Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 11 - 15 dicembre 1899

~IVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI và bene! ne farebbe consapevole il governo· del re, che avrebbe spalmato il balsamo dei suoi favori su quel comune, che i bisogni, dai quali era travagliato, e che nessuno fino allora aveva soddisfatto, incitavano al disordine non la volonta. E la campana della chiesa ·madre che suonava, era come l'angelo che passava, e che rispondeva con la sua voce alle promesse mentali del capi tano : amen ! Non fu più il caso di conflitti; una gara di cortesie si iniziò fre. quei del paese e i militari; i primi preoccu·pati dalle parole di Raffaele, e, conseguentemente, dalla pioggia di favori che sarebbe caduta su Cotrone; i secondi benedicendo alle cadute) se per esse appunto si godeva. Del resto, il vecchio eroe che avea baciato il ttrreno, se l'era cava ta con una contusione ; se anche ci lasciava la pelle, lui benedetto! perchè si sacrificava al bene di tutti. · E ·si videro 'iniziati i lavori del porto, sempre promessi e sempre rimandati; la piazza diventò stazione di torpediniere) la terza nel J onio, dopo Taranto e Gallipoli. I desideri, ciò nondimeno, si rincorrevano. Se chiedes::iimo il Tribunale e l'Università? Ed il distretto, perdio, perchè doveva averlo Castrovillari, e non Cotrone? Ne parlerebbero a Raffaele. 11 caso ci metteva la sua: era la parte di divertimento che si pigliava sul povero scemo. Il ministro dei Lavori pubblici si decideva giusto allora ad applicare la legge, cirl.'.a_il porto di Cotrpne; e quello di marina si faceva pigliare proprio di quei giorni dalla fregola di dotare la città di una stazione di torpediniere. Laggiù questo non si arrivava a distinguerlo. E.recite non ce ne furono più, per tutti. Tutti invece pigliavano un bagno di illusioni: era l'ubbriacatura della credulità che afferrava prima gli uni, poi gli altri, infine l'intero paese) che si dava vinto a Raffaele. Effetto unico (manco male!) fu quello che ai poveri si fece da allora l'elemosina. Questi, per conto loro, avevano davvero di che ringraziare alla pazzia di Raffaele, che era stata contagiosa. I monelli anche ci guadagnarono; non si buscarono più degli scappellotti) perchè ora erano considerati come una forza irregimentata, che si doveva tenere, in conto. Chi visitava di passaggio Cotrone, si trovava solo) adesso, a smascellarsi dalle risa. I paesani non ridevano più; una volta avevano riso, ma ora non c'era di che ridere. Raffaele trionfava: un barlume di lucidezza) ed avrebbe davvero condotte quelle capre a rompersi le corna. Una sera di festa successe una baruffa in un vicolo remoto e sporco del paese ; baruffa tra donne perdute ed avventori) che erano pure briachi. Si mise mano ai coltelli, e Raffaele corse, nella sua qualità di capitano dei soldati) a ristabilire l'ordine. Sì annunciò da lontano col solito grido, che completo a questo modo: Raffaele ora arre~ta ! '" Era scuro. Gli uomini credettero davvero all'arrivo della forza pubblica; uno per farsi largo e fuggire, gli ficcò, dimenandosi, una coltellata nelle costole. Egli cadde .. La gente lo raccolse che boccheggiava queste parQle: Mo1·to Raffaele! morto! · Nel paese fu un lutto. Ai funerali l'oratore che era stato indicato disse, fra le lacrime, che quella era stata una vittima del dovere ! P. GUARINO. ~ Sperimentalismo Sociale Socialismo e Criminalità. Sin dal 1889 l'on. Colajanni in un lungo paragrafo della Sociologia criminale dimostrava a luce meridiana essere falso che il socialismo, la propaganda socialista, fosse causa di delitti e molto meno di aumento nella criminalità. Alle sciocchezze di molti magistrati - di quelli che non si arrischiano di torcere un capello ai rappresentanti dell'alta mafia -, ai fµrori reazionari del Garofalo - SE:mpre logico: è il suo titolo di onore-, alle amenità del Prof. Lombroso. che attribuiva parte dell'incremento del delitto all'internazionalismo e for.:;e alle lihertà provinciali (?!) rispondeva coll'eloquenza dei fatti e del semplLce buon senso, e concludeva: « Il socialismo odierno rappresenta la protesta cosciente e collettiva contro l'attuale ordine di co_se,cui se 1+e vuole sostituire uno più utile a tutti e conforme a giustizia; mentre il delitto non è che il prodotto della cattiva organizzazione sociale: la ribellione incoscùm,t.e e individuale. » ( Sociologia Crimfr,,ale. V ol. 2' p. 477.) Tutto questo - che il Colajanni ha ripetuto e corroborato con nuovi dati di fatto in giornali e riviste - abbiamo v_oluto ricordare oggi, sia per richiamarlo alla memoria dei Santi padri del socialismo italiano, abbastanza smemorati, sia per somministrare ai no~tri amici buoni argomenti contro le stolte accuse dei reazionari di ogni risma, che in Italia e fuori, o p~r malafede insigne o per ignoranza crassa, continuano a sostenere che sociaHsmo, liberalismo mancanza di religione ecc. ecc. sono càusa di delitti. · Lo stesso motivo certamente ha indotto il nostro collaboratore Paul Louis ad· avvertire nelle Petite repubblique l'inversione che c' é tra socialismo e criminalità in Germania; inversione che nel luogo citato per · la stes~a nazione aveva già rilevata il Colajanni e che noi, ad istruzione dei nostri lettori, vogliamo riprodurre colle parole dell'ami?o nostro. Si ricorda senza dubbio che per giuslifi0are il progetto di legge che colpisce coi lavo1·i fo1·zati gli ope1·ai che, collo sciopero, ccrca\ano di ottenere delle condizioni di la,·01·0 più tollerabili, il governo imperiale aveva affe1·- malo che da qualche lempo la criminalità andava aumenlando, gli atti di brutalità e di violenza, durante gli scioperi, producendosi in numero più grande. Ora pare, secondo i dati che ha pubblicato M. Tonnics, che la criminalità, sopratlulLo rapporto agli alti di violenza, rninaccie ed altri attenlati alle per·sone, é minore nelle allre provincie dell'impe1·0 in cui il movimento socialista é più accentualo - a giudicarne, almeno, dai 1·isultati delle recenli elezioni legislalive - che uelle allre p1·0vincie. Cosi nel regno di Prussia, nelle ullime elezioni, la media dei voli socialisti é stata di 1647 su 10.0ùO eleltol'i iscl'iUi. Ora, secondo l'ultima statistica ufficiale delle criminalità, che 1·isale al 18\:16, la media degl'individui condannati era di 267 su 10.000 abitanti che avevano l'età necessaria per esser colpiti dal codice penale. Adesso, se si consulta la statistica, si trova che a Berlino, nella Sassonia, nel Brandeburgo, nell'Hannover e nello Schlewig-Holstein, in cui il voto dei socialisti é stato maggiore, la criminali là ha oscillato trn 158 a 241, meni re che nella Prussia orientale e occidentale e 11~1 granducato di Posen, ove le candidature socialiste non hanno riurnlo che un debole numero di voti, la criminalità aveva raggiunto la proporzione di 332,415, e 362 rispettivamenle. Queste cifre hanno una grande eloquenza; vi si trova la pruova che nelle provincie ove domina l'aristocrazia territo1·iale, e ove il movimento socialista é sensibilmente più debole, la criminalità è molto più elevata che nelle provincie ove l'ind:.istria é più sviluppata. Tutte le provincie, in cui i voti socialisli hanno sorpassata la media generale avrebbero, ad eccezione delle prnvincie renane, ove il clero cattolico esercita ancora una grande influenza, una grande crirninalita al di sotto della media genera~e. Avviene lo stesso negli altri Stati dell'Impero. Nel regno di Sassonia, il paese più industriale della Germania, e ove l'istruzione é più estesa e il movimento socialista più pronunciato, la criminalità é meno elevala che in tutti gli altri stati, la media non essendo che di 147 condannali per 10.000 abitanti che possono cadere sotto i colpi della legge penale. Si constata il medesimo fatto anche nei piccoli stati della Germanil.l centrale, mentre che il Wurtemberg, il Baden, e sopratutto la Baviera, ove i voti in favore dei candidati socialisli sono stati relativamente più deboli, presenlano una criminalità sensibilmente più elevala, la media essendovi di 264, 318 e 457 rispeLLivamente.

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