Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 10 - 30 novembre 1899

I l I ) I 'l{.l'f'ISTA. 'POPOLA.REDI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 199 « come Guslavo Chiesi, diventa in un ambiente legisla- « tivo come il nostro, un tesoro nazionale. Tiene io piedi « ancbe i legislatori di pasta frolla». Auguriamoci è.he Fo1·li sappia mantenerlo a MonLeciLorio, come Milano e Ravenna é sicu1·0 che vi mante1•ranno Turati e De Andreis. Di uomini siffatti cc n'è bisogno. •. Léon de Seilhac: L'evolution du parti syndacal en France. - Paris A. Rousseau 1899. È un pamphlet in cui si fa la storia delle lolte e delle coi-1t1·addizioni dei socialisti in Francia. L'autore è un avversai-io del socialismo; perciò tubta la sua verr,e la spiega conl1·0 i soc~alisti. Talvolta imbrocca giuslo. I più. maltrattati ne esc1>{loi gues<listi, la cui intransigènza attuale, spiegata pri 1 qcipalmente nel caso Millerand, ha tl'ovato degli accom~da.menti in senso opportunista. Fi ancesco S. Nitti: Essais swr les variations du taux de l'escompte. - Paris. Libraire Lorose, 1899. Di questo libro ci siamo la1·~amcnle occupati appena compa1·ve l'edizione italiana. Siamo ora oltremodo lieti di annunziare che si é pubblicata a Parigi la traduzione francese. Basterebbe riuesta sola cii-costan·za per confer·- mare la grande importanza della monografia del valoroso insegnante del!' Ateneo Napoletano. L'onore di una traduzione ai libl'i scie'ntifici italiani non capita di frt quente I Prof. Francesco Perrone: Inesistenza giuridica dell'ultimo decreto-legge. Napoli 1899. Serafino Granone: Sul domicilio coatto. Licata, 1899. Ettore Croce: A domicilio coatto. Appunti di un relegato politico. Lipari, 1899. Cent. 30. Sono tre scritti di piccola mole, che servono a lumeggiare le maggiori vergognl::l della vita italiana. Nel primo, il Pr-of. Perrone, con serrato ragionamento, senza ricorre,·e a pareri ed a citazioni, attenendosi esclusivamenle al lato giuridicq del besliale decreto-legge dimosLra in base alla esplicita volontà del suo autorP. che il decreto non può affatto avere valore di legge. Assesta una garbata staffilala alla Corte di Milano, che rese servizio al govel'Oo, ma non rese giustizia. - Il Granone è gioYanissimo, e con tutto l'entusiasmo di un giovane scrive di quello istituto, esclusivo det paese nostro, che si chiama domicilio coaLLo e che da solo vale dieci processi Dl'eyfus. Non dice cose nuove, e no!1 sapremmo chi potrebbe dirle su di un argomento discusso da tanti anni e dai maggiori giuristi d'Italia - da Luigi Lucchini a Tancredi Canonico. Ma le• cose vecchie ha fatto bene a ripeterle a questi grandissimi poltroni che vegetano nella Italia contemporanea. A rinfrescar lo,·o la memoria è venuto Eltore Croce - una vittima del domicilio coatto. Egli narra ciò che ha visto e sofferlo attraversando ammanettato come u11 volgare malfattore le prigioni di mena Italia; e la sua na1•razione suscita lo sdegno di ogni afiimo onesto._Tocca incidentalmente delle condizioni d'Italia, e fa unà pittura fedele dei deputati del suo Ab1·_µz{b,ch'è molto gentile, ma che - almeno politicame1ùe~- non è jo,~te. Quei deputati, veri cittadini probi nei rapporti privatr,•in politica non sono né conservatori, né Jibyrali: sono semplicemrnte ministeriati.-E così, pur troppo, può di1·si della grande maggioranza della deputazione me1·idionale. L'opuscolo del Cro~e, Lutto impressioni dal vivo, non si può i:iassumerc: bisogoa.leggerlo. Eugenio Fàin.a: ~a tenuta di S. Venanzio nell'Umbria. · - Roma 1899.t:. L'illustre senaloré che ha lanto amore ali' agrico'tmia ed è t~nto competente nelle relative discipline non è so'o Uf\ teorico, ma è un pratico, che ha fatto gli espe1·i!Tlenti·Sl}ll~ proprie terre e coi prop1·i quàltrini. Egli réode conlo degli esperimenti comparativi falli per 25 anni tra gli antichi metodi di coltivazione e le bonifiche f! la coltura intensiva, e se ne ricava che nelìa tenuta di S. Venanzio, le L. 32:l.000 che vi sono stale impiegale, rappresentano un buou impiego pel p1·op1·ietario ed hanno prodotto anche un miglioramenlo sulle condizioni dei co11tadi11i-mezzadri. Il senatore Faina non espone risultati mirabolanli, ma le sue conclusioni acquistano maggiore importanza dalla loro stessa modestia. Dr. Enrico Loncao. Considerazioni sulla genesi della borghesia in Sicilia. Saggio di sto1·iaeconomica e giu- . ridica. Palermo. 