RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICÀ LETTERE·E SCIENZE SOCIALI 217 Paroledi 6. Mazziniai ricchi. - Ecco le _parole di Mazzini che togliamo dall'opuscolo La Situazione pubblicato nel 1857 dopo la spedizione di Sap1·i e dopo gli arresti fatti a Genova regnando il re Galantuomo e governando il suo suo gran ministro Cavour. E' un episodio di storia che meriterebbe esser fatto conoscere ai giovani, i quali anche se dotLi in marxismo e lombrosismo, non certo dai libri e dalle università regie possono avere cognizione, anche sommaria della nostra storia contemporanea. Esaminata la Situazione, Mazzinj in quell'opuscolo concludeva: « La vittoria per noi è questione di mezzi. Io co- « nosco appart.enenti al Parlilo, dieci ricchi ai quali cen- « tornila franchi dati per ciascuno alla causa della Nazione, « non sottrarrebbere un solo conforto reale. Quanti « più, ignoti a me, conta il Partilof Io potrei dare il nome « ·ai cinquanta almeno i quali potrebbero, senza diminu- « zione reale di ogni piacere che conforti onestamente « la vita, versare ventimila franchi ciascuno in. una cassa « comune. Quanti sono, diffusi per le nostre città, gli uo- « mini che versano in simili condizioni? Quali quelli ai « quali mille franchi sono un'inezia collocata spesso - « non dirò S?pra. u!1a ~arta - ma sopra un capriccio, « sopra un viaggio mutile, su qualche oggetto d'arte guar- « dato un giorno, poi dimenticato, su qualche abbelli- « mento ad· una stanza già riccamente ornataf Quante « sui nostri passe~gi, o ,nei palchetti dei nostri teatri, le « donne che potrebbero togliere un& gemma ai loro mo- « nili senza apparire meno splendide di bellezza, senza « ~ss~r:e rr'leno carè _a_quei che a_n1ano_la donna, non gli « md1z1della sua vamta ... UnPartito nazionale senza cassa « è l'accusa più grave chepossa moversi 1ai ricchi della na-. « zione. In Inghilterra quando un'idea s'è fatto Partito la « prima deliberazione ha per oggetto la formazione di' un «fon~o. L'ass0ci_azione per l'abolizione delle leggi sm ce- « reah raccolse m poch~ sere, due volte, una somma di « 100.000 sterline (250.000 lire) La causa dell'Irlanda era « r~ppre~entat!l d_a ':'ersa~enti c~e raggiungevano una (I; cif:a ~1 cent~na1a d1 sterhne o~m settimana. (1) Ed ogni « agitazione s1 governa a quel modo. Il senso pratico « inglese intende che nessuna propaganda può proce- • «. dere. Sfnza m._ezzfiin_anziari, e li racco_glie. Tra noi gli « uomi:u presti a morire per le causa s1 trovano a mii- « le; (2J gli uomini che disserrino i cordoni della loro « borsa, no. (3) » (Educazione politica, 1 decembre). Laconvenzioneper il Benadire il Parlamento. nrParlaménto, con una discussione sommaria ed edificante, ha approvato. la convenzione - fir_m~ta a Roma -il 25 maggio 1898 - tra 11 Governo e la Soc1eta del Benad1r. Abbiamo chiamata sornmaria ed edificante la discussione parlamentare. E la ragione è più che evidente. In che consiste tale convenzionet In questo: che la Società commerciale dei sigI?ori Mylius, Crespi, Carminati, ecc., amministrerà, o:9sia sfrutterà per suo conto le regioni del Benadir; se s1 troveranno miniere saranno sue; i dazi doganali saran_no s~oi; ed essa si obbliga ad inalberare la bandiera italiana 10 quelle contrade. Però, nou basta. Il Governo pagherà alla Società, ogni anno, fino al 1910 - con ef- . fetto retroattivo dal. l O maggio ~898, lire 400,000 in oro; e dal- 1910, al _19~6, hre 350,0~0 1_11 oro. La Società 1·ap- . present8: l lt~ha m. quelle reg10m, e c'è da augurare che la colomzzaz1one riesca davvero. Però lo strano ed edifi~a~te consiste in _questo: che un Parlamento il quale s1 d1c_ee os_tenta d1 essere. avversa:io della espansione colomale, si è mostrato, mvece, ui questa occasione pronto ·e fortunato di approvare la convenziene co-n la .Società del Ben adir, a tamburo battente. Non ha sta: il socialista Agnini, mettendo fuori una sconosciuta teoria ·s<:>cialista,~a appoggiata l'impresa sotto l'aspetto comm.erc~ale, quasi eh? fosse possibile dividere, in un'impresa d1 tal gen~re, 11lato commerciale dal politico I Il Parlamento è ~1ventato, ?unq';le, _di u~ tratto espansionista f Se domam alla bandiera italiana rnalberata dalla Società venisse fatto comunque oltraggio, il Governo è posto nella necess~tà di intervenire. Chi pagherebbe le spese f Lo. Stato e~1dentemente. Dunque a che cosa si riduce, nei rapporti con lo Stato, la convenzione per il Ben adir f (i) E che direbbe il Grande Italiano se conoscesse l'entrate delle · Trades_Unions in Inghilterra e dei socialisti del Belgio e della Germama, e le confrontasse con quelle dei repubblicani e socia• listi in Italia! N. d. R. {2) Ma oggi se ne trovano pochi anche di questi! N. d. R. (3) E di questi anche meno. N. d. R. Alla