Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 11 - 15 dicembre 1899

RIP'I.STAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI . Come e _perché sia_ nat~ la mafia è _presto. dello_:. fu il risultato d1 un'orga111zzaz1one econormco-soc1ale v1z10sa, di un governo dispotico e di:,;oncsto che Gladslone qualificò : nega,$ione di Dio. -Nella mafia c'era la base economica, che non fu vista dal Vili ari come gli notai nel 1885. Essa si sviluppò rig6gliosamenle nella zona nella quale prevale il latifondo; essa si conservò nella stessa zona, che fu sede p1·edilelta dei Lumulti dei Fasci e le cui sofferenze economiche, oltI"e elle la delinquenza comune, hanno per indice la emigrazio1•ie e le espropriazioni per debiti e per inadempiuto p1:1garnento delle imposte. Nella mafia e' era e c'è l'influenza del1'analfabeLisrno; ciò che non può venire smentilo dall'azio11e cl,e possono esercitarvi, e dai rnpporti che cou essa posso11O stabilire alcuni uomini di media o di elevala coltura, anche deputali o senalori, baroni o rnaI"chesi, cavalieri o comme11<lalo1·i. Nella mafia infine ebbe pa, te grandissima, si potrebbe anche dire esclusiva, il secolare mal governo che della Sicilia fu fa lto. Quali rapporti intimi si cr-eassero sc,tlo i Borboni tra governo, compagni d'armi, ca,npieri e mafin, si potrà scorgere a luce meridiana da chi legge il libro di FrancheLLi o la relazio11e del Bonfadini in gran rrnrte 1·iconfermati in un libro onesto del generale Cor,-i (In Sicilia). E il Lutto così riassunsi nel 1885: « La giustizia sotto i Borbonici era cosa talmenle confusa con gli arbitri polizieschi, che il popolo in ogni accusato finì per vedere una vittima della prepotenza baronale o governativa. La polizia e le autorità giudiziarie stavano infatti agli ordini dei feudatari, che si trovavano nelle buone grazie delle alte sfere governative. Nacque da ciò che, venuta meno ogni fede nella equità ed imparzialità di chi stava preposto alla cosa pubblica, grandi e piccoli pensarono tutti a provvedere individualmente alla sicurezza della persona e della proprietà : si ebbe un v,ero regresso a forme sociali pr-imitive, nelle q~ali la giustizia individuale è lutto, poco o nulla la collettiva. « Così i -baroni organizzarono schiere di armigeri deLti campieri, vera riproduzione degli antichi bravi; e il popolo contò per le sue vendeLt~ sulla m~fia, nel suo codice dell'omertà e spesso nel brigante (r1m~se popolarissinio Pasquale Bruno, come tipo di brigante giustiziere), che riuscì in Laluni momenli ad essere considerato come un simpatico e nobile ullore del debole oppresso dal for-Le. « La vendelta privala più che un dirillo ritornò un dovere. Così si spiega come la mafia non sia mai stata una delle comuni associazioni di malfattori, avenLi per iscopo esclusivo la depredazione della proprietà altrui. « Alla mafia si riattaccavano principalmente i reati di sangue, così che arrivarono a far parte della criminosa associazione molli individui reputati generalmente onestissimi ed ai quali in realtà si potevano affidare con perfelta sicure_z~a i più vitali inter-~~si con_ la_cert~z:,a ~i vederli garant1l1; e quella generos1La che 1 srn~oh 111d1vidui non si credevano in debito di palesare di fronte alle autorita, si riteneva doverosa verso la mafia; e tra i mafiosi osservava,;i scrupoloc:;amente la parola data» (1). Ed ora come risultato di un ta'.e stato di cose si vuole una fotoo-rafia istantanea dell'ambiente del processo Notar·bartol~? Eccola: « In generale si depone facilmente il falso in giudizio Le eccezioni sono ra,·issirne qualche volta per favor-i1·e un arnie~, ~al J'.lltra pe1· spir_ilo _di. parlilo, non raramente per ubb1d11·e alla rnafìa, st dtssimula con pertinacia ed imper~urbabil,n~nte il ver_os~a.todette cose e con t ,nta soltdarwtù da sriare la gmstt.JW dallrt rett~ via e da rendere iinpossibile di procedere contro i fu.lsari. Ci6 conduce spesso all'impunità di molti gravi reati ». Queste parole semb,·ano scritle assislenò,o_al prOCE:SS~ Norarbai-tolo; eppure fu,·ono vergale dall on. Dam111.ni circa vcnU anni or sono nel volume cilalo dell'lnclueBta Agraria. . . Si 1·1ferivano all'ambiente rrealo dai Borboni. Vedrerno ciò die si é fatto sollo i Sabaudi p0r conchiudere oggi, come conchiusi cinque anni fa: Nulla è mutato I (2). (i) Cito dal mi~ scritto: La _Delinqaen~a nella Sicitic~ e le sue caase, che rin10ntu al 188;) affiuchè venga escluso ogp1 lontano sospetto di volere artifiziosumeute spiegare le contrngenze odierne. (2) Gli aooenimenti clelta Sicilia. Eleg·autc volume di circa 500 pagine, L. 2. Presso la Rivista Popolcu0 e. II. Nulla è cangiato in Sicilin nelle condizìoni