Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

'R.JP'ISTA.'POPOLAREDI POLITICA.LETTEREE SCIENZE SOCIALI rica in contraddizione coi trattati verso le nazioni che godono il beneficio della clausola, il Consiglio consente alla sua abolizione. 10° Si invita il Governo ad inviare nei luoghi di produzione della canna da zucchero, degli esperti perché studino i progressi avvenuti nell:i coltivazione di quella pianta e nella estrazione dello zucchero. RIVISTADELLERIVISTE Carlo Tivaroni : Habentoculuset nonvident. « Appare « evidente che se questa situazione si prolungasse, con- « durrebbe fatalmente a quel cataclisma stesso che si « tiene a scongiul'are e di cui gli orrori fanno fremere « anticipatamente ogni mente umana ». Non sono parole vere, osservazioni ~salte queste che non vengono da Carlo Marx, ma dallo Czar nella sua ultima circolare ai sovrani di Europa ? Che cosa hanno fatto o fanno le classi dirigenti per evitare il preveduto cataclisma? In Italia le condizioni degli agricoltori., per esempio, non s~•no mutate da quando il senatore !acini faceva la sua famosa inchiesta agraria : Tullio Martello, un ottim· sta, nota che 300.000 donne lombarde guadagnano una lira per settimana filando lino otto ore al giorno per 150 giorni dell'anno. Gli obbligati del Mantovano, del Bresciano, del Cremonese ricavano L. 0.35 al giorno d' inverno, L. 0.50 d'estate. A Soresina, il 15 maggio 1894, vi è stato uno sciopero per ottenere che la mercede maschile, la quale variava trn le 100 e le 120 lire annue, fosse portata a L. 130. A Fregolo, il 16 aprile 1894, le contadine scioperavano perché la mercede fosse portata da 50 a 80 centesimi al giorno. Nel Veneto il valore della mano d'opera del b1·acciante varia tra i 65 e i 75 centesimi al giorno di lavoro. La media del salario del bracciante in Toscana, la patria della mezzadria felice, é, secondo il padre Curci, di L. 0.60 per l' uomo e di L. 0.18 per la donna. In Lombardia é di L. 1.05 e L. 0.3t I contadini delle cosiddette cortine delle Marche guadagnano dai 28 ai 30 centesimi al g:orno, e mai più di 60. Una famiglia di 6 persone nell'U111br-iaha un reddito di annue L. 788.30, e una di piccoli coltivatori a Girgenti di L. 750, una di 4 persone nel piano di Reggio Emilia di L. 675 e una di 5 persone del Bellunese di L. 465.70. Il discorso divenebbe troppo lungo se volessimo continuare. Basta accennare, pe1· finire, che in Sicilia il padrone concede un ettal'o di terra, e il cont.adino, che fa tutti i lavori, deve pagar-e come fitto 5, 6, 7 e magari 7 ettolitri e mezzo di grano (contralto di terratico). Se vi furono anticipazioni di semente, queste devono restituirsi con l'aggiunta dei frutti in ragione del 25 Oto, con frumento ben secco non col solfato di rame come ricevuto, e misurato con un tumulo altrettanto più grande dell'ordinario quanto l'altro era stato più piccolo. « E' « tempo che chi ha gli ocelli sani li apra, é tempo che << le classi dirigenti s'accingano a concessioni risolute « che reaEzzino la parte attuabile del socialismo, e di- « mostrino l'inattuabilità delle irrealizzabili. Collo stare ~ in panciolle, col turarsi le orecchie, col tener chiusi « gli occhi non si scongiura il cataclisma i cui orrori « fanno fremere anticip1tamente ogni creatura Ùmana ». (Vita lntcrna~ionale 20 ottol,re ). R. Murri: Chiesae Stato. Non si può accogliere la proposta del cattolico avvocato Meda che non vuole la lotta contro lo Stato, o almeno la lotta aperta e quotidiana. Si sente in questa opinione l'influenza dell'ambiente di Milano, di una città sana e forte, dove i cattolici contano. Ma la lotta s'impone e devono scomparire tutte le illusioni dei neoguelfi sulla conciliazione tra la Chiesa e lo Stato. La conciliazione sarebbe possibile solo se ciò che la Chiesa domanda, lo Stato potesse concederlo senza 1,egare sé stesso, anzi rinfrancandosi e migliorando le sue condizioni: ciò che non é possibile in lLalia. Dichiarando che si deve lottare contro lo Stato, però é bene dire di 9uale Stato s'intende parlare affinché ~on si venga considerati come anarchici. Lo Stato, oggi, oltre all'essere il depositario dell'autorità sociale, è praticamente e in concreto tante altre cose: l'espressione dei gusti.e dei desideri d'una parte del popolo, un meccanismo burocratico, finanziario, amministrativo, costruito così e così, un certo complesso di ordinamenti scritti e di attività politica in rapporti determinati con la libertà (o con la servitù) economica comunale politica dei cit• tadini; infine, e soprattutto, un mezzo colossale