'R..l'l"ISAT. 'POPOLAREDI POLITICA.LBTTBRE B SCIBNZBSOCIALI 225 « ed i colpevoli - ministri, deputati, funzionari altolo- « cati - sorto stati subito processati e condannati, lad- « dove tutli costoro ed i loro proseliti godono in Italia « del privilegio dell'impunità~ « La risposta è semplice a tutte le sovrascritte do- « man de: la dipendenza assoluta in Italia del potere giu- « diziario dal potere esecutivo/ « E per questo che è perenne ·e prof onda nel nostro paese « la perturbazione morale ed econom,ica; è per questo « che la magistratura degli Stati cioili - circondata di "prestigio e di grande autorità - procede jf em e digni- « tosa nel suo ministero, mentre la magìstl'atura italiana « in tutti i cast d'interventi o di ingeren::;edi uomini po- « litici diviene paurosa, remissiva, e finisce col porre le « leggi al libito di qualunque villanche parteggiandoviene! « Barazzuoli diceva ai suoi eletlori di Poggibonsi (no- « vembre 1893) che la magistratura in Italia è un servi- « zio di Stato. « Frase troppo mite. « Avrebbe detto meglio - usando una forma più cru- « da, ma rispondente maggiormente alla sincerità - che « la magistratura in Italia è al seroizio di tutta la Jur- « f antaglia politica, e che è condannata a dooer strisciare « dinanzi a tutte le coccarde del potere. « Ben dunque ogni italiano che ha un'esatta intuizione « della realtà delle organiche condizioni dei nostri ma- « gistrati ha il diritlo di compal'arli ai sena lori dell' an- « tica Roma Imperiale - ai servi togati - mancipia to- « gata: a quei senator·i disprezzati dallo stesso Tiberio, « che li apostrofava con le umilianti parole: o homines « ad servitutem paratos I ». Oh italiani scuotetevi una buona volto I Avele sentito ciò che vi diceva un magist1·alo due nnni or sono senza attendere le rivelazioni del p1·ocesso Notarbartolo, parlando della magistratura non della sola Sicilia, ma di tutta l'llalia ~ « La magistraturain Italia è al servizioditutta la furfantagliapolitica ed è condannata dover strisciare dinanzi a tutte le coccardedel potere ! » I paragoni non si possono trovare che nei ,nancipia togata e nei senatori disprezzati da Tiberio I Che cosa potremo ao-giungere noi di più severo e di più forte a ciò che ha detto un magistrato monarchico~ Noi che siamo repubblicani non possiamo che vergognarci di essere italiani I NOI. I giudizi sul libro di Ettore Ciccotti. Attraversola Svizzera. Un grazioso volume che porta questo titolo ci arriva d'al di là dei monti. Sono delle uote, un pò su tutto, prese percorrendo la Svizzera, da Ettore Ciccolti , un uomo che ha molto veduto a ben veduto, e che ama il nostro paese. Quanto allo spirito che le ha dettate, basti dire ch'esse sono dedicate all'eminente dirbttore della RiTJistaPopolare, il deputato Napoleone Colajanni. Nella prefalione, o dedica, che non è meno di 45 pagine, l'autore ci fa eonoscere come e perché ha scritt.o questo libro. Il professor CiccoLLiracconta come, in seguito agli avvenimenti di Milano, fosse venuto in Svizzera per profittare del diritto d'asilo tanto vantato, il suo soggiorno in diversi cantoni, soprattutto di Ginevra. le sue tribolazioni, i suoi contrasti con la Polizia che« come dappertutto del resto, « agisce non tanto per fare qualche cosa dt utile, quanto « per far vedere che fa qualche cosa »; poi le sue peregrinazioni forza te e il suo ritorno in lta lia. Come la condotta del nostro governo in quell' epoca, quelle pagine non ci fanno sempre troppo onore. Non lo potrebbero. Ma tornato in patria, il prof. Ciccotti non si ricorda più che del bello e del buono che ha vedulo in Svi,.zera. Le sue asserzioni sono appoggiate su numerosi documenti pubblicati da autori svizzeri. Il libro ha selle capitoli; il primo, lo Specchio della Svizzera, passa in rivista le feste alle quali danno motivo nei diversi [cantoni i fatti storici. Gli altri sono intitolati: « Ciò che dioide la ,< Svi::;zerae ciò che l'unisce »; l'autorità e la libertà; la vita