Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 159 gua viene parlata da pochi milioni di uomini. ln quanto alle traduzioni si riconosce che sono difficilissime quelle delle liriche; ma a torto si crede che siano più facili quelle delle prose. Alcuni scriltori oggi sono riusciti, come lbsen, colle traduzioni ad ottenere una grande celebrità; ma questa si ricordi che non é misura del rneriLo vero. La fama Lalora viene loro dalla specialità degli scritti. Cosi. Andersen che in Danimarca non era un gran che e valeva meno di molti altri, acquistò fama mondiale per i suoi scritti per i fanciulli. Invece Soren Kierkegaard, il grande pensat0re religioso della Scandina, ia del Nord, che mariLerebbe di apparLenere alla letteratura mondiale da nessuno é conosciuto. Oggi, per quanto io s0, in Europa non vi sono poeti; ma appena scrittori di prim'ordine. Pure questi sono divenuti più famosi dei loro predecessori più meritevoli per le condizioni odierne della r~ctan:i,e. Un gra:7e danno per la letteratura oggi é quello di scr1ve!'e appositamente per un grande pubbhco astratto. Zola scrive 1 Rougon-Macquart per la Francia e perciò per un pubblico concreto, e fa una grande opera. Acquistata la celebri_tà egli scrive la sua trilogia LourdesRoma-Parigi, per un grande pubblico, e diviene subito astratto. Chi vuole agire fortemente deve avere innanzi agli occhi il suo ambiente; egli deve agire dove é nato, deve seri vere per le persone che lo avvicinano e delle quali conosce il grado di coltura. Ciò che si scrive pel mondo perde in forza e sapore e non ha più l'aroma del loco nati.o. Potrei, se il far nomi non riuscisse odioso, nominare alcuni grandi scriLtori, i quali dopo che dalla celebrità locale assursero a quella universale, hanno perd!1to di valore dop~ che s~ sono_ posto dinanzi il miragg10 del gran pubblico. L' rnsegmre la fama mondiale e la letteratura mondiale nasconde un pericolo. D'altra parte non si deve scrivere per gli abitanti di una ciUà o di _una strada come avviene ai polemisti. Quando Gothe mventò la frase: letteratura mondiale, l' umanesimo e il cosmopolitismo erano idee in grande onore. Negli ultimi decenni di quesLo secolo lo spirito nazionale, sen1pre più forte e vivace, ha ricacciato indietro quelle idee. Le letterature, perciò, oggi divengono sempre più nazionali. Frattanto non c1·edo che nazionalità e cosmopolitismo si escludano a vicenda. La lelteratu1'a mondiale aell'avvenire dive1'1'à tanto più inLeressante quanto più fort_ein ess.a sat'à_ l'impro_nta naz~onale e quanto più essa ~ differenzia La.Ctò che viene scritto pel mondo ha appena il valore di opera d'arte. L'opera d'arte é una fortezza e non una città aperta. (Das Litterarisehe Echo. 1 ° Ottobre). Felix Ste"1Jens: Rileggendoil Giusti. Mentre ai principi del secolo nostro neppure i più grandi lelterati sapevano resistere al soffio d'oltrA Alpi, spiccava una figura, direi quasi indigenai rigorosamente italiana: Giuseppe Giusti. li_ Giusti flagel a scherzanzo i vizi le brutture, le ipocrisie del suo tempo, servendosi di una ironia fine e leggiadra. Partecipando dell'acredine di Lucullo 1 della dolcezza e vequstà d'Orazio, e della satira di Giovenale, sa poi plasmare i suoi concetti e infiorarli della lingua della s~a :ros_cana, se~plice, schietta, ~rguta, vezzosa. L'opera d~. Giusti. é negativa, ma quanto· rigeneratrice I Dovunque v1 ~. un angolo da smussare, una macchia da levare, un erba· ·màlefica da estirparé, un dolore da consolare, il Giusti, sempre vi$ile accorre. Tutti gli uon1ini a qualunque grado, a. qualunque classe, a qualunque- condizioneapp~rtengono, tutti passano attraverso il crivello, che il Giusti a~1ta nelle sue mani. (Flegrea, 5 Ottobre). Fe~eriço Loh~ : Gl'!ndustri_dalell. romanzopopolare. Dopo che -11·commercio dei pensieri é diventata· ·una vera iri- ~us_tria, é nato _I'intraprenditore dei rorry.anzipopolari, e 11male. non affligge la Francia soltanto. Gli scr·ittori non hanno altro scofo che di batter moneta coll'inchiostro. L'abilità sta ne tirare in lungo il dialogo con tutti i trucchi po.ssibi)i. Fin dai tempi di Alessandro Dumas era un merito speciale di saper formare il maggior numi:iro di pagine col minore di pensieri originali. Si sa ' com'egli. traesse mer~vigliosi resulLati con delle parole come: S1, no, dannazione, hum, oh, ah! che gli erano pagate I lira come delle linee complete. Tirar a far linee, adottare uno s,t"'i.lecorto e minuto, filare intermioabilmente, ieri