Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 9 - 15 novembre 1899

168 RIPISTA 'POPOLARE DI POLITICA. LETTERE B SCIENZE SOCl.4.Ll . che sciupano il capitale morale dell' Italia, assetata di repubblica .... cioè oi virtù, di giustizia, di ricchezza, di gloria, di gaudio f Non serve, a contestare la realtà, che Chiesi s'entusiasmi per la Sicilia, - non serve che gli Onorevoli dall'Arno in su e gli Onor·e·:oli dall'Arno in S-iù si ammirino, si abbraccino, s' incensino - or predicando monarchia ed 9r ballando repubblica - oggi in nome del1'Arte e domani in nome della Scienza .... Sotto i fiori il serpe vive - lo si sente e non si scrive. - Al più, si può considerare questi preziosi « elementi simpatizzanti l) siccome un discreto fattore di rigenerazione e rinnovamento, capace di mostrare la indegnità degli antagonismi interregionali! La Educazione Politica dovrebb'essere il Vessillo per tutti questi elementi, senza spingere il partigianesimo all'Estremo che gli antagonismi miserandi fa sacri ed enormi. 1 Non sempre applaudisco, quando Colajanni scrive ; ma lo applaudisco toto eorde or che egli proclama'. reale e grave la discordia tra Nol'd e Sud; e lo applaudirei se sorgesse, senza preoccuparsi d'altri o di sé, a rendere al Crispi quella parte di « riverenza » che pur gli é dovuta - e che il mondo gli tributa. Non si é ingiusti verso Cavallotti, coll'esser giusti verso Crispi. Una tattica che impone la ingiustizia verso gli avversari é ..... antirepubblicana. Non sempre applaudisco. Colaianni predica il feàeralismo.... e ciò pare a me un così magnifico errore, da ·farmi dubitare ch'ei faccia sul serio! Carlo Cattaneo po.teva far ciò quando l' Ita~ia, div!sa in sette! somi- .ghava all'arcobaleno promettitore d1 pace sempiterna e libertà senza limiti. II federalismo è sistema buono, là dove le nazionalità diverse si trovano unanimi nel riconoscere ottima una comune Autorità politica. Esso non tende a far disparire le diversità inter-nazionali, ma a promuovere e~uamente nelle nazionalità la evoluzione sociale, più hbe- •· ramente possibile. Svizzera, Austria, Granbreltagna possono essere ~ federaliste » - lo devono ! li federalismo riposa sulla volontà, sul capriccio direi, delle popolazioni viventi; il monarchismo ( che può anche fondar repubbliche unitarie alla francese) non ammette discussione sul diritto nazionale, che si concepisce eterno, inviolabile, non convenzionale. La Lombardia non e padror.a di passare all'Austria o alla Svizzer&, come Roma non é padrona di darsi al Papa, né la Sicilia di richiam~re il Borbone. Il federalismo non si può imporre da 9[10 ad 1110. Se H Ticino vuol venire all'Italia, non c'è Grutli che lo vieti I Invece per gli elementi omogenei di una nazionalità d'antica formazione e di profonda vitalità civilizzatrice, i quali variano solo come tra lor le querce, il sistema federativo é .dalla Logica e dalla Storia sconsigliato. Forse quesla affermazione sembrerà paradosso a Milano ed a Palermo, ove fermenta il lievito del malcontento che fa maledire perfino il Diritto italiano e non soltanto chi.. .. calpesta lo Statuto ... sfrutta il popolo ... sopprime la libertà; ma il Colaianni é una testa serena che volentieri ascolta la logica e la sloria. Dice la prima: Le differenze regionali non si devono accentuare 'di più; ove esse son legittime e utili, basti rispettarle; ma lo scopo dell'unità, dell'unifica:t.ione violenta, é di produrre un reciproco influsso -delle membra che già furono dilaniate e sparse. Il fine ideale dello Stato unitario ben lo comprese Crispi, ma anche Mazzini lo pone a cardine della sua dottrina politica. Il sistema unitario (il termine monarchico andrebbe egregiamente se non urlasse gli spÌl'iti ribelli) non è lo accentramento che inceppa ed agguaglia con arbitrario criterio; che tra unità ed uniformità c' é sostanziale divario, e la libertà non è sempre nello sminuzzamento della volontà nazionale 1 della coscienza collettiva. E la Storia dice : Poiché l'Italia non s' é fatta per volontà di tutti, ma per virtù di pochi, per idealità di martiri e non per coscienza di popolo, sarebbe pericolosa una Autorità centrale zimbello dei partiti e dei brigatori; e poiché la s~ettica Italia ha nella « religione » avita una costante minaccia di sbranamento, sarebbe