Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 11 - 15 dicembre 1899

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCI,fLI 2II ]proclamano apertamento la necessità di mantenere intatti, almeno nella misura attuala, i diritti dei lavoratori, e si oppongono al governo specialmente sui progetti politici. In tale condizione di cose non è conveniente per il l_)artito socialista, non è nell'interesse stesso della civiltà aiutare tutti coloro che si oppongono al dilagare <lella reazione ? Il Congresso non osò seguire il Turati fino alle ultime consegu;;nze. A molti di quei lavoratori pareva un segno di. debolezza adottare una tattica diversa ·da quella di prima e non pochi. avevano perfino paura -che si tentasse di adombrare il carattere proletario del partito _socialista. La fiera figura del Lazzari, tempra :fortisdima. di lottatore, interpretò il sentimento di que- '8ta parte dell'assemblea, affermando che sopratutto ed .in ogni occasione si doveva mostrare la differenza che •esiste tra il partito socialista e gli altri, tra gli interessi e gli ideali della classe lavoratrice e quelli di ·tutte le altre. Non era dopo lo stato d'as3edio imposto mentre lo Zanardelli era al ministero che noi potevamo rannicchiarci per lasciar passare più liberamente ,.gli zanardelliani. Certo la politica ha le sue necessità, e quando -in una votazione di ballottaggio si trovassero di fronte ·un candidato governativo e uno di opposizione, non _potendo far altro di meglio, i socialisti avrebbero ap- _poggiato quest'ultimo La questione acquistava un importanza speciale per la presenza dei socialisti della provincia di Brescia. l)ella· loro attitu:line dipende nelle prossime elezioni po- .litiche la riuscita o meno di parecchi deputati zanar- ··delliani. Una forte corrente si era manifestata in favore di ·un appoggio agli zanardelliani anche a primo scrutiuio ,qualora vi fosse il pericolo di una vittoria dei reazio - narii. Il che cimost,ra, come già notò il Turati nella ,Critica, che se la Sinistra ripigliasse interamente il proprio programma antico e lavorasse per far trionfare .i proprii principii più che i proprii uomiui, troverebbe nel popolo un appoggio incondizionato. Prevalse la corrente Lazzari e cioè l'aiuto agli u0mini d'opposizione nei soli ballottaggi. Resta va però la questione dei radicali e dei repubblicani. E quasi tutti si trovarono d'accordo nell'affer- :mare che nel caso di pericolo d'una vittoria dei conservatori si potessero appoggiare anche a primo scru- ·tinio i candidati di estrema sinistra. Per le elezioni amministrative si ammise quasi senza discussione la possibilità, anzi la quasi- necessità di ·unirsi. ad altri_ partiti, pur mantenendo intatta la fìsonomia propria. Ed infine ancora una volta questa gente, molta della quale aveva sofferto per le proprie idee il carcere, la persecuzione dei padroni, il boicottaggio, sentiva il bi- -soguo di riaffermare l'indipendenza assoluta del partito socialista di fronte tutti gli altri. Potrebbe sembrare spavalderia se non fosse effetto ·della forte fibra lombarda. Ma un'altra questione grave si pose dinanzi al Congresso e cioe quella dell'astensione dal lavoro, non già ·per cause economiche speciali, ma per una causa politica d'interesse generale di tutta la classe lavoratrice. Il governo, per ragioni che è inutile ricord~re, già ·-da tempo tendeva a togliere le poche libertà rimaste -alla nostra classe operaia. Ultimamente era arrivato perfino a neo-are ai lavoratori addetti ad imprese più o meno dip;ndenti dallo Stato il di.ritto di s~iopero, oramai riconosciuto jn tutti ,i paesi civili, l'Italia compresa, per tutti gli operai. E _l'ultima re:tio ~ella classe per ora più debole. Quando s1 sente mmacciata o lesa nei proprii diritti, esauriti tutti i mezzi conciliativi, .:non le resta che rifiutare la propria assistenza, di ri- ·-cusare il proprio lavoro. Se non commette un delitto quel padrone il quale a·d un dato momento ribassa i salarii e lascia in libertà tutti coloro che non vogliono accettare il ribasso~ altrettanto dev'essere per gli operai che domandano un rialzo e non vanno più a lavorare da quel padrone che non lo concede. La po3izione ed il diritto degli operai rimane identico in tutti i mestieri. Se ìa società ha interesse a che in qualcuno non succedano interruzioni, provveda, cerchi di eliminare le c~use di attriti, ma non può sopprimere il diritto di una delle parti con tendenti, non può ridurre gli operai delle imprese dipendenti dallo Stato a specie di schiavi pubblici, con misure oramai condannate dalla scienza e dalla pratica di tutte le nazioni più progredite. Era naturale che appunto in questi operai più direttamente colpiti sorgesse l'idea di un'azione concorde per sottrarsi al nuovo giogo che si voleva imporre. Il governo voleva ridurli ad automi, ed essi rifiutavano semplicemente l'open, propria, astenendosi tutti in massa dal lavoro. Purtroppo le nostre masse non sono ancora così progredite da potere così ordinatamente concepire un piano simile ed ordinatamente eseguirlo, però e bastato porre il problema perchè tutti sentissero il bisogno di risolverlo presto, abbandonando le romanticherie degli irrequieti che in ogni difesa del proprio diritto intravvedono la lotta nelle strade. Questo principio importante stabiliva il congresso: dato che il governo tendesse a colpire nei diritti elementari la classe operaia, dato che l'ostruzionismo parlamentare non bastasse a far avvertiti i reazionari della est.rema gravità dei loro atti, la massa operaia stessa dovrebbe entrare in azione a propria difesa ri• fiutando la propria funzione sociale, astenendo1:1i in massa dal lavoro. Una tale difesa i convenuti promisero di voler studidre e preparare ; e certamente il partito socialista potrà riuscire an~he a questo se saprà sempre imporsi a quegli elementi impuhiivi · che sono l' inciampo di ogni movimentJ coordinato, ed impediscono di avere un'esatta conoscenza dei limiti delle . . . proprie az1001. Come si vede non erano pochi e non poco importanti i problemi. che il Congresso doveva affrontare in una sola giornata e valeva la pena di segnall:l.rne le soluzioni date ; tanto più che per quanto si parli di un prossimo congresso g,merale di tutti i sociali8ti italiani nell'jntervallo di tempo necessario a fare una buona preparazione perche non si abbia un'assemblea caotica, noi potremmo avere le elezioni generali e chi sa che cosa d'altro. Oramai colla nostra politica a sorprese c'è tutto da aspettarsi, ed i partiti devono esser sempre pronti a cambiare di fronte anche senza un'intesa. formale ad ogni i8tante. Ro1vmoSoLDr. Nel mondo dei miliardari (1 ) I loro fig·li Nè Cesare, nè Alessandro, nè Napoleone hanno lasciato degli eredi della loro potenza. Sarà pure così dei potentati del denaro? Tra i miliardari le numerose famiglie sono rare. Con un fanciullo che muore, spesso è una famiglia che si spenge. Ciò porta ad altre agglomerazioni di ricchezza. 1 figli dei primi milionari che in generale avevano accompagnato il padre al banco, salvo eccezioni adottavano la linea di condotta paterna, si sostituivano puramente e semplicemente ai padri; ma oggi non è così. Giammai erede presuntivo, principe di Galles o Delfino di Francia, non è stato allevato al di fuori dell'umanità, come i miliardari d'oggi. Pei ge• nitori e parenti il bébé è come un oggetto da colle- (1) Riassunto della Revue dcs Revues del 15 Dicembre.

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