Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 12 - 31 dicembre 1899

RIYISTÀ POPOLAREDI POLITICÀ LETTBRB E SCIENZE SOCIALI una rivoluzione disastrosa per la stessa compagine dello Stato Vi sono poi uomini, prelendenli a savi, che credono di poter preparare, questa nuova situazione che sarebbe di falto la forma ....dispotica, alla cheLiehella, conservando le appa1·enze, ma uccidendo lo spi1·ito del govel'Oo parlamentare col rendne indipendente la vi Lada Gabi11etlo dalle assemblee rappresenLative e col 1·esL1·i11gel'eil suffragio elettorale. La repubblica n'usci1·ebbe, in tesi astratta, mollo meglio della monarchia, perché in mona1·chia non si Lratta soltanto di cercare l'uomo, ma di conferire facoltà e pote1·i nuovi all'uomo che c' é già, indicato alle supposte funzioni di salvataggio dall'alto ufficio che copre r,er diritto ereditario. Ma conferire poleri nuovi non sio-mfica polcr conferire le qualità straordinarie d'ogni m~niera necessai-ie per eserciLadi, perché se il governo di pochi domanda più ingegno clte quello di mol~i, quello di un solo ne esige mollo più di quello di pocln. Come le scoperte nel campo della fisica dovenLano sempre più il prodolto della collaborazione di un nume1·0 sempre più grande di ricercatori e di studiosi, così l'opera del1' incivilimento é il p1·odoLLosempre maggiore di g1·andi caLegorie e fatti. Ora che cosa hanno rn mente coloro che intonano abilualmente la canzone del « e.'esL la faule au parlamentarisme » come se non dipendesse propl'io dalla volontà di tuLLi l'avere un parlamentarismo migliore di quello a cui, non in Lutto a torto, si muovono tante accuse e 1·improve1·i f Un tipo di sovrano come Guglielmo 11 e Francesco Giuscpµe I? Ma questa genLe che parla a vanve1·a, che sentenzia sulle semplici appa1·enze, non sa che il govemo d1 quei paesi u1·La co11Lro la stessa diflìcolLà, contro cui ul'La il nosL1·0? clte il 11011 dipendere ivi la viLa dei minisle1·i dai voli del Pal'lamento non diminuisce quasi mai codeste ddficolLà, elle rende invece qualche volLa più asp1·e f Quando, come in Austria, la maggio1·anza non si L1·ova, e si é cosLreLLi a governare per ordinanze, non si arrischia la compagine dello Stato a gravi pericoli~ Non si L1·aLLadi crisi del pal'!ame11tar·ismo, ma di dissidio fondame'tlLale fra il principio dominanLe le società dernooraL1che moderne, che rnduce i popoli a non voler esser governati che secondo i loro inLeressi più diffusi, e la 1·es1sLeuza degli avanzi delle antiche classi, che p1·eLenderebLero governarli soltanto in vista degl' inle1·essi p1opri. Di ft-oule ai termini di questa gra:1de battaglia sono semplici scaramucce quelle che si (,ombaltono aLLorno al cosiddetto sisLema parlamentare. La fo1·ma parlamentare non è che forma della sostanza di governo a cui si mira, e che è destinala ad altua1·e la volontà e le aspii-azioni dei paesi. Non dipenderà cei-to nè da glo1·ia di dinastie, nè da virtù e da altitudini personali di sovrani, che il governo parlamenta1·e la ceda ad autocraLismi più o rne110 mascherali o ad assoluLis1ni per quanlo illuminali: e ciò né in Italia, né altrove nell' Eurooa civile. (Fleg"W - 5 dicembre). • Romano: Sul problemameridionale. (IL lato economico). Vi sono delle cause generali, comuni a LuLLaItalia del malessere S?~ia le del p~ese! e quesLe ...cause rigua1·da110, dal lato poltL1co, la cosL1luz10ne dello SLaLo e la funzione che vi si lega; e vi sono cause pa1·ticolal'i le quali premono specialmente sul Mezzogiorno e vi p1·oducono l' ir,Jeriorità economic_a o più generalmente sociale di fronte al Settentrione. E questo il punto che ormai non può essere più Lrascurato dagli uomini politici (V. Villari: Nuooi Proble,ni - Antologia 16 nov.; Colajanni: Il dissidio tra il N01·d e il Sud - Rivista Popola1·e 15 nov. -; Bonomi: Nord e Sud - Cl'ilica Sociale 1 dic.) Gua1·dando le cose obietLivamenLe non si possono negare due falli: 1° che tutLi i Govel'Ili, del 1860 ad oggi, hanno favorito il Scttentrio!le a danno del Mezz~giOl'Il?; 2° che gran parle della ricchezza del SeLLenLnone si è prodotta a scapito del Me:cwgiorno il quale ha pagato le spese ed è sLato servilo come me1·caLo di consumo li). EsisLe dunque t1n problema meridionale il quale si 1·iassume in un problema di giustizia economica e politica. Vi è una sproporzione di cui lo Stato si e fatto massimo autore, in ciò che si é ricevuto e si 1·iceve e io quello che si dà, Ll'a No1·d e Sud. Questa sproporzione ha due conseguenze che deb- (i) Non riportiamo le cifre probatorie che cila l'articolista, per_cbé.i lettori dell~ Rioi ta le hanno potute già vedere negli articoli del nostro