pericoloso il non formare Stato formidabile, che alle diplomazie imponga il rispetto del Diritto italiano - il quale non é una costoletta &,Ilamilanese. · Non af>plaudisco, su questo punto I Sono spinto a ritenere (oli così fosse I ) che il Colaianni, così alla grossa e alla buona, si dichiari /edero,tista1 nel sen~o di chi vuole riconosciuta l'Autonomia regionale siccome principio di governo, e non già per to~liere allo Stato il pr.incipio e il carattere della indivis1bilità. Come Mazzini e Crispi finirà ben per opinare Colaianni? Quanti non si dicono « federalisti» in questo senso .... assai simpatico! Regionalista adunque dovrebbe piuttosto dirsi il Colajanni, in tal caso. Poiché il regionalismo, senza mettere in ballo l'Unità d'Italia (che tanto costò) - del1' Italia che non è tutta costretta tra l'Alpi e il Mare - consente, prescrive non solo la necessaria autonomia amministrativa, rna anche la legittima evoluzione dello Stato e dello SLaluto, che ognora l'evoluzionista Colaianni pone a base di tutta la sua azione parlamentare e giornalistica ; e nella quale io ammiro il più sano e fecondo repubblicanismo. La mia riserva pare contraddjre al titolo di questo scritto? Eh, pro Cola1auni inlendo intervenire - senza invito - in quanto Egli mi sembra, fra i parlamentari, il più autorevole ingegno e carattere che possa ricondurre il Partito Repubblicano ad un metodo di azione. che Mazzini e Bertani praticarono. Nel periodico che mi stà sott'occhi leggo: « Non sono i sistemi politici che « creano a loro grado e stabiliscono le fondamenta della « civile Società; ma e la Società, che secondo la na- « tura e il moto de' principii che hanno vita e azione in « lei, crea, trasforma e perfeziona indefinitamente il « proprio governo.» E Aurelio Saffi che parla; e se Colajanni così la pensa, ed in coerenza opera, io gli auguro, non solo molti seguaci; ma anche il potere; e se il Parlamento lo designerà di ciò degno, vedranno i veri Repubblicani J che il bene è possibile anche oggi. Per lo intanto do- ' vrà il Colajanni pensare al riordinamento del Partito, ché non si ammette distinzione tra partiti popolari e P.artiti borghesi - tra repubblicani e socialisti. Non é' 11 Partito Repubblicano : chi sia o non sia pel socialismo, pel cattolicismo, pel materialismo non s' ha cer- · care. Al più si possono distinguere nel partito i Mazzi- .. niani.... se esistono I ~f Il mio vino è schietto - chi non l'ama lo getti via. Dresda, 5 Nooembre 1899. G. N. BRESCA. L'articolo di G. N. Bresca ha bisogno di alcuni chiarimenti, senza i quali riuscirebbe incomprensibile ai lettori della Rivista. .. L'ottima Educazùme politica di Milano nel N. 17 pubblicò un articolo inesplicabile di un repubblicano lombardo, nel quale mi si annoverava tra coloro cha avevano una sovercbia reverenzialità verso Crispi... L'accusa era davvero allegra; e il repubblicano lombardo avendo saputo ddla mia protesta in via privata si affrettò nel numero successivo a rettificare l'errore adoperando parole molto lusinghiere al mio indirizzo, e delle quali lo ringrazio. Ma rettificando volle spie - gare come cadde in errore e aggiunse notizie u erronee o incomplete, che furono da me completate e corrette- con una lettera pubblicatasi nel N 21. In seguito a questa pubblicazione mi venne l'articolo di G. N. Bresca, un vecchio mazziniano che da molti anni vive a Dresda. L'articolo era accompagnato dal seguente biglietto: « Ignorando quale organo della « libertà sarebbe tanto grazioso da lasciar passare la « verità .... ahimè non mi resta che il bivio: o stracc ciare lo scritto - o farlo impoatare da Colajanni alla « Italia alla Tribuna, al Secolo ecc. senza preoccupa- « zioni personali » • Per motivi che non occorre esporre sospettai che nessuno dei giornali indicatomi dal Bresca avrebbe Ùlsciato passare la verità, quale la intende lui, senza aggiungere riserve e commeI;1ti, che avrebbero I otuto suscitare nuove incresciose polemiche ; misi le preoccupazioni personali da parte - le parole assai benevoli verso di me, avrebbero potuto consigliarmi diversamente - e l'ho pubblicato qui per i seguenti motivi: 1.0 Esso mi dà agio a troncare la polemica coll'ltalia1 cui mi riservo di rispondere obbiettivamente su

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