econo,nica ; la vita politica; lct vita sociale ; le Ji1n- ;ioni e l'cwoenire delta Soizzera. L'appendice che chiude il volume contiene la Costituzione federale, poi una lavola cronologica assai particolareggiala sulla storia della Svizzera fino al 1894. Noi deploriamo vivamente che la mancanza di spazio ci obblighi ad astenerci da dare più ampi particolari. Lo scopo di queste linee è soprattntto quello di attrarre l' attenzione su questa pubblicazione. lLe Genovois di Ginevra, 6 dicembre 1899). IlCat~~~iOsmtt o~~ i Bismark PER USO DEL PERFETTOCONSERVATORE Vi è un catechismo della religione cristiana e ve n' è uno della dottrina di Budda. Il cristiano ed il buddista sanno per essi, quello cui devon credere e quello che altri vuol loro far credere o che è, quanto meno, un'aggiunta alla dottrina ed ai principii primi fondamentali ed intangibili della religione. La politica, mutabile per l'ess nza sua stessa, non ha avuto nè poteva un catechismo, che anzi l'error sommo di molte illuminate menti è stato ed è quello di volerne fare una scienza di cui si debba cercare le leggi, :fissare i dogmi, fare appunto il catechismo. Ma, se tutto ciò della politica non è possibile, come non è della religione; è, invece, uHa necessità invincibile della pratica politica, come è da tempo della pratica religiosa, aver di ciascuna fede una regola, norme sicure, un autorevole ufficial catechismo, insomma, sulle cui pagine sacre, possa ognuno portando l'altra mano sul cuore, giurar nelle dispute solenni come nelle solenni rivoluzioni dello Stato. Io ho voluto, per una delle Dottrine politiche, raccogliere i dettami e norme: quelle che debbono guidare un perfetto conservatore, nel servire la patria ed il Re; le ho semplificate, esemplificate, construtte in brevi responsi, dopo averle .cercate nelle fonti genuine, anzi nella più genuina fonte che la dottrina abbia avuto. Ottone di Bismark non fu solamente un c;nservatore grandissimo, ma fu una di quelle anime in cui i secoli storici condensano, di millenio in millennio, una parte di quella che fu la loro propria anima. Egli fu uno di quei giganti che la collettiva aniµia universale esprime ed innalza e pone come termini monumentali di un lungo cammino compiuto. Sorgono, dopo secoli di umana vita, di agitazioni e di violenti scosse, come i grandi monti dai sommovimenti della terra profondi, e sono, come i grandi monti, testimoni a mille leghe visibili dalla passata vicenda, condensantori potenti di limpido, benefico, epurato pensiero, anche se diverso, come le grandi cime della natura di chiare acque benefattrici, anche se avverse. L'esistenza di Ottone di Bismark ha solo reso possibile un catechismo conse1·vatore, poi che egli non ha solamente riassunto e potentemente espresso ed incarnato i conservatori di tutti i secoli; ma ha, pel colossale successo della dottrina che lo ha ispirato, dato ai suoi principii consacrazione universale, autorità cinta - e non è una frase - tutta intorno di folgori. Noi sappiamo, ad ogni mcdo per opera sua, in chiara e consolante parola, quel, che un conservatore deve adorare, pensare, volere. E un sacro codice che egli ci ha lasciato, disperso in ampi e non compulsati volumi. E-; strarre da essi i pensieri alti e incorrotti della vera dottrina conservatrice, ed offrirli ai suoi seguaci; ai vecchi barcollanti nella fede antica, ed a quei di mezzo mal sicuri dei fondamentali principi, ai nuovi ignari dei veri comandamenti e ai futuri, mal regnanti tra opposte fedi, a quelli, in alto, che quotidianamente mentiscono ed a quelli, i molti che, pel difetto dei sacri testi, credono, pure dubbiosi della menzogna, ecco il compito che ci siamo assunto, preciso per la storia, utile per lo Stato, smascheratore di furfanti per l'etica. Nessuno potra, d'ora innanzi, per suoi personali scopi, travisare i dommi, :foggiar nuove fedi o gridar a sua posta anatemi; poi ch3 è questo ed incomincia qui il -
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