'R..[PISTAPOPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCJBNZESOCJALJ ·ma pe1• fare il salvataggio della Banca Nazionale e dei maggiori istituti di credito liguri-piemontesi. (1) . Epperò, riassumendo, é evidente che i seUentrionali hanno ricavato il massimo utile possibile dall'unificazione d'Italia, mentre il Mezzogiorno se non ne ebbe danno, cerlamenle non ne ricavò vantaggi propo1•zionati ai sagrifizi (2). Acquistino i settentrionali la piena convinzione di queste verità ed essi sentiranno il dovere di aiutare, e non di tirare le cuoia al Mezzogiorno, anche nel loro ,interesse benmteso, sul te1Teno e1'.onomico. Non é minore il dovere dei settentrionali di sorreggere, di assistere il Mezzogiorno promuovendone il miglioramento intellettuale e il risanamento politico (3). Li richiamo fraternamente a questo dovere - da loro completamente trascuralo sino a questo momento - senza rnvocare alte idealità, che qualcuno potrebbe deridere come morbose sentimentalità; li richiamo all'osservanza -di questo dovere in nome di una realtà che a loro stessi si dovrebbe impo,·re a custodia ed a difesa di ciò che loro sta a cuore. Seguano per un istante il mio ragionamento e se ne avvedranno. L'Italia bene o male - più male che bene a mio avviso - trovasi costituita sotto un regime unitario . ac- ·centratore. L'indirizzo politico ali' interno e all'estero viene dato dai rappresentanti di tutte le sue regioni senza distinzione di qualità. I voti dei deputati meridionali non si pesano, ma si contano e valgono quanto quelli dei séttentrionali. Quei voti in grandissima maggioranza vanno a fortificare quella politica che nel sett~ntrione incontra la più viva avversione. ', Ama la libertà il Settentrione; e disgraziatamente ·questo bisogno di libertà· si avverte poco nelle masse d_elMezzo~iorno, rhe lasciano .mano libera ai loro rappresentanti nel permetterne e favorirne la manomissione •voluta dal forte nucleo reazionario del Settentrione - forte, non per nurnero, ma per la correttezza della vita privata della maggior parte dei suoi, per la maggiore coltura, per la· coscienza esatta del fine che· vuole raggiungere. ·' Il Settentrione vuole il decent,·amento, odia la politica coloniale, avversa la Triplice, detesta il militarismo ; or bene la grandissima maggioranza della deputazione meridionale e siciliana preferisce l'unità accentratrice, conserva tutte le sue simpatie per la Triplice, per le avventure africane ed anche chinesi, per il militarismo! Nè, si creda che votando in armonia dei loro pensieri e ~elle loro aspirazioni i deputati del Mezzogiorno e della Sicilia agiscano contro i desideri o il volere dei loro rappresentati. No, no, mille volte no! Su questo l'accordo tra rappresentanLi e rappresentati é completo: il dissidio cornmcia - e spesso la 1nancanza di logica é nei rappresentati : non si accorgono che chi vuole certi fini dispendiosi deve volere i mezzi - sul terreno tributario. I meridionali e i siciliani vorrebbero gratis, o alrnE.:lnoa.I massimo buon mel'cato, la politica megalomane l . · Ed ecco come - non potendosi e non dovendosi rompere l'unità della nazione - se i settentrionali vogliono vedere trionfare i prop1•i sentimenti e prevalere quella politica, sulla quale mi trovo con loro in pienissimo accordo, che risponde meglio ai loro sentimenti cd ai lor0 interessi, essi devono seriamente pensare ed agire con persistenza per modificare la mentalità del Mezzogiorno. Essi non devono egoisticamente chiudersi nel 101 o guscio; ~uesto é egoismo che li rovina, li rende impotent~, h neutralizza, mentre rende sempre più profondo l'abisso che li separa dal resto d'Italia. Un egoismo sano e meglio inleso deve sospingedi ad una propaganda attiva ed efficace al di là della propria regione. lri qµesta propaganda sta la salvezza della libertà; in questa propaganda sta l'avvenire di una politica veramente italiana persecutrice ali' interno ed all'estero di un alto ideale. di giustizia e di benessere. . · ·.Questa la parola mia agli amici. del Settentrione; è (i) Verrei meno all'onestà e sincerità mia se non constatassi che il Mezzogiorno un certo benefizio trasse dal corso forzoso, che agì come premio di esportazione pei suoi prodotti agricoli. (2) In .un altrQ artic_olo mi _occuperò della contraria opinione manilesta ta nella Rioista da Arturo Labriola. · '(3) La Persevetanza, nel citato articolo, dice dure e sante verità sulrazione nefastissima esercitata dal governo italiano dal lato