin110 conservatori e dinasti? Disse Iddio mi.1 Ottone di Bismark, prmcipe dei conservatori della terra, sempre vittorios0 che se gli interessi dinastici ci avessero a minacci-are di una nuova di visione ed impotenza della nazione, do• vrebbero essere ricondotti nei loro giusti limiti ( v. a. p. 279). Adesso ci si riduce cosi quando si vogliono civilizzare i propri vicini. (Seniplicissimus di Monaco). 6° Ma pensò egJi, senza orrore e strazianti presagi, ad altra forma che non fosse la monarchica? 3° Quale, dunque, pel conservatore deve essere la forma di governo? La monarchia, come disse Bismark « controllata da una rappresentanza indipendente del paese; in guisa che !lè il solo monarca nè il solo parlamento possano mutare l'ordinamento giuridico stabilito dalle leggi; ma ciò possano fare soltanto communi consensii, con la pubblicità e con la pubblica critica di tutti gli affari dello Stato da parte della stampa e del parlamento (v. a pag. 15). Ciò è indispensabile, anche perchè solo la pubblica critica del Governo, sia nel Parlamento e sia nella stampa > può e preservare il monarca dal pericolo che donne, cortigiani, ambiziosi e sognatori ~li bendino gli occhi per impedirgli di abbracciare collo sguardo i suoi doveri monarchici, di evitare gli, errori o di correggerli (v. a p. 14) >. Ed aggiunge: e E oggi moda, per corrotto costume dialettico, per volgar ricerca delle cause dei mali, per vacuo zelo di neofiti, Si, egli discusse la cosa con serenità di sapiente, cercando nelle viscere della storia, e lasciò scritto che non tutti i popoli europei hanno bisogno dell'intermediario monarchico. 7° Neppure gli Italiani? Neppure gli Italiani. « I Polacchi gli Ungheresi, gl' Italiani, gli Spagnuoli, i Francesi - cosi egli ha detto - conserverebbero la loro compagine unitaria. come nazione sotto qualunque dinastia, ed anche senza dinastia affatto. Le popolazioni germaniche del Nord, gli Svedesi e i Danesi si sono mostrati anch'essi abbastanza liheri dal sentimentalismo dinastico, ed in Inghilterra il rispetto alla corona è richiesto dalle regole della buona società, e la conservazione formale della. monarch:a è stata ritenuta utile da tutti i partiti che finora hanno avuto parte nel governo; ma io non credo che il popolo si sfascerebbe e che sentimenti simili a. quelli del tempo dei Giacobiti si affermerebbero a fatti,

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