RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr. NAPOLEONE COLAJANNI Deputato al Parlamento Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese IT~LIA: anno lire 6 ; semestre lire 3 - ESTERO : anno lire 7; semestre lire 4. Un numero separato s Oent. 20 AnnoV. - N. Il. Abbonamentopostale Roma 15 Dicembre 1899. Sommario On. Dott. ·N. CoLAJANNI: l'.a. Mafia. On. Avv. S. BARZILAI: Il caso Turati. G. SOREL: Lo spirito pubblico in Francia. Il Libro di Ciccotti. RoMEO SOLDI: Il co\}gresso socialista lombardo. L. DE NoRVINS: Nel mondo dei mili;.rdari. GUARINO: Il Capitano dei Soldati. SperimentalismoSo,iale. 'R._ivistadelle 'R._iviste. 'R:.ecmsioni. A causa di un incidente avvenuto nello StabiUmento artistico foto-meccanico Cosmelli, incaricato di prepararci le fotoincisioni delle carricature, siamo costretti a rimandare al prossimo numero il primo saggio di questa interessantissima novita. L' egregio Cosmelli prega i lettori di scusarlo essendo stato proprio un caso di forza maggiore. LA MAFIA (DAI BORHONI Al SABA UDI) I. Mai come in questi momenti in cui si discute tanto della mafia in Sicilia a proposito del processo Notarbartolo, che drammaticamente,-si svolge dinanzi alle Assise di Milano, mi parve tanto opportuno ricordare il motLo latino sulla necessità degli scandali; e mai quanto adesso mi par.ve tanLo assennat9 il giudizio di un intelligente ispettore di pubblica sicui·ezza, l'Alongi, che, riferendosi per lo appunto ad altri avvenimenti più rumorosi della Sicilia, scriveva nel 1893: « La stampa quoLidiana suole « tra noi occuparsi della polizia e della ~elinquenza solo « nelle grandi occasioni, quando cioè uno o più delitti « gravi destano il pubblico clamore. » Stando al significato del motto latino - oportet ut eoeniant scandala - gli scanda!i dovrebbero giovare col richiamare l' attenzione sul male e procedere alla cura più o meno· radicale: ma con profondo rammar-ico si deve rammentare che in ILalia gli scandali si suci::edono con rapidità vertiginosa, con continuità allarmante: vengono constatati anche con una specie di voluttà; ma in quanto a provvedimenti efficaci per rimuoverne le cause, passato il momento della sorpresa, dello spavento, della indignazione, si torna a dorm1l'e della grossa e si lasciano le cose al punto in cui erano alla vigilia degli scandali ... La mafia! Ma c'era forse bisogno del processo Nolarbartolo e della parte, che si aUribuisce a Raffaele Palizzolo, pe1· conoscerne la genesi, l'organizzazione e la malefica funzione? I minimi deLtagli erano noLi e non da ora. Si mettano da parte i minori, remoti o recenti, ma come si potrebbero dimenticare questi scrittori : Sonnino, FranchetLi, Damiani, Villari, Bonfadini, Alongi? Ebbene si legga l'opera preziosa dei due pri,ni : La Sicilia net 1876 : si legga il voi. XIII della famosa ed inutile Inchiesta agraria che contiene la relazione dell'on. Damiani sulla Sicilia; si leggano Le Lettere meridionalt di Pasquale. Villari; si legga la relazione di Romualdo Bonfadini sulla Inchiesta per la Sicilia; si leggano i due volumi che alla Mafia e alla Camorra ha consacralo l'Alongi, e si avrà tanto materiale da essere completamente illurr,inati sulle cause che hanno generato la mafia in Sicilia - perfettamente identiche a quelle, che produssero la camorra a Napoli - sulle sue manifestazioni ed anche sui rimedi. A lettura compiuta chi ha animo retto non potrà che imprecare fieran·ente contro i governanli d'Italia che ben di raro e senza perseveranza, hanno mostrato l'intenzione di agire come il più elementare sentimento del dovere impone a chi si crede rappresentante di un governo civile. Come italiano e come siciliano, che ama sopra ogni cosa la propria regione, non ho aspeLtato le dolorose contin~enze odierne per fare quello eh' era dovere di ogni cittadino onesto, che ama il proprio paese: denunziare i mali e invocare gli opportuni rimedi. Sin dal 1885 in Delinquenza della Sicilia ho riassunto, coordinato ed illustrato ciò che la storia e la statistica insegnavano sulla Sicilia, ciò che i citati scrittori e parecchi altri minori hanno esposto sullo stesso ar~ornento. Nel 1894, all'indomani della catastrofe san~urnosa dei « Fasci » - dei quali nel Secolo e nella Rivista di Fratti mi ero a lungo occupato, con spirito facilmenLe profetico :-- , nel 1893, pubblicai Gli avvenimenti di Sicilia, nel quale libro - di cui vado orgoglioso·, perché era carissimo a Felice Cavallotti - allal'gai lo sLudio ed esposi più ampiamenLe quello che si era faLto e quello che si doveva e poteva far·e, per concludere 0he dal 1860 in poi nulla era mutato I (Cap. XIII). , La responsabilità negli scriLLi surricordati, degli alL1·ie miei, sono state assegnate con una sicurezza rara e niai vennero negate; e dal canto mio, come meridionale, credetti doveroso insisLere su quella parte non piccola, che poteva spetLare alle cosideLte classi dirigenti. Lo ricorderanno certamenLe 1 leLL01·ide' Settentrionali e meridionali; lo ricol'deranno i lettori della Rivista Popolare, perché dei doveri dc.:lleclassi dirigenti della Si~ilia e del Mezzogiorno mi occupai nel N. 9 di quest'anno prima che fossero divulgati gli scandali inauditi del Processo Notarbarlolo.
