Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 11 - 15 dicembre 1899

']{}VISTA POPOLARE 7JI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 203 Il punto ammiraLivo ~ i punLini sono del nobile marchese che scriveva della Sicilia nel 181:)3. AL peggio non c'è Limite, dice un proverbio siciliano; e il governo cosidelto italiano dal 1860 in poi, ha voluto dare ragione al proverbio provando che ci poLeva essere qualche cosa di peggio delld condotLa delle classi dirigenti in Sicilia: la propria. lo stato in cui i Borboni lasciarono la Sicilia ad un governo riparatore imponeva un compito altissimo e non difficile. Bisognava infonder~ in tutLi la fiducia nello Stato e far compr~nd.:.,re che in. un libero 1·egime l' impero della legge non pativa eccezioni e che la giustizia uguale t>er tutti era una realt_à.. Era il solo ed_ unic~ modo d1 debellare la mafia ehmrnandone la ragione d1 essere. II governo italiano, invece, sin dai primi suoi atti pare che in Sicilia si abbia ass~nto l'incarico di distruggere tutte le illusioni s01·Lenell'animo dei cosiddetti liberali e dei cittadini alieni dalla politica ma ehe amavano il quiet•) vivere, la sicurezza e il retlo funzionamento delle leggi. c'oloro che dovevano essel'e gli educatori cominciarono col rendersi antipatici alle masse, che si videro trattate con disprezzo come appartenenti a razza inferiore e conquistata. Il pensiero che el'a nell'animo della ~rande maggioranza di funzi,)nari inetti o disonesti 11 l'ifiulo dell'antico regno di Sardegna - che piovvero in Sicilia fu formulalo esplicitamente con soldatesca brutalità: dal generale Govone· che l'isola solennemente proclamò barbara (1). Ad incivilii·e i barbari, intanto, si mandano saldali come il Dupuy. che li assassinano col processo adoperalo dai generali francesi per incivilire la Kabilia; soffocandoli col fumo. Poi rimettono in onore la più scellera.ta tortura per far parlare il sordomuto Cappello, poi fucilano i garibaldini a Fantina; poi danno la caccia ai renitenti - la Sicilia non aveva avuto mai la leva mili.: tare! _:_ come alle belve: e per prenderli si assaltano le città di· notte; poi si assRssina rnisleriosamente il generala Corrao che aveva minacciato di tener testa alle ribalderie del governo italiano - ed era capace di farlo - senza che, pro forma almeno, s'iniziasse uno straccio di processo, poi ... poi i governanti ne commettono tante che Filippo Cordova, ministro del re, in Parlamento denunzia J'incioiltà dei militari - al Govone' colla storia in mano aveva provato ch'era sciocco e malvagio - stigmatizza fieramente un governo che « crede di potérsi reggere colla violenza cingendo di J cordoni militari le città, pr·ivandole dell'acqua, vietando l'uso libe1·0 dei diritti dei cittadini, assicurando sempre t'impunità ai carabinieri, che commettel,ano reati; impunità che produceva reazione » (2). La protesta tierél di Filippo Cordova dopo dodici anni t1·0,rò una eco in Pa1·lamento nèl discorso celebre pl'Onunziato da Diego TRjani li 11 giugno 1875 che riassume l' ope1·a del governo constatando eh' esso ora fu fiacco ora violento; che corresse la fiacchezza colla violenza; che si offese la Sicilia adoperando· i modi peggiori e negandole sempre giustizia e e.be ciò che le fu dato, se si guarda a èiò che le fu negato assunse le proporzioni dell'ironia. ·· · · · Ci ·1uole poca intelligenza ad indoYinare che questi inizi del ·govi:!rno ilaliano dovevano condurre a risultati disastrosi. Infatti resero antipatici alle popolazioni in generale, i sellentrionali, che furono chiamRt.i tutti piemon• tesi e resero quasi necessaria ... quella ,nafia: la majta che era uscita rinvigorita dai moti del 1860' per l'aure'ola di patriottismo e di liberalismo conquistatasi battendosi valorosamente sdtto Garibaldi. I f icciotti informino. I risultati politici colletti'vi non tardarono a Yedersi: si ••ìassumono nella' irisurrezione anonima di Palermo nei settembre 1866; rnsurrezione nella quale ebbe parte prin: cipale la mafia, che nell'animo delle masse guadagnò, antichè·perdere, colle persecuzioni 'cui fu fatta segno; e, tt>ovò nuovo alimento nel generale,çlisgusto che suscitava' il governo italiano. La cui opera_ éomplessiva, domata la resistenza sanguinosa, dallo ste.sso Tajani viene de- (i) Un altro generale, il Corvetta, dopo trent'anni ripeté l'accusa e Felice Cavallotti gli assestò una ma1:mificasc\abolata. Quest'atto generoso contribui a rendere Cavallotti popolarissimo in Sicilia. • (2) I nostri lettori da queste parole del Ministro Cordova ap- . prenderanno che, i . criteri di governo .sqtto il governo .. Sabaudo furono ieri ciò che sono oggi. scritta così: « Dopo la rivolta del 1866 vi fu un diluvio di