che generarono e mantennero in auge 1a ma_fia• .;;otto i Borboni f Certamenle l'a;;serzione sembrerà audnce ed essa sarebbe contraria al vero se fos;;e presa alla lettera. I rapporti e crli scambi aumentati, molte scuole aperte - per ciuanto 0 ancora insufficienti_ - i telegrafi, 1~ ferrovie, i crio1·nali, ecc., hanno esercitalo la loro az10ne; hanno ~mussato alcuni angoli, hanno leYig~to le asp1·ezze de_lla superficie; hanno destato molle cosc10nze, e, dove le c1r-;- costanze e l'oper~ di alcuni uomioi l' 1tan11O con~entita, un profondo mighoramenlo è nvvenuto, sorretto rn qualche punto dai par~iali ~enefìzi del censi,~ent? dei_ beni dell'asse ecclesiastico; 11 r1uale snrebbo r1Usc1to m1racoloso se fosse stato fall:o con 111tendi111enti sociali e non con la diretti va della rapacità fiscale, che valse spesso ad arrotondare gli antichi od a creare nuovi l_a~ifondi. (1) Ciò detto, è doveroso constatare che lo spmto generale che alimenta la mafia, e che ha la sua base nella condotta delle classi dir1gen ti e nell'azione del governo - e si capisce che tra i due fattori ·c'è intima connessione - rimane immutato. · I fatti, che giustificano la conclusione sono i~num~- revoli; per riassumerli occorrerebbe un volume 111 folio e non le poche pagine che qui ed ora .vi . d_edico.. Contentiarnoc1, perciò, di esporre qualche gmd1z10 t_ra 1 meno sospeLtabili di par:-iali~à, di malevo)a esageraz10ne,- · .. _ . Chi avesse voglia dr conoscere ciò che pensano delle classi di1·igenti i più alti magistrati - dai semplici pro~· curatori del re al Procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione di Paler1110 - potrà ricorre_re al libro: Gli avvenimenti di Sicilia. Qui riferirò, riassumendoli, tre giudizi di pers?ne che avrebbero dovul~ avere interesse personale o d1 classe ad attenuare le tinte anziché a rendede più cupe. . . Sidney Sonnino - che sovversivo! - nel 1876 consta;- tava esplicitamente che la Sicilia era ancora feudale nonostante la legale - ed insidiosa e spogliatrice• delle collettività, aggiungo io - abolizione del feudalismo nel 1812 e nel 1818. « Quella ch'era stata fino allora potenza Jeo-ale r·imase come potenza o prepotenza di- falto, e il co~tadino· dichiarato ciLLadino dalla legge, rimase [se_rvo ed oppresso ». Così l'ex ministr~ dél Te;:;oro;_ ~he rifE:.:.. rivasi particolarmente ai rapporti fra contad1m ~ _l_at1-:- fondisti; rapporti e:he si po~s?no estendE:re a !iuelh tra il resto delle classi lavoratr1c1 e le classi medie e super10r1. A venli anni di distanza. l'Alongi - e giova ripetere ch'egli é un ispettore di pubblica sicure_zza - si esprime in guisa tale che ,;arebbe peccato togliere una · virgola da ciò che scrisse traltando appunto della mafia'. Sentite: « L'oper-aio e il contadino sono, secondo 1I gabeltotto (e poteva dire secondo il borghese e l'aristocra.tico), una specie di animale inferiore spesso lratL_ato pegg10 del S!-]O cavallo da caccia. Egli -non può cap1re_, per es_emp1O, perché i funzionari debbano occuparsi delle v10lenze gravi che un galantuomo fa ad un servo.... « T3:nto ·· meno poi i-iesce a comprendere che anche un m~serabile ha diritto a giustizia, a godere del porto darmi, e ad altri prìvileò-i, un tempo riservati solo ai galantuomini. Quel ~he 0 più li urta è poi l'insistenza con cui giudici e funzionari vogliono sn :-,e1·e. da lor.o certe cose intorno ai reali di fresco successi. quas1chè un galantuomo debba e,;se,· cita I o a dir quel che sa come 'qualunque altro; e ve n'é poi di semi-ingenui che slrabi.liano nel ,·edere che un "averno debba a11dar cercando prove e far formalitn e sp;se p~r mn11dare un 1:niserabi!e in galerR. Ma che! fatelo spartre seuza tanl1- compl1menti ! ,>. • · . · PoLeYa e doveva sparire la ma.fìa, 1:ata _dR~bisogno d~, giU':;Lizia· in basso, con siffatti rapporti sociah '.ra classi· superiori e medie e classi ii:iferio:i? (2) ~er _ammE:tterlo hisoo-nerebbe credere Ri m1racoh; Ed a1 m1racoll non cred~va I onor. di S. Giuliano, attuale ministro ~el r~, clie dopo avere descI"ilto efficacemente la scarsa mlelhgenza e la niun·a ed6cazione politica _delle c~'ls~i. 'cui. egli appartiene, èonclude: « Queste classi d1cons1 dtrigentt s0ve11te come .... lucus a non lucendo ! ». (1) In Messina l'opera di un magistra~o onesto e int~lligente, il Morena volse a debellare la mafia. Il ricordo serva d1 rampogna ai passdti, di esempio ai magistrati contemporanei. . . (2) Dello stesso Alongi nel Mc~n_aclle cle_lla pab!Jlica s_ic_arez~CJ: del comm. Astengo c'è la descrmone dei criteri ammm1strat1v1 delle classi dirigenti, che vale un Perù. (Anno 1893).

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