RIP'I.STAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI . Come e _perché sia_ nat~ la mafia è _presto. dello_:. fu il risultato d1 un'orga111zzaz1one econormco-soc1ale v1z10sa, di un governo dispotico e di:,;oncsto che Gladslone qualificò : nega,$ione di Dio. -Nella mafia c'era la base economica, che non fu vista dal Vili ari come gli notai nel 1885. Essa si sviluppò rig6gliosamenle nella zona nella quale prevale il latifondo; essa si conservò nella stessa zona, che fu sede p1·edilelta dei Lumulti dei Fasci e le cui sofferenze economiche, oltI"e elle la delinquenza comune, hanno per indice la emigrazio1•ie e le espropriazioni per debiti e per inadempiuto p1:1garnento delle imposte. Nella mafia e' era e c'è l'influenza del1'analfabeLisrno; ciò che non può venire smentilo dall'azio11e cl,e possono esercitarvi, e dai rnpporti che cou essa posso11O stabilire alcuni uomini di media o di elevala coltura, anche deputali o senalori, baroni o rnaI"chesi, cavalieri o comme11<lalo1·i. Nella mafia infine ebbe pa, te grandissima, si potrebbe anche dire esclusiva, il secolare mal governo che della Sicilia fu fa lto. Quali rapporti intimi si cr-eassero sc,tlo i Borboni tra governo, compagni d'armi, ca,npieri e mafin, si potrà scorgere a luce meridiana da chi legge il libro di FrancheLLi o la relazio11e del Bonfadini in gran rrnrte 1·iconfermati in un libro onesto del generale Cor,-i (In Sicilia). E il Lutto così riassunsi nel 1885: « La giustizia sotto i Borbonici era cosa talmenle confusa con gli arbitri polizieschi, che il popolo in ogni accusato finì per vedere una vittima della prepotenza baronale o governativa. La polizia e le autorità giudiziarie stavano infatti agli ordini dei feudatari, che si trovavano nelle buone grazie delle alte sfere governative. Nacque da ciò che, venuta meno ogni fede nella equità ed imparzialità di chi stava preposto alla cosa pubblica, grandi e piccoli pensarono tutti a provvedere individualmente alla sicurezza della persona e della proprietà : si ebbe un v,ero regresso a forme sociali pr-imitive, nelle q~ali la giustizia individuale è lutto, poco o nulla la collettiva. « Così i -baroni organizzarono schiere di armigeri deLti campieri, vera riproduzione degli antichi bravi; e il popolo contò per le sue vendeLt~ sulla m~fia, nel suo codice dell'omertà e spesso nel brigante (r1m~se popolarissinio Pasquale Bruno, come tipo di brigante giustiziere), che riuscì in Laluni momenli ad essere considerato come un simpatico e nobile ullore del debole oppresso dal for-Le. « La vendelta privala più che un dirillo ritornò un dovere. Così si spiega come la mafia non sia mai stata una delle comuni associazioni di malfattori, avenLi per iscopo esclusivo la depredazione della proprietà altrui. « Alla mafia si riattaccavano principalmente i reati di sangue, così che arrivarono a far parte della criminosa associazione molli individui reputati generalmente onestissimi ed ai quali in realtà si potevano affidare con perfelta sicure_z~a i più vitali inter-~~si con_ la_cert~z:,a ~i vederli garant1l1; e quella generos1La che 1 srn~oh 111d1vidui non si credevano in debito di palesare di fronte alle autorita, si riteneva doverosa verso la mafia; e tra i mafiosi osservava,;i scrupoloc:;amente la parola data» (1). Ed ora come risultato di un ta'.e stato di cose si vuole una fotoo-rafia istantanea dell'ambiente del processo Notar·bartol~? Eccola: « In generale si depone facilmente il falso in giudizio Le eccezioni sono ra,·issirne qualche volta per favor-i1·e un arnie~, ~al J'.lltra pe1· spir_ilo _di. parlilo, non raramente per ubb1d11·e alla rnafìa, st dtssimula con pertinacia ed imper~urbabil,n~nte il ver_os~a.todette cose e con t ,nta soltdarwtù da sriare la gmstt.JW dallrt rett~ via e da rendere iinpossibile di procedere contro i fu.lsari. Ci6 conduce spesso all'impunità di molti gravi reati ». Queste parole semb,·ano scritle assislenò,o_al prOCE:SS~ Norarbai-tolo; eppure fu,·ono vergale dall on. Dam111.ni circa vcnU anni or sono nel volume cilalo dell'lnclueBta Agraria. . . Si 1·1ferivano all'ambiente rrealo dai Borboni. Vedrerno ciò die si é fatto sollo i Sabaudi p0r conchiudere oggi, come conchiusi cinque anni fa: Nulla è mutato I (2). (i) Cito dal mi~ scritto: La _Delinqaen~a nella Sicitic~ e le sue caase, che rin10ntu al 188;) affiuchè venga escluso ogp1 lontano sospetto di volere artifiziosumeute spiegare le contrngenze odierne. (2) Gli aooenimenti clelta Sicilia. Eleg·autc volume di circa 500 pagine, L. 2. Presso la Rivista Popolcu0 e. II. Nulla è cangiato in Sicilin nelle condizìoni che generarono e mantennero in auge 1a ma_fia• .;;otto i Borboni f Certamenle l'a;;serzione sembrerà audnce ed essa sarebbe contraria al vero se fos;;e presa alla lettera. I rapporti e crli scambi aumentati, molte scuole aperte - per ciuanto 0 ancora insufficienti_ - i telegrafi, 1~ ferrovie, i crio1·nali, ecc., hanno esercitalo la loro az10ne; hanno ~mussato alcuni angoli, hanno leYig~to le asp1·ezze de_lla superficie; hanno destato molle cosc10nze, e, dove le c1r-;- costanze e l'oper~ di alcuni uomioi l' 1tan11O con~entita, un profondo mighoramenlo è nvvenuto, sorretto rn qualche punto dai par~iali ~enefìzi del censi,~ent? dei_ beni dell'asse ecclesiastico; 11 r1uale snrebbo r1Usc1to m1racoloso se fosse stato fall:o con 111tendi111enti sociali e non con la diretti va della rapacità fiscale, che valse spesso ad arrotondare gli antichi od a creare nuovi l_a~ifondi. (1) Ciò detto, è doveroso constatare che lo spmto generale che alimenta la mafia, e che ha la sua base nella condotta delle classi dir1gen ti e nell'azione del governo - e si capisce che tra i due fattori ·c'è intima connessione - rimane immutato. · I fatti, che giustificano la conclusione sono i~num~- revoli; per riassumerli occorrerebbe un volume 111 folio e non le poche pagine che qui ed ora .vi . d_edico.. Contentiarnoc1, perciò, di esporre qualche gmd1z10 t_ra 1 meno sospeLtabili di par:-iali~à, di malevo)a esageraz10ne,- · .. _ . Chi avesse voglia dr conoscere ciò che pensano delle classi di1·igenti i più alti magistrati - dai semplici pro~· curatori del re al Procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione di Paler1110 - potrà ricorre_re al libro: Gli avvenimenti di Sicilia. Qui riferirò, riassumendoli, tre giudizi di pers?ne che avrebbero dovul~ avere interesse personale o d1 classe ad attenuare le tinte anziché a rendede più cupe. . . Sidney Sonnino - che sovversivo! - nel 1876 consta;- tava esplicitamente che la Sicilia era ancora feudale nonostante la legale - ed insidiosa e spogliatrice• delle collettività, aggiungo io - abolizione del feudalismo nel 1812 e nel 1818. « Quella ch'era stata fino allora potenza Jeo-ale r·imase come potenza o prepotenza di- falto, e il co~tadino· dichiarato ciLLadino dalla legge, rimase [se_rvo ed oppresso ». Così l'ex ministr~ dél Te;:;oro;_ ~he rifE:.:.. rivasi particolarmente ai rapporti fra contad1m ~ _l_at1-:- fondisti; rapporti e:he si po~s?no estendE:re a !iuelh tra il resto delle classi lavoratr1c1 e le classi medie e super10r1. A venli anni di distanza. l'Alongi - e giova ripetere ch'egli é un ispettore di pubblica sicure_zza - si esprime in guisa tale che ,;arebbe peccato togliere una · virgola da ciò che scrisse traltando appunto della mafia'. Sentite: « L'oper-aio e il contadino sono, secondo 1I gabeltotto (e poteva dire secondo il borghese e l'aristocra.tico), una specie di animale inferiore spesso lratL_ato pegg10 del S!-]O cavallo da caccia. Egli -non può cap1re_, per es_emp1O, perché i funzionari debbano occuparsi delle v10lenze gravi che un galantuomo fa ad un servo.... « T3:nto ·· meno poi i-iesce a comprendere che anche un m~serabile ha diritto a giustizia, a godere del porto darmi, e ad altri prìvileò-i, un tempo riservati solo ai galantuomini. Quel ~he 0 più li urta è poi l'insistenza con cui giudici e funzionari vogliono sn :-,e1·e. da lor.o certe cose intorno ai reali di fresco successi. quas1chè un galantuomo debba e,;se,· cita I o a dir quel che sa come 'qualunque altro; e ve n'é poi di semi-ingenui che slrabi.liano nel ,·edere che un "averno debba a11dar cercando prove e far formalitn e sp;se p~r mn11dare un 1:niserabi!e in galerR. Ma che! fatelo spartre seuza tanl1- compl1menti ! ,>. • · . · PoLeYa e doveva sparire la ma.fìa, 1:ata _dR~bisogno d~, giU':;Lizia· in basso, con siffatti rapporti sociah '.ra classi· superiori e medie e classi ii:iferio:i? (2) ~er _ammE:tterlo hisoo-nerebbe credere Ri m1racoh; Ed a1 m1racoll non cred~va I onor. di S. Giuliano, attuale ministro ~el r~, clie dopo avere descI"ilto efficacemente la scarsa mlelhgenza e la niun·a ed6cazione politica _delle c~'ls~i. 'cui. egli appartiene, èonclude: « Queste classi d1cons1 dtrigentt s0ve11te come .... lucus a non lucendo ! ». (1) In Messina l'opera di un magistra~o onesto e int~lligente, il Morena volse a debellare la mafia. Il ricordo serva d1 rampogna ai passdti, di esempio ai magistrati contemporanei. . . (2) Dello stesso Alongi nel Mc~n_aclle cle_lla pab!Jlica s_ic_arez~CJ: del comm. Astengo c'è la descrmone dei criteri ammm1strat1v1 delle classi dirigenti, che vale un Perù. (Anno 1893).