disposizioni cozzanLi fra loro, vennero i tribunali militari, i quali fecero sterminato nwnero di processi e quando la posizione era compromessa, e che la giustizia dei tribunali civili doveva riuscire difficilissima, se non impossibile, si annullarono ad un tratto i tribunali milita1·i, ed i tr·ibunali civili rimasero imbarazzati e cosi ne rimase esautorata la giustizia militare e la giusti'lia cioite ! » Dunque all'indomani del i866 ci troviamo in Palermo e nelle sue campagne specialmente colla mafia potente e colle giustizie cioite q militare esautorate. Era facile prevedere che anche i funzionari i.ntelligenti e bene intenzionati - lo furouo i prefetti Gerra, Rasponi, Zini, ecc. - dovevano essere impotenti a modificare rapidamente uno stato di, cose anormale, perché circondati dalla dtffide,nza o dall'odio delle masse e non assecondati dallé inerti ed egoistiche classi d:rigenti. Ri.- manevano isolati, assolutamente impotenti. Il governo c~ntrale, rntanto, volle t'apidamente trasforrn~ref9-mbiente e per distruggere lutto il male fatto da esso stesso, immemore della sentenza di Corda.va che dichiarava disadatti i militari al gooerno civile, mandò in Sicilia il genera'.e Medici armato in fatto, se non legalmente, di pieni poteri. Lo storico dovrebbe essere raddoppiato dall'artista per poter dare un'idea approssimativa di ciò che fu il governo italianp col genehllé Medici; e fu fortuna per la .st0ria che sia sorto il confliLto tra il p1·efelLo-generRle ed il Tajani, procuratore gene1·ale presso la Col'le d'Appello, che le infamie e le scelleratezze del primo denunziò ir;, PRrlarnento. Ecco ciò che si legge in uno scriLlo del tempo: ne .prendano notizia gli italiani del settentrione, e poi giu-, dichino dell'opera del governo italiano nello .incirJitimento della Sicilia. « Il processo contro Ciotti Sebastiano, graduato delle guardie di P. S. applicato al gabinetto del questore, ~ presso il quale si sequestrarono molli oggetti rubati; le. gesta di un delegalo che in un mandamento impianta la mafia, si unisce e si lega in relazioni amichevoli con noti ladd e lì manda a rubare per suo conio e che si. ripete in un aHro mandamento guadar,·nandosi La pronwzione; le prodezze della guardia nazionale subm·hana di Monreale composLa LulLa di ma,fiosi, colla comphcità e col permesso dei lJUali si commettevano tutti i misfatti del mandamento , tanto da autorizzare un magistrato a dire: qui si ruba, si uccide, si grassa in nome del. reale governo (1); e l'alternativa posta da un questore di Pa~ Ìermo ad un notissimo facinoroso di ent1·are nel coPpo· delle guardie di P. S. o di partire pel domicilio coatto' - alternativa alla quale il mafioso cercò sottrarsi ce1·- cando di pugnalare il rruestore; il p1·ocesso conLro il que-. store Alb1rnese e compagni accusati di omicidi, di falsità,· di corruzione, di truffa, di soppressione dolosa di documenti; le pressioni indecenti esercii.ate dal generale Me-· dici e dal gòvemo di Roma per ottenere l'assoluzione di questo alto delinquente, e che dete1·minarono le dimissioni del procuratore generale Tajani e raggiunsero il. deplorevole intento, dicono di più che molti volumi sulla stima, sul rispetto e sulla fiducia elle potevano ispira1•e. i rappresentanti del govemo, che i mali antichi econo·- mici lasciava intatti aggravando quelli politici e mòrali ».. Fu santa, quindi, l'rndignazione di Diego Tajani, .che in Pai-lamento s,·elò tante turpitudini e lo stato del1à' Sicilia sinletiz~ò in questi te1·mini: « Noi abbiamo colà;; le leggi ordinàrie derise, le istituzioni un'u·onia, la cor~: ruzione dap·r.ertutto, il favore la regola, la giusli~ia:.· · l'eccezione, 11 delillo intronizzato nel luogo della. pu~._ . blica tutela, i rei fatti giùdici, i giudici f>1Lti !'ei, ef una corte di niali interessati fat Li 11rbitri della libe1·rà. · dell'onore, della vita dei cittadini. Dio immo1·tale ! C{w: cosét è mai questo se non il caos? Che cosa e mai que- . sto se non il peggiore dei ,nati: l' an:uchia c'li g·o- .. ve1•no, innanzi alla quale, cento briganti di più, è cen:.tocri.mini di più sono un nonnulla e si ·scolorano?.'>>. E chiaro: il governo i tali ano aveva riabilitalo la mafici, Non pochi si domandàrono se tra i dùe non fosse m_egìio accordare la fiduci11 alla ma,fia anziché 11Igoverno ... Ed orc1, mentre scr·ivo, i prop1·ieLari di una ·buona parte.,. della. provincia di Palermo la pensano a questo modo .e -~ (i) Lo Biundo comanclante di questa eccellente guardia nazionale . disse un giorno al pretore Barraco: Prcto,,e, quanclosentite e/te,.·. si tira qualche schioppettaca non dooete allarmctr1.Yi,chè · . ciò ac!IJienepel pubblico seroizio.

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