Società tutti i vantaggi dello sfruttamento delle regioni, la garanzia del Governo, e di più un sussidio an11uoper 48 anni! Nessun pericolo evi la lo per lo Stato: garanzie, vantaggi e sussidi per la Società! Ma la Società è formata da capitalisti milanesi: ed è qui la chiave della miracolosa acquiescenza della Camera ; qui giace il segreto della combinazione, a cui l'unico socialista che si è destato in Parlamento, ha dato anche l'approvazione a nome del buon popolo che paga, e che, l'esempio insegni, facilmente si corbella! Vi sono - per conchiudere - due politiche espansioniste: quella che benefica no certo gruppo di abili capitalisti e contenta agili politicanti, e l'altra. Resta intesa che la prima soltanto è conveniente e fruttuosa ... (Rivista di Roma, 2 dicembre). Bebel controBernstein (Corrispondenza tede.3ca). Mentre nei circoli superiori imperiali serpeggiano gl'intrighi per la conquista del favore regio, il Congresso annuale del partito democratico socialista ha avuto luogo ad Annover. Il parlamento operaio tedesco ha diritto a questo titolo .per le forme di cui usa e si circonda. Co.me per una specie di discorso del Trono le sedute sono inaugurate con un manifesto del Comitato Direttivo. In quelle assemblee operaie vi è un regola1rnmto; si stampano e si distribuiscono delle risoluzioni, delle proposte, degli ordini del giorno e degli emendamenti, e ~n discorso di chiusura del presidente serve di conclusione alle discus• sioni. Si discorre una settimana intera, 4 ore avanti mezzogiorno e 4 ore dopo. A quallro tavole parallele seggono i delegati, ciascuno avendo davanti a sé gli stampati necessari. L'ufficio sta su di un palco. Le mura sono tinte in rosso e ornate d' iscr·izioni di estr&tti da Marx. Il ritratto di Marx non manca mai, talora con a lato quello di Lassalle. Nessuna assemblea è più assidua ed attenta. Gli applausi sono generali per tuttii discorsi, quando sono ben detti. Quest'anno le discussioni presentavano un interesse particolare a causa della recente pubbiicazione di Bernstein: L'evoluzione del socialismo tedesco, dove l' A. sostiene delle tesi di una moderazione àndace. Bernstein contesta parecchi assiomi carissimi ai collettivisti ortodossi. Nega la famosa legge di bronzo formulata da Lassalle, per cui i salari sarebbero sempre fatalmente ricondotti a ciò che è indispensabile al lavoratore per vivere, senza dargli nessun~ speranza di miglioramenti, mostra invece che i salari crescono e che lasciano un argine all'operaio laborioso ed economo, perché il risparmio operaio si accresce ogni anno in discrete proporzioni e la consumazione delle classi operaie pure aumenta. Bernstein mostra egualmente che Marx si è ir'lgannato profetizzando la concentrazione delle piccole intraprese nella grande industria, e l'aumento di quei che vivono esclusivamente di salario; anzi avviene il contrario. Egualmente contesta la pretesa legge per la quale il capitalismo e le macchine si sviluppino, più la miseria dei lavoratori è grande, sostenendo che l'operaio invece trova le condizioni di vita più favorevoli dove l'industria ha capitali_ più abbond8:nti e .macchine più ingegnose. Secondo lui la democrazia sociale deve mettersi su di un terreno che le offrano questi fatti evidenti, e rinunziare a~delle ipotesi discutibili che la farebbero alla lunga sbagliare strada. Essa deve presentarsi non come un prodotto della miseria e della disperazione, ma come il resultato di una cultura più alta della classe operaia che le permetta di concepire e di ottenere un'esistenza materialmente e moralmente più elevata. Essa deve ·rinunziare ad una rivoluzione, perché se un cataclisma impreveduto chiamasse al potere il proletario, quesli sarebbe incapace e fallirebbe. La democrazia sociale deve solo sforzarsi di precipitare l'evoluzione, che rende il credito più elaslico ed accessibile, che perfeziona il macchirrnrio, distribuisce a tutti l'istruzione, permette ai più umili le più alte speranze, assicura la libertà di associazione, sviluppa ìa cooperazione e i sindacati; insomma la democrazia sociale deve sostituire lo spii-ito di riforma·a queHo rivoluzionario, e abolire la lotta di classe, sia la parola, sia la cosa. Bebel ha slanciata la scomunica. Il suo discorso al Co11gresso ha durato 6 ore, ed egli ha· dato pruova di risorse oratorie inesauribili; ma ha mostrato auche una irritabililà ed una nervosità estrema. Catego I ico. e re~iso nel suo discorso, non lo é stato •però nella r-1soluz10neche ha fai.Lovotare al Cougresso. Il test.o di questa è un capola ,·oro di diplomazia più che di logica. Bebel ha cercalo di mantenere in termini platonici e vnghi i principi e le esigenze fondamentali della democrazia
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