Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

'R._IYISTAPOPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC1AL1 149 IL LUPO E L'AGNELLO (ILPRINCIPIODELLADECADENZA) Molti amici nostri sono rimasti sorpresi, se non scandalizza ti, della difesa che Maffeo Pantale0ni e Vilfredo Pareto hanno assunto nelle colonne del Secolo della condotta dell'Inghilterra verso il Transwaal; tanto più che essi sono tra i pochissimi nel continente Europeo a dar torto ai Boeri. Ohi li conosce da vicino sa che nei loro giudizi non entra nemmeno per una milionesima parte alcun fine men che· nobile ed elevato; ma chi li conosce e li stima e li ama come due caratteri adamantini, resi più belli e più completi da una vasta coltura economica e sociologica, sa pure che essi nei loro giudizi si lasciano trascinare talora da quelli che a noi sembrano pregiudizi di una scuola, e che a loro, invece, paiono verità, che dovrebbero abbagliare tutti col. loro fulgore. A nostro avviso l'antipatia dei professori Pantaleoni e Pareto verso il Transw::tal move dall'intervenzionismo che impera nell8 repubblichetta Sud-Africana, dall'odio contro ogn specie di monopolio: odio esplicitamente confessato dal Pareto, che orroneamente ha paragonato il contegno dei Boeri al saccheggio delle Banche praticato da alcuni politici italiani. Ora chi davvero vuole esercitare un atto di brigantaggio è l'Inghilterra, che annette oggi al possesso del Transwaal un valore che non gli accorda va nel 1884, quando non erano state ancora scoperte le miniere di oro: ciò che riconosce anche il Pantaleoni, e che sarebbe sufficiente a far palese la disonestà del movente attuale dell'aggressione inglese. Che ci sia interesse nel dominio politico di un territorio, le cui miniere in proprietà privata appartengono a francesi ed inglesi, il Secolo lo ha dimostrato rispondendo a Pantaleoni col ragionamento del Journa.l des Economistes, di cui non sarà certamente l'illustre professore di Ginevra a non risconoscere la competenza e l'autorità. E questo è il lato palese dell'impresa. Che dire, poi, se si potesse assodare che il Ohamber lain, lo sparafucile dell'imperialismo, e il duca di Fife, imparentato colla casa reale, in una a parecchi altri pezzi grossi della politica, hanno interessi nelle Chartered Company e sono sozi di quel Oecil Rhodes, che organizzò la brigantesca spedizione del D. J ameson contro Johannesburg? La Rivista Popolare, per la prima in Italia, raccolse tale grave accusa dalla stampa inglese; e l'accusa si fece strada in seguito a più precise notizie date da un altro noto pubblicista inglese: il Wilson. Siano anche non veri questi loschi retroscena della guerra contro il Transwaal egli è certo che se fosse .buono e sufficiente motivo d'intervento di uno Stato, il monopolismo cui il secondo sarebbe dedito logicamente si potrebbe arrivare a conseguenze che di sicuro verrebbero respinte dai professori Pareto ePantaleoni (1). Non è intervenzionista, infatti, la Svizzera che ospita e onora i due illustri insegnanti? Non ha essa il monopolio dell'alcool? Non ha riscattato le ferrovie? Non accenna a stabilire il monopolio dei tabacchi? La strana e pericolosa teoria inoltre riuscirebbe a questa mostruosità morale : i piccoli Stati verrebbero accoppati ed assorbiti dai grandi perchè colpevoli di protezionismo e di monopolismo; la stessa colpa rimarrebbe impunita, anche onorata, se commessa da un grande Stato. Oh! infatti vorremmo vedere se ringhilterra oserebbe punire gli Stati Uniti, che sono la terra classica del protezionismo e dei monopoli .... In realtà la politica di sangue, che in questo momento prevale in Inghilterra, è un episodio disonesto e violento di quella politica, propria dei conservatori, (1) L' Aoanti ! opportunamente riassume un opuscolo di Regiginald Statham ( The Truth about tlw r,,answaal) in cui sono smentite o ridotte alle giuste proporzioni le accuse contro la repubblica dei Boeri. che da Disraeli in poi si chiama i,,~perialismo, ma che è antica - salvo