']{}VISTA POPOLARE 7JI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 203 Il punto ammiraLivo ~ i punLini sono del nobile marchese che scriveva della Sicilia nel 181:)3. AL peggio non c'è Limite, dice un proverbio siciliano; e il governo cosidelto italiano dal 1860 in poi, ha voluto dare ragione al proverbio provando che ci poLeva essere qualche cosa di peggio delld condotLa delle classi dirigenti in Sicilia: la propria. lo stato in cui i Borboni lasciarono la Sicilia ad un governo riparatore imponeva un compito altissimo e non difficile. Bisognava infonder~ in tutLi la fiducia nello Stato e far compr~nd.:.,re che in. un libero 1·egime l' impero della legge non pativa eccezioni e che la giustizia uguale t>er tutti era una realt_à.. Era il solo ed_ unic~ modo d1 debellare la mafia ehmrnandone la ragione d1 essere. II governo italiano, invece, sin dai primi suoi atti pare che in Sicilia si abbia ass~nto l'incarico di distruggere tutte le illusioni s01·Lenell'animo dei cosiddetti liberali e dei cittadini alieni dalla politica ma ehe amavano il quiet•) vivere, la sicurezza e il retlo funzionamento delle leggi. c'oloro che dovevano essel'e gli educatori cominciarono col rendersi antipatici alle masse, che si videro trattate con disprezzo come appartenenti a razza inferiore e conquistata. Il pensiero che el'a nell'animo della ~rande maggioranza di funzi,)nari inetti o disonesti 11 l'ifiulo dell'antico regno di Sardegna - che piovvero in Sicilia fu formulalo esplicitamente con soldatesca brutalità: dal generale Govone· che l'isola solennemente proclamò barbara (1). Ad incivilii·e i barbari, intanto, si mandano saldali come il Dupuy. che li assassinano col processo adoperalo dai generali francesi per incivilire la Kabilia; soffocandoli col fumo. Poi rimettono in onore la più scellera.ta tortura per far parlare il sordomuto Cappello, poi fucilano i garibaldini a Fantina; poi danno la caccia ai renitenti - la Sicilia non aveva avuto mai la leva mili.: tare! _:_ come alle belve: e per prenderli si assaltano le città di· notte; poi si assRssina rnisleriosamente il generala Corrao che aveva minacciato di tener testa alle ribalderie del governo italiano - ed era capace di farlo - senza che, pro forma almeno, s'iniziasse uno straccio di processo, poi ... poi i governanti ne commettono tante che Filippo Cordova, ministro del re, in Parlamento denunzia J'incioiltà dei militari - al Govone' colla storia in mano aveva provato ch'era sciocco e malvagio - stigmatizza fieramente un governo che « crede di potérsi reggere colla violenza cingendo di J cordoni militari le città, pr·ivandole dell'acqua, vietando l'uso libe1·0 dei diritti dei cittadini, assicurando sempre t'impunità ai carabinieri, che commettel,ano reati; impunità che produceva reazione » (2). La protesta tierél di Filippo Cordova dopo dodici anni t1·0,rò una eco in Pa1·lamento nèl discorso celebre pl'Onunziato da Diego TRjani li 11 giugno 1875 che riassume l' ope1·a del governo constatando eh' esso ora fu fiacco ora violento; che corresse la fiacchezza colla violenza; che si offese la Sicilia adoperando· i modi peggiori e negandole sempre giustizia e e.be ciò che le fu dato, se si guarda a èiò che le fu negato assunse le proporzioni dell'ironia. ·· · · · Ci ·1uole poca intelligenza ad indoYinare che questi inizi del ·govi:!rno ilaliano dovevano condurre a risultati disastrosi. Infatti resero antipatici alle popolazioni in generale, i sellentrionali, che furono chiamRt.i tutti piemon• tesi e resero quasi necessaria ... quella ,nafia: la majta che era uscita rinvigorita dai moti del 1860' per l'aure'ola di patriottismo e di liberalismo conquistatasi battendosi valorosamente sdtto Garibaldi. I f icciotti informino. I risultati politici colletti'vi non tardarono a Yedersi: si ••ìassumono nella' irisurrezione anonima di Palermo nei settembre 1866; rnsurrezione nella quale ebbe parte prin: cipale la mafia, che nell'animo delle masse guadagnò, antichè·perdere, colle persecuzioni 'cui fu fatta segno; e, tt>ovò nuovo alimento nel generale,çlisgusto che suscitava' il governo italiano. La cui opera_ éomplessiva, domata la resistenza sanguinosa, dallo ste.sso Tajani viene de- (i) Un altro generale, il Corvetta, dopo trent'anni ripeté l'accusa e Felice Cavallotti gli assestò una ma1:mificasc\abolata. Quest'atto generoso contribui a rendere Cavallotti popolarissimo in Sicilia. • (2) I nostri lettori da queste parole del Ministro Cordova ap- . prenderanno che, i . criteri di governo .sqtto il governo .. Sabaudo furono ieri ciò che sono oggi. scritta così: « Dopo la rivolta del 1866 vi fu un diluvio di disposizioni cozzanLi fra loro, vennero i tribunali militari, i quali fecero sterminato nwnero di processi e quando la posizione era compromessa, e che la giustizia dei tribunali civili doveva riuscire difficilissima, se non impossibile, si annullarono ad un tratto i tribunali milita1·i, ed i tr·ibunali civili rimasero imbarazzati e cosi ne rimase esautorata la giustizia militare e la giusti'lia cioite ! » Dunque all'indomani del i866 ci troviamo in Palermo e nelle sue campagne specialmente colla mafia potente e colle giustizie cioite q militare esautorate. Era facile prevedere che anche i funzionari i.ntelligenti e bene intenzionati - lo furouo i prefetti Gerra, Rasponi, Zini, ecc. - dovevano essere impotenti a modificare rapidamente uno stato di, cose anormale, perché circondati dalla dtffide,nza o dall'odio delle masse e non assecondati dallé inerti ed egoistiche classi d:rigenti. Ri.- manevano isolati, assolutamente impotenti. Il governo c~ntrale, rntanto, volle t'apidamente trasforrn~ref9-mbiente e per distruggere lutto il male fatto da esso stesso, immemore della sentenza di Corda.va che dichiarava disadatti i militari al gooerno civile, mandò in Sicilia il genera'.e Medici armato in fatto, se non legalmente, di pieni poteri. Lo storico dovrebbe essere raddoppiato dall'artista per poter dare un'idea approssimativa di ciò che fu il governo italianp col genehllé Medici; e fu fortuna per la .st0ria che sia sorto il confliLto tra il p1·efelLo-generRle ed il Tajani, procuratore gene1·ale presso la Col'le d'Appello, che le infamie e le scelleratezze del primo denunziò ir;, PRrlarnento. Ecco ciò che si legge in uno scriLlo del tempo: ne .prendano notizia gli italiani del settentrione, e poi giu-, dichino dell'opera del governo italiano nello .incirJitimento della Sicilia. « Il processo contro Ciotti Sebastiano, graduato delle guardie di P. S. applicato al gabinetto del questore, ~ presso il quale si sequestrarono molli oggetti rubati; le. gesta di un delegalo che in un mandamento impianta la mafia, si unisce e si lega in relazioni amichevoli con noti ladd e lì manda a rubare per suo conio e che si. ripete in un aHro mandamento guadar,·nandosi La pronwzione; le prodezze della guardia nazionale subm·hana di Monreale composLa LulLa di ma,fiosi, colla comphcità e col permesso dei lJUali si commettevano tutti i misfatti del mandamento , tanto da autorizzare un magistrato a dire: qui si ruba, si uccide, si grassa in nome del. reale governo (1); e l'alternativa posta da un questore di Pa~ Ìermo ad un notissimo facinoroso di ent1·are nel coPpo· delle guardie di P. S. o di partire pel domicilio coatto' - alternativa alla quale il mafioso cercò sottrarsi ce1·- cando di pugnalare il rruestore; il p1·ocesso conLro il que-. store Alb1rnese e compagni accusati di omicidi, di falsità,· di corruzione, di truffa, di soppressione dolosa di documenti; le pressioni indecenti esercii.ate dal generale Me-· dici e dal gòvemo di Roma per ottenere l'assoluzione di questo alto delinquente, e che dete1·minarono le dimissioni del procuratore generale Tajani e raggiunsero il. deplorevole intento, dicono di più che molti volumi sulla stima, sul rispetto e sulla fiducia elle potevano ispira1•e. i rappresentanti del govemo, che i mali antichi econo·- mici lasciava intatti aggravando quelli politici e mòrali ».. Fu santa, quindi, l'rndignazione di Diego Tajani, .che in Pai-lamento s,·elò tante turpitudini e lo stato del1à' Sicilia sinletiz~ò in questi te1·mini: « Noi abbiamo colà;; le leggi ordinàrie derise, le istituzioni un'u·onia, la cor~: ruzione dap·r.ertutto, il favore la regola, la giusli~ia:.