'R.JVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 177 RIVISTADELLERIVISTE Diego Garoglio : A propositodi un poeta imperìalista. Ho letto sui giornali una notizia che mi ha vivamente addolorato; l'inglese Charles Algernon Swinburne, il primo poeta vivente della sua patria, ha scritto un sonetto pieno di bellicoso entusiasmo per la guerra teste iniziata contro il Transwaal, di fervido incitamento a trapassare col pugnale il cuore del Kruger, il fiero ed intelligente vecchio, che si è accinto col suo piccolo popolo a cozzare colla potentissima nemica a difesa derta indipendenza insidiata dalla insaziabile cupidigia dell'oro. Dunque il poeta che aveva sempre inneggiato ai cavalieri dell'umanità, si chiamassero Mazzini o Garibaldi, ha messo giuòizio anGhe lui come altri che noi ricordiamo tristamente. O grande anima di Byron, che t'immolasti per la palingenesi dei Greci; o anima ancora f.iù grande di Shelley, che accogliesti nel tuo cuore il pa pito della umanità redenta, io torno a Voi, con quale rimpianto, con quale sentimento di rampogna a coloro, che usurpano nel presente l'altissimo nome del poeta ! Ché, se il poeta é l'espressione somma e più pura dell'anima e della cos·cienza d1 un po palo,. questo non vuol già dire ch'egli ne debba assecondare ed accarezzare gli istinti inferiori, anzi al contrario. I veri, i grandi poeti ebbero sempre l'occhio all'elevazione morale dei loro concittadini. Certo per le grandi anime di Lao-tseu, di Confucio, di Budda, di Mosè e dei Profeti (i fondatori e gli apostoli delle grandi religioni sono stati oltreché legislatori poeti insigni) il presente era nulla in confronto di tutto ciò che il pensiero e l'azione loro portavano in germ~. E parimenti nelle epopee Omeriche, insieme col trionfo della collettività greca nell'Iliade, e dell'individuo nell'Odissea, é gia implicita, la superiore evoluzione della razza ellenica, sono già prelus1 i trionfi dei pochi intelligenti e liberi contro le torme innumerevoli de$'1i asserviti al dispotismo. E così le grandi creaziom drammatiche di Eschilo, So.focle ed Euripide, che parlavano all'anima di tutto il popolo, lo facevano scendere dal mondo esterno agitando tutti i problemi angosciosi dell'essere, additandogli sopra le tenebre della colpa la luce della purificazione. Virgilio era, in fondo, oltreché appassionato amante della natura, un sognatore della pace universale. Dante, che in sé raccolse tutte le luci e tutte le ombre dellEvo medio, sarà stato, é vero, il più feroce partigiano, ma per sollevarsi dalle terribili ire citt:1dine della sua Firenze, dalle vendette e giustizie dell'inferno, su su attraverso il regno della purificazione, alla visione, alla pace divina del Paradiso dove il gaudio individuale si avviva per il gaudio degii altri, nella per-fetta conformazione delle volontà singole alla suprema legge d'amore. Shakespeare seppe in tal guisa approfondire l'analisi delle passioni umane e farne emergere il concetto della purificazione nel dolore e nella morte, seppe creare tipi così ide!llmente superiori a quelli del suo tempo, che anche egli non fu certo pienamente compreso allora perché poeta davvero e veggente, come lo spagnuolo Cervantes, creatore immortale del Don Chisciotte, il tipo sublime del paladino di ogni ide~lita generosa. E il sommo Goe~ the, di cui durerà, a sua etema glorificazione, la visione finale terrena del Faust, e l'elevazione suprema dell'anima sua all'empireo, grazie anche all'eterno femminino; e Vittor Hugo. titanico veggente nella Leggenda dei secoli, terribile giustiziere nei Chatiments, profeta di cose buone e grandi, di fratellanza tra gli uomini; e Manzoni nei cori e negli inni; e, financo nella sua disperata Ginestra, l'infelicissimo Recanatese, tutti questi veggenti spiriti dell' umanità vollero e seppero al bisogno sferzare a sangue i loro concittadini o connazionali, additando loro la vera f! sacra via del progresso, le cui stazioni finali non possono, non debbono essere che la Giustizia, la Pace e l'amore tra gli ui>mini. Tutti gl' imperialisti, sognatori della forza bruta, tutti i Nietszcltiani eia strapazzo. di cui abbonda pur troppo la nostra Italia tra i giovanissimi scrittori, che aspirando alla modernità più moderna non si avvedono di essere dei servili imitatori, pronti magari tra qualche tempo a mutar bandiera, se il favor del pubblico accenni a mutare, avranno in questi giorni gongolato di gioia per il pugnale liricamente agitato dallo Swinburne, come già in questi giorni per le reazionarie m~ne dei Coppée, dei Lemaitre e dei Brunetiére l... ma io penso con tristezza al fatale inganno della loro mente e risalgo coi grandi del passato sulla montagna altissima, d'onde lo sguardo serenamente fiducioso si appunta all'avvenire. (Mazzocco. 