Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

'R..IVISTAPOPOLARE Dl POL111C.tf LETTERE B· SCIENZE SOCl.tfLl Charles Benoist: Il poteregiudiziarionellademocrazia. Jello Stalo monarchico il polere reale è il potere rnoderalore è, per così dire, il potere giudiziario degli altri poteri; ma uello Stato democratico quale sarà il polere moderatore, il potere giudiziario degli altri poleri? Chi Custodiet custode,? Chi impedirà al giudice di farsi lo strumento delle ambizioni 1 delle cupidità, dei rancori, o semplicemente dei disegni poli lici del parlito ào'Tiinante? A chi potremo ricorrere r Sarà valsa la pena di avei· fatte lante rivoluzioni per cadere sotto la tirannia ipocrilamente legale del giudice? Nella democrazia quesla salvaguardia, questo rifuo-io non può e3se1·e che in una giurisdizione superiore, che nella democrazia americana è la Corte Suprema degli Stati Uniti. Questa Corte non giudica che sulla questione per le quali è interrogata, e unicamenle pel caso spèciale su cui la s'inlerro.iz:a; essa assicura gli americani contro le violazioni della costituzione, e dà loro una sanzione civile, mantenendo e perpetuando il sistema americano del parlamentarismo hmitalo, slabilendo una protezione contro gli abusi del potere legislativo o eseculivo. L'istituzione di una Corte Suprema come quella degli Stat.i Uniti, oltre che in Francia darebbe alla democrazia un « polere moderatore», il ($ potere giudiziario degli allri poleri » contribuirebbe polenternenle a quell'« organizzazione della democrazia» che è, nello slato presente delle cose, la sola questione politica alla quale valga la pena d'interessarsi, la sola opera politica alla quale valga la pena di dedicarsi. (Revue des Deux Mondes. 1) Ottobre). Un rnembro del parlamento: Il più grande dei non-conformisti. lohn Morley. - La nota principale del carattere di Morley è il puritanismo. Rio-ettando i dogmi del movimenlo rn!igioso puritano, egli ne ha accettato lo spirito. Perciò egli è descrillo come il più grande dei non- •. conformisti i•,glesi e 1'app1·esenla nella vita e nella politica i principii di cui Lord Roseberry - il milionario, l'arislocralico fo1·tunato, l'esponente di una politica di lussusuria, di conquista e di arroganza - è la negazione. Contro queste ultime lendenze si è levata coeaggiosamente e fortemente la voce di Mol'ley, e n'è venula una conlesa che non è un conflillo di persone, ma è un capitolo di una grande e secolar'e lolla. Morley è in fondo uno degli uomini più geniali, lollcrantissimo, buono, modesto nell'esporre le proprie opinioni, ali.colo nell'ascoltare quelle degli alri. Ma la natura gli ha dato certa durezza nella flsonomia; un naso lungo e zrosso; una faccia non scarna e famelica come quella di cassio, ma dalle linee severe e dure; labbra grosse e serrate, che sembrano pietre in riposo; una fisonomia di quelle da medio-evo, quali suggeriscono il fanatismo agli inglesi. Si aggiunga che nell'aspetto e nell'aria di Morley c' é una grande dose di riservalèzza, di orgoglio e di dignità; essa viene ad esser l'espressione della maggior parte degli uomini, i quali sono stati i compagni dei libri e degli alli pensieri in tulli i loro libri; tulto ciò gli dà una rassomiglianza con quella alterezza che spirava dalla fisonomia di Saint-Just, che suscitava la bile in Danton. Rigettando il dogma della Chiesa egli é rimasto profondamente reli~ioso; incapace di dar forma ali' ortodossa spe1·anza della vita futura, egli é pieno del sentimento della brevità di questa; qualche volt&. lo spjrito di dispe • razione parve che lo allontanasse dallo spettacolo della· miseria umana, perché non poteva narcotizzarsi colla' fede. Nella divinità Morley trova un sostitv.to nella vecchia fede, non nella semplice negazione, ma in una nuova credenza che comprende mollo dell'antica. Co1ne politico. possiede molte e grandi qualità, che gli assicurano il successo. Però egli non é uno di quei temperamenti che' si sentono perfellamente a posto in un'assemblea come la Camera dei Comuni. Egli, una volta, disse ad un amico' che vi trovava un' atmosfera di contesa personale che lo disgustava. Questa é la caratteristica di coloro i cui: conflitti sono dello spirito e non della carne - conflitti colle idee e non colle persone. Ma i relativi ciifelti suoi• non sono dovuti alla mancanza delle più grandi qualità di un uomo di Stato. Ponetelo innanzi ad una riunione di quattro o cinquemila uomini, l'agitazione, la diffidenza di sé stesso, il silenzio penoso della Camera dei Comuni scompaiono, e diviene uno di coloro la cui voce può signoreggiare le moltitudini. Egli allora si trasforma tutto e nella sua parola traspare la convinzione, l'emozione, la larga visione dell'uomo. Non si sente più in lui l'uomo di lettere, ma il vero