· · l'eccezione, 11 delillo intronizzato nel luogo della. pu~._ . blica tutela, i rei fatti giùdici, i giudici f>1Lti !'ei, ef una corte di niali interessati fat Li 11rbitri della libe1·rà. · dell'onore, della vita dei cittadini. Dio immo1·tale ! C{w: cosét è mai questo se non il caos? Che cosa e mai que- . sto se non il peggiore dei ,nati: l' an:uchia c'li g·o- .. ve1•no, innanzi alla quale, cento briganti di più, è cen:.tocri.mini di più sono un nonnulla e si ·scolorano?.'>>. E chiaro: il governo i tali ano aveva riabilitalo la mafici, Non pochi si domandàrono se tra i dùe non fosse m_egìio accordare la fiduci11 alla ma,fia anziché 11Igoverno ... Ed orc1, mentre scr·ivo, i prop1·ieLari di una ·buona parte.,. della. provincia di Palermo la pensano a questo modo .e -~ (i) Lo Biundo comanclante di questa eccellente guardia nazionale . disse un giorno al pretore Barraco: Prcto,,e, quanclosentite e/te,.·. si tira qualche schioppettaca non dooete allarmctr1.Yi,chè · . ciò ac!IJienepel pubblico seroizio.
104 'l{_IJTIST~POPOLARE 'Dl POLITICA. LETTERE E SCIENZE $(!CJA.Ll per avel'e sicu1·i i beni e la vita pagano volenlieri un tribulo annuo ... al brigante Gandino! La Camera - oh quanto diversa da quella di adesso, sotto la Destra! - perciò fece bene a negare nel 1875 le leggi eccezionali per la Sicilia al governo che aveva creato una situazione intollerabile; ordinò invece una inchiesta parlamentare, che condusse alla importante relazione Bonfodini. Dopo la requisito1·ia tremenda di Tajani avvenne la rivoluzione parlamentare del 18 marw 1876 e coll'arrivo della s:nistra al potere cominciò la degenerazione della mafia e la catastrofe politica e morale in Sicilia e in tutto il Mezzogiorno. m. Le ultime pa,·ole ~ollevano proteste e mel'aviglia. Gli uni non credono che il Mezzogiol'no e la Sicilia coll'avvento della Sinistra al potel'e abbiamo subita una catastrofe politica e morale; gli altri non sanno trovare un rapporto tra la degenerazione della Mafia e la rivoluzione parlamentare del 18 marzo 1876. Occorrono chia1·imenti e mi aCt'.inO'o a darli. La mafia che aveva avuto quaYche parvenza e qualche attinenza colla politica, che era stata anche simpatica io un certo senso nel tipo creato dal· Rizzotlo, gradatari:,ente, per l'azione lenta dei contatti - é scomparsa. E rimasta, specialmente nella Provincia di Palermo •e nella zona zolfifera delle provincie di Caltanisselta e di Girgenti, quella delinquenza sanguinal'ia che si riattacca al falso punto di onore espresso dall'omertà; e su tale delinquenza nella zona del latifondo s'innestano e talora prevalgono il furto e l'abigeato. Complessivamente si può essere sicuri che nella intensità la mafia é in sensibile diminuzione per quanto il processo Notarbartolo la il!umini di sinistra e intensissima luce; ma ha guadagnalo in estensione nell'ambiente sociale lo spirito che gener·ò la mafia : il disguslo, la diffidenza pel governo; l'assoluta e generale incredulità nella imparzialità dei suoi rappresentanti - e di quanti con loro serbano rapporti - e nella retta ammimstrazione della giustizia; l'universale e profonda credenza che il diritto non valga e che i d~putati amici del governo possano tulto e tulto debbano, naturalmente, in favore dei loro amici ! Le conseguenze dello sviluppo di que;;to stato dello spirito pubblico non possono essere che gigantescament 1 disastrose sotto il punto di vista politico, morale e amministrativo. I Luor1i e timidi si ritraggono da.Ha vita puLblica, i forti lottano r-ia debbono subire amarezze indicibili e spesso soccombono ; i ribaldi trionfano - mafia forNever I • • . • • • , t . . e siamo a questo : 1 prn onesti, 1 prn corre t1 cittadini invocano la protezione, l'intervento di deputati in tutti i loro affari, perché sinceramente convinti che i loro avversari - se ce ne sono - metteranno in mezzo persone influenti ai loro danni. Sicché generalmente - e sfido tutti i miei colleghi a smentirmi - il valore del deputalo non viene dato dalla sua intelligenza, dalla sua rettitudine, dal suo patriottismo ; oh I no ; ma dalla influenza - la parola sostituita alla mafia in molti circoli - esercitata. Guai al deputato che nega l' influenza o non sa bene esercì tarla o non sa farla anche spumare I - sarà perduto o per la meno menomato nella stima e nella opinione dei suooi migliori amici. Sarà deciso e compianto, nella migliore delle ipotes-i, come persona non pratica, che non conosce i tempi, che pei suoi scrupoli ridicoli abbandona e sacrifica i suoi fedeli sosteniton. Bisogna vedere con quale so1·1·iso di commiserazione si é accolli quando si consiglia un cittadino ad aver fiducia nelle autorità, nei magistrati, nella legge .... (I). Ma la Sintstra? Ci vengo. Essa coi suoi procedimenti e coi bu~mi i11izi sotto Nico tera un ive1·snlizzò e intensificò lo spir·ito pubblico sopradescr-illo. lu <)Uanto alla Sicilia certarnenle non poteva guarire il male di cui soffriva l'Isola mandandovi il Malusardi .e il Lucchese - che co11 soY8rcliia leggerezza oggi si (1) Si vuol sapere a qual grarlo di pervertimento morale può condurre questo spirito generatore ed alimentatore della mafia~ Eccolo; nulla perde coll'essermi personale: nel 1895 un miserabile, a nome di elettori, mi rimproverò - sapendomi povero - di aver denunziato le marachelle della Banca Romana e di non avere accomodato le cose mie! Perciò, ne conchiucleva, è immeritevole della rielezione ! vorrebbe riabilitare perché, forse pel' isbaglio, ha detto alcune verità alle Assise di Milano - con poteri eccezionali; con quei poter-i che la Destra domandò alla Camera e che Nicotcra si prese; e se ne gloriò pubblicamente a Montecitorio nelle sedute del 29 Novembre 1876. . La ripetizione dei metodi di governo del generale Medici non poteva condurre allo scopo; ma ci fu di p,~ggio. La Sinistra, tenuta per lungo tempo lontana dal governo, si dette ad una specie 'di onanismo politico che la fece degenerare. Quando acchiappò le redini del governo era già affamata <li polere, assetata di vendetta, esaurita in una opposizione infeconda; e i rappresentanti del Mezzogiorno e della Sicilia, essendo in gran parte di Sinistra, colla rivoluzione del 18 marzo si trovarono con molti risentimenti ·da sfogare, accumulati in sedici anni di governo di oppressi<.,ne. Si può immaginare in tale stato d'animo - senza educazione politica