Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 11 - 15 dicembre 1899

218 RIPISTA. POPOLARE 'DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCJA.Ll sociale. Ha riprovato i compromessi, ma ha a~mes~o ~ palli eventuali col pa1'Lito borghese per cons1?eraz1on1 di tallica elellorale. Loda le cooperative, ma dice però, seO'uendo la 1·ellorica in uso, eh' esse non poL1·anno sp~zzn1·e « le catene della schinvilù capilal~slica »: Come i Cliinesi i soeiali,;Li così« sulva110 la fr1cc1a >>. D1ss1mulano le c~·epe dell'edificio con delle frasi a doppio significalo, e dicono noi siamo un blocco. Queslo blocco però si spezzerebbe tutto senza la politica asso'ulista dell'im: peral?re, ~enza la perp_etua minaccia _del rilo_rno a.Ile leggi eccez1onah ecc. Col p:ccolo stato d1 assedio B1sma,;ck ha quintup!icato gli effettivi elettorali dei socialisti; con le minacce attuali si mantiene la coesione di questo partito e gli s'impedisce di dividers~ in un opposizjone 1~adicale avanzata da una parte e m un gruppo r1voluz10na1'io discreditato.ed impotente dall'allra. Se questa é politico conservatrice, essa raggiunge però il fine contrario . .(Biblioteque zmiverselle et Reoue Suisse. Novembre). S. Faoitta: Dellecausedellanonnata eloquenza. In !Itali a. l'eloquenza manca sopra tutto perché manca la passione politica;_ m~nca quelle « moderazione animata» che, secondo vV. Bagehot, forma il temperamento più adatto ad un governo di discussione; mancano le grandi idee gene1·ali che solo posRono alimentar-e i principii persistenti, e non le persone caduche; mi:incano le parti politiche che sieno alte ad avvicendarsi nel governo; manca infine « il clima storico» in cui l'eloquenza possa liheramente prosperare. Quale sia questo clima Ippolito Taine dimostra quando parla del!e glorie dell'eloquenza e della lette1'atura politica dell'Inghilte1'ra. Juniuf:, lord Cliatam, F0x, Pilt, Burk.e, Sbe1·idan sono gli abilanli autoctoni d'una provincia dello spirito, in cui la discussione è il nutrimento naturale, come nella vita fisica il roastbeef e l'ale sono del corpo. La vita politica e I.a religione erano esuberanti di forze; le elezioni segnavano lo scatenamento di passioni; il temperamento brutale dava ai partili l'impelo dei mastini in corsa; i giornàli assorgevano alla poesia del vituperio contro i lords, conLro i ministri, contro il re; ma nella frenesia non mai s'oscurava il sentimento del dritto né s' ecclissava la sincerilà delle coscienze, né s'affievoliva l'illtcressamento generale per le cose dello stato. L'opinione pubblica penetrava nella corte e nel parlamelo, sommergeva gli intrighi e t1·ascinava i dissenzienti. I due Pitt non salgon,i sì eccelsi se non perché da essa sostenuti; e la indipendenza dell'individuo fa capo alla sovranità della nazione .... La ragione della non nata elo'l_uenza in ILalia deriva appunto dall'assenza delle vi1•tù e degli eccessi che sono le caratter-istiche della vita politica inglese. Presso di noi le condizioni in cui nacque il regime parlamentare lo fecero infermo nel suo organismo ed inchinevo:e a degenera1·e nei vizii del parlamentarismo. Né pe.r altro affrancati dagli antichi difetti e dalle tracce della diuturna servilità sono i costumi poli Lici; né il paese é percorso da correnti di pensieri e di passioni; né integre e salde sono le doLtrine dei partiti, ché anzi si decompongono nei programmi e nelle volgarità delle per_sone. Dopo che i partili storici morirono ai piedi del Campiuoglio, i vecchi programmi s·é'saurirono nè in forme organiche i-:orsero i nuovi: mancò quindi all'assemblea l'eloquenza, come mancò la grande ed operatrice passione politica. A giustificazione nostra si può di1·e <'he il sistema parlamentare é p1·esso di noi ancora in prova. Ma nel paese giovane é una coscienza pubblica dec1·epita. La vita italiana oscilla tra due cst1•emi, tra la violenza che dirninuisce il patrimonio delle libertà elementari, l'alonia che ci aliena dalla vita pubblica, la quale in tal guisa é u11campo libero ed ape1·to di sfrultarnento dei politicians. Per il modo con cui si reclutano i depuputati, per le condizioni peculiari delle classi dirigenLi, per gli istinti delle classi popolari, elezione non significa mai selezione, ed il parlamento non raccoglie le energie più mo1·almenle degne del potere e .le capacità più tecnicamente idonee al gove ..no. Sop1·aUulto la mancanza di collura rende rnol'bida l& nosl1·a educazione rolitica, incapace di saluLa1·i ed equilibrate reazioni la pubblica opinione. Sc1·ive Francesco De-Sanlis: « Manca la fibra « perché ma11ca la fede. E manca la fede perché manca « la coltura ... Ci vuole la cultu1·a. Oggi la fede. non può << 1,asce1·e che da u11 complesso di idee