politico e morale nel Mezzogiorno. E La Perseveranza sostiene il generale Pelloux che si apparecchia a fare, ltd, le elezioni l parola franca e disinteressata, ·che vnrrei vedere discussa con serenità e con ispirito intento al bene della pat1·ia comune. * * Non sarà meno esplicito verso gli amici e gli avversari onesti e sinceri del Mezzogiorno. Gl' insulti della Perse<Jeran:.a hanno prodotto un certo effetto nel Mezzogiorno, meglio che non abbiano fatto gli avvertimenti affettuosi che da anni vado dando a questa parte d'Italia. Uomini di parte diversa nella Tribuna, nel Pungolo, nel Mattino si levano a difesa del Mezzogiorno ; ed a loro nobilmente - perché non spintovi da alcun sentimento regionale - si é associato Luigi Lodi nel Don Chisciotle. Il Mezzogiorno si scuote davvero "? Lo volesse il cielo. Intendiamoci: non basta protestare; non basta rispondere con invettive ed anche con insolenze alle calunnie ed alle insolenze della Perseveranza che sono, del resto; nel fondo dell'anima di tutti i settentrionali. Bisogna far~ di più, bisogna che il Mezzogiorno sappia e voglia energicamente far valere i propri diritti e adempiere ai propri doveri. . Dei diritti dal punto di vista economico più volte. mi sono occupato , nè ho tralasciato di ricordare i doveri: Ad essi consacrai molte pagine nello appello: Agl' Italiani del Mezzogiorno. Riassumo, ripetendo - ma. non mai abbastanza sino a tanto che non penetrerà nella coscienza pubblica e non divenga un imperativo categorico per tutti - questo breve decalogo: combattere l'analfabetismo e la delinquenza ; ricondurre le amministra--. zioni locali entro l'orbita delle leggi; far penetrare il. sentimento della giustizia nei rapeorti tra le varie classi sociali; epurare s_opratutto ed anzitutto - pei:ché quest~. è l' opra immediata di non difficile esecuzione - la rap-· presentanza nazionale. · · Agl' Italiani del Mezzogiorno ritenuti ignavi, decaduti,'. ed inetti a risorgere perché appartenenti ad una ·raz~a. inferiore, dico : fratelh, amici! mandate alla Camera uomini che rispondano a1vostri sentimenti e rispecchino le. vostre convinzioni. Fate a meno pure, se ne avete il coraggio - quantunque assai me ne dorrebbe - dei repubblicani, dei socialisti, dei radicali; ma per lddio! liberatevi dalla marmaglia lebbrosa, inguaribilmente posseduta dalle tabe del servilismo. Votate per i vostri uomini di destra, per i vostri uomini di sinistra, ma che siano sinceramente tali, che siano seriamente progressisti o conservatori. Coloro dei quali dovete liberarvi sono i miserabili che raccattano i voti del collegio coi favori piccoli o colle grosse promesse - talora soltanto promesse, ma non mantenute - a Cajo o Filano, coll'intimidazione, o colla corruzione - mai coll'aperta e leale professione di fede l Voi dovete liberarvi da coloro che pervennero a Monteci torio con mezzi bassi o fraudolenti e che vi si man-. tengono affittando la coscienza ai ministri per ottenere ricambio di altri meschini favori e che disonorano sé stessi e rovinano voi professandosi puramente e perpe-. tuamente ... governativi. Governativi ieri ed oggi con Depretis, con Crispi, con Rudini o con Giolitti e con Pelloux e che sarebbero 901Jernativì domani con Pantano, con Costa, con Sacchi.... · . Epperò oggi, come due anni or sono, quando predi.:, cavo al deserto, constatando· di nuovo che l' unità d' Italia pel tempo in cui si compi - essa non era che nella volontà degli intellettuali e degli eroi - e pei modi adoperati fu un grande equivoco, (Rivista Popolare Anno 3° N°. 14) conchiudo colle stesse parole di allora: « gl'ita- · « liani erano diversi·per i dati antropologici, per gl'in- « teressi, per la coltura, per la moralità, per le tendenze, « per lo sviluppo industriale, per le tradizioni; e ,li ·si « volle riunire sotto un regime rigidamente ·unitario. « Necessariamente il malessere non .tardò a sopraggi~n- « gere ed oggi tutti si dolgono dell'unità, cui attribùi- « sçono anche quelle conseguenze, ché non te spettano. « .... Comunque, oggi, forse, n·on potremmo· fare ritroso « calle; ·ma i temperamenti s'irnpoqgono e se vogliamo. · << salvare l'Italia dobbiamo preoccuparci del!' accen~ra- : «. mento unitario e non renderlo com'è sinonim·o di uni- « formità malefica; se vo~liamo· salvare l':unìone delle « forze italiane molto dobbiamo cedere e concedere al- « l' idea federale. » Dr. NAPOLEONE CoLAJANNI. J)ezJ'Utato al Pa1·lamento
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