e senza preparazione amministrativa - come essi esercitarono il potere. · Peggio ancora. Nicotera sentì il bisogno, anche il dovere se vuolsi, di consolidare il potere nella Sinistra. E fece le ele:1,ioni come poteva farle chi non aveva scrupoli ed era violento per temperam~nto. Di più : la generazione eroica della rivoluzione per legge naturale si el'a andata gradatamente estinguendo e i vuoti nelle fila erano stati riempiti con degli stinchi di Santo, cui bastò per essere arruolati il dirsi di sinistra, mentre non erano che sinistri ce~! Nicotera, sopratulto, non guardò pel sottile in questo ·arruolamento; ma quanti sincel'i fossero i nuovi venuti, che in maggioranza non sapevano cosa fosse il programma della sinistra, lo dìsse subito il trasformismo. Poi fece le elezioni Depretis parecchie voi te .... La disonestà, la violenza e l'affarismo grande e pi1:cino trioofarono. Avv~nne il vero addomesticamento del paese sotto la sferza del grande domatore: il governo. Gl' ignoranti che non conoscono la storia e i disonesti che la dimenticano di proposito, si chiedono: ~erché gli stessi uomini di govemo - Nicotera o Crisp1, Depretis o Di Rudinì, il meno colpevole, o Pel!oux - hanno ottenuto nel Mez~ogiorno e in Siciliç1.1·isultati che non conseguirono nell' ILalia centrale o settentrionale? La 1·agione è chiara: nel mezzogiorno e in Sicilia mancò ogni educazione politica; non passò il soffio della rivoluzione francese, o se vi passò, come nel continente napoletano, strinse i legami del popolo coi Borboni; la Sicilia ed il Mezzogiorno subirono venti secoli di servitù interrotla soltanto dalla momentanea tumultuaria indipendenza di cui si poteva godere cambiando di padrone. Tutto ciò non poteva formare il carattere e non dargil consistenza come bellamenle Giorgio Arcoleo dimostrò nella conferenza tenuta a Milano. Epperò si spiega clie la lunga educazione servile abbia favorito la reversione atavica appena il governo riprese la sua storica missione. Si spiega il periodo di opp.osizione gagliarda fino al 1876 collo eccitamento straordinnrio, colla spinla e.~cezionale degli avvenimenti del 1860, coll'autorità grandissima e l'influenza, che la galera, la persecuzione, l'esilio, i sacrifizi di ogni genere avevano d_a~oagli uomini di Sinistra, cbe capitanavano l' oppos1z10ne. Ma non era logico e naturale che quando quegli stessi uomini divennero str-umenti e agenti del governo ogni resistenza dovesse cessare e la reversione atavica verso il servilismo dovesse trionfa re~ La spiegaz.ione riesce ancora più facile, diviene luminosa a citi conc,sce:la ipotesi seducente della stratificazione del carattere del Sergi - che ha sua base i11 precedenti osservazioni del Maudsley - second,.o la quale i caratteri morali più recenlemente acquisiti sono i primi e più facili a scomparire appena si presentan_o le condizioni che favoriscono la reversione. Ecco come· la sinistra produsse la catastrofe morale e polilica della Sicilia e del Mezzogiorno, ripiombamboli nell'anlico servilismo, p1·eB_arando il terreno al dominio . .inconlestato di tutto il b'asso canagliume che a sua glocia ed onore non presenta che il solo titolo rneravigliosamte efficace ·ai governativo. li male non fu falto soltanto in Sicilia; ma in tutto il mezzogìorno,lo ripeto, dove si sviluppò né più né meno lo stes~ so spirilo generatore ed alimentatore della mafia, che v1 prende nome di Ca111orra. Siccl1è aveva rag10ne da ven· dere l'on. De Martino quando per Napoli e pel Mezzogiorno deplorò gli stessi mali che si discutevano per la
'R..lYISTA'POPOLAREDl POLITICA. LETTERE E SCIENZESOCIALI Sicilia. Ci iu solo da meravigliarsi, che ci sia stato chi abbia voluto smentirlo senza che alcun altro deputato del Mezzogiorno sia corso in aiuto del primo. E si compl'ende in fine che in un ambiente di mafia e di camorra attorno a tutto ciò che può avere parvenza pol.itica, per quanto servile, o~ni virus fermenti prodigiosamente, ogni. ger_me c?Ltivo si svil~ppi rigogliosam-ente e tolga l'aria e il nutrimento alle piante benefiche. Il male pubblico e la delinquenza privata non trovano alcuna resistenza, alcun freno né da parte dell'autorità, né da quella dei cittadini buoni, che sentono generalmente un' insuperabile ripugnanza ad essere creduti cooperatori della polizia e delle autorità di qualsiasi genere. In questo ambiente mafia e camorra col delitto comune si accoppiano mostruosamente alla mafia e alla camorra a scopo politico, nhe politicamente conduce a questa degenerazione: colle(pi come Modica, Caltanissetta, Tricarico, Palazzo Rea1e in Palermo, Avvocata in Napoli, che un tempo elessero Alberto Mario, Guerrazzi, De Boni, Emerico Amari, Ferrara, Settembrini, Mariano d'Ayala, oggi sono divenuti i feudi di tanti che non hanno altro titolo per l'elezione che quello di: go1JernativiI Ancora pochi altri trattti sui mezzi adoperati per ottenere l'addomesticameno dei servili col tr10nfo dei governativi. Servono a dimostrare la immensa responsabilità del governo e confermano la spiegazione sulle origini e sul dominio della mafia e della camorra, che da questo momento in poi non si possono più separal'e. La chiave di volta sta nelle elezioni politiche e amministrative. I Governativi ci si preparano da lunga mano con cura e con pazienza sorprendenti: essi - cavalieri, ba1'oni o commendatori, veri o immaginari - si impiantano nelle prefetture e nelle sottoprefetture per agire nel conto proprio o in quello dei loro mandatari. E di là, benché talora siano notissime antiche ed intime relazioni con briganti autentici, prestano tutti i servi:d possibili al governo e dispensano favori ed esei·citano vendette di ogni genere in ogni istante della vita. Questi Governativi di un eclettismo fenomenale, del pari entusiasti per Nico tera, o per· Giolitti, per Crispi, per Depretis, per Rudini, per Pelloux.... sorvegliano e dirigono i comuni, aiutano e puniscono i privati a seconda che sono servi obbidienti o ribelli ostinati. Spadr'oneggiano nelle commissioni di Ricchezza mobile, nei consigli provinciali scolastici. in tutte le allre commissioni per dare impieghi, sussidi, favori, per sorvegliare affinché i benefizi - anche minimi. dalla concessione del permesso di portare armi alla autorizzazione a fare la guardia campestre - non cadano sui nemici, che ora si chiamano tulti sovversivi, anche quando sono notoriamente conservatori. Che questa sia la realtà dolorosa nei momenti normali l'ho gridato cento volte; con maggiore autorità l'ha riconfermata il Senatore Villari nella NuorJa Antologia (16 Novembre). Alla preparazione succede l'azione epica nel periodo eleitora1e. Allora l'illegalità, lù violenza, l'ingiustizia, assurgono a proporzioni mostruose. Non ripor·terò quanto hanno denunziato De Felice, Tasca, Drago, che non é stato smentito da Pelloux per il primo, e che venne ribadito, nella forma mite che si addice al temperamento, Hlla classe ed al partito cui appartiene, dall'on. Principe di Scalea·; ma ricorderò qualche altro episodio caratteristico e non remoto. Alla vigiha delle elezioni del 1890 furono arrestali in Palermo circa 1000 mafiosi in una notte. Con sapiente selezione venivano messi in libertà quando si otteneva affidamento sulla loro disciplinatezza elettorale. Benché le operazioni fossero allora dirette eccezionalmente da un ispettore siciliano mandalo da Roma, pure il sig. Lucchese deve saperne qualche cosa. Poiché non è presumibile che la brillante operazione venisse fatta a benefizio del solo Palizzo:o ... Nel 1893 avviene la sanguinosa elezione di Serradifalco, di cui potrebbe parlare con competenza !