182 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI chè q~iei si~nori ministri le facciano leggi:>re propr10 a me! » Oh! daYvero che Re Umberto potrebbe considerare come suoi nemici i ministri infedeli, che gli fanno fare delle promesse, mai mantenute in cinquant'anni. E a proposito di promesse. Nel discorso del 14 Novembre, splendido per la brevità sua, ce ne erauna,'"che sbalordì tutti: l'abolizione del domicilio coatto. Che il diaoolo Pelloux si sia fatto frate? tutti si domandarono. Ora si sa che anche quella è una promessa come le altre. Il generale, schiettamente, ha dichiarato che non si tratta di abolire la legge mostruosa che disonora l'Italia, ma di trasformarla. Probabilmente avremo un rimaneggiamento ad uso e somiglianza di quei dei ministri delle Finanze, vergognosi di chiamarli col vero nome: cw,- 1nenti cl'iniposta. Intanto il resto delle manifestazioni della vita parlamentare nostra, che compendia la vita politica italiana, sta a livello dell'auletta: non ci sono che farse, piccinerie, grettezza, e soda preparazione di stringimenti di freni: la sola cosa grandiosa che concepiscono i nostri governanti. Il governo giuoca tutte le sue carte per battere Biancheri, che gli sembra rivoluzionario. L'on. Colombo da Presidente dic 1iara che non occorre modificare il regolamento della Camera; e l'on. Sonnino, gran patrono del ministero, annunzia che senza quelle modificazioni non si può andare innanzi. Al ministero degli esteri si porge l'occasione di pronunziare una parola alta in dife!3a della lingua italiana perseguitata dagli ami<:i a Malta, a Fiume, dappertutto; ed egli se ne gllarda scrupolosamente, come da un delitto. I deputati dell'opposizione, come abbiamo sempre notato, si riconfermano esclusivamente dinastici, e fanno l'occhio di triglia coll'Estre,na per riceverne i voti, senza ricambiarli - fatta eccezione di pochi zanardelliani che si mostrano leali. E la Camera si apparecchia a continuare la reazioue facendo buon viso al D_ecreto-legge e provocando l'ostruzionismo in difesa dello Statuto 1 Così è. Mentre la reazione soccombe nel Reichstag austriaco, dove si trova una fortissima minoranza che vuol mettere in istato di accusa il ministero Thun; mentre la reazione soccombe nel Reichstag tedesco, che seppellisce la legge dei lavori forzati (1); mentre la reazione soccombe nel Par-lamento francese ... solo nel Parlamento italiano provvisoriamente si apparecchia a trionfare, per dato e fatto della schiera servile dei deputati gooernatioi per temperamento e per interesse. Un monarchico italiano - di non bella memoria - altra volta deplorò che l'Italia a,·esse avuto il suo Parlamentwn indoctwn. Ma un parlamento indotto è sempre un male minore di un -parlamento seroile. 11servilismo della maggioranza dei deputati ha fatto discendere così in basso la r-eputazione del Parlamento da rendere possibile nei giornali monarchici un linguaggio come quello di cui diamo un'idea nel brallo seguente: « La crisi del regime parlarncnLare è arriYala al suo (1) L'ultima votazione del Rcichstag tedesco fa constatare al1' Avanti! (22 'ovembre) la bella condotta della borghesia demo- ?ra_tica dell~. Gel'mania. Ugualmente si é condotta in Francia. I !atti nulla gl msegnano sulla lotta di ctcisse come l'intesero sempre 1 socialisti italiani? Nola consimile abbiiJmo apposto nella rivista clelle riviste ad un articolo del Moaoc,nent Socialiste. (K J. R.) punto culminanle. Non mai fu visto un Governo più nud0 d'ogni facolLà di pensare, nè un Padarnenlo più spoglio d'ogni volonlà di agire. Una soave imbecillità, come una evaporazione di tuLLe le energie inlelleLLive ha colpito quel piccolo mondo putrefatto, il quale sfugge persino alla critica, il quale spontaneamente riconosce la giustizia di qualunque più aspra r·ampogna, e vi si 1·asseg11a pacalamente e oppone ai censori una invincibile forza d'inerzia. « Siamo entrati nella fase del coma, dell'intorpidimenlo finale, nell'epoca glaciale. Se bisogna credere a Rudian Kipling, le foche hanno una vita più agilata e più intensa del governo italiano e dei leg1slato1·i italiani. Quelle, raccolte a migliaia sulle isole dello stretto di Beh ring, discutono ~1:avemente i loro interessi al tepore della pl'imavera circumpolare; e, scaldale dal novello sole e dall'amore rinascente, si battono a colpi di zanne e di unghie fino alla morte, spruzzando il gliiaccio mal disciollo e le pallide praterie del loro sangue. Ma il nosLro governo ed 1 noslr1 deputati sono un museo di fussili, i quali, riconoscendosi da sé stessi impotenti ad ogni atto vitale, non tentano neanche un'azione né una reazione qualsiasi, e se ne stanno a Roma tranquillamente, compiendo automaticamente alcune funzioni puramente formali, adunandosi, sciogliendosi, radunandosi ancora, senz'alcun fine determinato. « Reagire contro questo stato di cose sarebbe cqme scagliar pugni contro le nubi. Esso é così, come certi anni il tempo é cattivo; e nulla potrebbe fare che fosse altrime>nti.Si può lottare contro la fillossera, contro l'oidio, contro la mosca olearia, contro la peste bubbonica: non si può lottare contro il periodo Pelloux. << Il periodo Pelloux é l'ultima fase d'un regime esaurito. Spenlo in esso ogni alito di vita, il regime si pietrifica, e prende il posto che gli spelta nel regno vegetominerale, fra la tor-ba ed il carbon fossile. « Se non vogliamo increiinire anche noi, occupiamoci di tulto il resto del mondo : occupiamoci, in casa, di tutti i nostri reali interessi; ma non perdiamo il nostro tempo _dietro al Governo e al Parlamento d'Italia, poiché· non esiste sulla Terra cosa più bassa e più insensata. (Mattino, 2-"> Novembre.) Ed ora si meraYigli chi vuole, se nonostante l'innegabile risveglio economico che c'è, si a,. vanza a grandi passi - come nota un nostro collaboratore più innanzi - il signor Jvlalcontento ! * Cerchiamo conforto altrove. Se in Italia la: reazione continua, in Francia la repubblica trionfa. Il trionfo della repubblica non è quello magnificamente simboleggiato dal Lalou nel mo-· numento inaugurato il ·giorno ,19 nella piazza fatidicamente intitolata delle nazioni; ma l'altro conseguito con due forti maggioranze schiettamente repubblicane, prima e dopo la inaugurazione del gruppo colossale della repubblica. Questa festa ebbe la la sua grande importanza: essa insegnò ai reazionari, che il cuore di Parigi batte per la repubblica. La manifestazione fu così imponente - vi presero parte più di 500.000 persone - che i Drumont, i Rochefort, i Méline ecc. ne rimasero sconcertati. Qualcuno, a denti stretti, ha confessato la verità. La grande dimostrazione, con tutte le sue bandiere rosse, indica non solo quali sono i sentimenti del popolo parigino, ma insegna pure ai governanti, che quando mancano le provocazioni della polizia l'ordine pubblico non viene mai turbato. L'importanza maggiore per noi, però, sta nelle due votazioni. Nella prima si seprJe, dalle dichiarazioni ferme ed oneste di vValdeckRousseau, che cosa significa la presenza di Millerand nel ministero, e dalle altre ener-giclle e leali del generale Gallifet, che egli non è disposto a tollerare le cospirazioni antirepub-
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