2·2Ottob.) Prof T. C. Masaryk: Ordinanzadellelingueed antisemitismo. Nelle dimostrazioni di Praga e del resto della Boemia per l'abolizione dell'ordinanza delle lingue non si deve scorgere l'espressione del semplice malcontento politico; nelle medesime soffiava prevalentemente l'antisemitismo. La psicologia delle masse in Boemia non é difficile su questo riguardo. Anzitutto si deve osservare che i giovani czechi avevano imbrogliato gli spiriti del popolo sul valore della stessa ordinanza delle lingue: alcuni l'avevano decantata come una grande vittoria politica; altri giornali le avevano accordato poca importanza. La sua abolizione, perciò, doveva trovare gli animi incerti. Lo spirito antisemitico, poi, aveva avuto oc<"asione di manifestarsi : sul processo Dreyfus quasi tutta la stampa cieca e cattolica aveva dimostrato le proprie tendenze antisemitiche. Dal fatto che in alcuni punti della Boemia, ad esempio in Mahren, gli ebrei sono tedeschi si potrebbe credere che nell'antisemitismo boemo ci sia il movente nazionalista. Ma il significato di questo fatto viene ridotto molto dalla circostanza che gli antisemiti della Boemia prendono la ispirazione dall'antisemitismo tedesco. Il momento principale nelle dimostrazioni ultime che in apparenza furono determinate dall'abolizione dell' ordinanza delle lingue viene rappresentato dall'economia. Il popolo economicamente é malcontento, e il clericalismo e il nazionalismo boemo hanno tolto a pretesto l'abolizione per eccitarlo alle dimostrazioni. Di questo malcontento economico si ebbe anche un saggio nelle proteste contro il rincarimento dello zucchero per l'aumento del dazio. A tutte queste cause generali, quà e là, si sono aggiunte delle cause locali. Tutto considerato non si deve disprezzare il movimento antisemita della Boemia. (Die Zeit. 4 Novembre). Paolo Louis: l'Estremo Oriente. Il Giappone moderno è stato ed é per la storia un oggetto di stupefazione per la vertiginosa celerità colla quale dal 1868 si é aperto al soffio delle idee nuove. Ma quel che sorprende di più é lo sviluppo del suo commercio la cui nascita rimonta a dieci anni or sono. Nel 1889 gli scambi del Giappone non eccedevano i 728 milioni, nel 1890 oltrepassavano i 733, nel 1892 gli 870, nel 1893 i 943, nel i894 i 1245, nel 1895 i 1435, nel 1896 i 1353 e nel 1897 i 2052. Le importazioni da 349 milioni nel 1888 sono salite a 1175 nel 1897, e le esportazioni da 344 a 877. L'industria del cotone tessuto è diventata 5 volte maggiore dal 1888 al 1895, e quella del cotone filato 25 volte. Le seterie che nel 1886 furono per 28 milioni sono giuiite a 205 milioni nel 1895; la carta da 28 milioni nel 1892 a 57 milioni nel 1895; i fiammiferi, hanno quintuplicato nel 1895 in confronto del 1889 (40 milioni); 1e porcellane da 15 milioni nel 1891 sono salite a 24 milioni nel 1895; e anche la produzione dell'acquavite ha raggiunto, pur troppo, l'ingente somma di 100 milioni. La marina mercantile che nel 1887 disponeva di 132,000 tonnellate, nel 1898 eccedeva le 260,000. Le strade ferrate che nel 1891 erano 1692 chilometri ora sono 2507. L'iniziativa del governo, l'esiguità dei salari, la leggerezza dell'imposte spiegano lo sviluppo straordinario del Giappone. - Gli scambi della China non hanno seguito la progressione di quelli del Giappone, ma sono stati pure notevoli perché da 760 milioni nt 1 1889 furono sempre in aumento fin a raggiunO'ere i 1350 milioni nel 1897, ossia quasi a raddoppiare. -Se l'avvenire della China sarà grandioso e temibile, oggi la China non può ispirare inquietudine, perché essa é un mercato non un officina, un mercato che l'Europa vuole conquistare. - Ciò che aggiunge gravità al problema del!' Estremo Oriente é che due potenze extra-europee, gli Stati Uniti e il Giappone, sono incitate a intervenirvi: e i Giapponesi salutano nel loro paese il, futuro padrone, non dell'Asia soltanto ma dell' intiero Oceano Pacifico. Gli elementi del pe1·icolo giallo che ci minaccia sono: 1° la densità stessa della popolazione della China e del Giappone; ~0 l'esiguità dei salari di cui i lavoratori gialli si contentano. L'entrata in battaglia, oggi p1~0babile di 400 milioni di chinesi costituirà sicuramente una rivoluzione d'una potenza incommensurabile, di cui
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