'1(.IPISTÀ 'POPOL.ARB'DI 'POLITICÀLBTTERBE SCIENZESOCU.Ll 2H Il Naturalismo che riabilita la natura, nel medio-evo ingiustamente e fanaticamente, disprezzata, maledetta, e l'Umanesimo che reclama i diritti di tutti gli uomini, costituiscono una vasta e profonda riforma - il Risorgimento - che non può compiersi senza grandi caratteri, e i caratteri vi sono, e il più formidabile istituto repressore - l'Inquisizione - non ferma d'un minuto - a dirla col Bovio - neppure una delle idee. È soltanto il grande carattere l'apostolo delle nuove e grandi idee. Il genio pone l'ideale, il grande carattere v'impiega la forza: il primo eroe del pensiero, divina; il secondo, eroe della volontà, attua, traduce il pensiero in azione. Iniziata l'azione incomincia la lotta, la lotta prepara il martirio, il martir:o affretta il trionfo; e il grande carattere che vede, sebbene lontano, il trionfo dell'idea, in cui sente trasfuso sè stesso, sorride in faccia alla morte. Lo condannate al rogo comi! Bruno, Colombo è disprezzato, ma certo di trovare le Indie per la via dell'occidente, affronta impavido pericoli e dolori. Darwin è accanitamenti:; combattuto, subisce perfino l'umiliazione di vedersi chiudere in faccia le porte dell'Accademia, ma il grande scienziato non si sgomenta e persiste sicuro e sereno nelle sue convinzioni. La profondità delle convinzioni è in ragion diretta dell'intensità e vastità dello studio dal quale sono preparate e dal quale emergono. E intenso e vasto fu lo studio, fatto dal Darwin sia viaggiando e leggendo nel gran libro della natura e sia esperimentando e preparando per la sua tesi valide e solide induzioni. Lo studio poi, il lavoro indefesso, pa- . ziente implica sempre una forte passione per la scienza alla quale lo studio si rapporta. In ciò il Sergi coglie nel segno, sostenendo che « i moventi immediati delle az:oni sono i sentimenti setto qualunque forma, in quae costui impavido rivolge ai giudici le memorabili parole: « Cotesta sentenza pronunziata in nome d'un Dio di miseri-:ordia, fa più terrore a voi che a mt: >>. Personaggi eminenti. lunque intensità da qualunque sorgente possono essere derivati o suscitati; fenomeni esteriori e idee, di qualunque sorta, possono soltanto essere pi ovo~atcri dei sentim( nti, non ddle azioni >', (I) Vkeversa, quando per naturale fiacchezza dell'individuo, o per poca saldezza dell' educazione, non si hanno convinzioni profonde, queste non hanno molta durata. L'individuo, in tal carn, è come un pezzo di cera che c~m • bia fo:ma per ogni impressiono::che rictve, e come una bar:deruola che muta dirtzione pt r ogni vento che spira. Gli strappate la lingua e lo bruciatt: come il Vanini, . ,. . e costui, come s rncamma a subire la crulele condanna, vi dice: << Andiamo a mori• re da filosofo ». Lo gettate in una galera per ventisette anni, lo torturate per ben sette volte com_e il Campanelk, e co - &tui n' n fa udire un lamento, non abiura, non impreca: è un coi po di bronzo, è una forza tit nica : « Mi fur rotte - ci dLe - le vene e le arttrie; e il cruciato dell'aculeo mi tacerò le ossa, e la terra bev,·e dieci libbre del mio sangue: risanato dcpo sei mesi, in una fossa fui seppellito, ove non è nè nè luce, nè aria, ma ft:tore e umidità e freddo perpetuo ». Prof. ANTONIO FRANZE. (Continua) RIVISTA DELLE RIVISTE Salv.:! o animi grandi, salve o s 1blimi rnergie dello spirito, la cui opera portentosa, gigantesca non si rapporta nè ad una nazione, nè ad un secolo, ma all'intera umanità, a tutta la storia. « Vi occorrone spazi infiC:ecil llhotfos "il giusto. ,. Andrea Cantatupi: L'uno, i pochi e i molti. Ho sentilo spesso gl' ilèiliani delle classi colte parlare con grande 11mmirazione di Guglie1mo Il c.:onun certo senso d'i11vidia, come se ogni paese governalo a monarchia dovesse augurarsi d'avere un sovrano simile non soltanto niti ed innumerevoli anni per:, attuare il p~nsier vostro, e sembra che la posterità ne segua i passi come una processione » (Emerson) Voi moveste guerra al passato ed al presente per l'avvenire, additando agli uomini · ideali grandi e nobili, orizzonti vasti e maravigliosi. Il vostro altruismo mi lascia estatico: tento spesso di fissarlo, di studiarlo, ma resto abbagliato dal vivo ed aureo splendore che da voi s'irradia per lo spazio infinito. Il grande carattere, il carattere che diviene eroe, trae la sua forza, il suo eroismo da una intensa e grande passione per qualche cosa, da una profonda convinzione nell'ideale che vagheggia. Da qui la costanza e la resistenza. La costanza nel perdurare in una data convinzione, in un ordine speciale d'idee, in una passione, è in ragione diretta della profondità della convinzione e dell'intensità della convinzione. « Le grandi idee - dice il mio illustre amico Sergi - provocano grandi sentimenti e questi conducono all'azione, e producono i grandi fatti » (I). (i) Per l'educazione del carattere -i893 p. 22. (Pick-Me- Up. di Londra}. per le sue qualità simpatie amente geniali, ma perché Guglielmo Il si sente, si crede, si rivela nato e destinalo all'imperio anche nell'esercizio dei suoi poteri politici di monarca. Da che cosa deriva questa ammirazione, questa quasi invidia? Certa men te, dal fatto che, e sono già parecchi anni, nella vita politica italiana non si vede e non si sente dominare alcuna forte volontà direttiva, onde la vita del paese rimane in uno stato caotico, di cui tutti sentono il male e per cui nessuno vede il rimedio. Cioè, un rimedio si crede vedere, da alcuni strati sociali, in un uomo che faccia quello che tutto il paese non sa fare trovando in sé la forza e lo spirito di risoluzione di cui tutto un popolo si sente e si proclama incapace. Che cosa deve fare quest'uomo però nessuno lo sa: se alcuno lo sapesse non ci sarebbe bisogrio del salvatore. Alcuni che si chiamano « spiriti forti» i11vocano senz'altro il ritorno ad una forma di governo dispotica. Immaginare, anche per ciò che riguarda l'Italia, che possa esser governata in modo così primitivo è immaginare semplicemente l'assurdo: due anni soltanto di un simile assurdo basterebbero a maturare i germi di (2) Opera citata p. 18.
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