Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 10 - 30 novembre 1899

'R.IVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI blicane nell'esercito. A suo onore si ricordi che egli ha avuto il coraggio di colpire il generale Nègrier, che occupava il più alto posto nell'esercito e che vi è il più popolare. Egli ha mostrato di meritare la fiducia che socialisti e repubblicani seppero riporre in lui nonostante la repressione della Comune. La seconda votazione sottolineò il significato della prima. Avvenne all'indomani della inaugurazione del gruppo del Lalou, e fu provocata dall'attacco vigoroso di tutta la reazione, capitanata dal Méline, ch'era tanto pili insidiosa in qu::..nto che il duce supremo era camuffato da repubblicano moderato. L'attacco tolse a pretesto lo spiegamento delle bandiere ross~ che si collegò colla presenza di Millerand nel ministero; e il pretesto si credette buono a ragg_ruzzolare voti per lo spavento che si cercò di inoculare nella borghesia, cui si voleva far dimenticare che bandiere nere e rosse vengono spiegate liberamente al vento nella monarchica Inghilterra senza che alcun socialista faccia parte del governo. · Invano ! La repubblica trionfò col soccorso della democrazia borghese, e JeaI) Jaurès, nella Petite république (n. 8618), con ragione scrive del voto: ·«Dopo il 16 Maggio è la più decisiva ba LI.aglai che abbia guadagnalo la repubblica. Essa è stata guadagnata perché la maggioranza ha acquistato la coscienza del pericolo ». Questo trionfo dovrebbe rendere pensosi i lavoratori e i socialisti intransigenti sulla responsabilità grave che essi assumerebbero provocando conflitti. E poteva provocarli la marcia degli op·e,rai scioperanti del Poubs 'Su Parigi. La reazion~ ·non· desidera di meglio che poter ripetere le sanguinose giornate del Giugno 1848, che prepararono l'assassinio del 2 Dicembre. Hanno torto i lavoratori francesi a dirsi ancora -rivoluzionari, ed a voler fare qualche cosa che somigli ad un tentativo rivoluzionario. Essi posseggono tutti i mezzi -per migliorare la propria condizione con una sana e pacifica evoluzione. Lo stesso Jean Jaurès li avverte: « bibisogna sapere usare della vittoria. Sarebbe puerilità e malafede attende1?edal governo più che non possa dare .... » Noi che altravolta abbiamo manifestato i nostri timori- che non saranno del tutto dileguati sino a quando sarà potente il militarismo - sulla sorte della repubblica, ci sentiamo rinati in questi giorni assistendo al suo trionfo. La nostra gioia non deriva esclusivamente dalle nostre convinzioni; più che come repubblicar.i, di ciò che avviene in Francia ci rallegriamo come italiani e come liberali. Jl nostro parlamento servile si potrà disonorare come e quanto vorrà; ma sino a tanto c\'le in Francia sarà viva la libertà, il trionfo della reazione tra noi non potrà essere che effimero e miserevole. LA RIVISTA. ~ · I ·primgiiudiszui l·librodelCiccotti ATTUAVEHSO l,A SVIZZERA del CiccoLLi,che si dà In premio ai nostri abbonati non è ancora messo in vendita e già ci arrivano i primi giudizi lusinghieri, che preludiano al suo successo immancabile. Ecco ciò che leggiamo nell'ultimo numero dell'interessante Rivista critica del Socialismo: << Noi, che già avemmo la grata occasione di pregus~ame sulle bozze la prefazione, attendevamo con impa- ~1enza q_uesto_volume -:- che Napoleone Colajanni offre rn premio agli abbonati della sua battagliera rivista. E l'abbiamo scorso attentamente, sentendo suscitarsi in noi una vera folla d'idee e.... di confronti: tutto ciò che la vita svizzera offre d'importante, il Ciccotti ha saputo rau?rnre in questo suo bel libro, ch'egli modestam~nte intitola note politiche e sociali, e l'ha disposto abilmente e con ordine ne' suoi sette capitoli, e l'ha rivestito d'una forma spesso brillante ed artistica, sempre tersa e correLta. Se la prefazione è uno squarcio, come si dice, d'attualità, il libro può bene rappresentare il miraggio che l'Italia da lunghi e lunghi anni ·persegue - il miraggio d'un popolo forte e sereno, tenace ed industre, che procede non certo in ogni cosa ottimamente, ma sempre all'avanguardia della civiltà. Si leggano specialmente i tre capitoli, i tre migliori capitoli del libro, (vila economica,-vita nolitica, vita sociale) zeppi zeppi di cifre che parlano un linguaggio meraviglioso - ed il confronto con-altri paesi di nostra conoscenza balzerà su agilmente, irresistibilmente. Dimenticavamo: il libro è dotalo pure d'una interessantissima c1ppendice, la costituzione federale della confederazione svizzera. Qui però, grazie al nostro paterno regime monarchico, il lettore non avrà occasione a nuovi confronti : noi viviamo senza cos~ituzione ». Per mancanza di spazio rimandiamo al prossimo numero un articolo del nostro Direttore sulla MAFIA, ed un altro interessantissimo di G. S01 rel, sullo SPIRITO PUBBLICO IN FRANCIA. LA REDAZIONE IL SIG1VOR uMAL C(>NTENTO,, Pensieri sovversivi di Bonghi, Villari e Ferraris) -------- L'ultimo numero della Nuova Antologia è davvero interessante. Accenniamo di volo all'articolo di Sidney Sonnino, che ce lo rivela sotto un aspetto incredibilmente nuovo: quello di un liberalone assai tenero del regime parlamentare! Egli, infatti, fa una critica spietata dei Decreti-legge, che, a giudizio suo, distruggono il diritto non delle sole minoranze, che poco hanno da perdere J ma sopratutto delle maggioranze ... Ma ... c'è il maledettissimo ma. Questo liberalismo non è che una g-herminella male imbastita; poichè l'on. Sonnino biasima i decreti-legge per potere colpire più ferocemente l'osflruzzonismo, che li genera .... Sicuro: la causa prima dei decreti-legge va cercata nell'ostruzfonismo. Si capisce, che se la genesi del primo malanno fosse vera, la. responsabilità del male i·icadrebbe sull' Esflrema Sinistra, che lo rese necessario coi suoi metodi ultimi per combattere i provvedimenti politici. N ori c'è che un piccJJo inconveniente nèl ragiona;,. manto dell'ex ministro del Tesoro: il padre - l'ostruzionismo - non era nato ancora e i figli - i decretilegge: alcuni dei quali battezzati e cresimati dallo stesso Sonnino ! - a molte decine se la godevano nel mondo, a spese del Parlamento e del paese! Perchè poi tanto contorcimento brutale della verita? Per venire a questa conclusione che fa a calci colle

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