~attuale prefetto di Salerno. Nel 1895 si nega il permesso di aI'mi al prof. Figlioli, assessore del municipio di Marsala - persona riconosciuta eccellente, ma so1J1Jersiva, dall'ispettore che proprio a me ne scriveva - e lo si concede in un altro collegio a chi aveva suhito quattro condanne ed ha avuto la quinta di recente o prometteva lavorare contro un sov1Jersivo. Quali metodi bestir1lmente mafiosi siano stati adoperati nelle elezioni di Marsala, di Alcamo, di Catania nel 1895 e nel 1897, lo sanno il generale Mirri e l'on. Codronchi ... E in una più recente elezione si sono visti ~uesti ameni iattarelli: un fratello del candidato goi,ernativo scrivere biglietti commoventi di raccomandazione in favore di persone ritenute mafiose; delegato e tenente dei carabinieri lasciare organizzare in un paese spedizioni di quattrocento operai per andare ad invadere ed intimorire un alLro vicino paese, che si supponeva favorevole al sov1Jersi!Jo; Jasc1ar penetrare circa centocinquanta operai venuti in ferrovia da un'altra provincia nel giorno della vola;i;ione in un altro paese, che si sapeva fedele al sovversirJO; permettere che una banda armata di trenta pe1·sonc assalisse e basLonnsse e ferisse alcuni musicanti amici del sovversivo, senza che un solo dei delinquenti venisse molestato, perché capitanati dai congiunti di un governativo; minacciare di arresto e far processare invece alcuni onesti cittadini, che in una festa campestre avevano spiegato la loro opera nell'impedire che avvenissero disordini provocati dalla banda dei malfattori suaccennati. E quei cittadini erano davvero meritevoli di arresto e di processo perché impedivano ad un sacripante bestione, che indossa l'u!liforme di tenente dei carabinieri, di soddisfare il deside1·io di un benemerito cavaliere governativo, che vuole un tumulto per liberarsi in una sanguinosa repressione degli avversari che lo cacciarono dal municipio! Si é visto ancora un pretore vilissimo no11 trovar tempo dopo sei mesi di condannare chi ìnsultava e minacciava un onesto insegnante, perché fràtello del candidato governativo, mentre sotto la pressione dei carabinieri condannava severamente tanti bravi ed onesti giovani rei di aver g1·idato: Viva Dr_eyfus I_ .. , • E ciò che avviene ne1 mumcip1 é ancora pegg10. Se ne scioo-lie uno cinque giorni prima delle elezioni del 18!-J0 pe; nominarvi Regio Commissario un tale che per ottenere la carica tradì il suo amico sovversi!Jo. In un paese della provincia di _Palermo _lo s~esso i,ndivi~uo ~ stato più volle come Regio Comm1ssar10 coll incarico di combattere ora un partito, ora un 1iltro, secondo gl'ìnteressi elettorali del momento. Nella provincia di Catania alcuni municipi sono predestinati allo scioglimento chiunque sia il candidato vittorioso perchè il vincitore é sempre _qooernatù,o. . . . . Ad un sindaco di altra provmc1a un Pl'efetto non esitava a scrivere che: o cessava dall'appoggiare il sovversivo o avrebbe sciolto il Consiglio e processalo. gli amministratori. Più fortunata e sapiente una cricca baronale di un altro paese sla al potere da venti anni indisturbata perché ha saputo sempre assicurare un'enorme maggioranza al candidato go1Jernat_i1..J.o E _ci si può meraviglia re se l'on. Branca poté assicura1·e m Parlamento dando una severa e meritala lezione all' on. Chimirri, che i sindaci e i municipi nel Mezzogiorno sono ai servizi dei Prefetti? Tante ribalderie e tale sistema d'impunità e di complicità, ripeto, crearono e mantengono l'ambiente della mafia e della camorra; le gesla della polizia, della magistratura e dei carabinieri al di ~uori de_l_eampo _eletto: rale <'ompletano l'opera nefasta di demohz1one di ogm criterio morale. I magistrati sono asserviti in modo ?egradante ai carabinieri ed alla polizia ; la consta laz10ne venne fatta più volte in Parlamento. I carabinieri prima erano circondati di rispetto e di stima; ma dopo che si sono messi al servizio dei candidati ,qovernativi in modo sfaçciato; dopo che dalle bnstonate sono passati ai su ieidi dei detenuti hanno perduto ogni autorità. Dissi altra volta alla Camera che spesso gl'individui sol~o mand~to di cattura veng0no da me - e vanno da altri deputati - per ottenere la sicurezza che consegnandosi non verranno bastonati o torturati. Il processo N~t?rbartolo h~ insegn~to q~al~ arne~1 ci siano nella polizia, e dai discorsi d1 Taiam sappiamo quali sono le tradizioni della medesima. Non rievocherò fatti notissimi ed antichi nè mi indugerò a chiedere informazioni al Sig. Lucchese sull'omicidio impunito commesso da un delegalo di pubblica sicurezza in S. Stefano Quisquina, né suila dimostrazione ferocemente repressa - che condu~sc ad altri sanguinosi reati - di Siculiana, e concluderò con questo gustoso episodio. Nel circondario di Termini alcuni anni or sono c'era un brigante sul quale stava una taglia di parecchie migliaia di lire. Il bdgante per ragioni private venne ucciso da un suo amico. Che pensa dì fnre un delegato pieno di ingegno? All'uccisore procura il passaporto per l'estero ed egli va ad ammazzare il brigante .... morto da due
206 'R.,IYIST.A'POPOLtfRE DI POLJTiç.A LBTTERB E SCIENZE SOCI.ALI giorni: ed intasca le migliaia di lire della taglia! Ancora. Venni sentito come testioone nel processo che fu iniziato quando Yenne denunziato il fatto; e "il bravo giudice istrutlore in tono di rimproYero mi disse: Guardi, onorevole, Ella ha torto a riscaldarsi del fatto : ciò che importava alla società C'ra l'uccisione del brigante. E la si ottenne. Ch<Jmale c'è se l'ammontare della taglia se l'è prC'sa il delegato ? Già: dovevamo rallegrarci della scomparsa di un brigante, che veniva sosLiLuiloda alt1·i due: l'uccisore impunito e il delegato complice e ladro! E qui finisco chiede11do vive scuse ai lettori se a lungo li intrattenni di cose non liete; ma le condizioni morbose di una regione, dato il regime di bestiale unità sotto il quale viviamo, a lungo andare si propagano nelle regioni rel«~ivamenLe - ed insisto su questa relatività - sane. E interesse di tutti l'oècuparsene, l' invocare opportuni p1·ovvedimenti. Nel concludere avve1-Loquei poltroni intellettuali come li-chiamò Achille Loria, i quali si stt'Opicceranno le mani attribuendo la mafia e la camorra alla infe1·io1·ità della razza meridionale, che essi dimenticano assai facilmente la storia. Alle porte di Roma per tanti e tanti anni ci fu il re9no di Tiburzi; nelle Romagne ci furono le squadracce; m Irlanda, specialmente, ci furono as:;ocìaz1oni delittuose tanto analoghe alla mafia: i fanciulli bianchi; il ribbonismo, i molly-maguir, i Jèniani. Se al di là della Manica quelle associazioni scompa1·vero o stanno per iscomparire ciò si deve al fatto che a governanti l' Inghilterra ebbe i Gladstone, i Disraeli. "La mafia e la camorra non sono scomparse dalla Sicilia e dal Napoletano perché i nostri maggiori uomini politici da quaraut'anni, seguendo e peggiorando le tradizioni borboniche, al governo hanno conservato il carattere di grande majfoso I ,. Dr. NAPOLEONE CoLAJANNI. Deputato