1900. L. 2. Que.ste duecentoquatlor11ici pagine del saggio del Loncao, anche da coloro che non sono dediti a studi sociali si leggono con vivo interesse nonosla11te le numerose citazioni e le lunghe note. L'argomento fragmentariamente da lui é stato più volte toccato; ma_ questo, tra tutti, é lo studio più completo che egli sinora abbia ~onsacrato al terna prediletto. Lo scritto è informalo, come i precedenti, al più rigido marxismo; al quale con molta perspicacia, ma talora con qualcl1e a,·tifizio, ce1·ca piegare 1 documenti che analizza e i falli che constata. Fa 110tevoli riscontri slorici e dimostra appieno elle in Sicilia non ci fu mai nel medioevo liberlà comunale, a guisa di quella goduta dalle repubbliche del!'alta e media Italia. D'onde, soggiungiarrio noi, buona par·te della inferiorità nella evoluzione del mezzogioi·no e della Sicilia. Fo'rse, in ultimo, sarebbe stata desiderabile una maggiore precisione di contorni sulla .borghesia; a questa deficienza suppliscono le belle pagine sull'a1·tigianato considerato come una frazione della prima. « L'al'tigianato siciliano - egli conclude - come forma di lavoro p1·esenta ancora molti dei caratter-i delle vecchie corpo1·azioni d'arti e mestieri; sebbene trasformati e rifoggiati in maniera da 1·iuscire compatibili colle leggi dell'economia borghese. Esso é di una rigogliosità e vitalità veramente sorprendente, e a tutto accenna meno che a cedere socialmente il posto a forme di produzione più elevale, o a nufrire e a sviluppare in sé stesso i germi della propria dissoluzione. E' nel nostro terreno sociale, intimamente feudale, che esso trova le condizioni della sua esistenza, come del suo immobilismo e della sua cristallizzazione. Di fronte alla produzione capitalistica esso rappresent_a un aborto e una cont1·addizione insanabile, che sarà so~ lamente superata e contraddetta nello slesso tempo da nuove e più sviluppate condizioni economiche ... 'L'artigianato siciliano non rappresenta l'avYenfre, la civiltà per tutto, ma la reazione ». (p. 21 l a 213). C' é del vero in queste conclusioni; ma bisogna ~orrcggel'e in parle. L'artigianato comincia a soffrire enorme,nenle per la concorrenza dei prodotti manifatturati, calzolai, fabbri-ferrai, falegnami ecc., non trovano lavoro ed invocano prolezione dai municipi. Essi, e con loro la mas;;a della popolazione lavoralricc, sentono i danni enonni della produzione capitalistica, ma non i vantaggi per-ché non sorgono officine e stabilimenti che ne occupino u11a parte. Quando l'industria zolfifera è prospera rn alcune zone essa assorbe una parte dei disoccupati;· un'alt1·a prende la via di Tunisi, dell'AlO'eria, ed ora anche dell'America. Ed é Lene perché in Sicilia é evidente la soprapopolazione relativa. D'altra parte é troppo assoluta la qualifica di reazionaria assegnata all'artigianato. In più punti esso era divenuto o acct nna va a djvenire democratico, solto cerli aspetti; ma sopraggiunta la propaganda socialista è rimaslo disorientato. Era l'unica forza clte potevasi organizzare contro la reazione; ed é slata neutralizzata. Di quella dei proletari che avrebbe dovuto sostituirla, ancora non se ne scorgono nem'meno i più !on tani segni. · · - Scritti di Francesco Perez pubblicati per cttra della Città di Palermo. Vol. IV. Palermo 1899. · Ec..!ellente il divisamento del. Municipio di raccogliere e pubblicare tutti gli scrittf del Pere;r,, uomo dtgnissimo di· ess·ere onorato e ricordato, -poiché in lui il c·iitadino, lo studioso, il politico, l'uomo privato erano fusi armonicamente e non si conlradisscro mai. Noi non possiamo che accennare fugacemente . alla varietà di riuesti scritti che si occupano di politica, di economia, di critica religiosa; ci piace, però,· rilevare che quando egli si occupa della necessaria armonia fra l'amore della pro; vincia n:diva e. quella della nazione si riafferma federaralista, elogiando Nicolò Palmeri (che con Paolo Balsamo sarebbe uno dei miglori nostri contemporanei, benché nati e cresciuti nel seeolo scorso) rammenta che il problema agrario della Sicilia venne studiato, e bene, ottani' anni or sono - e non è anco1·a risoluto. Fl'ancesco Paolo Perez era un partigiano della Pace ed un a11tico liberale, clie i11 tulto voleva la libertà; sopratutto nell'insegnamento, cui è dedicato uno de' suoi discorsi. Egli - ecco il suo miglio1·e titolo di onore, ecco il 1·irnprovero più atroce a molti ciarlatani che solo a parole si dicono li-

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