di oppressione e di sfruttamento sociale nelle mani di coloro che occupano i poteri politici più alti e dei loro mandanti, se ne hanno. « Ora. questo é il fatto dello Stato italiano. Una borghesia di formazione anemica e parassitaria, a cui gli avvenimenti d'Europa hanno dato uno sviluppo precoce, accordatasi con una tradizione monarchica e militare, impossessJtasi d'Italia per una buona fortuna che l'ha tro·:ata e lasciata inetta a governare, premiatasi dei servigi fatti ... a sé stessa con i beni della Chiesa, dei comuni, delle confraternite, con gli uffici amministrativi e militari, con gli appalti pubblici, con le commende; una bo1·ghesia miserabile, camorrista spesso, decisa a non perdere il suo posto, e che per conservarlo può profittare di tutte le viltà di un popo1.o che fu schiavo tre secoli; una bo,·ghesia, infine, che tutte queste sue belle imprese ha coonestate con una irreligione presa ad imprestito, con l'ateismo bruciaticcio del consorte Ne~ri e col teismo ampolloso del deploralo siciliano che della lotta alla Chiesa ha fatto pretesto e fine a tutta la sua politica interna ed esterna, e alla quale infine la buona sorte ha dato in premio d'essere, in questa lotta contro la Chiesa a nome della civiltà moderna, il bracci() e. la spada di tutta la borghesia d'Europa 1 la scolta del Papa imprigionato in Vaticano. E questa .borghesia, e questo Stato suo strumento, per conservare il potere, hanno distru~to le a,~tono~ie comunali, ass~rvito le provincie, stat1ficata l 1struz1one, creato e nutrito un esercito enorme; e oggi mina~ciano ogni libertà, attentano a quel f, oco di suffragio politico che possediamo annullano 'esercizio vivo de!Ia costituzione, creano il domicilio coatto, ricorrono allegramente ai colpi di stato., hanno s~mp.re pront_e - e vedrai se ci ver~anno quando il radicalismo sahrà al potere - delle misure più $ravi contro la Chiesa e contro la mora:e cr-istiana. D1 fronte a questo stato é necessario il combattimento : combattimento fiero, instancabile, nel quale riviva il dolore delle lunghe e gravi sconfitte subile, e spiri la volontà di ridu1Te un tale nemico a rinunziare a tutti i snoi guadagni e a far posto a una vita ed a funzioni politiche nuove, la volontà di riconquistare tutto quello che s'era perduto; d'un combattimento, insomma, la cui parola d'ordine sia "indietro I all'influenza schia~ciante dello Stato nella Chiesa, nei Comuni,. nell'istruzione, nell'economia publ?lica e via dicendo ,, E necessario prepararsi al combattimento perché possono arrivare momenti nei quali i cattolici non devono essere i salvatori dei ... loro avversari, che minacciano sempre di schiacciarli. La prepar1:1z_ioneé ~ecess~ria ~arc~è- io faccio questa facile prev1s1one : L evol11ztone trreltgwsa dell-r, borghesia non é compiuta: l'avvenire politico immediato é d0t radicalismo e questo riprenderà e 0condurrà pfo, inrianzi la lotta con: tro la Chie ,a : in tali circostanze esso deve, non contare su d'un accordo impossibile, ma prepararsi a sostenere le nuoc,e l<;tte.e in turre i _cattoli?i a mettervi più vigore che non v abbiano messo tn addtetro. - Caro Meda, noi non _sia~o profeti;, ma a _giud!care da _tutti i sintomi presenti, m1. par che I a vvemre c1 tenga rn serbo battaglie e battaglie e battaglie: solo a costo di .gravi, luno-hi e ~olo~osi sacrifì~i ~oi_ri~seiremo ? gu;:idagnard di _n~uovo I Italia e a sost1tu1rc1 a1 detentori della cosa pubblica attuali La pace religiosa che tu speravi non sarà no auspice al nostro ingresso alla vita politica: no, noi c'entreremo prima, quando la mobilizzazione di tutte le nostre forze sarà possibile, e la pace sarà, solo più tardi, e dopo lunghe contese, il premio della vittoria ». ( Cultura Sociale. 15 Ottobre) (1). Il consolidatocinqueper cento. Giacché il parlare· di grandi riforme tributarie sembra a molti ostico, inopportuno e persino dottrinario, ci sia concesso almeno di ricordare una riforma tecnica che sarebbe molto utile per l'avvenire alla quale converrebbe sin da ora apparecchiarsi: intendiamo parlare della convenienza di cambiare il consolidato 5 °[ 0 lordo in un effettivo 4 °1 0 netto. La nostra propo~ta _é sempliciss_ima. Nell'occasione che si cambiano 1 titoli del consolidato 5 °[0 lordo, che é poi il 4 °[ netto - perché 1'1 °1 0 è t1·atlenuto come imposta di rie~ (i) Richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori sulle idee dei gio vani cattolici, che si atteggiano un po' a socialisti cristiani. Parlano chiaro ! N. d.R.

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