al Parlamento .............. ♦♦ 41111111119 ♦♦ ---- ♦♦-♦♦ ---- ♦♦ ----- ♦♦ -- ♦♦ --- ♦ IL CASO TURATI Quale improvviso nuovissimo orientamento delle menti, degli animi, dei criteri di governo si determinava in Italia, presso la fine del secolo, tra il 5 ed il 6 del suo ultimo mese? Il capo del Centro che deplora la violazione della prerogativa parlamentare compiuta nella persona di un deputato sottoposto alla sorveglianza della P. S.; il presidente del Consiglio che sconfessa l'opera di un Prefetto, che gli obblighi della sorveglianza prendendo sul serio, quella violenza ha compiuto; la Destra ed il Centro che insieme alla Sinistra e all'Estrema sorgono unanimi a richiamare al rispetto dei diritti del Parlamento; la stampa ufficiosa che non ha parole di sufficiente indignazione contro chi ha posto la mano sacrilega sulle immunità di un rappresentante del Popolo! Quale rivoluzione, a pochi giorni dello scampato pericolo della cometa di Falb, negli spiriti e nei cervelli ? Perchè io ricordo che quando il deputato· Nofri fu arrestato in Torino senza autorizzazione alcuna della Camera e senza aver commesso un reato qualsiasi, solo per poter fare una perquisizione al suo domicilio, nessuno si è mosso ; e nessuno si è mosso quando senza autorizzazione venne arrestato il deputato Morgari fuori dei confini ove era stato proclamato lo stato d'assedio; e nessuno, quando, poche ore dopo chiusa la sessione venne arrestato il deputato Costa, mentre per lo spirito della Costituzi··ne, sempre seguito, le prerogative si estendono anche per l'esecuzione della sentenza a quindici giorni dopo la pubblicazionne del Decreto; e nessuno si allarmò quando l'autorità giudiziaria entrò a mischiarsi nei fatti politici interni di Montecitorio ed iniziò il processo delle urne; e nessuno ancora, quando, poco dopo, la elezione di Ravenna, all'on. De Andreis fu tolto di andare tra i suoi elettori l E dopo aver digerito tntto ciò, e dopo aver cento volte risposto con delle scrollate di spalle e con dei rumori alle interrogazioni di deputati non vigilati, i quali si lamentavano di essere stati impediti per le solite ragioni di ordine pubblico di parlare ai loro elettori, come mai tutto il mondo a rumore perchè a un deputato sottoposto alla sorveglianza della P. S. si è tolto di andare ad un Comizio elettorale, nel quale per la stessa in terdizione dei diritti politici, l'elettorato compreso, all'infuori della sorveglianza, egli non ha nulla a vedere? Si tratta evidentemente di una _grande commedia che in nulla modificherà le consuetudini dei nostri governanti e delle nostre maggioranze quando fatti analoghi, ed anch, peggiori, si determinino in circo3tanze diverse dalle presenti. Questa volta si era capito che l'ingenuo per quanto legale sproposito del Prefetto di Milano dava l'ultimo colpo alle azioni dei moderati nelle elezioni amministrative di Milano,. e tutti d'accordo, Governo e moderati, si sono argomentati di paralizza.re, di rimediare, di scongiurarne le conseguenze .... con quel bel risultato che le urne banno detto! Niente più, niente altro. Il Governo continuerà. a violare le prerogative parlamentari tutte le volte che potrà farlo senza immediat) pericolo, la maggioranza continuerà a ritenue che egli ha fatto benissimo tutte le volte· che i colpiti si troveranno tra i suoi avversari. Della commedia elettorale giuocata a Montecitorio non resterà che una cosa: il collocamento a ripeso del prefetto Municchi, il quale, in parentesi, dopo la sconfitta delle urne, sarebbe stato messo a riposare lo stesso! Avv. SALVATORE BARZILAI, Deputato al Parlamento Lospiritopubblico inFrancia Richiamiamo vivamente l' attenzione dei lettori su questo importantissimo articolo, che G. Sorel ha voluto mandarci - e di cui lo ringraziamo di cuore - sullo Spirito pubblico in Francia. Non crediamo di esagerare affermando che sinora in Italia non era stato pubblicato un documento così sereno ed acuto ad un tempo sulle condizioni della repubblica vicina. Quali siano le ragioni del nostro interessamento alle sorti della democrazia in Francia lo abbiamo più volte manifestato e non abbiamo bisogno di ripeterci. Constatiamo invece che G. Sorel, uno dei marxisti più eminenti é perfettamente di accordo con noi nel giudicare d' onde possono venire i pericoli alla repubblica, e si può dire che adopera le nostre precise parole nel rievocare la memoria delle giornate di G:ugno 1848 e delle loro conseguenze. E i risultati dell'ultimo Congresso non sono incoraggianti, perchè - come aveva predetto il Sorel - nel proletariato socialista·prevalgono gl'intransigenti, che seguono Guesde, Lafargue, Vaillant; i quali negli ultimi tempi, stoltamente fecero segno alle loro ire Jaurès e Millerand. L'unione strombazzata è a base di diffidenza ed anche di gelosie piccine da parte degli intransigenti. Un ultima parola: lo s1ato di animo della Francia quale viene descritto da Sorel è quello dell'Italia ; dove la paura del socialismo spiega la reazione. È ben difficile rendersi conto del vero stato dello spirito pubblico in Francia, nell'ora attuale. Devesi riguardare come un fatto incontestabile che poco numerosi sono coloro che si augu1·ano la fine del regime repubblicano; Thiers aveva ragione: questo re!rime è quello che meno divide i Francesi e che più comp1etamente soddisfa le aspirazioni di tutti i partiti. Il clero ha posto molto tempo per arrendersi all'evidenza ; veramente Leone XIII non ha avuto bisogno di molta intelligenza, per scoprire una verità che era
'R..IVISTAPOPOLARE 'DI POLIIICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 207 . . fin. troppo evidente e che Drumont _insegn~ gior~alm~nte) I realisti e. gl' imperi a 1 .isti militant1 son d1venuli ~ari: v~ è un discreto numero di persone che fa professione di realismo o d'imperialismo; ma lo fa sopr~tutlo per sno~tsmo. Se la gr1mde maggioranza_ è r:aUzée alla Repubblica non è men vero che molti desidererebbero che la Repubblica fosse la meno democrati_ca poss_ibit~. ~l paese non domanda che di vive1·e tranquillo ed 11 m1ghor-e argoµiento che si po~sa _far vale~e _coutto. un_pa1'lito è accusarlo d1 turbare il ri1;>0so.d_eic~tta?m1, ?l porre ost~- coJi all'andamento degh affar·i, d1 1·1sveghare delle discussioni. Gli avvePsa1·i di Dreyfus si sono serviti molto lunaamente del processo e devono gran parte del loro suc~esso a questo stato d'animo. . Fintanto che il clero ha condotto strepitosamente una campagna co_nlro lo i;5tituzioni _rep~bblicane, _si è fatto valere il pertcolo clericale pe: gmstificare le I?i_sure prese allo scopo di combatlere le idee conserva tr1c1 (per trasformare, per esempio, l'istruzione popolare). Oggidì, però, il pericolo clericale non ;5pavenla più nessuno : non si teme più che il clero turbi la pace e nello . stes~o tempo la lotta tra le idee pl'Ogres.siste e le reazionarie ha perduto la s_ua_base, la ~ua ragion d'essere agli occhi della grandissima maggioranza. ~ Da quando ha trionfato la politica di pacificazione, ognuno ha potuto rendersi conto di quanto vi f?sse di artificiale nella politica anticlericale, non essendo 11paese sériamente in rivolta contro il clero; si aveva solamente paul'a delle commozioni che avrebbero provocalo una 1·estaurazione tentata coll'appoggio del clero. Per lungo tempo sembrò che le leggi scolastiche