D1rellore, e, quindi, sarebbe un di _piùripeterle. . N. d. R. bono impensierire: 1° il rendere difficile, se non impossibile, nel Mezzogiorno l'accentramento e lo sviluppo del capitale; 2° l' immiseramento e il martirio delle classi più poYere e bisognose. « Nel Mezzogiorno nessuno dun- « que può essere conlento. Vi sono dei problemi che, una « volLa posti, non possono più sopprimersi, e questo è « UllO, che inlluir-à sui destini nazionali nel modo più « grave, se lo SLaLo non se ne preoccupa per davvel'O « e non cerca po1·vi dei r·imedi, e se in questo bisogno « non aiutano lo Stato Lanlo gli uomini politici meridio- « nali che hanno dove1·e di difendere le loro regioni « quanto i settentrionali che debbono intendere quanti « benefici essi hanno cavalo dall'attuale stato di cose in « danno delle provincie del Mezzogiorno, e debbono sen- « Lire, e ne è il rr.omenLo, la solidarietà nazionale. » (Rivista di Roma 17 dicembre). Rajfaelle De Cesare: L'anno Santo. Un indirizzo che p1·omosso dal signor Giuseppe CuLtal di Thum, un nova11Lenne, si va raccogliendo colle firme dei nati del 1810 in Lul.to il mondo cattolico, rivolto a Leone XIII, che pur lui compirà 90 anni fra tre mesi, è una dimostrazione affaLLo nuova e geniale che riusci1·à g1·adita sopra ogni alLl'a al ·:eccliio Pontefice. Strana davvero una longevità così gagliarda in un ol'ganismo che pa1·eva così poco resisle11Le alle cure e alle l'espousabiliLà del Papato! li ponLificaLo <lei Pecci già conta 21 anno, ha già superalo quella di Clemente XI e Urbano VIII, e già si accosta ai poutificaLi di Pio VI e Pio VII. Leone XIII prende posto fra i rari pontefici cl1e giunsero a 90 anni, ed è già unico Lra LuLLi 262 Papi che abuia potuto assiste1·e al proprio giubileo sacerdotale ed episcopale, ed iniziare J'auno Sa11to. - Auno Santo, atmo di peniLe11za. La cerimonia non smenlì mai il suo caraLLel'e religioso: penitenza su tulle le fo1me, e pro~ess:oni su tulle le vie: la1·ga mortificazione dei sens1. Si andava a piedi m.1di a vis1lare tutte le basiliche, seguando c1·oci colla lingua sui pavimenti e flagellandosi coi cilizi. Roma diveniva tuLLo un convento, non vi e1·ano altre cul'e ali' infuori della p1·egliiera e della penitenza Maggiori le tribolazioni e più accette; più macerala la ca1·ne e più meritorio il sac1·ificio. li presente giubileo che è i\ 22° degli ordinari sa1·à, pe1·ò, mollo dive1·so da quelli che lo precedettero. Oggi ai romei, italiani e st1·aniel'i, manche1·à in Roma l'ambiente della peniLeuza. L'anno Santo non terrà chiusi, ma molLiµlicherà betlole e caffè e speLLacoli teaL1·ali. Insieme ai veri pellegrini ve1·ranno molti curiosi, solleticati dalle faciliLazioui ferroviarie e dall'illusione di un grande speLLacolo che però manche1·à, perché l'ape1·tura della po1·La saula sarà quasi clandesLina nello spazio abbastanza ri::ill'elto del po1·Licalo di S. Pietro. Al giubileo del 1900 mancherà anche la nota ca1·aLLel'isLicadella venuta dei So·✓ 1·ani caLLolici e di pl'incipi di famiglie regnanti, e di speciali amuasce1·ie, come si costumava una volta. Non vi fu giubileo di anno Santo senza intervento di p1·incipi cristiani. Nel 1825 venne dal Piemonte Maria Te1·esa d'Este, vedova di ViLLorio Emanuele I, insieme alle sue due ulLime figliuole. li Papa 1·ivolse alla Regina µal'ole di singolare encon1io, e couforLò le pl'incipesse a mo Lra1·si degne della stirpe Sabauda, stata sempre pia e rioerente alla Sede Apostolica. Ma1·ia Te1·esa e le figlie furono le prime ad enL1·are in San Pietl'O subito dopo il Pontefice. La prima domenica di maggio, « a riedi scalzi con un gl'an velo sulla testa e una corona rn mano » visitarono le qual tro basiliche « seguile da molta folla edificala di Lanto allo di straordinal'ia umiltà». - Non mancava che il giubileo dell'anno Santo per idimostral'e al mondo che le nuove condizioni storiche del Papato non vieta1to le grandi affermazioni della fede, né le cerimonie LuLte inerenti al Papato, nelle migliori condizioni di sicul'ezza e d'indipendenza. Le proteste distrutte dal fallo cadono nel volo. - (Nuooa Antologia - 15 dicemb1·e). L'innominato: Le idee di un prelato. Quale sarà l'atteggiarneulo 1·ecip1·oco fra il papaLo e una futura repubblica iLalianaf li prelato esclude che la Santa Sede aspiri in modo assoluto alla ricostituzione degli SLati pontifici. « Ben altre - egli dice - sono le aspirazioni del pa- « po.Lo. Sostenel'e in Italia e in tuLLa Europa il senti- « mento religioso, 1·iunire nella famiglia cattolica le « chiese orientali, diffondere le missioni e la propaganda

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==