l'intrigo, oggi la descrizione, domani., il diaIo9~; srezz_ar in p_artimn~merevoli il soggetto; allungare ali rnfimto 1 luoghi comum, é una vera scala cromatica di artifici. Si è tentato da buoni scrittori di rea~ire. Ma questi tentativi sono stati rari ed isolati. Solo i direttori dei giornali popolari amati dalle masse, che dispongono degli autori o del pubblico, pot1·ebbero imprimere all'anima popolare una direzione tutta diversa, ma il loro interesse non é d'andare contro la corrente del loro pubblico. (Reoue des Reoucs 1 Ottobre). Serge Doujoin: La deportazionein Siberia. La deportazione ha, in generale, un doppio scopo : punire il deportato ed emendarlo, colonizzare un paese spopolato e portarvi una forza-lavoro gratuita, o almeno a buon mercato. L'Inghilterra avendo veduto di non potere raggiuugere questo doppio scopo colla deporlazione l'ha soppressa nella Nuova Galles del Sud, nell'Australia occidentale e nella Tasmania. In Russia con decreto del 6-18 maggio 1899 la questione é stata sottomessa alla discussione di una Commissione speciale presieduta dal ministro di Giustizia. Fin dal 1580 i sovrani moscoviti si s0no occupali di popolare la Siberia. Nel 1722 vi erano in Siberia 77,000 originari russi, ma il contingente era troppo piccolo, e lo czar d'allora cominciò a praticare la deportazione come pena criminale. Nel 1799 si contarono 229,277 russi in Siberia. Sotto Nicolò I s'inaugurarono le e lonie di Stato, e per fondarle, nel 1829, si spesero 500.000 rubli mandando in Siberia 63.358 individui tra cui però 3835 donne soltanto, ciò che naturalmente diede grande sviluppo alla prostituzione. Dal 1754 al 1864 si sono mandati in Siberia 900.000 condannati complessivamente, dal 1864 al 1888, 415.000 cfrca, e dal 1888 al 1898; 132.000 : in tutto 1,450.000. Sembrerebbe che, grazie a questa immigrazione e all'accrescimento degli indigeni, la Siberia dovesse essere ben popolata, invet\e questa gr~rnde_regione che potrebbe benissimo nutrire 51,362 000 ab1tant1 ne aveva nel 1897 soltanto 5,727.090. In Siberia non restano più di un quinto di deportati: gli altri muoiono o fuggono: in alcuni distretti i fuggitivi sono stati il 59 e 3:nche il 90.5 Oto- Condizioni sfavorevoli alla colo-· mzzaz1one sono anche la influc11za delle donne (l' 1 010) e la proporzione enorme degli uomini in età avanzata. Vi son poi le malattie. I malati nell'isola cii Sakhaline erano il 13,47 0(0 tra gli uomini, e ii 7,46 010 Lra le donne. (Reoue de Paris 15 ottobre). M. 1. Boussiiwsq: Saggiosulla teoria della bicicletta. - I~ problema complesso del movimento della bicicletta si rico_nduce a quello dell'equilibrio del piano mediano del tela10: quando si suppongono distribmte simetricamente, da un~ parte e dall'altra di questo piano, le masse della m~cch1!1a e del cavaliere. In questa ipotesi, l'anahsi giustifica 1 principali resultati pratici, mostrando i dettagli delle manovre del manubrio e dei movimenti del cavaliere, Tre funzioni arbitrarie dominano le condizioni ~ell~ corsa: la velocità, il raggio della traiettoria e la mchnazione della macchina. Queste tre condizioni variano secondo la volontà del cavaliere che ha cosi. una gran scelta di mezzi e che va risolvendo inconsciamente le equazioni più trascendentali, di cui la conoscenza eviLereb_be certamente ai debuttanti parec~hie cadute. La direzione volontaria della macchina fatta dal biciclettista si può paragonare alla direzione dei nostri centri nervosi fatti da un pr.incipio superiore immateriale. A questo principio si deve la possibilità d'una scelta formale delle funzioni differenziali che regolano la nostra altiviLà organica, conciliando cos-i. la libertà dell'essere e il dderminismo biologico. (Journal de mathématique. Tom. V fase. 1). RECENSIONI. Carlo Romussi: Osseroazioni sui reclusori. Biblioteca dell'Educazione politica. ·1899. Cent. 10. .Anda~e a_!'leg~re l'utilità _delle co~d~nne inique dei tribunali m1htar1 !.... Senza d1 esse Lmg1 De Andreis·non ci avrebbe dato il volume sui Raggi X, né Carlo Rom'ussi avrebbe consacralo la sua inesauribile attività a scegliere scritti di Cattaneo, che meritano maggiore diffusione - e tutti la meriterebbero -; a commentare stupendamente le poesie di Beppe Giusti, come sanno i lettori della nostra rivisla. Il soggiorno nei reclusori ha suggerito allo stesso direttore del Secolo alcune osservazioni, che sentiamo il dovere di riassumere, perché

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