fosser'? il_bal_ua..do della Repubblica, _pe~·ciò da. per tult?. realisti e ynperialisti fecero sacr1fiz1 enormi per stabilire scuole rn concorrenza di quelle governali ve. La quislione dell' insegnamento appariva allora come fondamentale per la salute della Repubblica e per la pacificazione futura. Ma dopo ?Ompiut~ la laicizzazion~ ~elle scu,ole pei _fanciulli non s1 è segmt0 la stessa politica per 1educaz10ne delle' fanciulle, perché le passioni, a poco a poco, si er&no calmate, e però si è potuto dommdare se la laicizzazione della scuola per le fanciulle non fosse stata mollo più importaufe dell'altl'a, per combal.tera la influenza clericale. Nell'ardore della lotta ingaggiata per l'insegnamento, il governo fu spinto a prendere misure di 1·igore contro le congregazioni maschili; f1•ce chiudel'e le l?r·o cappelle e ne disperse i me~nb1·i_(senz_a os~re però d1 provare ad applicar loro la legge rivoluz1ona1·ia non abl'Ogata dal Concordato). Si lasciarono tranquille le cong,·egazioni femminili. Oggidì sembrerebbe ~mp_ossibile ad un ~i~1islero, per ~adicale che ~os~e? d1 1:1pre~dere_ la politica di persecuzione. Una qu10d1c10a d1 an~i fa s1 accusavano i monaci di voler turbare la pace pubblica; un governo che volesse espellere una buona volta i •:tonaci, ora sareube trattato da pertul'b_atore della pace. E ~ncl,e con grande rilasciatezza che s1 prosegue la percezione delle tasse fiscali dovute dalle congregazioni. · Si può andar più lungi ed affermare che non solamente la Francia non è anticlericale, ma cl1e essa è ancora profondam~nte alt?ccata all~ idee cattol_icl~e.L'opinione si appassiona facilmente sia per la qmst1one dell'Oriente latino, e le prerogative della Francia a Gerusalemme, sia per la protezione dei cristiani in Cina ; spesso si è proposto di s~pprirnere l'ambascia~a presso il Vaticano, ma nessun ministro osa farlo : noi vedremo un giorno o l'altro Giovanna d'Arco canonizzata dalla Chiesa e divenire nello .stesso tempo l'oggetto di feste pubbliche (1). Le persone che vivono i_nmezzo delle famialie borghesi, sono colpite dal tono r1spel~oso cc,!quale oggi si parla di quistioni religiose; le piacevolezze antireligiose squalificano immediatamente un uomo e lo fanno passa!'e per un ineducato. Tutto ciò non vuol dire che la fede catlolica sia viva; ma vi è un vecchio fondo di tradizioni religiose sì fortemente unite alle tradizioni nazionali che è quasi impossibile sapere quando e come potrà essere str~ppat~. Gli stranieri che non conoscono la nostra vita di famiglia e che non hanno potuto penetrare il nostro genio nazionale, stentano a comprendere tale stato d'animo; essi non sanno che il vecchio fondo di tradizioni religiose esisteva già in un'epoca in cui la lelterntura leg- (1) Una legge è stata votata di questi giorni dalla Camera e attende l'approvazione del Senato. gera dei salotti er~ volterriana; essi imaginano che la Francia abbia cambiato e sia divenuta reazionaria : ciò che ha cambiato è una leggerissima apparen-rn; è lo spirito che osser~atori ~upe1·fi?iali ~ttribuiscono alla società francese dei lemp1 eccezionali. Si sbaglia molto immaginando che il borghe.;;e francese sia divenuto clericale per trova1·e nel clero un appoggio contro le rivendicazioni popolari. . La borghesia _non è clericale~ e d'altra_ parte calcoli di tal genere m1 sembra elio esi.stano a titolo affdtto eccezionale. Gli uomini se1·ii della borghesia credono bene che la tradizione cattolica sia impor·tante per •il mante~ nimento dell'ordine sociale - ma come ·potrebbero essi non credere che un'idea sì fortemente e sì anlicameute legat& alle idee conservatrici non sia essa stessa conservatrice~ • * * Per lungo tempo ciò che si è chiamato il paese si componeva d'una debole minoranza di intellelluali; ogai questa minoran:la è annegata nella massa composta0 di gente che non ba l'abitudine di riflettere ma ~he legge i giornali ad un soldo e s'imn~agi~ano .avere rn:- ventato ciò che hanno appreso nei g1ornah. Il Pettt Journat è ~l t_ipo perfetto d1 ques~a stampa a. buon mercato che si rwolge al gran pubblico e fabbrica a suo uso le idee che 1·iproduce in seguito. Non bisogna credere che il Petit Journal sia l'organo favo1·ito dei portinai, come si dice spesso: esso è letto da rr.ol~i bo1:- ghesi nolevoli ed io bo conosciulo un allo funzionario clte non leggeva altri giornali oltre del sopra c1teto. Quesla stampa si sforz;:i ad esprimere idee corrispondenti ai sentimenti di cui essa suppone l'esistenza nella sua clientela; es::;a ra,~coglie, in qualche modo, delle forze latenti nel pubblico dando ad esse una forma ; la massa non oserebbe, generalmente, eleva1·si siuo ad un pensiero indipeodeule, ed ha bisogno di ll'ascinarsi gente che faccia professione di pensar poco. Quando tale stampa non esistava quella massa seguiva il rnovimenlo che le si diceva veni, e dagl' inlelletLuali; adesso segue l'impulso di giornalisti che sono insuperabili per pcrsuader·la che essa pensa da sè e che lia il diritto di rivendicare l'indipendenza del suo pensie1·0 contro gl' intellettuali. Queslo sentimento è stato abilmente sfruttato durante il processo Dreyfus: gli avversari della. revisione_ prendevano delle altitudim demagogiche e dicevano a1 loro lettori: « Vi la.sce..ete voi condurre dagli intellettuali f Non siele voi abbastanza intellige11ti per emanciparvi dal giogo di questa uliga,·chia ~ Ascoltate le nostre ragioni e giudicale col vostro cervello. » I disgraziati letto1·i erano incapaci di giudicare col cervello proprio, e prendevano per oro di coppella i ragionamenli di Judet, di Dr-ummont, di Roclrefurt, ed eran(1 ben superbi di non subordinare, i loro apprezzamenti, a quelli dei signori dell'Istituto I . Per riuscire in una simile parle occorre molta audacia poicl~è si fiug~ di_dare dell'energ~a ai lell?ri ~ ~oro ispirare il coraggio dt emettere pareri assurd'.:. I tmnd1 ascoltano volentieri coloro che urlano; così questa stampa deve la sua enorme influenza alla sua rozzezza e alla sua cinica brutalità. Questa stampa ha impiegato due procedimenti che riescono perfetta men te in ogni paese: se le relazioni con qualche Stato straniero sono un po' tese si annunzia che la guerra sta per scoppiare ed a spaventare il paes~, fa,.. cendosi vedere le calamità che 1·isultcranno dal conflitto; - le difficoltà si accomodano, e si pretende che l'onore nazionale è stato sacrificato ai capricci dei ministri e si ricorr·e persino a denunziare i t1·adil?1·i. . . Nell'affare Drevfus la stampa patnottarda ha impiegato il metodo ar1zidello con un'audacia veramente incredibile. Si assicurò costantemenle al paese che la guerra avrebbe poluto scoppiare colla Germania se si fosse divulgato il dossier segreto; e molle persone intelligenti, anche oggi credono che il dossù•r contenga tenibile segrf::ti. D'?ltra pa_rle quando. Lah?ri volle far appell_o alle lestimomanze d1 Pamuardi e d1Schwàrzkoppen, si produ$se un movimento formidabile d'indignazione, e Cassagnac poté scrivere che il difensore di Dr-eyf'us aveva commesso lo sbaglio supremo ed assicurata la condanna forza la del suo cliente. Per ben comprendere questo affare bisogna sapere che per la grandissima n1aggioranza dei francesi il processo era una cosa spiacevoh&sima, che turbava l'andamento
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