non importate e « ripetute a modo, di pappagallo, ma acquistate col su- « dore della fronte e divenute pat1·imonio nazionale. Un « paese non é. còlt<?, I?erché ci sieno mo_lti uo~in~ còlt~. « Ci vuole la 11-rad1az10ne della cultura 111 tuLL1gh strati, « o almeno negli strali più elevati. Perché 1~ _politica « sia possibile, ci vuol_e almeno una classe. Roht1ca che « abbta fede in certe idee, e le sostenga vJr·1lmente e :se « ne faccia p1·opagatrice. s~nza questa base, la politica « si fa nel vuoto e 1·imane senza eco, e si corrompe su- « bito .... La poca serietà del cervello si traduce in fiac- « chezza di sentimento. Cervello piccolo e pig1·0 cuore ... » Ed é ancor così. Queste sono le cause per cui pres,;;o di noi non nacque !"eloquenza politica OgO'i ai:;sistiamo al: l'abbassamento intellettuale delle assemblee. E forse s1 può affermare - e non sembri u11 paradosso - che i\ paese ~ia men_o in_dotto_del su? parlar:ienlo. 9nde noi invochiamo gli ag1taton delle idee e gli artefici della parola. - (Mar~occo. 3 dicembre). D. Zanichelli: La storia costituzionaled'Italia (1). L'argomento é sempre intet'essante e ric~o ?i . a~~aeslramenti. Non si devono nascondere i d1fetl1 1 1 v1zr, le corruzioni, i traviamenti delle istituzioni libere nel nostr~ paese, ma non si ~ebbono n_eppur~ esagerare. _Qua~do s1 riguarda ciò che. s1 é fat~o 111 Itaha dal_ 1~61 111 P?1, no~ si può a meno d1 convernr~ che_ da noi 111 poc~1 annt si é tratto a compimento ciò eh é stato opera d1 sec~h in altri paesi. Il lavoro tumultuario doveva produrre 111convenienli. Però la corruzione del Parlamento 11011é mai giunta al punto in cui é arrivala in Ingltillerra nel secolo XVIII, quando p1·ecisamente si formava _faLicosamente il sistema parlamentare sul rappreseolat1vo µuro, ed è rimasta mollo distante dall'inglese fino al 1832 e dall'americana anche attualmente, l'a co1·ruzione del co1·po elettorale presso di noi. Ciò che rincrudisce i vizi e fa più D'ravi i difetti nellu svolgimento del sistema 1·appresent~tivo italiano é, per cosi dil'e, la po~a coscienza che noi abbiamo del su,, valore e della sua importanza. Pe1· rnolli esso è tanto corrotto eh' é vano sperare il risanamento, per altri de~'essere :i~nutalo _ ab imis junda-: mentis perché contrario allo spmlo naz_1onale: pe1· altri, infine, non é che un mezzo per sovvertire lo Stato; tutte queste sono opinioni sbagliale e concorrono ad aumentare i mali e ad ostacolare i rimedi. Si può dire, inoltre, che nel periodo del risorgimento erano più sviluppate le vit-Lù e men? forti i vizi, ma non . ce1 to si può di1·e che il nostro sistema parlamentare sia ora sostanifalmente diverso da quello che era. Tutt'altro; v' é un a5,soluta co11Linuità di sviluppo dal 1848 in poi; esso è quello clH~ doveva logicamente essere, il su~ sviluppo _é normale e quindi i vizi non possono aver intaccato 11 suo org;nismo, tanto clte non possa risanare. Ma la ~ondizione prima essenziale per ciò è che noi lo cons1d~ .. riamo cosa veramente nostr1:1, e come tale sempre loriguardiamo. l:3isogna eh~ i partiti, i ~ruppi: gli uo1_ni11i politici sappiano e vog_hano essere_ itaha111 e sapp1ar-10 e voO'liono, nello svolgimento del sistema parlamentare, cerc~re nelle tradizioni nazionali e trovarvi 1~ norme per la loro azione. E questo debbono far lutti, anche quelli che aspirano ai più ampi cambiamenti nell'ordine politico e sociale, perché questi cambiamenti. debb~no, per riuscire ad attuarsi. esplicarsi durante 11 p~r1odo di loro formazione ne.gl' isliluli dello Stato nazionale. (Studi senesi. Vol. X VI. Fase. 2°). A ugustin: Fillon: L' _Indiad'o_9gis,econ~ògll s~rittorlIn-: diani. « Noi facciamo i salassi all India » p;r1da,·a un. giorno lord Salisbury._ Sono trascorsi vent'anni da .a!-· lora e il salasso contrnua, e Sahsbury é sempre m1111-, stro e io non ho in leso mai dire· che se le notti di Sua SiO'doria sono calli ve, sia l' l11dia insanguinata ed eslenu0ata che turbi il suo sonno. La sto1·ia della domina~ zione inO'lese nell'India si riassum~ così: cenlocinquan •. , o . t'anni di spoO'liazione metodica. graduale, progressiva .. In luoO'o del ~nassacro dopo la bç1ttaglia è un popolo· conda~nato a mo1-ire lentamente di fame. e, cosa orrenda a dirsi, moltiplicalisi. Una mortalità spavent~- vole (34, 36, 38 e fino a 4'3 mo1-ti pe1: 1090) e. una nati-:. vità più spaveutevole ancora. Quale 11 r1med10 a tanti (1) Si tratta di una lunga recens!on~ di due lib_ri dell'on. Arbib. - e <li questo a suo _tempo c1 sl3mo occupati .- e .de! Prof. Aranzio Ruiz. :Kell'ultuna parte assurge a .co.ns1d~raz10m generali in gran parte giuste, che sono. opportu111ss11nem questo momento. N. d. R.

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