oratore. Come scriltore egli è sprezzante della ricercatezza, talora veemente; ha movimento, varietà e sopratutto forte e sentita pulsazione dell'interna passione. Sotto questo aspello lo stile non é semplicemente l'uomo, qia e la rivelazione dell'uomo. (Th.e Centur!I Magazine. Ottobre). Greissl: Ricercheeconomichesugli aggraviprovenientialla industriatedescadallalegislazionesull'assicurazionee sullaprotezione degli operai. - Le varie specie di assicurazioni in favore degli operai e la legislazione a tutela delle classi. lavoratrici hanno spesso formato oggel.to di critica, per-. ché sono state considerate come un nuovo intollerabile· aggravio imposto all'industria, che da un lato avrebbe· attenuato i profitti degli intraprehditori e dall'altro' avrebbe reso inca pace l'industria tedesca di concorrere· colle altre nazioni in cui la legislazione sociale pesa sulla:. produzione meno gra,·emente che in Germania. I dati statistici, però, dimostrano insussistenti Lali accuse. Infatti l'aggra "ÌO proveniente dallo insieme delle leggi sociali non supera il massimo dell'otto e mezzo per cento del salario pagalo ali' operaio, e rappresenta, rispello alle allre cause clte influ;scono sulla variazione dei prezzi dei prodotti e dei redditi induslriali, una quola così tenue, che non può notevolmente danneggiare l'industria tedesca e render)a incapace di sosLene,·e la concorrenza con l'estero. (Jahrb ,eh Jitr Ge,etzgebung, Verwaltung und Volkswirthschaft im Deutsche Reich Fascicolo 3°). Giorgio Brandes: Letteraturamondiale (Weltlilteratar) ..- Mi sembra lroppo temera1;io che si possa predire l' avvento futuro di una letteratura mondiale in opposiziolle alle presenti letterature nazionali. Se pongo a me stesso la quistione: che cosa é la letteralura mondiale? tro\'O che in prima linea si deve pensare alle opere degli invent<Jri e degli scop1·ilori della scienza. Ciò clre hanno scritto Pasl.eur, Darwin, Bunsen o Helmholtz, costituisce una letteratura mondiale, rivolta all'umanità e che ha arricchito l'umanità. Certe des~rizioni di viaggi, come quelli di Stanley o di Nansen, appartengono indubbiamente allo stesso genere. Le opere degli storici, anche dei sommi, vi appa1·tengono meno per la natura delle cose di cui si occupano e alle quali necessariamente danno una imp1·onla pe1'sonnlc, clre si allaglia maggiormente alle pe1'sone che vivono neìl' ambiente degli autori. Così opere eccellenti, come l' Olioiero Cromwet di Carlyle, la Storia di Francia di Michelet, la Storia Ro.: mana di Mommsen, nonostanle la dottrina e lo spirito dei loro autori, come opere scientifiche non sono definitive, e possono essere soltanto apprezzi-ile come opel'e d'arte; ciò che non esclude che negli originali o nelle· traduzioni siano conoscbte dai popoli princif>ali di Eu-·· ropa e di America. Ma quando si parla di una lettera-· tura mondiale frequentemente e più precisamente si pensa alla. letle1·alura del bello, in tulle le sue forme. Sulla fet-· teralura del passato ha giuàicato il tempo. Pochi scrittori tra molte migliaia, poche opere tra alcune centinaia di migliaia appartengono alla letteratur 1 mondiale. I no-- mi di tali scrittori e di tali opere sono noti a lulli: la Dfoina Commedia uon appartiene ali' llalia: il Don Quijote non appartiene alla Spagna. Shakspeare appartiene alla letteratura mondiale; Marlowe soltanto all'inglese; Cqsì Klopstock è sollanlo tedesco. Coleridge ingles·e, Slovacky polacco. Ma vi sono molte diffe.renze tra i t'ernpi,- antichi e gli alluali, che derivano principalmente daHaì diffusione delle lingue e da'lla facilità dell.e traduzjoni. Ciò nonostante a· pochissimi oggi è dato di ottenere una fama mondi~le. I meglio situati sono i francesi, · qu~Ii-'. tuntjue la loro lingua in ordine alla diffusione non· :Sia• che la quinta. 'In· seconda· linea· vengono gl'. ingl~si .,e i: t~deschi, che posso~o C?nt~re su di u1)'pub~lic? grandi$_; S'lmo. Solo gh scr1Ltor1 d1 queste· Lr~ naz10.n1 possonòl spera·re ~i e·ssere lett~ ~~11•?rigin~le ·d&lle· ~ersone col-tè d1 tutto 11mondo. Gl'1Laha01 e gh spagnuoli sono· meno• fortunati; pure hanno una larga cerchià di lettori· oltre· quella nazionale. Ciò non può dirsi dei rusi-:i; ma in com.•· penso la popolazione russa conta molti e molli milioni: Sono in condizioni assai più svantaggiose i finnici, gli ungheresi, gli svedesi, ecc.: a loro· manca l'arma per la· lolta: la diffusione della lingua. E' impossibile che si scriva di cose letterarie in un' altra lingua; e le traduzioni non sono adatte a farle conoscere ed· apprezzar.e. Perciò uno scrittore di sesto ran()'o che scrive in una· lingua diffusa, in una lingua mondiale, sarà più fàcilmen-Le· conosciuto di uno scrittore di secondo rango, la .cui lin..:

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