eccezionali intermittenze - quanto il partito Tory. Può essere nel vero il Prof. Pantaleoni 0he spoglia la condotta di Gladstone nel 1884 di ogni aspetto sentimentale e morale - e la spedizione contro Araby-pascià e il bombardamento di Alessandria nel 1882 suffragherebbero la sua tesi ; ma è innegabile che i whigs seguirono quasi sempre - forse come necessaria conseguenza del contrasto che li alterna al potere - una politica estera meno aggressiva, e preferirono spiegare la loro attività nello studio delle riforme interne. Che la politica attuale dell'imperialismo inglese sia semplicemente e brutalmente disonesta lo dimostra lo Stead nell'ultimo numero (16 ottobre) delle Review of reviews. I vi nella rubrica: The progress of the World (1) riassume nell'apologo del lupo e dell'agnello la morale della politica africana dell' Inghilterra. Mai come ora, egli dice, all' Inghilterra si attagliò la parte del lupo; il cui delitto - l'aggressione al Transwaal - viene aggravato dalla bacchettoneria, dall'ipocrisia dei ministri, che si assunsero il compito ingrato di assicurare al popolo britannico la triste fama, di cinico e di egoista di cui gode nel mondo. Ohe l'Inghilterra sia dal lato del torto - quell'Inghilterra, dice Stead, che si è tanto scandalizzata dell'_aff_aire Dreyfus ! - lo prova il fatto che all' agnello s1 fecero sempre nuove domao.de ogni volta che esso accettò le precedenti; e che la guerra criminosa era nelle ferme intenzioni dell'esoso avventuriero imperialista, quali che fossero state le risposte della repubblica africana, lo prova il fatto che il governo della regina Vittoria respinse senza volerla nemmeno discutere l'onesta proposta di Kruger di sottoporre la vertenza ad un arbitrato. Ripulsa tanto più disgustosa in quanto che alla Conferenza dell' Aja lord Paumefote, rappresentante della Gran Brettagna, fu il più attivo ed efficace collaboratore nella redazione di quell'articolo 9 che consiglia premurosamente l'arbitrato a tutte le potenze ! Lo Stead, constatato il fariseismo degli acoliti che vantano la moniimentale pazienza dei ministri inglesi di fronte al Transwaal, termina con un melanconico confronto; con una non meno melanconica constatazione: l'uno contro il pregiudizio patriottico e l'altra contro il pregiudizio della razza, Il direttore della Review of revieios rileva la violenza brutale degli imperialisti esercitata contro i cittadini che vollero protestare in un Meeting a Trafalgar Square, e fa sua l'osservazione dello Spectator j il quale, sebbene appartenente alla stampa jingoista, ricorda che le scene di Trafalgar Square rassomigliano al tumultuoso clamore dei Parigini del 1870, che grida vano sui boiilevards : A Berlin I A Berlin I e invece andarono ... a Sedan. In quanto alla razza riproduce la lettera di un Americano il quale confessa di avere provata una amara dis~llusione in. questi ultimi tempi scorgendo che dalla Urnone americana se ne va via lo spirito repubblicano, e che la monarchia inglese diviene ladra di terreni auriferi. «Avevo sperato - esclama l'americano - nell'al- <( l'alleanza di questi due rami della razza anglo-sas- « sone come in un grande avvenimento, che avrebbe « apportato il regno della pace e del progresso; ma la « loro azione attuale mi fa dubitare fortemente che la « supremazia della nostra razza aggressiva non si svol- « gerà nel migliore interesse dell' umanità. La razza (1) Lo Stead in un altra rubrica : The Topic oj the Month, in lorma di dialogo espone brillantemente le ragioni dei Boeri e i torti dell'Inghilterra. Il lun~o articolo è illustrato da una vignetta ciel New York Wortd che rappresenta le mani lunghissime e rafaci di Jobn Bull, che si stendono per afferrare i campi d'oro dell Africa. Chiude la rubrica un ironico nuooo inno di guerra per l'impero a firma di Joe Jingo junior, e intitolato: La caccia al Boero. Tutto questo numero della Reoiew oj Reoiews più che un bel numero, è una buona e coraggios·a. azione.

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